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Cocainomani: chi paga?

Post n°44 pubblicato il 25 Settembre 2008 da princess21_87
Foto di princess21_87

Ormai è sotto gli occhi di tutti. In Italia non è mai girata tanta cocaina. Non servono i dati del Ministero della Salute per accorgersi che il fenomeno è fuori controllo da un pezzo. L'ultimo allarme viene dalla ASL di Milano secondo cui nel triennio 2006-2008 si registrerà un aumento del 26% delle persone in trattamento. Persone cioè che, consapevoli della loro tossicodipendenza, si rivolgono al Servizio sanitario nazionale per venirne fuori. È notizia dell'ultima ora che la Giunta lombarda, su proposta dell'assessore alla Famiglia e alla Solidarietà Gian Carlo Abelli, ha stanziato quasi mezzo milione di euro per i Centri per il trattamento e la riabilitazione dei cocainomani. Così mentre in Texas si lavora a un vaccino anti-coca, da noi ci si attrezza per correre ai ripari quando il bubbone è già scoppiato da un pezzo.

In Rete la questione è all'ordine del giorno da mesi. In più occasioni nei blog e nei forum, liberi da imbarazzi e moralismi, si è discusso dell'uso e dell'abuso della ex "droga dei figli di papà". Un post mette sul piatto un'altra questione: chi pagherà le cure per disintossicare chi ha scelto di rovinarsi la vita pippando cocaina pur di andare a mille? "Ma naturalmente i contribuenti, magari anche quelli che da oggi (2 gennaio) pagano il ticket per entrare a Milano città con l'auto. (...) Non capisco perché i soldi dei contribuenti vengano sperperati per curare gli sfizi di alcuni coglioni che tirano la coca. Il cocainomane per curarsi metta mano al portafoglio come quando compra la cocaina". Cinico ma sensato. (Libero News)

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- Italiani cannaioli
- Torino, la stanza del buco

 
 
 

Tutta colpa dei Suv?

Post n°43 pubblicato il 25 Settembre 2008 da princess21_87
Foto di princess21_87

«Chi aveva ha detto che i SUV uccidono e chi sostiene questa cosa, alla fine ha delle piccole soddisfazioni. Oddio... chiamarle così proprio non va bene, visto che in questo caso c'è scappato anche il morto. 1 Morto e 11 feriti, per la precisone». È davvero infuriato Gaetano per quel che è accaduto ieri in centro a Milano, dove un agente di commercio svizzero con il suo Porsche Cayenne ha causato lo scontro tra un tram e un autobus. È infuriato per gli effetti drammatici della guida spericolata su una corsia riservata del colpevole, ma soprattutto perché quel macchinone non ha senso di esistere e circolare in città.

«Perché nonostante tutto quello che si sa sulla pericolosità dei SUV in città, si consente ancora la loro circolazione??», si chiede l'autore di rock s-politik. Ed è la domanda che circola di più in queste ore in Rete, insieme agli attacchi, come quello di Spartacus005 contro «i benestanti, che hanno quelle belle macchine o quei grossi suv, che se prendono una multa non ci fanno caso perché hanno molti soldi...e quindi ecco che fanno inversioni di marcia dove è vietato, parcheggiano dove vogliono, viaggiano sulle corsie preferenziali pensando che siano fatte a posta per loro....ed ecco che accade la disgrazia...».

E se pure non fosse tutta colpa degli Sport Utility, «non sarebbe un pochino ora di piantarla con sti SUV - dice Robba12 -? Londra li ha già tassati alla grande e Milano vorrebbe seguirne l’esempio, in Italia sembrava si volesse far pagare una specie di superbollo, ma poi per far contenti tutti non se ne è più fatto nulla, ma quel che mi domando io è: perchè c’è tutta sta voglia di SUV? Beninteso che io non voglia dar la colpa di tutto quel che è successo al SUV ed ai loro possessori, il mio è solo un pensiero, perchè davvero non riesco a capire il perché di questo proliferare di macchinoni enormi: sono più difficili da parcheggiare, inquinano una cifra, costano 2 cifre, non mi pare ci siano strade sterrate in città e bevono pure un casino, ergo che c***o li compriamo a fare?».

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EDUCAZIONE SESSUALE

Post n°42 pubblicato il 25 Settembre 2008 da princess21_87
Foto di princess21_87

EDUCAZIONE SESSUALE, PER 50% RAGAZZI NON CONTA

LONDRA - La metà dei ragazzi italiani considera l'educazione sessuale una perdita di tempo e quando si tratta di prendere in considerazione metodi contraccettivi il 62% dei giovani ritiene sia un compito riservato alle donne.

E' l'allarmante fotografia scattata dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) attraverso l'annuale indagine condotta sulle spiagge. "Dobbiamo essere lucidi: le strategie sino ad oggi usate per affrontare il tema della contraccezione e della salute sessuale sono perdenti. Un vero e proprio fallimento": è il duro giudizio espresso dalla dottoressa Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica dell'ospedale San Raffaele Resnati di Milano. Graziottin e altri esperti del settore hanno illustrato i risultati dell' indagine della Sigo a Londra, in occasione della Giornata Mondiale della Contraccezione, che si celebrerà il 26 settembre. "Indagine che - dice la Graziottin - pur non essendo di carattere rigorosamente statistico, possiede comunque un enorme valore: ci insegna ad ascoltare cosa pensano i ragazzi". E non é un pensiero incoraggiante.

La ricerca - che è stata condotta facendo un parallelo fra sesso e sport per dimostrare come in entrambi i casi sia importante conoscere le regole per poter raggiungere risultati vincenti - indica infatti che su 1.200 intervistati il 22% non raggiunge la sufficienza nel prendersi cura del proprio corpo, il 31% non considera la contraccezione sicura come un modo per rispettarsi e restare in forma. Solo il 30% degli intervistati, poi, la ritiene una responsabilità di entrambi, mentre per ben il 62% è un compito che riguarda solo la donna, un'idea particolarmente radicata tra le ragazze, visto che il 78% degli intervistati erano donne. E in caso di gravidanza indesiderata, per il 54% è una propria leggerezza, mentre per il 41% si tratta di una 'colpa' del partner.

Ma al di là dei sondaggi e delle domande che "fanno colore", la dottoressa Graziottin ha presentato una serie di indicatori oggettivi che confermano - e in parte spiegano - le voci raccolte sulle spiagge. "Dopo il picco raggiunto nel 1999 - ha detto - la vendita dei preservativi è crollata, e oggi siamo ai valori di 14 anni fa; in compenso le malattie sessuali come la Clamydia sono in aumento, soprattutto nella fascia 15-25 anni, così come la vendita della pillola del gorno dopo. Per quanto riguarda l'aborto nelle under 20, poi, siamo tornati ai valori degli anni '80''. Che fare, allora? Tre gli interventi essenziali: coinvolgere di più i maschi nelle strategie di contraccezione; usare una comunicazione 'uomo a uomo', visto che gli studi dimostrano come i ragazzi ascoltino più volentieri i consigli dati da persone del stesso sesso, meglio ancora se di età, cultura ed etnia simile alla loro; e far passare il concetto della responsablità condivisa all'interno della coppia. E per avere successo laddove sino ad oggi si è clamorosamente fallito ecco giungere in aiuto il CONI. "Per facilitare il contatto abbiamo in questa occasione utilizzato lo sport, un linguaggio universale", ha spiegato Giorgio Vittori, presidente Sigo. Così è nato l'opuscolo 'Sesso, conosci le regole del gioco?', che sarà diffuso da oggi anche ai concerti, nei luoghi di aggregazione, nelle palestre e negli ambulatori dei ginecologi. "Sono convinta - ha sottolineato la Graziottin - che usare gli atleti come esempi per i ragazzi in materia di contraccezione e sessualità sia la scelta giusta. E non dimentichiamoci gli allenatori: per i ragazzi contano quanto la figura paterna".

 
 
 

UCCISA DA UN POLIZIOTTO

Post n°41 pubblicato il 25 Settembre 2008 da princess21_87
Foto di princess21_87

SANDRI: ANNULLATA L'UDIENZA PRELIMINARE

AREZZO  -  Volevano guardare negli occhi il poliziotto accusato dell'omicidio di loro figlio. Ma stamani, per l'udienza preliminare - poi annullata - del processo sulla morte di Gabriele Sandri, 26 anni, il tifoso laziale ucciso lo scorso 11 novembre nell'area di servizio dell'A1 Badia al Pino (Arezzo), l'imputato, Luigi Spaccarotella, 32 anni, non si è presentato. "C'erano timori per la presenza di ultrà e per le minacce che possono far pensare a un pericolo concreto", hanno spiegato i legali dell'agente, secondo i quali il poliziotto avrebbe anche ricevuto telefonate anonime. "Non ho mai visto in faccia l'assassino di mio figlio - ha ribattuto il padre di Gabriele, Giorgio - non so come facciano gli ultras a sapere chi sia e a minacciarlo". A Spaccarotella Giorgio manda a dire "di fare l'uomo".

Il padre di Sandri, ha spiegato che sta aspettando le scuse dell'agente, anche se non é "assolutamente disposto a perdonarlo". Anche la madre di Gabriele, Daniela, stringendo il maglione nero indossato dal figlio il giorno prima dell'omicidio, ha sostenuto fra le lacrime che se l'agente "ha una coscienza deve riconoscere la sua colpa". Daniela stamani avrebbe voluto guardare Spaccarotella "in faccia, negli occhi - racconta - per capire come gli è passato in testa di sparare". I difensori di Spaccarotella Giampiero Renzo e Francesco Molino, avevano intenzione di chiedere il rito abbreviato condizionato a un nuovo sopralluogo nell'area di servizio in cui venne ucciso Sandri e a nuove analisi delle perizie di parte. Niente nuovi esami, invece, delle testimonianze dei quattro che avrebbero visto Spaccarotella sparare con le braccia tese verso l'auto su cui viaggiava Sandri. Per Renzo "i testimoni sono totalmente inaffidabili". Ma di chiedere il rito abbreviato non c'é stato il tempo.

L'udienza è stata annullata dal Gup Simone Salcerini che ha accolto un'eccezione presentata dalla difesa. Uno dei due legali di Spaccarotella, l'avvocato Renzo, ha sostenuto di non aver ricevuto l'avviso di chiusura indagini: la notifica sarebbe avvenuta tramite un fax inviato al numero sbagliato. Una questione burocratica che ha portato il giudice a chiedere lo slittamento dell'udienza, che non dovrebbe tenersi prima di un paio di mesi. Una decisione che il legale dei Sandri, Michele Monaco, condivide "per non rischiare che il processo possa poi essere annullato in Cassazione". Però, "quel numero di fax - ha aggiunto Monaco - era stato comunicato alla cancelleria del tribunale. Il consiglio dell'ordine degli avvocati dovrà verificare se" quello dell'avvocato Renzo è stato "un comportamento deontologicamente corretto". I legali di Spaccarotella hanno come primo obiettivo la derubricazione dell'ipotesi di reato: i due avvocati escludono la volontarietà.

All'uscita del tribunale la famiglia Sandri è stata accolta da una ventina fra ultrà laziali, parenti e amici arrivati ad Arezzo per sostenere in maniera pacifica e silenziosa papa Giorgio, mamma Daniela e Cristiano il fratello di Gabriele. Durante l'udienza, gli ultrà hanno affisso uno striscione: "Giustizia per Gabriele. "Sappiamo che è un processo limpido - ha commentato Cristiano Sandri - non abbiamo paura di sorprese. A mio fratello è dovuta una giustizia giusta". "Anche se gli danno 100 anni di punizione - ha commentato Daniela - Gabriele non torna".

 
 
 

Post N° 40

Post n°40 pubblicato il 24 Settembre 2008 da dylandog_1964

Ascolta il tuo cuore, solo lui non ti tradirà mai!!!

 
 
 
 
 

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Un blog di: princess21_87
Data di creazione: 20/09/2008
 
 

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