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"Overheard in Crescenzago"
o perchè no..
in Gorgonzola, Palermo o Roncobilaccio
Sento le notizie qua e là e il pensiero va prima a mio marito, poi a Patty, e infine al blog. Per i primi due non sarebbero necessarie verifiche, il racconto è in genere attendibile, le uniche divagazioni me le concedo nel tentativo di attualizzare la storia o renderla familiare con l’inserimento di conoscenze comuni. Ma, quando mi siedo qui per scriverla, mi rendo conto che un minimo di verifica va fatta. Non sempre è facile rendere comprensibile a Google quello che mi gira per la testa, anche perché spesso la notizia è sentita alla radio e viene da oltre oceano. Procedo a tentoni con un’onomatopea al contrario, cerco cioè di rendere in parole i suoni farfugliando ad alta voce “il rumore” che mi è rimasto nella memoria. “Obeded, overdead” e avanti, avanti e ancora avanti, fino a che Google, stremato ma felice, partorisce la parola cercata. In questo caso si tratta di overheard, che significa, sentito per caso. E' un blog americano che si intitola appunto “Overheard in New York” e, leggendo, scopro che la notizia è vecchia e risaputa, ma per me è nuovissima, quindi la scrivo con tutto lo stupore e i corollari della novità. “Overheard in N.Y.” è un blog libero, per cui, chiunque, può postare, ed è uno dei più visitati degli U.S.A. Sono chiacchiere, discorsi più o meno seri, sentiti qua e là per la città e riportati dai vari utenti. Il mio inglese è scarsissimo per cui ne ho letti solo alcuni e sinceramente non ho trovato delle gran conversazioni. Quello che però, per tutto il tempo della lettura ha continuato a girarmi in testa con stupore, era il fatto che qualcuno avesse pensato di suggerire al fiume di persone che ogni giorno scorre per le strade delle metropoli, di ascoltare, spiare, farsi i fatti degli altri. La presentatrice del programma radiofonico in cui si parlava di questo blog, raccontando di essere un’abitudinaria delle intercettazioni casual-libere, ha confessato che, quando è in treno, spesso mette le cuffie, così da depistare gli altri passeggeri sulla sicurezza della loro conversazione. Quindi attenzione, non credo che in Italia ci sia un blog corrispondente ma ormai lo sappiamo quello che esiste negli Usa prima o poi viene portato anche da noi. Zitti, dunque, se camminate per la strada o siete attaccati alla maniglia del bus. Ma, se proprio non potete farne a meno, esibitevi in uno dei vostri migliori dialoghi, perché, ricordate, non state parlando solo con vostra madre o con la vostra fidanzata. Se nell’angolo opposto siede una vecchietta a cui ogni tanto si chiudono gli occhi, o una ragazza che ascolta musica, non fidatevi. Il nemico vi ascolta e “Overheard in Crescenzago” o “Bitonto”, che sia, vi aspetta.
a.b.
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