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Messaggi del 19/09/2024
LA GUERRA DI PIERO
Fabrizio De André
video FABER IN FRAME
ADESSO BASTA
la fa sempre facile, il ragazzo, e io m’incazzo, forse anche perché, un po’ ha ragione e io dovrei sorvolare su un milione di cose. E’ nella sua natura essere pacato e cerca così soluzioni a prova d’uomo. E’ convinto che ci sia sempre una via d’uscita, che basti cercarla. Dal canto mio, è come se le cose semplici non fossi capace di vederle, sarà che l’ovvio mi annoia, e vorrei sempre trovare l’inquadratura diversa del problema, senza considerare che questo è “il momento di tutti” per cui il livello di ogni cosa si è abbassato e non c’è niente da cercare. Quello che hai davanti è quello che la cosa in sé, senza sovrastrutture, semplicemente è. Ha scritto per 10 minuti le mie parole, mentre mi incazzavo, mi arrabattavo, me la prendevo col cane, me la prendevo con lui, senza rendersi conto di aver sceneggiato, quel momento. Una descrizione avrebbe richiesto un crescendo, mentre lui con i suoi “dice”, “non vuole”, “se la prende” “adesso fa questo, adesso fa quello” ha dato un ritmo di continuità, interrotto solo da un paio di bestemmie, sue, scritte però con la flemma che gli si addice. La bestemmia nel suo caso, alza di poco il tono del momento, e proprio per questo ne usa a profusione. Io invece m’incazzo, anche se a vuoto, con questo o con quello. Se non me la prendessi con qualcuno, o con qualcosa potrei dar vita a gesti inconsulti verso me stessa probabilmente, perché non ho mai imparato a essere violenta con gli altri, nemmeno quando lo avrei fortemente desiderato. Credo sia liberatorio dare un cazzotto, a qualcuno che ti rende, volente o nolente, faticoso il vivere. A volte si dovrebbe poter dire “adesso basta” e poi, senza preavviso, assestare un pugno. Sono consapevole del fatto che il giudizio su ogni cosa sia soggettivo, per cui l’altro potrebbe proprio non capire, ma se una come me, nata pacifica e vissuta nella convinzione che con le parole si può risolvere tutto, arrivasse un giorno alla risoluzione del problema con un pugno, forse un perché, da ricercare non solo in me stessa ma anche negli altri, non sarebbe un ragionamento da negare. Ben lungi da me l’idea di semplificare quel momento con un “guarda cosa mi hai /ha fatto fare”, perché lo farei in piena consapevolezza convinta del fatto che quello sarebbe l’unico modo per riequilibrare uno scompenso impossibile da calibrare in altro modo. Essendo donna è chiaro che fatico a non pensare agli uomini che risolvono così le loro frustrazioni: i pugni dati per uno sguardo sbagliato, le risse per una parola non idonea, le polemiche, portate avanti a suon di gesti e clacson, per un sorpasso mal interpretato, ma per me, sarebbe diverso.
Credetemi, ne darei uno solo, con cognizione di causa e dopo aver
molto, molto, molto pazientato.
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