Zanardo manda in ferie il Venezia
Il triangolare no, il Venezia non l’ha considerato. E nella corsa ai gironcini nazionali che qualcosa portano per il coefficiente dei ripescaggi, cede il passo all’ottimo Quinto. Un Quinto più fresco, più lucido, un Quinto che arriva a Sant’Elena e merita la qualificazione. Lasciando il Venezia alle ferie ma anche a tutti gli interrogativi sul suo futuro.
Il segno di Zorro. Il Venezia esce con la «Z» sul retro pantaloncini. Zeta come Zanardo, uomo-partita che chiude i conti nella prima mezzora con due gol da raccontare subito. Il primo, dopo sei minuti, deviando con il ciuffo il pallone calciato da Conte dalla bandierina e filtrato attraverso una difesa imbambolata. Il secondo è un diagonale di precisione al 29’, ma la cosa più bella è l’assist che Nicoletti inventa per lui (palla in verticale dentro l’area). Due reti che stendono un Venezia già pallido e spremuto di suo.
Non va. Pochi giri di parole. Il Venezia resta al di sotto del suo standard, gioca un pessimo primo tempo e un secondo tempo così così. Abbastanza presuntuoso prima, molliccio durante, confusionario poi. Correzzola si mangia il gol che potrebbe riaprire la partita prima dell’intervallo, il primo pallone sullo specchio della porta lo scaglia Bigoni a metà ripresa, i tre tentativi nel finale (Tessaro, Segato, Correzzola) sono tre rasoterra che sembrano proprio non avere la forza di alzarsi. Il Quinto, diciamoci la verità, corre di più, evidentemente arriva più in forma, perfino il 38enne Lanzara si esibisce in due discese sull’out sinistro sulle quali sprigiona l’energia che gli arancioneroverdi non hanno più.
Paraocchi. Distinti e curva hanno un approccio più obiettivo alla partita. In tribuna si sentono cose incredibili, si vedono complotti da film e arbitri strapagati per far perdere il Venezia. Quello di ieri, l’arbitro Losito di Pesaro, è uno dei migliori, uno che fa giocare un calcio maschio e automaticamente scoraggia tuffi e simulazioni. Ineccepibile la scelta sull’intervento di Martignon su Modolo (prima svarione del difensore che perde palla malamente, poi gran recupero con intervento sul pallone), giusto l’uso dei cartellini gialli per Zanardo che si toglie la maglia e Visentin che perde tempo, altri non ne servivano essendo una partita sostanzialmente corretta.
Tentativi. Sul piano della quantità il Venezia produce un finale generoso ma paga la condizione precaria di Volpato e la stanchezza di Collauto. Arriva anche al tiro, segno che il Quinto non è una squadra di mostri, però è anche vero che i trevigiani (si vocifera di una fusione col Treviso, vedremo) non entrano mai nella fase di sofferenza e con tre-quattro passaggi sanno arrivare dall’altra parte. Totale, non resta che incartare lo 0-2 e semmai ricordaselo in futuro.
Movimenti. Adesso si passa al calcio estivo, chiacchiere di mercato ma anche mosse concrete in società. Se si pensa al ripescaggio, serve una domanda e una fidejussione, prima d’ogni altra cosa. Chiusura in bellezza: il Venezia cade davanti al traguardo ma buona parte dei tifosi applaude lo stesso e ringrazia la squadra per l’impegno. Chi non se ne è accorto si è perso un momento di civiltà sportiva.