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video musicaleIL REGNO DELLE STELLEQuanto è bello perdersi nel regno delle stelle, SIAMO COME DELLE STELLETu sei così, io sono così. IL DESTINO SIAMO NOI
Post n°13 pubblicato il 24 Settembre 2009 da venere893
Post n°12 pubblicato il 24 Settembre 2009 da venere893
Post n°11 pubblicato il 17 Settembre 2009 da venere893
E' di sei paracadutisti italiani morti e quattro feriti gravi il bilancio di un attentato suicida avvenuto oggi a Kabul, capitale dell'Afghanistan. Continua a leggere questa notizia Foto/Video correlati Articoli correlati Lo ha confermato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, dopo che la notizia era stata anticipata da una fonte militare, mentre il ministero della Salute afghano ha precisato che ci sono almeno tre morti e 38 feriti tra gli afghani. Secondo la prima ricostruzione dell'accaduto, un'auto carica di esplosivo sarebbe riuscita ad infilarsi tra due mezzi Lince italiani in viaggio dall'aeroporto fino al quartier generale delle forze internazionali Isaf. "Sui mezzi c'erano 10 nostri soldati. Tutti hanno subito conseguenze dallo scoppio, sei ammazzati e quattro rimasti feriti. Mi dicono che non versano in immediato pericolo di vita ma queste notizie devono essere confermate", ha spiegato La Russa intervenendo a Palazzo Madama, sottolineando che nonostante queste "infami, vigliacche aggressioni, che hanno colpito nella maniera più subdola, non ci fermeremo". La Russa ha precisato che i nomi delle vittime sono già noti ma non vengono diffusi perché le famiglie devono ancora essere avvertite, aggiugendo però che si tratta di "quattro caporal maggiori, un sergente maggiore e un ufficiale" del 186esimo reggimento della Folgore. La strage -- che dopo l'attentato di Nassyria del novembre 2003 in cui morirono 17 militari e due civili, è l'attacco più sanguinoso verso le truppe italiane all'estero -- porta il numero delle vittime italiane in Afghanistan a 20. PROCURA ROMA APRE INCHIESTA. BERLUSCONI: SOLIDARIETA' A FAMIGLIE La procura di Roma ha aperto un'indagine per strage a fine di terrorismo, secondo quanto riferito da fonti giudiziarie, mentre alle 18 è attesa alla Camera un'informativa dettaglia di La Russa su quanto accaduto. Il premier Silvio Berlusconi ha espresso vicinanza alle famiglie delle vittime e "la sua solidarietà a tutti i componenti della missione italiana in Afghanistan impegnata a sostegno della democrazia e della libertà in questo sfortunato Paese", si legge in una nota. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, parlando al Tg1, ha detto che "i soldati italiani hanno pagato un prezzo alto per la libertà e la sicurezza dell'Afghanistan, dell'Italia e dell'Europa: dobbiamo restare per dimostrare che l'orgoglio dell'Italia è sempre alto". Il ministero della Salute afghano ha detto che almeno tre civili afghani sono morti e 38 sono rimasti feriti nell'attacco. Soldati afghani stanno portando i civili feriti alle ambulanze vicino alle lamiere dei mezzi militari con l'insegna dell'Internation Security assitance force (Isaf). Il corpo di almeno un soldato giace a terra sulla strada davanti al veicolo blindato con la bandiera italiana. Pezzi di corpi sono sparsi sull'asfalto. Un messaggio inviato da un telefono usato spesso da un portavoce talebano ha detto che l'attentatore faceva parte del loro gruppo. L'esplosione rappresenta l'ultimo episodio di una drammatica escalation di violenza quest'anno della rivolta talebana contro le forze straniere e afghane. I talebani avevano promesso di disturbare le elezioni presidenziali del mese scorso, i cui risultati non sono ancora ufficiali e che hanno lasciato il paese in uno stato di incertezza politica.
Post n°10 pubblicato il 30 Agosto 2009 da venere893
Nel corso della storia diversi filosofi si sono posti il problema dell'origine e dell'evoluzione dell'universo, fornendo quasi sempre come soluzione, quella dell'esistenza di una entità infinita ed incommensurabile, spesso identificata con la nostra stessa galassia. L'ipotesi di una pluralità di universi-isola, fù invece postulata per la prima volta nel 18° secolo da E. Kant, secondo il quale il sistema solare era contenuto in un immenso contenitore di stelle (la Via Lattea), che insieme ad altre analoghe strutture popolavano l'intero cosmo. Ambedue le ipotesi furono ampiamente discusse dagli studiosi fino ai primi 20 anni del secolo scorso, finchè non arrivò la scoperta dello spazio extragalattico, ad opera di E. Hubble nel 1924, che dettando la parola fine sulla questione, disegnava l'immagine completamente nuova di uno spazio immenso e sconfinato suddiviso a sua volta in diversi "universi-isola", le galassie, ognuna delle quali composta da centinaia di miliardi di stelle ed altri oggetti celesti. Principio cosmologicoNasceva così la moderna cosmologia, una scienza dedita allo studio delle origini e dell'evoluzione dell'universo, la quale ci fornisce tuttora, la configurazione di un gigantesco sistema strutturato in livelli gerarchici. Partendo infatti dalla Terra, che non è un punto privilegiato, ma solo il nostro posto d'osservazione, arriviamo al Sole, e quindi al sistema solare, giungendo poi, attraverso la nostra galassia, agli ammassi di galassie ed ai superammassi, sino ad arrivare concettualmente ai "confini dell'universo", da dove questo appare in maniera isotropa ed omogenea, uguale in ogni direzione ed in ogni luogo (principio cosmologico). composizione di foto NASA - NSSDC Paradosso di OlbersAlla luce di queste considerazioni, nasceva allora l'esigenza di determinare se l'universo fosse o meno dotato di limiti. In passato infatti, è stato fatto rilevare da uno studioso del diciottesimo secolo, che se esso fosse infinito nel cielo dovremmo vedere un numero grandissimo di stelle sparse in ogni direzione e illuminanti a giorno la volta celeste. Oggi però sappiamo che non è così, la soluzione del "paradosso di Olbers" consiste infatti nel fatto che tutte le galassie si stanno allontanando fra di loro e che dunque facciamo parte di uno spazio in espansione. Legge e Costante di HubbleLa prova di ciò la fornì ancora una volta Hubble, il quale aveva notato che nello spettro di alcune galassie osservate, le righe spettrali apparivano spostate verso il rosso in maniera tanto più marcata quanto esse fossero deboli (lontane). Tutto questo, noto anche come redshift, era dunque dovuto all'effetto doppler (causato dall'allontanamento della sorgente luminosa rispetto all'osservatore), ragion per cui nel 1929 pubblicò la legge che porta il suo nome (Legge di Hubble) e secondo la quale: tutte le galassie si allontanano fra loro con una velocità che è direttamente proporzionale alla loro distanza: V = H x D
La costante tuttora non è stata quantificata con esattezza, ma dividendo la velocità della luce per il valore calcolato dagli studiosi, si ottiene una distanza di circa 15 miliardi di anni-luce, appunto l'età dell'universo teorizzata dagli scienziati, che viene definita anche come orizzonte di Hubble. Ipotesi sull'espansione dell'universoDunque un'universo in espansione che va sempre più mutando le proprie proprietà fisiche, divenendo meno denso e più freddo, anche se c'è da considerare ora la densità media della materia, che essendo maggiore, minore od uguale ad un valore cosiddetto critico, determinerebbe rispettivamente tre possibili configurazioni:
Secondo le nostre attuali conoscenze nell'universo non c'è tanta materia quanta ne sarebbe sufficiente ad innescare la prima ipotesi, la densità di quella visibile viene infatti quantificata in circa il 2% di quella necessaria. Viene comunque vagliata la possibilità della sua esistenza sotto forma di materia oscura, invisibile, le prove sono fornite dalle galassie e dagli ammassi di galassie, i cui movimenti e le relative velocità sembrano derivare da effetti gravitazionali dovuti a quantità di materia ben maggiori di quelle sinora osservabili.
Post n°9 pubblicato il 25 Agosto 2009 da venere893
Nella storia è sempre più cresciuto il desiderio da parte dell'umanità di ricercare nello spazio cosmico eventuali forme di vita. Infatti da quando si è raggiunta la certezza di uno spazio immenso, ben più grande di quello occupato dalla Terra, o se vogliamo dal sistema solare, i confini dell'osservazione astronomica si sono allargati a dismisura arrivando a comprendere quelli dell'intero universo. E' naturale quindi il desiderio di ricercare forme di vita aliene con le quali confrontarsi, e poter così fugare il turbamento che deriva dall'idea di essere soli nell'universo. Considerazioni generaliIn passato si riteneva certa la presenza di esseri viventi nel nostro sistema solare particolarmente sul pianeta Marte. Tutto questo è nato da errate valutazioni che nei secoli scorsi hanno visto protagonisti persino eccellenti scienziati. Ad esempio nel diciottesimo secolo l'astronomo Schiaparelli, attraverso le sue osservazioni al telescopio, notò sul pianeta Marte delle linee che tagliavano il pianeta e che furono interpretate come delle opere irrigue di ipotetici ingegneri marziani, mentre in effetti non erano altro che delle distorsioni visive dello strumento. Le sonde spaziali del ventesimo secolo, inviate su Marte e verso altri pianeti, hanno però escluso in maniera categorica ogni possibile presenza di vita sul pianeta rosso od all'interno del sistema solare, sottolineando la mancanza di quelle condizioni necessarie all'evoluzione di una qualsiasi forma di vita attuale o pregressa. E' come se la posizione della Terra sia quella più favorevole per lo sviluppo di determinati elementi ritenuti indispensabili a modelli vitali simili al nostro. La temperatura ad esempio, proibitiva su quasi tutti i pianeti, o la mancanza di una atmosfera simile alla nostra, per non parlare della gravità, eccessiva su Giove e Saturno e debole sulla Luna. Conclusasi la ricerca nel sistema solare, gli orizzonti del campo d'indagine si allargano necessariamente alla nostra galassia ed a quelle adiacenti avvalendosi di teorie, oramai accertate dagli studiosi, le quali fanno pensare che comunque da qualche parte nello spazio cosmico una qualsiasi forma di vita dovrà pur esistere. Per prima l'immensità dello spazio che rende irragionevole pensare che il fenomeno della vita possa essere circoscritto ad un'area così ristretta qual è il sistema solare, seguita dalla scoperta in quasi tutto l'universo di quei componenti ritenuti essenziali per la vita di ogni organismo, ossia le molecole organiche. Basate sull'idrogeno, ossigeno, carbonio ed azoto, esse sembrano essere presenti sia nei corpi del sistema solare come nelle grandi nubi intergalattiche che adornano il cosmo. La cosa più importante che supporta la ricerca di vita extraterrestre è comunque la scoperta di alcune stelle che come il Sole sono dotate di pianeti, i quali se dotati di caratteristiche simili alla Terra, potrebbero presentare forme di vita in evoluzione o già sviluppate. La ricerca di queste probabili civiltà aliene è comunque resa difficoltosa dalla impossibilità di poter interagire con loro date le immense distanze in gioco. E' per questo che in passato, precisamente negli anni settanta, alcune sonde interplanetarie sono state equipaggiate con dei particolari messaggi sperando che in futuro possano essere intercettati ed interpretati da civiltà intelligenti, visto che le navicelle, una volta assolto il compito di esplorazione all'interno del sistema solare, avrebbero vagato nello spazio esterno. E' il caso della sonda Pioneer 10, inviata verso il pianeta Giove, che conteneva un disegno raffigurante l'uomo e la donna, nonchè dei riferimenti alla Terra, al sistema solare ed alla rotta della navicella. Le sonde Voyager, inviate verso Saturno, Nettuno ed Urano, sono state dotate invece di dischi sui quali sono stati registrati immagini e descrizioni della nostra civiltà.
foto NASA Il sistema più pratico su cui si possa basare la ricerca di eventuali contatti con civiltà aliene provenienti dallo spazio è quello delle onde radio, visto che esse viaggiano alla velocità della luce, attualmente la più alta conosciuta. Formula di DrakeEd è appunto in questo settore che si stanno intensificando l'osservazione e gli studi. Già dagli anni sessanta è stato introdotto questo metodo grazie ad uno scienziato americano F. Drake, che persino quantificò nella seguente equazione l'esistenza di civiltà intelligenti nella nostra galassia: C = S x Sp x St x Sv x Si x Sit x D
Risolvere una data formula non è cosa facile viste le numerose incognite attualmente esistenti, ragion per cui la ricerca continua con metodi sempre più raffinati. Nel 1974 ad esempio venne trasmesso dal radiotelescopio di Arecibo, nell'America centrale, un messaggio radio in codice binario contenente descrizioni della nostra civiltà, del nostro livello tecnologico nonchè dei riferimenti al sistema solare ed alla Terra. Inviato verso l'ammasso di stelle M13 nella costellazione di Ercole, distante 25000 anni luce, se ricevuto e correttamente decifrato potrà darci una risposta comunque solo fra 50000 anni. Un altro metodo è quello rappresentato dal progetto S.E.T.I. (Search for Extraterrestrial Intelligence) dove oltre 2 milioni di computer di tutto il mondo sono collegati attraverso il web per scandagliare uno spettro radio molto vasto alla ricerca di un eventuale segnale alieno. Il progetto consiste infatti in un software, praticamente uno screensaver, che dopo aver analizzato i dati ricevuti via internet dal radio telescopio di Arecibo li rispedisce al server centrale dove vengono archiviati. La ricerca della vita extraterrestre è perciò da considerarsi come all'inizio di un lungo percorso dove, nonostante i limiti degli attuali sistemi di ricerca, si spera che, affinando sempre più le tecniche di osservazione nel campo della radioatronomia, si possa dare un giorno una risposta alla domanda che da sempre ci angoscia: Siamo soli nell'universo?
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NATI NEL FANGOLE STELLE NON FANNO RUMORECerca in questo BlogUltimi commentiChi puņ scrivere sul blog
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