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« I CICLONIURAGANO »

TSUNAMI

Post n°3 pubblicato il 14 Luglio 2010 da senseicrazy

tsunami (dal giapponese 津波 che significa onda del porto; il termine onda di marea è generalmente sinonimo, ma non nell'utilizzo scientifico, in quanto gli tsunami non sono legati alla marea) è una serie di onde che hanno origine da un terremoto, terremoto sottomarino,attività vulcanica, frane, impatti meteoritici nel mare o vicino ad esso.

Ultimamente il termine tsunami (dal giapponse tsu "porto" e nami "onda", ovvero "onda contro il porto") è ormai entrato in uso nella lingua italiana corrente come sinonimo di maremoto, soprattutto grazie all'abuso di tale termine da parte di giornali e televisioni, a discapito del termine italiano. Il significato dei due termini è sostanzialmente lo stesso: indica una ondata anomala che si abbatte sulle coste, a prescindere dalla causa che possa averla originata. L'origine, infatti, può spesso essere un terremoto sottomarino, il quale, pur interessando il fondo del mare, è comunque un movimento della crosta terrestre, quindi è semplicemente un terremoto. Non per questo il termine maremoto è però in alcun modo legato a tale eventuale origine sismica, tant'è vero che si parla di maremoto anche descrivendo un'ondata prodotta dall'impatto di un grosso meteorite con un oceano.

L'energia di uno tsunami è costante, in funzione della sua altezza e velocità: quando l'onda si avvicina alla terra, la sua altezza aumenta mentre diminuisce la sua velocità. Le onde viaggiano a velocità elevate, più o meno senza essere notabili quando attraversano le acque profonde, ma la loro altezza può crescere fino a 30 metri e più quando raggiungono la linea costiera. Gli tsunami causano gravi distruzioni sucoste e isole.

L'altezza delle onde di uno tsunami a confronto dell'altezza di un uomo

Molte città che si affacciano sull'oceano Pacifico, principalmente in Giappone ma anche nelle Hawaii, hanno sistemi di allarme e procedure di evacuazione in caso di gravi tsunami. Un evento sismico potenzialmente tsunami-genico può essere predetto da vari istituti di sismologia in varie parti del mondo.

Al momento non esiste alcun modello affidabile in grado di correlare il verificarsi di un evento sismico alla generazione di uno Tsunami. L'unico modo per misurare l'effettiva generazione di uno Tsunami è tramite la misurazione del livello marino. Attualmente misurazioni per l'inoltro di allarmi precoci, con il necessario livello di attendibilità, possono essere effettuate soltanto tramite l'impiego di sistemi posizionati sul fondo marino e capaci di trasmettere in tempo reale i dati acquisiti. A causa dell'elevata velocità di propagazione degli Tsunami sugli alti fondali e, supponendo di voler disporre di almeno un'ora di preavviso, sarà dunque necessario dispiegare le piattaforme ad una distanza di circa mille chilometri dalla costa che si intende allertare. Naturalmente in questo caso la sorgente tsunami-genica dovrà essere ad una distanza maggiore. Sono in corso al momento numerosi esperimenti volti alla determinazione di un modello affidabile capace di correlare le rilevazioni sismiche alla generazione di Tsunami. Nessuno di questi sistemi può proteggere completamente contro uno tsunami se questo è innescato da un fenomeno molto vicino alla linea di costa in quanto non sarebbe possibile allertare la popolazione in tempo. Un notevole contributo potrà essere fornito dallo studio di Tsunami di piccola entità (baby Tsunami) e dalla loro correlazione con eventi sismici di modesta intensità, rilevati direttamente sul fondo oceanico in addenda alle reti sismiche terrestri. Progetti in tal senso orientati sono in corso anche in Italia.

 
 
 
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