Oggi, giorno in cui ricorre il cinquantesimo anniversario della tragedia del Vajont, ho deciso di ricordare con poche parole i morti di Lampedusa.
Si può far torto ai morti con le parole? Non lo so. Sicuramente, però, lo si può fare continuando a regalare ai vivi una morte assurda.
L’Italia chiama? “Armiamoci e partite!” risponde Bruxelles
Come il brulicare delle foglie contro un cielo duro,
adesso li puoi vedere,
sul sale di questa stesa azzurra a camminare.
Nere foglie e neri capelli
e neri pensieri neri.
Grani di pepe allineati alla chiglia sfinita,
adesso li puoi vedere,
sul sale di un sogno azzurro a riposare.
Cantano confuse, le sirene, e sfiorano le onde
e corrono veloci a mani tese,
a lunghe gambe stanche,
a tante bocche aperte e scure.
E non importa se l’orizzonte improvviso si rovescia;
se un po’ di nero seppia si perde dentro al mare.
Inviato da: ElettrikaPsike
il 03/06/2024 alle 22:27
Inviato da: korov_ev
il 11/09/2020 alle 15:37
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il 30/08/2020 alle 16:54
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il 26/08/2020 alle 23:41
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il 25/08/2020 alle 03:09