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- Sono qui, capitano.- mi disse, - Crocefissa ai quattro venti. Inchiodata al tempo ed allo spazio per diritto di nascita, traccio linee immaginarie: invisibili rotte che non so seguire. Tu, raccontami la strada, tu!-
Le parlai di tutti i mondi visti, di quelli desiderati e di quelli in cui non sarei stato mai; di secoli freddi e profeti muti e di stanche sconfitte, le raccontai. Le portai la polvere dei miei deserti e le scintille di quel mare, e il tempo divenne una piroetta di bimba che girando dilata le pieghe della sua gonna; una bussola impazzita che avvicina i poli all’equatore e un estremo all’altro dell’universo.
-Ora toccami. Prendimi per mano e insegnami.
Questo mi disse un attimo prima che i miei occhi tornassero nelle orbite e il sole li trafiggesse con l’ombra di un nuovo giorno.
Magari non è altro che il sogno alcolizzato di un mozzo che insegue le sue fantasie nel fondo di una bottiglia, ma io preferisco pensare che lei mi abbia toccato. Si, preferisco così!
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il 03/06/2024 alle 22:27
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il 11/09/2020 alle 15:37
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il 30/08/2020 alle 16:54
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il 26/08/2020 alle 23:41
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