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Sonata in Fa bemolle

Post n°47 pubblicato il 12 Febbraio 2014 da korov_ev

Aveva sempre pensato che qualunque realtà, per quanto bella, non potesse che svilire il desiderio che di essa si era avuto quand’era ancora nel sogno, eppure l'esistenza di quella donna, era bellezza. Bellezza tangibile.
Tutto ciò che di lei egli scopriva di giorno in giorno, sembrava avere la perfezione di un desiderio.
- Sono un guscio di noce alla deriva e dentro non ho che te - le diceva -  Mai bella come nella realtà. E ho paura. Le mie mani sono ricolme del tuo ventre, dei tuoi seni; i miei occhi sono pieni del tuo passo leggero, della lentezza dei tuoi gesti. Hai la forma dei miei vuoti e li riempi: cosa sognerò domani?
Lungo i corridoi dell’assenza riuniva sparpagliati rigagnoli di quotidianità in pozzanghere buone  fino alla prossima pioggia e misurava sulle dita i  giorni di quella libertà coatta. Sentiva  uno sforzo, una tensione insoddisfatta che strappava via parti del suo essere: mancanze ben più grandi e nette di quelle che porta la distanza; vuoti che stringono e aspirano quel che c’è intorno nel tentativo vano di colmarsi.
Lei aveva frantumato i postulati meticolosi della sua esistenza e ora lui non poteva più farne a meno. Anche quando l’aveva vicina sentiva il bisogno di ridurre la distanza, allora la chiamava dentro un abbraccio dalla domesticità sconosciuta e restavano così, le membra come tiepida corteccia; le dita,  sottili avanguardie di un tempo a venire, e i loro corpi che cadevano lievi uno nell’altro come sabbia leggera posata sull’acqua.
Nel ventre di lei riconosceva casa e piano i loro esseri si mescolavano; divenivano fiume e poi mare e come il mare si muovevano liquidi, acqua nell’acqua. L’orgasmo, quasi un nemico; un angelo fulgido in bilico sul bordo dell’abisso nel giorno dell’apocalisse, bramato e allontanato come un maleficio incantato.

Li trovarono così: una perla e il suo guscio. Non era il giorno del loro anniversario, né quello del giudizio, e loro erano due vecchi col loro vecchio cuore fermo, abbandonato distrattamente tra i fili d’erba e l’erica rugginosa dove gli accadde il mondo.

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Commenti al Post:
Dotta.Ignoranza
Dotta.Ignoranza il 13/02/14 alle 12:41 via WEB
maleficio incantato colmo di Bellezza. Cosa sognerai domani? La realtà di non poter più farne a meno. :-)
 
 
korov_ev
korov_ev il 14/02/14 alle 10:59 via WEB
È proprio questo, a “preoccuparmi”, madame :-)
 
jul.y
jul.y il 14/02/14 alle 09:57 via WEB
Avevo la necessità di leggere parole come queste.. per non lasciar sbiadire certi significati irrinunciabili. Grazie.. ed un sorriso a voi.. :-)
 
 
korov_ev
korov_ev il 14/02/14 alle 11:00 via WEB
Ecco, di questo sono felice. Non potevo sperare in un compito migliore per le mie parole che quello di restituire colore e consistenza ad un'idea: le auguro di farne realtà, madame July.
 
   
jul.y
jul.y il 14/02/14 alle 11:58 via WEB
Un augurio adatto alla giornata.. un po' per tutti.. come fosse una manciata di coriandoli.. :-)
 
elena19666
elena19666 il 14/02/14 alle 16:00 via WEB
una perla ed il suo guscio ...mi piace ..e' un immagine quasi incantata , una bellezza placida , quasi silenziosa.....
 
 
korov_ev
korov_ev il 03/04/14 alle 17:10 via WEB
Mi piace da sempre quel contrasto che crea la ruvida durezza del guscio e la bellezza che nasconde, madame.
"Placida bellezza silenziosa" ci sta bene :-)
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 14/02/14 alle 18:48 via WEB
E' un cruccio di lunga data che la musica sia per me "solo" ascolto. Magari la mia domanda risulterà stupida per chi la musica la "sa" e la suona. Prima è stata la sonata in do bemolle, ora in fa bemolle... in entrambe trovo degli estremi, in quella che è comunque una comunicazione, nella magrezza, nell'amore, in un'ossessione, in una fiducia che va fino in fondo. Cosa rappresentano quel do e quel fa bemolle per lei? Nel particolare, trovo che quello che ha scritto sia una bellissima visione d'amore, in una compenetrazione miracolosa di desideri e accadimenti... e del resto cita una splendida poesia.
 
 
korov_ev
korov_ev il 03/04/14 alle 17:20 via WEB
Cazzarola! Sapevo che non dovevo mettere quel verso: fa sfigurare tutto il resto, mannaggia :-(
Pazienza!
Per quanto riguarda il Do e il Fa bemolli, madame, posso solo dirle che sono due note che esistono soltanto tecnicamente. In realtà esse risuonano sulla stessa identica frequenza del Si e del Mi che le precedono.
Questo è quanto, madame, se le dicessi di più perderei quell'alone di mistero che fa tanto sexy :-)
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 17/02/14 alle 19:11 via WEB
Alla sua sonata, Korov_ev, posso rispondere solo con parole musicali prese da chi le sa suonare "...senza certezza che non sia rischio di precipitare, annaspi lungo vuoti di desiderio antico e anfratti d’ombra dove lei ti riduce e attende..."..." per non perdere il fiato che lei ti toglie e dona (...) affondi amico mio nel ventre senza tempo del suo tempo dove lei esiste..."
 
 
korov_ev
korov_ev il 03/04/14 alle 17:29 via WEB
In effetti, madame, la poesia è un po' come la donna e ogni donna è una poesia: il "suo" paragone è azzeccato.
Solo, mi intimidisce un po' l'azzardo di accostare una tal musica alla mia :-)
Buona serata, madme... anche se un pelo in ritardo :-)
 
legrillonnoirdestael
legrillonnoirdestael il 19/02/14 alle 18:55 via WEB
Quando vuole http://blog.libero.it/MADAMEdeSTAEL/12636772.html
 
Venere_o8
Venere_o8 il 25/02/14 alle 15:05 via WEB
Perché vi sono palpiti o purezze, a capirsi bene cosa finisca di battere, se un passetto dopo tracima un bagliore, e poi viceversa, non sempre si riesce. Quando è labile il confine tra il quando e quanto diventiamo corruttibili e infinitesimi, al cospetto dell’ Unica cosa che varrà su tutto, sempre…
La sola che se c' investe da capo a piedi inesorabile, ci ridà un senso profondissimo…
 
 
korov_ev
korov_ev il 03/04/14 alle 17:33 via WEB
Sì, madame, ma io sono anche dell'idea che quell'unica cosa esista e sia immensa solo perché qualche infinitesimo pirla, sperduto da qualche parte nell'universo, ci ha creduto: ha creduto nella sua immensità :-)
 
lussert
lussert il 05/03/14 alle 12:58 via WEB
Molte volte l'arte e la poesia consistono nel cogliere sfumature e significati della realtà che ai più sfuggono e a restituircele sotto un'altra luce, visibile magari solo in modo inconscio e intuitivo. Un "fa bemolle" non è diverso da un "mi" se ci pensiamo bene, la differenza risiede nell'animo e nell'intenzione del musicista e nella sua capacità di trasmettercela :-)
 
 
korov_ev
korov_ev il 03/04/14 alle 17:37 via WEB
Esattamente, Luss!...
Però così non vale: stai dando indizi preziosi a madame Maddalena, adesso mi tocca depistare :-)
 
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 04/04/14 alle 08:01 via WEB
Grazie Luss, per queste indicazioni fornite ad una povera profana della religione musicale! Ora credo di avere colto più sfumature di un quadro dipinto con linguaggi diversi... (per l'alone sexy di mistero... lasciamoglielo pure credere che tanto non fa male a nessuno :)))
 
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