Creato da korov_ev il 06/02/2013

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Desiderium

Post n°48 pubblicato il 03 Aprile 2014 da korov_ev

Che cos’è il desiderio?
La parola desiderio viene dal tardo latino desiderium, forma permutata dell'originale sidus (stella) vòlto al genitivo plurale ed anticipato dal prefisso privativo "de". Desiderio vuol dire, cioè, “mancanza delle stelle”.
Apparentemente non sembra aver relazione col senso che noi oggi comunemente attribuiamo a questa parola, ma…
Immaginatevi per un istante antichi marinai romani o pirati fenici o mercanti punici che trasportano le loro merci e le loro vite sulla distesa azzurra del Mediterraneo; immaginate che scenda la notte e il mare diventi tutt’uno col cielo scuro. L’unico rumore è quello dell’acqua che scorre sotto la chiglia agile. Il timoniere stringe nella mano la barra e  i segreti che suo padre gli ha trasmesso. I Septem Triones sono sempre là, fissi nel cielo di ottobre ad indicare la via mentre dalle anfore si spande il profumo del mosto nuovo e la rotta è sicura.
Adesso,  però, una foschia leggera scende, appanna come un vetro l’aria tersa. Si sfumano di nulla le figure sulla volta. Orione, Dubè, Merak: una ad una svaniscono dagli occhi le guardiane della notte,  come se nere rondini nel buio tutto uguale avessero ingoiato quelle briciole prudenti lasciate là da qualche dio distratto.
Adesso il mare gonfia; porta il legno rapido e leggero su rotte sconosciute a bordeggiare l’abisso sul limite orribile dell’Ade o a frantumarsi al canto di sirene ammaliatrici,  mentre delle fedeli stelle non s’ode più la voce.
Immaginate lo sgomento di chi, senza governo, non sa più quale sia la via di casa. Immaginatelo, immaginatevi, affacciati al bordo di prora a invocare gli dèi di lasciare che le stelle tornino meticolose ad indicare la rotta perché è ciò di cui più avete bisogno; la cosa più importante. L’unica. È tutto ciò che ora  chiedete; tutto ciò che desiderate.
Ecco, questo è, per me, “desiderio”.  L’amore necessario per ciò che più è importante; quello per ciò senza cui si può solo sopravvivere e pregare.
Così desidero. Come un antico navigante io desidero.

 

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Commenti al Post:
Terra.Australis
Terra.Australis il 03/04/14 alle 21:08 via WEB
kor sai sempre come incantarmi.. in questa platea di occhi distratti e sfuggenti ci sono anche io e qualche volta le tue parole, e solo le tue, mi liberano un fantasma che se ne va finalmente in pace..sai sempre come raccontare i miei stati d'animo come io stessa saprei mai fare.. con una lirica leggera .. sognante o graffiante .. è proprio bello trovarti qui..
 
 
korov_ev
korov_ev il 04/04/14 alle 10:52 via WEB
Ma che piacere rileggerla, madame Australis. Sono felice che le mie parole le diano tale sollievo.
E ad essere sincero devo dirle che lei sa decisamente come far gongolare l’ego di un uomo .
Ben ritrovata :-)
 
BacardiAndCola
BacardiAndCola il 03/04/14 alle 22:35 via WEB
Cos'è il desiderio? Non avere tempo di farsi nessuna domanda.
 
 
korov_ev
korov_ev il 04/04/14 alle 10:53 via WEB
Mmh… non so, madame Bacardi. Io credo che quella sorta di frenesia di cui lei parla e che fa vivere ogni istante senza pensare a quello successivo, come se ognuno fosse l’ultimo, sia solo una delle tante facce del desiderio; a volte, addirittura, soltanto un suo prodotto che erroneamente chiamiamo passione.
Il desiderio è qualcosa che va oltre.
Sa a cosa potrei paragonarlo, madame? All’acqua per i pesci, al cielo per gli uccelli, all’aria che respiro.
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 04/04/14 alle 07:56 via WEB
Desiderio e stelle. Hanno la stessa natura, vivida e brillante. Se ti sdrai su un prato in una notte d'estate e allunghi la mano verso il cielo, puoi coglierne una manciata, ne vedi a grappoli sulle punte delle dita. Sono la certezza di una rotta, quella che porta a casa e hanno la stessa intangibilità del desiderio. Despina nella notte o lo sguardo d'oro del drago nelle fiabe. Gli antichi naviganti affidavano la vita alla conoscenza e alla fede nelle stelle. Come in quei desideri che sono le seste negli occhi per i naviganti dei mari impervi di ogni giorno. (Non prendetevi più licenze tanto lunghe :))
 
 
korov_ev
korov_ev il 04/04/14 alle 10:53 via WEB
Ah, quanto mi è cara Despina lei non sa, madame. Incarna precisamente la perfezione mutevole del desiderio: ogni deserto prende forma dal deserto che gli si oppone.
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 09/04/14 alle 05:54 via WEB
Ci è stata tramandata, erroneamente, e stravolta nel suo significato, un’indicazione religiosa che inizia con “Non desiderare”. Ma noi desideriamo, noi privati delle stelle, senza le stelle ci accorgiamo che vogliamo, necessitiamo di un volere, nonostante tutto, al di là di tutto, e contro tutto. Se desideriamo, è vero, è perché siamo in una condizione di deprivazione, di mancanza e non possiamo vedere le stelle, coperte dalle nubi o troppo distanti. Però, io immagino. Immagino i suoi antichi marinai, i pirati fenici e i mercanti punici che trasportano le merci e la loro vita sulla distesa azzurra del Mediterraneo; vedo la notte che scende sempre più scura e diventa tutt’uno con il cielo. E sento che l’unico rumore è quello dell’acqua che scorre sotto la chiglia. Ma, ad un tratto mi accorgo che Orione, Dubè, Merak non sono visibili; considero che possono anche svanire, come i sogni notturni dagli occhi. Considero con la ragionevole ragione le circostanze e ipotizzo le rotte sconosciute bordeggiare l’abisso. Considero che, ragionevolmente, forse potrei rischiare di perdermi, che mi sto già perdendo, o che per la ragione sicuramente mi perderò, frantumandomi al canto delle bugie o spingendomi dritta nelle braccia dell’anticamera dell’Ade. E’ questo quel che fa la mente umana: continua, credendosi saggia, a considerare. Ma posso anche zittirla quella ragionevolezza così sicura di sé, quel cerchio di circostanze coronate di calcoli e probabilità e così Psyché non è più mente ma diventa anima, e desidera. Mi dice “non m’ interessa che la ragione consideri che sono al buio senza stelle, che ragionevolmente non si può. Io, defraudata, voglio. E lo voglio anche se il cielo e la terra mi dicono che non si può.” Perché, Korov_ev, accidenti se esiste, un “ amore necessario per ciò che più è importante; quello per ciò senza cui si può solo sopravvivere e pregare.” Grazie allora, antico navigante, desideriamo con lei.
 
 
korov_ev
korov_ev il 10/04/14 alle 22:31 via WEB
Sì,madame Psike, spesso la “considerevole” ragione viene zittita dal desiderio. A volte è bene, altre, male, ma se c'è una “giustezza” nel desiderare, la si trova sicuramente in quell'amore necessario per ciò che più è importante... almeno per quanto riguarda me :-)
P.S. Quanto a quell'indicazione religiosa stravolta nel suo incipit “Non desiderare”, si sa, che come disse il buon vecchio Troisi: “I comandamenti so' stati fatti a favore dei ricchi! Cioè, mo' passa nu ricc' e me vere a me: ma che tène chill' a desidera', e me? È sempre 'o povero che è costretto a fa' peccato!” :-)
Buona serata, madame
 
selenezar
selenezar il 11/04/14 alle 13:42 via WEB
e, per un attimo, ho avuto come la sensazione di leggere un passo de "L'Odissea" :))) “Anche i dolori sono, dopo lungo tempo, una gioia, per chi ricorda tutto ciò che ha passato e sopportato.”
 
 
korov_ev
korov_ev il 24/04/14 alle 16:15 via WEB
Grazie, madame, ma non merito tanto onore, in fondo chi sono io per essere accostato ad Omero ed al suo epico poema? Poco più che Nessuno :-)
 
lussert
lussert il 11/04/14 alle 19:31 via WEB
Cosa desidereranno le decine di otri con fattezze umane stivate sottocoperta poco sopra la chiglia di un guscio in balia delle onde condotto da quegli stessi pirati fenici o mercanti punici? Un GPS funzionante anche con la nebbia o un semplice gesto di umanità? Le luci delle Pelagie sono troppo distanti e il mare gonfia ancora e nemmeno pregare assieme è concesso perchè il silenzio è necessario. Muti sull'orlo dell'abisso. Se Odisseo non avesse perduto la rotta saremmo tutti più poveri. Ma anche Omero in queste notti senza luna e senza stelle tace.
 
 
korov_ev
korov_ev il 24/04/14 alle 16:23 via WEB
Eh, tempo da lupi, Luss. E se pensi che in quegli altri otri, quelli a forma di otre, c'era dell'ottimo passito di Pantelleria: hai capito, adesso, perché malgrado il GPS Odisseo ha perso la rotta?
Poi prova a chiedergli chi s'è scolato il vino e vedi cosa ti risponde, maledetto laerziade! :-)
 
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