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La neve di Nikolaevka

Post n°49 pubblicato il 24 Aprile 2014 da korov_ev

Cantavi la vita come una canzone. Cantavi in fila per il pane con la tessera stretta nella mano mentre tutto, intorno, era Dio, Patria, Famiglia e povertà. Cantavi, piegata in piazza dalla  mano di un podestà pasciuto, nero di rabbia e di camicia.
“Mio marito è al fronte!”, cantavi, “è al fronte a vedere la neve bruciare. È al fronte a scrivere favole mai arrivate, fatte di grafie minute, di riccioli e sberleffi. Favole di muli volati via al batter di ciglio dei mortai come farfalle insanguinate; favole di marce e vento freddo e di patti col diavolo sull’ultima neve di Nikolaevka”.
Lunghe trine di sillabe balbuzienti come passi incerti nei bagliori improvvisi di quelle albe fredde e veloci all’orizzonte.
“Mio marito è al fronte” cantavi “e tu qui, a togliermi il pane e le parole”.
Poi il podestà cambiò di faccia e di paese, e anche la guerra cambiava nome e si chiamava pace, e col coltello in mezzo ai denti continuava a fare il suo mestiere, ma tu cantavi; cantavi la vita come una canzone. Cantavi e impastavi lacrime e farina, mentre il curato Marshall sbraitava: “Non c’è pane per i comunisti”; cantavi e m’insegnavi a tirar patate dal ventre della terra ogni giorno più bassa.
Ti guardavo sedere all’ombra del giorno e aspettare finché il giorno chiamava la sera dal fondo delle valli, allora scioglievi dal capo lunghi fili ceneriti e li pettinavi piano come pensieri appena nati, mentre una nenia riempiva l’aria.
“…C’era una casetta piccolina in Canadà…”
Il tramonto carezzava il tuo pudore antico
“…Con tanti pesciolini e tanti fiori di lillà…”
e pareva quasi tu tornassi bambina,
“…E tutte le persone che passavano di là…”
ma solo ora capisco,
“…Dicevano: che bella la casetta in Canadà.”
ora che so quel confine veloce tra luce e ombra dopo giorni di fatiche e rimpianti; quell’attimo di oblio tra ombra e luce dopo notti di paure e rimorsi.
Solo ora capisco; oppure non capisco o non ho mai capito niente, e mi scappa di cantare.

 

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Commenti al Post:
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 25/04/14 alle 16:28 via WEB
Ed anche lei, Korov_ev, scrive, per noi, le sue Favole; come il marito al fronte fa con le sue lettere mai arrivate. Ma queste arrivano, sempre. E ci raccontano di lei. Di ironie rispettose, di carezze a pudori antichi, di amori paterni provati dall’ uomo che si sente anche il bambino, di artisti esenti dai temperamenti artistici che dipingono poesie sui ritratti delle proprie donne e su maddalene penitenti o violentemente impunite; favole di petali colorati dalla luce e di patti col diavolo: sull’ultima neve di Nikolaevka ed ai crocicchi del jazz. Lunghe sillabe di passi divenuti ricordi sono i bagliori improvvisi di certe sue parole inaspettate. Così la moglie dell’uomo al fronte cantava insegnando a tirar patate dal ventre di una terra sempre più bassa che lei, però, con i suoi racconti, “finché il giorno chiama la sera” ci rende un po’ più alta. “…C’era una casetta piccolina in Canadà…” la cantava anche mia nonna. E anche lei tornava bambina, o forse non aveva mai smesso di esserlo. Forse. Ma forse neanche io capisco…e non ho mai capito niente, e sempre più raramente mi scappa di cantare.
 
 
korov_ev
korov_ev il 28/04/14 alle 16:34 via WEB
Sa, madame, la vita si è portata via buona parte di me e spesso canto per riempire il vuoto; per avere l'impressione di non essere solo.
La vita si è portata via buona parte di me, ma non tutto. Qualcosa ancora rimane e a volte è per quell'"avanzo", che canto; perché, seppure in altro modo da ciò che ero un tempo, quel che rimane vale l'intero. Qualcuno direbbe che quel che sono stato è servito a costruire l'uomo che sono oggi, io preferisco pensare che sia servito a "liberarlo".
P.S. Grazie per l'apprezzamento, madame, troppo buona.
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 27/04/14 alle 14:23 via WEB
Sottoscrivo il bel commento di ElettrikaPsike. Come le macchie rosse dei garofani sul candido lino della tavola apparecchiata, è la verginità sempre nuova che le sue parole riescono a donare alle cose, un manto di meraviglia. Sono parole improntate a quella semplicità che è frutto di un gran lavorare, di dita schiacciate sotto i sassi, di sudore sparso su una terra ostica, che solo la fatica ingravida. Nessuna parola da dandy le appartiene, gratuitamente altisonante, nozionistica portabandiera di cultura ostentata: no, a Lei tocca quella semplicità che è chiarezza e poesia, che "arriva". E pur essendo anche io tra la schiera di chi non capisce, assisto incantata alle sue storie che illuminano l'inevitabile ignoranza.
 
 
korov_ev
korov_ev il 28/04/14 alle 17:09 via WEB
Sono contento del suo commento, madame Maddalena, sa perché? Perché mi ci rispecchio. Se le mie parole le arrivano come dice, vuol dire che sto scrivendo nel modo in cui vorrei. È tanto che scrivo e a dirle la verità non sono mai riuscito a farlo come avrei voluto. Ciò che cerco è una scrittura semplice, spoglia di altisonanze e senza troppa (inevitabile) maniera. Sa, col tempo mi sono reso conto che le parole più belle sono quelle più comuni, quelle che usiamo tutti e tutti i giorni.
Quelle catenelle di sillabe “povere”, quasi banali, sanno disegnare mondi impensati, e quando succede l’anima si stupisce. Il merito è loro, io le metto solo in fila, ma grazie comunque per l’apprezzamento, madame.
P.S. Tra lei e madame Psike ho spesso di che arrossire. Siete spudorate, non so chi delle due sia più bugiarda!
…Continuate pure senza ritegno, mi piace :-)
 
   
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 30/04/14 alle 18:42 via WEB
Certamente madame Psike :P
 
my_way62
my_way62 il 30/04/14 alle 16:16 via WEB
Lei è amabile, Milord ! E' amabile nei suoi racconti e nelle risposte ai commenti. Io, semplicemente, la adoro. Per come si possa adorare una persona mai vista.
 
 
korov_ev
korov_ev il 08/05/14 alle 16:52 via WEB
Sono contento che goda tanto visceralmente dei miei piccoli pensieri anche se credo lei lì sopravvaluti. Sia loro che me.
Da parte mia non posso che ringraziarla, malgrado io non “sappia” chi lei sia. (le confesso, però, che ho un vago presentimento al riguardo :-).
Per quanto concerne il non avermi mai visto, se vuole posso descrivermi: ricco come Murdoch, intelligente come Einstein, affascinante come Clint Eastwood, biondo come Gesù. Un po’ più dotato di Rocco Siffredi.
Ah, dimenticavo, mi chiamo Pinocchio: lieto di conoscerla :-)
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 03/05/14 alle 23:14 via WEB
Signor Korov_ev potrei farla arrossire anche di più riportando qui i suoi commenti (l'integrazione al post su Eco e quello d'interpretazione sullo zoppo, il matrimonio e le mogli...) con annesse le celebrazioni alla sua persona...però spiegherebbe a madame Hide la canzone di Graziani? ;-) P.S. Madame Maddalena, mi fa piacere quel che ha scritto riguardo al mio commento, ed ancora di più perché ho sempre apprezzato i suoi modi di rapportarsi alle persone quando ho letto alcuni suoi interventi e scritti, in generale, anche nel suo blog. E sul fatto che la più bugiarda sia Psike...che dire se non che è indubbio che la psiche... non di rado "mente" ;-p
 
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 05/05/14 alle 22:59 via WEB
Madame Psike (Monsieur Korov ha indetto questa sorta di cerimoniale alla sua corte e mi adeguo), la ringrazio per le sue parole di apprezzamento, apprezzamento che le garantisco ricambiato, soprattutto per la sensibilità e poeticità che ritrovo in molti suoi commenti, dove l'acutezza dell'analisi si pareggia con l'eleganza dello scrivere... per i suoi post invece ammetto poco tempo e molta pigrizia, che spesso mi fanno distratta lettrice :) p.s. sulla gara di "bugiardaggine" ho provocato con una celia natural-"mente" :P
 
   
korov_ev
korov_ev il 08/05/14 alle 16:58 via WEB
Disclaimer (per la serie: come ti mando in galera un povero diavolo)
Madame, sono onorato che le mie parole abbiano creato, per così dire, un ponte tra lei e madame Psike, ma vede, la Storia ha già avuto i suoi connubi catastrofici e io… hem, preferirei non essere annoverato tra coloro che ne ha incentivati di nuovi e potenzialmente devastanti.
 
 
korov_ev
korov_ev il 08/05/14 alle 16:54 via WEB
Per carità, madame, Psike ho già avuto la mia dose di lusinghe e di rossori: taccia, taccia! E poi non vorrei farle correre pericoli, ché ad aprir bocca di questi tempi si rischia. L’avevo detto anche alla Lewinsky: “Chiudi quella bocca, Monica, ché quello è un grosso affare e se continui così ti esploderà in mano!”
Non mi ha dato retta e guardi com’è finita: a momenti rieleggono Clinton per la terza volta. P.S. Riguardo la canzone di Graziani, madame, ciò che avevo associato al suo scritto era soltanto il ritornello: quel desiderio inconscio del Dr Jackyll di essere capace di pensieri e gesti degni di un Mr Hide… o di un Rimbaud, di un Lorca, di un Paz… :-)
Buona serata, madame Psike
 
Venere_o8
Venere_o8 il 08/05/14 alle 09:45 via WEB
C'è franchezza in tutto ciò semplice, quantunque liso... E negli orli sfilacciati, il dire del tempo ...Il dire mi sei servito più che hai potuto... E quando nei palmi delle mani che amiamo di più, vediamo vie interrompersi nelle vene frastagliate, come in un dirupo, tra i calli e le dita schiette, vediamo macerie...
E negli occhi il colore dei sacrifici, solo poco dopo le ciglia...
Allora daremmo indietro tanto, a che il cielo ridisegnasse anche solo un pezzo di destino, e nel farlo, che si portasse via anche un tocco del nostro lavorio...
Abbia giorni sereni, monsieur...
 
 
korov_ev
korov_ev il 08/05/14 alle 17:09 via WEB
Sì, madame Venere, sicuramente mia nonna non ha mandato perso neanche un minuto del suo tempo. Forse, come lei dice, avrebbe giusto voluto avere la possibilità di scegliere qualche volta in più come spenderlo, ma sapeva bene che non sta sempre a noi scegliere e tanto le bastava per rimboccarsi le maniche e rifare ogni volta l'orlo sfilacciato della sua vita.
Io sono cresciuto con le sue nenie e i suoi racconti orgogliosi, cosa ci vuol fare, madame :-)
 
   
Venere_o8
Venere_o8 il 11/05/14 alle 15:10 via WEB
Monsieur.... Anch'io sono cresciuta con una nonna che ho amato tanto quanto un'altra madre .... Perché era naturalissimo farlo quando profumavano d'amore, sole e lavanda, le loro lenzuola di lino candido, quando pesavano carissime tutte le cure e la loro dedizione... Ma erano altri tempi... Lo so bene e lo capisco. Erano quelli in cui per essere felici bastava pochissimo. Come lo stringersi vicino al fuoco d'inverno. Quando il pane si lasciava sfrigolare pian piano, perché c'era l'olio nuovo da provare e le uova da cuocere alla coque, stavano di fianco sotto la cenere. Mio nonno raccontava storie di briganti e predoni e nascosti tesori inestimabili, mia nonna mi faceva le treccine per la notte, noi bambini entusiasti sbottavamo ancora! Erano tempi in cui l'amore metteva le pezze a tutto e il sentirsi soli era blasfemia. Noi ancora piccoli ma già grandi, portavamo negli occhi ogni più piccola meraviglia...
 
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