Creato da korov_ev il 06/02/2013

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Carota o bastone?

Post n°53 pubblicato il 26 Giugno 2014 da korov_ev

Il diritto alla felicità: l’ossessione dell’uomo per questo mostro al quale si sacrifica tutto senza nemmeno averla mai vista, conosciuta.
E del resto è normale: la felicità è un assoluto e richiede sacrifici assoluti. Non si accontenta di nulla di meno, per non essere mai raggiunta.
Sì, perché è questo il segreto del suo universale successo: l’imprendibilità; questo suo spostarsi ogni volta un passo più in là da noi; questo suo sfuggire, anziché fuggire sparendo all’orizzonte.
E allora giù a correrle dietro travolgendo tutto e tutti in nome suo, perché un tale fine giustifica di certo qualunque mezzo.
Bene, oggi come oggi non è un problema adottare parole complicate, chiunque, con un semplice click, può svelarne il senso in una frazione di secondo, ma io voglio lo stesso spiegare quella che andrò ad usare ora, cioè “sublimazione”
La sublimazione, concettualmente, è l’elevazione di qualcosa ad uno stato "superiore".
La fisica ce ne fornisce un esempio particolare definendola come “il passaggio di una sostanza dallo stato solido a quello gassoso senza che essa attraversi lo stato liquido”.
Non a caso Freud utilizzò questo concetto come paradigma per descrivere il camuffamento, da parte della società, dell’impulso sessuale in amore allo scopo  di rendendolo più “accettabile”, anzi, addirittura desiderabile, disconoscendone al contempo l’animale “normalità”.
Ora io mi pongo  la domanda:
E se la felicità non fosse altro che la sublimazione dei nostri limiti?
L’elevazione di qualcosa concettualmente “mal accettabile” al rango di “eccezionalmente bello e desiderabile” senza mai farlo passare per lo stadio intermedio del ridicolmente banale.
Più prosaicamente: se la felicità non fosse la carota, bensì il bastone che la tiene sempre ad un palmo dal muso del somaro che continua ad inseguirla senza pensare che, in fondo, è solo una carota, e lui, null’altro che un somaro?

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Commenti al Post:
elena19666
elena19666 il 26/06/14 alle 17:06 via WEB
Tutto questo cercare di essere felici , onestamente , mi sa di faticaccia :) quindi non fa per me :) che son pigra di natura :)
 
 
korov_ev
korov_ev il 03/07/14 alle 17:23 via WEB
Guardi, madame, secondo me è una fatica relativa: si tratta solo di aprire gli occhi e cominciare a considerare il valore di ciò che si ha, anziché sempre e solo quello di ciò che manca.
Naturalmente è solo una mia personale idea e può essere benissimo che sia una fesseria.
 
RendezVous_Rendy
RendezVous_Rendy il 27/06/14 alle 02:41 via WEB
Ma a questa felicità, è meglio corrergli dietro a piedi o in bicicletta?? :))
Penso che se si raggiunge una dimensione equilibrata che ci fa stare bene, siamo vicino alla serenità, a questa si possono unire dei momenti di gioia, quei momenti che come una folata di vento impetuoso spalanca tutte le finestre per far entrare la luce che brucia, per un tempo piccolo, grazie alla combustione del suo stesso essere.
 
 
korov_ev
korov_ev il 03/07/14 alle 17:23 via WEB
È meglio non corrergli dietro affatto, madame :-)
Una dimensione equilibrata, dice? Non so cosa intenda lei quando parla di “dimensione equilibrata, posso dirle però come la vedo io: tanta, tanta gente lamenta, senza un “reale” motivo, la propria infelicità. Ora, seppure io accetti il fatto che ognuno possa avere soglie di sofferenza personali e differenti da quelle altrui, trovo parecchi di questi pianti da coro greco estremamente fastidiosi e offensivi nei confronti di chi vive dolori oggettivamente grandi.
Si vuol piangere per il giocattolo che mamma Vita non ci ha comperato? E sia!... Ma se lo si viene a fare sulla mia spalla, non ci si meravigli, poi, di sentirsi dare del somaro.
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 02/07/14 alle 11:36 via WEB
... se la felicità fosse un paradosso? Se fosse quella tartaruga mai raggiunta da Achille? Se fosse il bastone, avrebbe a che fare con un mezzo, quel mezzo che dovrebbe permettere di raggiungere la condizione divina di una perfezione soddisfatta di sè. La felicità la possiamo sfiorare in attimi, è come una droga, richiede dosi sempre maggiori per dare quel momento di estasi. Dovremmo, noi uomini, brevettare il concetto di una felicità relativa, da ricercare un tot ogni giorno, una specie di mela per la psiche, e allora forse, la carota diverrebbe quel po' di arancione che colora la quotidianità facendoci ragliare raggianti :)
 
 
korov_ev
korov_ev il 03/07/14 alle 17:22 via WEB
Madame, la felicità è per definizione teorica è un assoluto, ma nella vita, come lei bene osserva, dire assoluto equivale a dire stasi, fine.
Ora, io concordo con lei quando dice che la felicità potrebbe essere un paradosso come quella tartaruga che Achille non raggiungerà mai, e sono anche convinto che ogni essere umano abbia il diritto e il dovere di inseguirla (col dovuto rispetto per gli altri partecipanti alla gara) ma tra i miliardi di Achille impegnati in questa corsa v’è una differenza fondamentale: tanti, troppi, di loro lamentano il micron che li separa dalla tartaruga, e solo pochi si voltano a valutare i novecentonovantanovemilanovecentonovantanove milionesimi di quel metro già percorsi.
La mia era solo una riflessione su chi lamenta ad oltranza la propria infelicità e non cede di un millimetro di fronte a quella altrui madame.
P.S. Per un post sulla teoria della felicità relativa speciale e generale mi sto ancora attrezzando: porti pazienza :-)
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 03/07/14 alle 19:44 via WEB
In un commento una volta ho scritto: Moderatamente felice è un'opzione da dea della speranza, non ci basta... però se noi la chiudiamo dentro al vaso di Pandora insieme ai pezzi di carota, shakeriamo e facciamo del contenuto un frutto alchemico a forma di bastone la speranza diventa fede. Ed ecco che la felicità diventa possibile. Impossibile da conoscere tutta in una volta; ma come altre centinaia di cose eccezionalmente belle e desiderabili va già assolutamente bene il fatto di sapere che esistano. E già per questo siamo felici. Anche se, come scriveva Paz, la vita è un'altra, sempre là, più lungi,fuori di te, di me, sempre orizzonte.
 
 
korov_ev
korov_ev il 10/07/14 alle 19:09 via WEB
Madame, riguardo alla speranza infilata nel mixer, faccia molta attenzione, ché se la carota è moderatamente pericolosa (secondo stime ISTAT, meno del cetriolo), il bastone che sortirebbe dal “miscuglio alchemico” lo è decisamente di più, soprattutto se da speranza diventa fede e uno gli dà le spalle tranquillo :-)
Comunque è vero che già la consapevolezza della felicità fa star meglio dando speranza, il fatto è che spesso succede che si guardi ingordamente la felicità che è un passo più in là senza neanche aver finito di godere di quella che si è appena raggiunta, lasciandola là appena mangiucchiata. A me, come dice Lussert qui sotto, basta poco e prima di chiedere il bis cerco di mangiare tutto quello che ho nel piatto.
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 03/07/14 alle 19:56 via WEB
E poi...la vita è oltre il ponte, oltre il fuoco comincia l'amore, scriveva l'autore che le ha suggerito il suo post successivo...Ed io credo avesse ragione.
 
lussert
lussert il 03/07/14 alle 22:42 via WEB
Felicità...no non eseguirò una cover di Al Bano e Romina...può essere semplicemente la rinuncia a inseguirla,eterna Araba Fenice, o un attimo di comprensione universale assoluta, quello che gli psicologi chiamano "insight", ma anche una intera giornata trascorsa senza che ti rompano i coglioni al telefono con proposte commerciali o sondaggi. Sulla sublimazione non saprei, c'è la domanda di riserva? :-)
 
 
korov_ev
korov_ev il 10/07/14 alle 19:10 via WEB
Luss, come ho ribadito or ora nella risposta a madame Psike, tu hai colto il succo del mio post. Non avrei saputo scriverne meglio: quasi, quasi metto il tuo commento a posto del post :-)
 
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