Creato da korov_ev il 06/02/2013

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Radio Londra (appunti da un mondo che brucia)

Post n°55 pubblicato il 23 Luglio 2014 da korov_ev

Ricordate i fischi, i ronzii, i fruscii di ogni genere che riempivano l’aria ogni qual volta si cercava una nuova stazione radiofonica girando la manopola di una di quelle vecchie radio a valvole?
Vi siete accorti che oggi non li sentite più? Sono stati sostituiti dal semplice click di un tasto e dal silenzio che ne segue fino alla successiva stazione, quando la voce improvvisa e nitidissima del conduttore ci prende quasi di sorpresa.
È un meccanismo introdotto come miglioria nelle radio di nuova generazione. Oggi ce l’hanno tutte, ma fino a qualche lustro fa non era così scontato e se una radio ce l’aveva veniva riportato sulla confezione a sottolineare la qualità del prodotto.
Muting, l’hanno chiamato, perché il suo compito è quello di zittire, di sopprimere i rumori indesiderati. Se poi memorizzi le tue stazioni preferite non perdi neanche tempo a cercarle tra le altre; hai sei canali a disposizione, sei, come i colpi nel tamburo di una pistola.
Non mi è mai piaciuto. La purezza mi spaventa.
Io li voglio, quei fischi, quei fruscii; io voglio la mia Radio Londra,  perché la guerra non è mai finita anche se ha cambiato nome. Io voglio quel caos che è vita e mescola e scambia la vita.
Li voglio tutti, quei mormorii, quei rumori fiochi; voglio sentire le voci degli ultimi,  quelli in fondo alla fila; voglio sentirle anche se mi fanno star male, anche se non so rispondere. Voglio sentire che siamo vivi; io, loro, la loro bocca e le mie orecchie.
Muting, invece, è “silenziamento”. Muting è soppressione di rumore! Muting è nebbia sullo schermo e silenzio nelle orecchie, oblio digitale. Muting è assenza che piano cancella la memoria.
E allora cambi canale e tutto è normale, è come dovrebbe essere; cambi canale e non li senti più, quei ronzii.
Però loro sono ancora là. In fila, in ginocchio, bruciati in piazza o come morbide meduse a pelo d’acqua; sono ancora tutti là, occhi grandi e labbra gonfie, occhi a mandorla e guance tumefatte. Occhi bendati.
Click!
e cambi stazione.
Click!
e uno cade lieve, neve sulla neve.
Click!
ed è silenzio, purezza, pulizia.

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Commenti al Post:
ComeLeViole
ComeLeViole il 23/07/14 alle 17:19 via WEB
Dici che asta un click per renderci puliti, Monsieur? E davvero non senti più rumore? No, il rumore c'è ancora ed è dentro il silenzio. Quel silenzio assordante è il rumore più invasivo e nefasto che possa esistere.
 
 
korov_ev
korov_ev il 23/07/14 alle 19:22 via WEB
No, madame, un click non ci rende puliti, pulisce ciò che c’è intorno. Basta un click a cambiare canale e scegliere il programma che si vuole ascoltare. E per come questo accade oggi, non ci sono più nemmeno quei rumori sfrangiati tra un canale e l’altro che col loro essere fastidiosi ti dicevano che da qualche parte c’era qualcosa di sbagliato.
Lei riesce a sentire il sapore della sofferenza che dovrebbero trasmettere i mezzi di informazione?
Oppure, come milioni di persone, riesce a mangiare mentre guarda il telegiornale?
E seppure la sente e le chiude lo stomaco, una rondine non fa primavera… e nemmeno due.
Ha ragione quando dice che il rumore c’è, ma non è dentro al silenzio, perché il silenzio l’hanno presto riempito a volontà con ciò che ci piace ascoltare. L’unico silenzio rimasto è per il dolore, madame; un limbo artificiale per qualcosa per cui nella nostra società “felice” sembra non esistere abbastanza posto.
 
RendezVous_Rendy
RendezVous_Rendy il 23/07/14 alle 20:19 via WEB
Per come trasmetti ciò che vuoi e che non ti piace del non fruscio che mescola e scambia la vita, quasi quasi torno alla manopola.;))
 
 
korov_ev
korov_ev il 30/07/14 alle 11:05 via WEB
Le garantisco che tornare alla manopola sarebbe un’ottima cosa, madame. Inoltre, vorrebbe anche dire riprendersi il tempo che serve alle cose; riportare la vita a quote e ritmi più umani.
Buona serata, Madame :-)
 
Basta_una_scintilla
Basta_una_scintilla il 23/07/14 alle 22:04 via WEB
Le sembrerà un controsenso monsieur ma il silenzio mi sembra il modo più idoneo di commentare questo suo post al quale non c'è nulla da aggiungere
 
 
korov_ev
korov_ev il 30/07/14 alle 11:06 via WEB
Messa giù così non sembra affatto un controsenso, madame. Diverso sarebbe stato se non avesse proferito parola, allora qualche dubbio avrei potuto averlo… ma sicuramente le avrei cercato una buona scusa :-)
Naturalmente sto scherzando, Buona giornata; madame Scintilla
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 24/07/14 alle 10:06 via WEB
In effetti non ci avevo mai fatto caso. A casa e al lavoro la stazione non la sposto e in macchina non si fa mai troppo caso al silenzio perchè è un silenzio relativo. Però leggendo il suo post mi è venuta in mente l'angoscia di quelle pause di silenzio in cui rimbombano solamente il respiro e il battito del cuore, come quando si attendeva la risposta di Hal9000, con un'inquietudine che si amplificava per ogni istante di silenzio esterno e di tumulto interno... anche io preferisco allora i fruscii, testimoniano che c'è qualcosa dietro, anzichè il nulla o l'indifferenza di qualcosa che cancella possibili voci.
 
 
korov_ev
korov_ev il 30/07/14 alle 11:07 via WEB
Eh già, il problema è proprio quello: che non ci si fa caso. La decadenza di una società arriva sempre in maniera surrettizia (chissà perché questo aggettivo mi ha sempre dato l’idea del classico cetriolo che dopo un largo giro dissimulatore ritorna in culo all’ortolano). Nessuno se l’aspetta mai; nessuno tranne coloro che l’hanno alimentata: anche la distruzione ha bisogno dei suoi demiurghi.
Faccia attenzione alle parole, madame, ma ancor più ai silenzi che stanno a latere: sono presenze anch’essi e troppo spesso li riempiamo del nostro pensare senza ascoltarli
…ma sono sicuro che lei lo sappia già, n’è vero? :-)
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 25/07/14 alle 05:19 via WEB
Il ronzio, i fruscii, i fischi, i respiri, le lacrime, le ombre della paura, la paura in luce senza più nemmeno le ombre sono tutte voci da cui la pulizia sterilizzante ci protegge. Via la macchia e va via l'errore. Il difetto. E anche l'uomo. Non si vede, non si sente, non c'è più. Inutile presenza per un mondo perfettamente asettico. Un vuoto disinfettato per essere riempito a volontà con ciò che ci piace o dovrebbe piacere; ma poi, talvolta, anche nell'asettico mutismo, si riesce a sentire il silenzio che parla, quello a cui adattiamo le nostre voci e le nostre ragioni, quello pieno di un qualcosa che lo rende sempre il più efficace per comunicare con noi stessi.
 
 
korov_ev
korov_ev il 30/07/14 alle 11:07 via WEB
Assolutamente sì, madame Psike, ma bisogna avere buone orecchie, per ascoltare i silenzi che ci circondano. E anche buone parole e buone ragioni con cui riempirli; parole e ragioni che siano davvero nostre: cosa per nulla scontata, visto che fin dal primo vagito cominciamo ad essere plasmati da quelle altrui :-)
 
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