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Aquam vitae (suggestioni a tempera)

Post n°60 pubblicato il 29 Agosto 2014 da korov_ev

Il sangue scorreva, sì, rosso come la stola del messia che in quel giorno glorioso ti cingeva le spalle e i lombi.
Libera la città e i suoi abitanti dalla paura e dal male! E poi liberali dal peccato come facesti col grande Anatolio: dona loro la fede, ché la pace è ben lontana.
Re, regine, villani e cavalieri, la tua mano battezzò. Senza incertezza, senza dubbio. Solo adesso, dinnanzi alla giovane vergine Silene, dinnanzi alla sua bellezza, una volta ancora indugi.
È lei il tuo nemico, grande servo di Cristo? È lei l’ossessione nella tua mente? La corruzione della tua carne? È lei, che temi?
Fa’ scendere sul suo capo dalle chiome raccolte lo spirito del signore, estirpa la sua passione terrena, i suoi pensieri senza pudore. Lava la sua bramosia nell’acqua battesimale e il vento dei tuoi dubbi si placherà!
Eppure quella voce percuote ancora e fa vibrare il breve filo della tua giovinezza per tre volte spezzato e per tre riannodato.
Dimmi, grande guerriero, dov’è il tuo nemico?
Sulle sponde argillose dell’Eufrate, in un giorno senza memoria, un’esile coppa di fango scuro venne a riempirsi dell’acqua dello spirito. Vedendosi specchiata sulla superficie pura, per un istante l’argilla s’illuse d’essere essa stessa spirito e vita.
Piano il riflesso bruno colorò il confine dell’acqua e si mescolò ad essa come il giorno, al crepuscolo, si unisce alla notte: nuove virtù e primordiali istinti, desideri antichi e aneliti divini.
Sussulta ancora fra terra e cielo, quel fragile grumo, e consuma negli specchi il suo breve tempo.
Il tuo torturatore vive in te, grande santo. Rompi il ventre d’argilla e il riflesso fangoso svanirà con esso. Rompi il ventre d’argilla e l’acqua tornerà pura al mare.
Distruggi il tuo nemico e forse avrai la vita eterna, ma… lascia sfuggire dalle tue mani il seme di una sola carezza per le sue tempie stremate e troverai la pace.

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Commenti al Post:
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 29/08/14 alle 17:55 via WEB
Consumatam est – in speculis – aquam vitae. La condanna è insita in quell'immagine (divina) cui, da grumo d'argilla, ci eleviamo a rassomigliare, quell'immagine che inseguiamo e che ci ammalia, la rappresentazione di un desiderio, di un anelito, di un bisogno forse. E' la verità che ricerchiamo, interrogando, negli specchi distorcenti lungo la strada, mentre bramiamo disperatamente di dare abito consono allo spirito che dentro rugge. La quiete di una simbiosi tra argilla e acqua, la pace di una simpatia tra carne e spirito. Ma quel riflesso che ci condanna è anche ciò che ci rende umani, ciò attraverso cui, pur sbagliando, ci conosciamo. Così San Giorgio non sarebbe stato celebrato senza il suo drago e la Selene di creta, “di pietre e ori”, ha anche le sembianze delle città ideali delle tavole quattrocentesche: non si dà fango senz'acqua nè uomo che non sia impasto instabile di carne e spirito. Tutto rimane un miraggio sospeso che solo una carezza incrina per lo spazio di un istante entro cui trovare quel frammento di pace eterna. Ha già scritto con inappuntabile e poetica suggestione Elettrika Psike, difficile aggiungere altro. A me è sembrato di stare innanzi ad un arazzo di carne, dalle tinte cupe e dal rigore geometrico, appena vibrato da un alito di vento a smuovere i capelli, tanto da far confondere veglia e sonno. (Devo dire che tra Calvino e quest'ultimo ciclo lei, monsieur, sta alzando la posta delle aspettative... quale ironia la salverà questa volta? :)))
 
 
korov_ev
korov_ev il 01/09/14 alle 15:51 via WEB
Ringrazio anche lei, come madame Psike, per l’apprezzamento. In particolare mi piace l’espressione “arazzo di carne” da lei usata. Sì, mi piace proprio. Forse gliela ruberò, una volta o l’altra :-)
P.S. Riguardo alle aspettative che si stanno alzando, madame, nessuna ironia: stavolta ho una strategia migliore: la fuga :-)
 
   
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 02/09/14 alle 14:42 via WEB
Stia tranquillo: non la denuncerò per furto :) p.s. vigliacco :)))
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 11/09/14 alle 20:50 via WEB
Libera la città dalla paura e dal male, grande santo guerriero, e dona loro la fede, ché la pace è ben lontana. L’ incertezza e il dubbio non tentano la mano del crociato che battezza le teste degli uomini in procinto d’essere servi di Cristo. Non c’è ombra di volti nemici in loro. E se tra di loro ci fosse stata l’ombra, l’acqua battesimale l’avrebbe presto lavata via insieme al sangue del drago ucciso. Se c’è un indugio flebile negli occhi del guerriero rivolti a una santità indecifrata, è forse per le mani giunte della vergine che ha salvato, forse sono loro che impediscono al guerriero di versare altrettanto prontamente sui capelli raccolti di Silene l’antidoto alla corruzione della carne e alla passione terrena. Forse la voce che ora sente è quella delle sue vergini ma impudiche assenze di timore nel bramare un giovane coraggio, la voce di pensieri acuti dentro agli occhi che potrebbero far vibrare il breve filo della giovinezza di un guerriero, per tre volte spezzato e per tre riannodato. O forse non è neppure la vergine principessa infatuata di rossi capelli, ma un’esile coppa di fango scuro, il vero nemico del guerriero. Un’esile coppa di fango riempita dall’acqua dello spirito che specchiandosi nella purezza s’illude d’essere uno spirito puro. Una coppa fangosa chiamata uomo. Ed in essa, desideri antichi di bruni istinti si mescolano agli aneliti divini, fra la terra e il cielo. Fragile e sospesa tra gli specchi che riflettono il fango e ricordano la lucentezza dell’acqua pura, la coppa umana alimenta il suo odiato figlio in se’, in una gestazione del nemico che dura quanto l’esistenza umana. Uccidendo il ventre d’argilla, il riflesso del fango svanirà e l’acqua tornerà pura, lontana dalla coppa e da quella imprescindibile “simpatia tra carne e spirito”, come scrive Maddalena nel suo commento. Ed è così, il suo “arazzo di carne” , Korov_ev, perfettamente battezzato da Maddalena in veste di somministratrice sacramentale, riconduce tutto al riconoscimento del travaglio umano di un santo che ha concretizzato nel fuoco e nel sangue la sua parte più istintiva, partorendo il proprio drago e uccidendolo. Ma ucciso un drago, resta il fango. Rotto il ventre della coppa, resta l’acqua pura dello spirito, però al di fuori della coppa. Io credo che Korov_ev abbia risposto alla domanda ma che la sua lettrice abbia trovato la soluzione. Un drago è morto e un guerriero santificato muore, senza carezze. Ha forse ora la vita eterna, stabilita dagli uomini, ma non la pace dello spirito attraverso un corpo amato per e nonostante la sua imperfezione, eterna anch’essa, come scrive Maddalena, “per lo spazio di un istante”. P.S. La sua assenza, Korov_ev, è una prova generale per la fuga?
 
 
korov_ev
korov_ev il 17/09/14 alle 16:58 via WEB
È già, Korov’ev ha risposto alla domanda (in maniera anche scontata, se vogliamo). E concordo con lei nell’affermare che Madame Maddalena abbia trovato qualcosa che quel balordo d’un Fagotto aveva nascosto tra le parole di questo post, ma chiamarla “Soluzione” è un azzardo, forse sarebbe meglio “compromesso”.
Ma forse ha ragione lei, del resto anche i compromessi sono soluzioni. ché come recita il vecchio adagio, chi s’accontenta gode… forse.
P.S. Riguardo madame Maddalena le dirò di più: non ha trovato solo la soluzione al dilemma del santo, ma anche quella al mio piccolo giochino coi titoli dei tre post. Credevo avrebbe retto almeno per qualche giorno, invece… sgamato al primo commento: tutto ciò nuoce alla mia autostima,
 
   
korov_ev
korov_ev il 17/09/14 alle 17:02 via WEB
P.S. Nessuna prova generale di fuga, madame, solo ferie. Poche, maledette e puntualmente in ritardo :-(
 
woodenship
woodenship il 13/09/14 alle 19:12 via WEB
Più ne uccise la fantasia che la paura?"Stremato"anch'io,arrivo al termine di un trittico tritoleggiante che travalica l'umana comprensione con tracotante passione spumeggiante...Impossibile non rimanerne rapiti,per quanto fuoco sprigioni,perorando una causa degna ed alta:anche e solo una leggera carezza che riscatti santità e sangue di martire inopinato,in vista di una pace che pervada lo spirito.Che si celebri alfine la pace tra uomini e draghi:anch'essi hanno madre e dunque diritto alla vita!...Mi si perdoni una tale lettura,ma sono rimasto travolto dalla possanza e solidità di linguaggio,cosa assai rara di questi tempi frivoli e irriverenti........ Complimenti davvero e l'augurio per una magica serata ..........W........
 
 
korov_ev
korov_ev il 17/09/14 alle 16:59 via WEB
Sì, Wood, anche i draghi hanno una madre. E anche un padre. Genitori a volte distratti che non li riconoscono come propri parti solo perché il loro ardore fa paura.
Basterebbe allungare una mano per sentire il tepore delle loro guance; per capire che scottarsi di tanto in tanto non fa poi così male, per vedere che la terra bruciata torna più viva e fertile che mai. (si sente molto che ho visto “Dragon trainer 2”? :-) P.S. Grazie anche a te per l’apprezzamento, Wood, felice che ti sia piaciuto il mio piccolo “ciclo di san Giorgio”.
 
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