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Sonata per Sasha (parte prima)

Post n°67 pubblicato il 07 Dicembre 2014 da korov_ev

Passeggiare in centro, in un giorno qualsiasi di questo inverno strambo, e fermarsi ipnotizzati ad ammirare le magie che un sassofonista di strada disegna seduto sul selciato mattutino dei portici.
- Chissà che storia avrà?- mi chiedi all’improvviso.

Aleksandr Fyodorovic: un nome che gli pesava addosso come una condanna.

“Puoi sceglierti il cane, il mestiere, la moglie, ma non i genitori, mio piccolo Sasha”, diceva nonna Irina.
Suo padre, primo violino dell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, lo addestrava alla musica. Gli aveva regalato un violino di buona fattura e a colpi d’archetto sulle dita gli insegnava il tempo, l’intonazione, la profondità.
“Non il numero 5... non il numero 5” pregava nella mente il giovane Sasha alzando gli occhi a quel cielo dove tutti dicevano ci fosse un dio amorevole. Ma puntualmente, levando l’archetto verso lo stesso cielo, suo padre esclamava:
- Capriccio N° 5.
All’inizio il bimbo pensava che quell’archetto indovinasse le sue paure per via di un qualche potere magico, come le bacchette delle fate; ma col passare degli anni si convinse che il problema fosse un altro: lassù, dietro quel cielo blu di Prussia, non ci doveva essere proprio nessuno.
Ogni volta attaccava quelle scale sapendo perfettamente che sarebbe inciampato sul Mi, o magari sul Do dopo aver corso tutta l’ottava restando senza fiato a metà della salita; oppure sarebbe rimasto schiacciato sotto il culo tondo e grasso della chiave di violino, su quel La di cui non azzeccava mai la durata.
- Aleksandr Fyodorovic, sei la vergogna della nostra famiglia!
Quello era il segnale con cui suo padre dichiarava terminata la lezione.
“Puoi sceglierti il cane, il mestiere, la moglie, ma non i genitori”.

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Commenti al Post:
BacardiAndCola
BacardiAndCola il 07/12/14 alle 19:21 via WEB
Verissimo. Ma altrettanto vero che noi saremo la copia o il dispetto, o ancora l opposto, di ciò che ci hanno fatto diventare. Determinanti nella nostra vita.
 
 
korov_ev
korov_ev il 09/12/14 alle 17:21 via WEB
Eh già, madame, ha trovato l’aggettivo giusto: nel bene e nel male i genitori sono determinanti, e pesa da matti, quella perpetua paura di “sbagliare” per ogni passo che fai.
 
selenezar
selenezar il 07/12/14 alle 22:06 via WEB
"E se ci fosse un orfanotrofio per i genitori e i bambini potessero scegliere chi avere accanto?", così revita uno spot provocatorio di un'agenzia pubblicitaria finlandese. Spot che personalmente trovo fantastico! :-)
 
 
korov_ev
korov_ev il 09/12/14 alle 17:21 via WEB
L’ho visto, madame. Uno spot. Molto particolare, in effetti: credo abbia sollevato un vespaio nella piccola e produttiva Finlandia.
Già, chissà cosa succederebbe se fossero i figli a scegliersi i genitori. Sicuramente non sarebbero più costretti a mangiare le verdure :-)
 
woodenship
woodenship il 08/12/14 alle 20:12 via WEB
Debbo dire che rimango estasiato da questa semplicità d'attacco:basta un incontro mattutino per richiamare alla mente tutta una storia ch'è letteratura e amore.Ma quel che più conta è quel sax che intesse un tappeto di note sul quale lasciar scorrere una storia,la storia di tanti,di troppi,di tutti coloro che sono stati figli e copie mai riconosciute a causa di imprecisioni dalla natura riportate,quasi con malingnità, magari solo per non darci mai la soddisfazione di farci sopravvivere davvero,alla propria morte, attraverso un figlio...No, anch'io non credo che ci si possa scegliere dove e da chi nascere,ma anche sul resto ho dei dubbi..........Un caro saluto e grazie per lo splendido aneddoto.......W....
 
 
korov_ev
korov_ev il 09/12/14 alle 17:22 via WEB
Troppo generoso come sempre, Wood.
Be’, in effetti pure io ho dei dubbi pure riguardo alla libera scelta di tutto il resto, però se uno non è sposato, almeno il cane glielo concediamo, dai.
Se è sposato, no: se è sposato, si sa, decide “lei” e lui ignaro accetta. Dico ignaro perché non sa che di lì a poco il cane sarà la serpe in seno che gli usurperà anche le ultime attenzioni della moglie, sigh!.. :-)
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/12/14 alle 21:10 via WEB
O con il passare del tempo si convinse, invece, che il problema, come diceva la mia, di nonna, stava nel fatto che "le còse a ven-u ant una cà a ciameje"...Le cose in una casa avvengono a chiamarle...Ma ora attendo la seconda parte della sua Sonata per Sasha ;-)
 
 
korov_ev
korov_ev il 09/12/14 alle 17:22 via WEB
Mmh, non lo so, madame, non sono mai stato superstizioso. Mentre sono, invece, convinto sostenitore della legge di Murphy: se in un preciso momento e in un dato luogo, c’è qualcosa che può andar male, sicuramente andrà male :-)
Ma domani è un altro giorno e vedremo se il vento porterà, o porterà via, qualcosa.
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 08/12/14 alle 22:14 via WEB
E' strano come a volte riconosciamo la nostra malattia, siamo consapevoli di quale sarebbe la cura, eppure non possiamo seguirla... attendo di veder snodarsi quel filo rosso che lega il sassofonista al figlio-vergogna del primo violino dell'Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo.
 
 
korov_ev
korov_ev il 09/12/14 alle 17:23 via WEB
Il giovane Sasha ha una vaga idea di quale sia la sua malattia, ma non sa ancora quale possa esserne la “cura”, madame. Forse lo scoprirà più in là. Vedremo :-)
 
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