Creato da enca4 il 15/02/2010
PENSIERI E PAROLE
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La sindrome di DOWN non è una malattia. Le persone con la sindrome di DOWN non cercano una medicina,vogliono solo essere trattate come tutti gli altri!!!
Il 93% dei contatti non copierà questo messaggio... ma spero che tu che ora stai leggendo voglia far parte del restante 7% che metterà questo messaggio nella sua bacheca...
ENYA - MAY IT BE
LA FRASE DEL GIORNO
Si dice che fino a quando si bestemmia si è vivi e che si inizia a morire guando si pronuncia una sola parola "DIO"
anonimo
Enca4
W. Allen
NON E' CHE HO PAURA DI MORIRE.
E' CHE NON VORREI ESSERE LI'
QUANDO QUESTO SUCCEDE.
W. Allen
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CANZONE
Che giorno è
E' tutti i giorni
Amica mia
E' tutta la vita
Amore mio
Noi ci amiamo noi viviamo
noi viviamo noi ci amiamo
E non sappiamo cosa sia la vita
Cosa sia il giorno
E non sappiamo cosa sia l'amore
Jacques Prévert
I ragazzi che si amano si baciano
In piedi contro le porte della notte
I passanti che passano se li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
E se qualcosa trema nella notte
Non sono loro ma la loro ombra
Per far rabbia ai passanti
Per far rabbia disprezzo invidia riso
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Sono altrove lontano più lontano della notte
Più in alto del giorno
Nella luce accecante del loro primo amore.
Jacques Prèvert
DALLA - CANZONE
N. de Chamfort
CHE COSA DIVENTA UN PRESUNTUOSO
PRIVO DELLA SUA PRESUNZIONE?
PROVATE A LEVAR LE ALI AD UNA FARFALLA:
NON RESTA CHE UN VERME.
N. de Chamfort
GLI APOSTOLI DIVENTANO RARI,
TUTTI SONO PADRETERNI
A. Karr
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Post n°348 pubblicato il 08 Marzo 2011 da enca4
8 Marzo, Festa delle Donne. Questa sera tante di voi passeranno una serata diversa. Il ristorante è stato prenotato, il menù è stato scelto, l’ambiente sarà sicuramente intrigante. Ci sarà il macho che vi delizierà con uno pseudo spogliarello. Qualcuna di voi, per la prima volta nella sua vita, si ubriacherà. Qualcun’altra, cercherà di rendere questa giornata interessante fino alla fine. Stavo pensando a quelle decine di donne che persero la vita in un incendio della loro fabbrica. Stavo pensando a quelle migliaia di donne ammassate con i propri figli al confine tra la Libia e la Tunisia, in attesa di poter varcare quella linea che le divide dalla libertà. Stavo pensando a Yara, a Sara, a tutte le donne violentate ed uccise che, oggi se fossero in vita, festeggerebbero insieme a voi. La Festa della Donna è, e deve essere, tutti i giorni. La donna, a differenza dell’uomo, ha dovuto sopportare umiliazioni, stenti, rinunce talmente grandi che solo la sua forza interiore le ha permesso di superare. Nono stante questo, però, ancora, la donna, non è apprezzata per quello che merita. Di chi è la colpa di questo stato di cose? Siamo nell’anno 2011, corriamo veloci verso traguardi che, solo vent’anni fa, erano da considerarsi impensabili da raggiungere. Ma questi traguardi non li avremmo mai conquistati se non avessimo avuto l’aiuto delle donne. E non parlo delle donne scienziato , o delle donne che fanno politica. Parlo delle donne che, oltre il loro lavoro, il più delle volte malpagato, ne hanno un altro da portare a termine, che è la famiglia. Quante donne dedicano ogni momento della loro vita al volontariato? Quante donne sono pronte a rimboccarsi le maniche ed a scendere in piazza per prime quando vedono calpestati i diritti propri e dei loro figli? Quante donne, ogni giorno che Dio ha messo sulla terra, hanno il problema di far quadrare il pranzo con la cena? Non per loro, ma per i figli. Sto pensando alle donne che, oggi, guarderanno con invidia le proprie amiche con più possibilità economiche, che dedicheranno una serata al divertimento, all’evasione. Ma sto pensando anche a quelle ragazze, delle quali la cronaca si è occupata nell’ultimo periodo, che, secondo me, non hanno nulla da festeggiare. Hanno già festeggiato tutto quello che potevano. Nel modo sbagliato, con le persone sbagliate, adescate, lusingate, piegate ai voleri poco onesti di persone che, forti della loro posizione, sono riusciti dove altri avrebbero sicuramente fallito. Penso alle donne respinte e messe a morte in virtù di principi religiosi estremi. Donne lapidate, incarcerate da anni. In attesa di essere uccise. Penso alle donne che 150 anni fa hanno fatto l’Italia. Penso alle donne che in questi 150 anni hanno fatto tutto ciò che era in loro potere affinché la nostra Patria potesse continuare ad essere la Patria di tutti. Festeggiate questa sera. E’ giusto che lo facciate. Ma, se vi resta un po’ di tempo, pensate anche a chi non ha niente da festeggiare se non il fatto di essere viva. Enrico |
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