Creato da bettatlc82 il 24/12/2006
io e solo io
 

LA COMPAGNIA

Mi sono alzato
mi son vestito
e sono uscito solo solo per la strada
Ho camminato a lungo senza meta
finché ho sentito cantare in un bar
finché ho sentito cantare in un bar.
Canzoni e fumo
ed allegria
io ti ringrazio sconosciuta compagnia.
Non so nemmeno chi è stato a darmi un fiore
Ma so che sento più caldo il mio cuor
So che sento più caldo il mio cuor
Felicità.
Ti ho perso ieri ed oggi ti ritrovo già
Tristezza va
una canzone il tuo posto prenderà
Abbiam bevuto
e poi ballato
è mai possibile che ti abbia già scordato?
Eppure ieri morivo di dolore
ed oggi canta di nuovo il mio cuor
oggi canta di nuovo il mio cuor.
Felicità
Ti ho perso ieri ed oggi ti ritrovo già
Tristezza va
una canzone il tuo posto prenderà.

VASCO

 

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 LE STELLE PORTA-FORTUNA

Post n°21 pubblicato il 12 Gennaio 2007 da bettatlc82
Foto di bettatlc82

C’era una volta, in una piccola casetta vicino al lago, una donna di nome Ebe. Viveva sola, triste. La sua casa era sempre in ordine, cucinava anche per i poveri, accudiva tanti animali soli e aveva anche il tempo per dedicarsi al suo bell’orto e al ricamo.

Una sera di settembre, durante una delle prime nebbie che avvolgevano il lago, Ebe sentì bussare alla porta. Ando' ad aprire e si trovo' di fronte due bambini tristi e bagnati dall’umidita'. Li guardo' un po' incuriosita e disse: “Ciao bambini miei, come mai soli in questa notte fredda e umida?”. I piccoli non ebbero nemmeno il tempo di rispondere che caddero per terra, svenuti.

La donna allora li prese in braccio uno per volta e li porto' nel suo letto. Si accorse subito che avevano la febbre alta, li copri' con una bella coperta da lei ricamata e preparo' un brodo. Li curo' tutta notte con amore, come fossero i suoi figli, e la mattina dopo stavano gia' molto meglio.

Quando il sole sorse, la bambina si sveglio', si guardo' attorno e sveglio' subito impaurita il fratellino: “Sveglia Leo, svegliati, guarda dove siamo, guarda che bella casa”. Il bambino apri' gli occhi frastornato e vide il viso della sorella preoccupato. Si alzo' subito dal letto e osservo' attentamente la stanza: un letto grande, morbido, con una coperta rossa, un lume acceso sul comodino di legno, le tende rosse alle finestre, un armadio piccolo ma ben costruito, e tantissime stelle disegnate sulle pareti. “Leo ma dove siamo?” disse ancora la piccola Betty seduta sul letto. Il fratello la guardo' e un sorriso nacque sul suo volto.

 “Betty…ti ricordi ieri sera?”,

 “ricordarmi di cosa Leo? Abbiamo cenato come sempre e poi siamo andati a letto non prima di aver detto le nostre preghiere alla mamma e al papa' lassu' in cielo”,

 “no Betty…dopo le preghiere…mentre io guardavo fuori dalla finestra?”,

“la stella…” rispose la piccola con il sorriso, “si…la stella…”.

In quel momento si apriì la porta ed entro' la donna: “Buongiorno ragazzi, vedo che state molto meglio, volete latte e biscotti appena sfornati?”.

I bambini accennarono un si con la testa e seguirono Ebe in cucina dove trovarono una tavola imbandita di biscotti, torte, pasticcini, frutta fresca e fiori per decorazione.

Si sedettero a tavola senza pronunciare parola e si saziarono. Ebe li guardava incantata con gli occhi lucidi dalla felicita' e i due bambini, alla fine della colazione, la guardarono e le sorrisero.

“Allora bambini, cosa facevate da soli in giro nella nebbia? Lo sapete che puo' essere pericoloso! I vostri genitori dove sono?”.

Leo e Betty ritornarono tristi e abbassarono lo sguardo, il bimbo rispose con un sibilo di voce: “La nostra mamma e il nostro papa' sono morti nell’incendio della nostra casa mentre tentavano di salvare i pochi mobili che avevamo”. “Ora siamo soli” continuo' Betty “e viviamo con la zia Agata, ma lei non ci vuole bene, ci maltratta, e dice che si vuole liberare di noi appena riuscira' a sposare il principe Amedeo”.

Ebe rimase senza fiato: due creature così piccole potevano soffrire in quel modo? E chiese allora: “Ma una cosa non capisco… se voi abitate in citta', come avete fatto a raggiungere la mia casa qui vicino al lago? E' troppo distante!”.

A quel punto anche i bambini rimasero sorpresi e si fecero ripetere dalla donna dove si trovavano. Ebe rispose: “Ma come? Mi state prendendo in giro? Siete venuti fin qua da soli, a piedi, e non sapete che posto e' questo?”.

Leo si avvicino' alla sorella, la prese per mano e disse con voce ferma: “Ci scusi per il disturbo. Noi torniamo a casa. Grazie per la colazione”, e tiro' Betty vicino alla porta, pronto per andarsene.

Ma la vecchietta li fermo' dicendo che non voleva mandarli via e che loro non erano di disturbo, voleva solo trovare una spiegazione a quel miracolo.

“Miracolo?” esclamo' la piccola bloccandosi sull’uscio di casa, “come miracolo?”.

Ebe si sedette a tavola e racconto': “Vedete bambini, io tanti anni fa persi i miei due figli in un incendio della mia vecchia casa, mio marito mi abbandono' dando la colpa a me dell’accaduto e da allora vivo sola qua vicino al lago.”

Leo e Betty ascoltarono meravigliati quella storia e Ebe continuo': “Ho sempre vissuto sola e triste fin quando il mese scorso un barbone mi fece un regalo dopo che io gli avevo offerto del pane e del brodo caldo. Era una scatola di latta chiusa con un piccolo lucchetto assicurandomi che sarebbe stato un porta-fortuna per me…” e tiro' fuori dal cassetto della tavola quell’oggetto un po' arrugginito, “La chiave mi accorsi di avercela io da sempre come ciondolo donato da mia nonna. Aprii la scatola e ne uscirono infinite stelle dorate che mi avvolsero e si attaccarono alle pareti e ai soffitti della mia casa mettendo di nuovo luce e calore nella mia vita. Trovai anche un biglietto dove c’era scritto di esprimere un desiderio.”

A quel punto Leo la fermo' e disse che anche lui aveva espresso un desiderio alle stelle: di trovare una casa e una famiglia dove poter vivere con amore insieme alla sorella.

Betty sorrise e domando' a Ebe quale invece fu il suo desiderio. “ho chiesto a Dio di avere due bambini soli e tristi da curare e amare per il resto della mia vita, non avendo più i miei figli.”

All’improvviso una stella, la più grande e luminosa, si stacco' dal soffitto e cadde sul tavolo sprigionando una luce accecante e calda, e una voce di donna molto tenera disse: “Ebe… questo e' il tuo desiderio… loro due bambini sono soli e hanno bisogno di una mamma che li cresca e li ami. Leo, Betty, questo e' il vostro desiderio…lei sara' la vostra mamma, accuditela nel corso degli anni”. Tutte le stelle della casa si staccarono e volarono via nel cielo formando un intenso manto luminoso sopra il lago. La donna e i bambini si abbracciarono, si misero a piangere dalla commozione e vissero felici e contenti insieme, uniti dall’amore e dal rispetto.

ELISABETTA

 
 
 
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