Filippo Mele blog

POLICORO. GLI SVILUPPI DELLE INDAGINI SUL'INCIDENTE STRADALE COSTATO LA VITA AL 19ENNE MARIGLEN DINGOZI


 QUANDO HA INVESTITO L'ALBANESE ERA IN UNO STATO DI UBRIACHEZZALA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 13.11.14POLICORO – Era ubriaco l'uomo che attorno alle 17 di domenica scorsa ha investito il giovane Mariglen Dingozi, nato 19 anni fa a Lushnje, in Albania. Ci sono sviluppi, quindi, nell'inchiesta sull'incidente stradale costato la vita al giovane arrivato nel centro jonico per lavorare e studiare. Inchiesta coordinata dal pubblico ministero del tribunale di Matera, Annafranca Ventricelli. Lo stesso magistrato che ha disposto per oggi l'esecuzione dell'autopsia sulla salma del ragazzo. L'autopsia, che sarà eseguita nell'ospedale Giovanni Paolo II dal medico legale della Asm, Aldo Di Fazio, servirà ad accertare le cause della morte. Essa verrà effettuata, dunque, ben quattro giorni dopo il decesso per motivi, si è saputo, di burocrazia tra Italia ed Albania. Intanto, l'uomo alla guida dell'auto investitrice, all'incrocio tra via Fellini e via Puglia, la strada dove è avvenuto l'impatto mortale, da informazioni da noi assunte, è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza alcoolica. Allo stesso soggetto è stata anche ritirata la patente di guida. Insomma, si tratta di una autentica svolta nelle indagini sul caso. Mariglen stava recandosi nel centro della città con la sua bicicletta dopo aver lasciato la casa famiglia in cui viveva. Attorno alle 19.30 avrebbe preso servizio nel pub in cui lavorava. Ma domenica sera Mariglen non ha potuto recarsi sul luogo di lavoro. Attorno alle ore 19 di domenica scorsa, sul punto dell'incidente, abbiamo visto la Polizia stradale del locale Distaccamento eseguire i dovuti rilievi. E carabinieri e Polizia dello Stato collaboravano alla gestione della triste situazione. Vedere il corpo del giovane albanese, chiuso in un involucro argentato, nella cunetta laterale di via Puglia è stato come un pugno nello stomaco. Vicino a lui la bicicletta contorta. Sul lato opposto della strada, la Punto con la parte anteriore sinistra ammaccata ed il parabrezzi infranto. Sul posto abbiamo potuto scambiare solo poche parole con alcune persone che lavorano nella casa famiglia dove viveva Mariglen. Piangevano. Non avevano la forza di dire nulla. “Era un bravissimo ragazzo – ha detto tra le lacrime una di loro. Lavorava e studiava all'Istituto professionale Pitagora di Policoro. Voleva vivere il sogno italiano”. Un sogno infranto violentemente. Ed i suoi familiari, giunti dall'Albania per prendere in consegna le sue spoglie, sono disperati. CHI ORA LO PIANGE. IL SOGNO E I TANTI AMICIPOLICORO – Morire a 19 anni, lontani dal Paese natio, per vivere il sogno italiano. Un sogno fatto di amicizie, lavoro, simpatia, accoglienza, studio. Sino ad una tragica sera di una domenica di novembre. In tanti si sono commossi per la morte di Mariglen Dingozi. Due manifesti funebri sono stati affissi. Il primo è dell'Isis Pitagora, la scuola frequentata dal 19enne. Ecco il testo: “L'Isis Pitagora ad un alunno esemplare, ad un ragazzo semplice e per bene, che rimarrà sempre nei nostri cuori. Ciao Mariglen”. Il secondo non sembra un manifesto funebre poiché la scritta è stata stampata su un cielo azzurro con qualche nuvola. Su esso si legge: “ALLA FINE NON È MAI LA FINE... . Il tuo sorriso sempre con noi. CIAO MARIGLEN... . La tua Famiglia Italiana Casa Famiglia Peter Pan”.