l'ippocampo

Strati di nuvole

Un pomeriggio di una domenica qualsiasi di questo agosto un pò pazzo. Sono sola, gli altri della compagnia sono andati a prendere il gelato nel vecchio bar ristorante in riva al lago.
Meglio, così ho tutta la casa per me.
E' una giornata nuvolosa e senza vento. Dalla terrazza si vede la distesa di cielo così grande che si finisce per essere consapevoli delle nuvole che minacciose stanno lentamente stendendo un velo grigio sul paesaggio.
Ogni volta mi sembra di vederla per la prima volta.
Sembrano diverse da quelle di città. Ma sono uguali, qui sul lago come a Torino. Mi piace osservare il cambiamento dello sfondo, silenzioso.
E' straordinario quanti piani si possono vedere guardando il cielo. Una nuvola , poi un'altra , poi il lago e oltre la montagna, che sembra un cono gelato con la panna. Un cono capovolto alla panna!
Spesso mi domando se tu riusciresti a trarre nutrimento per l'anima in questo angolo di mondo visibile, suggestivo, così come faccio io dondolandomi sulla sedia della nonna.
Il mio sguardo cade sulle foglie. E' incredibile come siano ben disegnate, libere di essere in ogni loro curva e linea.  L'impressione che non siano un qualcosa al di fuori di me , di ciò che sono, ma parte di me. Se riuscissi a toccarle probabilmente le mie dita diventerebbero rami e il mio corpo un tronco di albero. Gigante, forte, prepotente verso il cielo a sfidare pioggia e vento.
Chissà se avresti la stessa mia sensazione?
E quel piccolo passero che ora passeggia, ignorandomi, sul davanzale, e scatta con la testa ogni briciola di pane. Poi se ne va nel suo sbattere d'ali che sembra un saluto, un arrivederci al prossimo tozzo di pane.
E se chiudo gli occhi volo anch'io, là dove si uniscono le ali per sfuggire al picchiettare della pioggia.
E mi nascondo fra i rami delle mie mani.
E penso, che in fondo tutto questo appartiene ancora alla tua vita, alla tua storia.
Oggi ho guardato il cielo e il lago, oltre la montagna di foglie e boschi e quel geometrico volo di uccelli.
Con i tuoi occhi.