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Post N° 61

Post n°61 pubblicato il 22 Ottobre 2006 da FleneurSenzaTempo

♂ ♀

Alda Merini

immagine

La virtualità virtualizza il reale?

♂ ♀
 

Commenti al Post:
ladymiss0
ladymiss0 il 22/10/06 alle 23:13 via WEB
Mammamia! cosa vuol dire, Scusa?

Bella però la Merini, bravo! Forse tutti i rapporti son virtuali, aspettative ke sono solo nell'immaginazione, continuità sempre a divenire...

 
 
ladymiss00
ladymiss00 il 23/10/06 alle 15:22 via WEB
http://www.psychomedia.it/pm/grpind/family/vaccaro.htm
 
   
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 24/10/06 alle 11:14 via WEB
Ciao ... Milena ... questa immagine non è opera mia, non ne ho il tempo, io l'avrei fatta con i fianchi meno lunghi ad evidenziar ancor più le rotondità e sopratutto non avrei fatto quella ipertrofia scapolare, mi par d'abbracciar una culturista, adoro leggere i segni della vita sul corpo, non certo l'opera d'un presunto scultore siliconante o anabolizzante --- ottimo il tuo dubbio "forse tutti i rapporti sono virtuali" --- ossia tendiamo a farli collimare con l'idea, con l'aspettativa che ci siamo costruiti con la virtualità naturale, figlia di quella pulsione che alla vista d'un bicchiere che cade sul tavolo ci fa sobbalzare anche se lo sappiamo vuoto, quella sorta di conoscenza che ci fa anticipare l'evento anche in assenza materiale dell'evento, sarà anche salvifica per il genere, ma impedisce d'esser razionali al punto d'escludere a priori la realtà, immolandola sull'are d'una supposta efficenza, con la realtà immoliamo l'immensità delle percezioni non fungibili all'idea, l'appercezione che ha come fondamenta l'idea virtuale con le sue aspettative, uccide una mole immensa di percezioni, relegandole nel limbo delle appercezioni, difatti di tutto ciò che leggiamo, siamo soliti rammentare ciò che è fungibile all'idea, all'aspettativa, menzogneri di noi stessi, omettiamo di dirci che l'aspettativa è una ricerca costante della conferma, come cavalli con i paraocchi ci impediamo di cogliere l'immenso che non rientra nell'aspettativa, in poche parole, l'appercezione altro non è che ciò che desideriamo sia, fatto salvo la legge cosidetta di casualità che complica un pò gli accadimenti, pensiamo di pensare, in realtà ce lo impediamo con l'idea, con l'aspettativa vincoliamo il libero pensiero alla singolarità del pensato, ennesima conferma della fallacità dei sensi, che poi vi siano delle persone che affermano: che l'essere ha imparato a conoscere e controllare la realtà esterna, vorrei tanto veder queste persone fermare il vento, o magari anche solamente la tua irruenza --- anche se conosco l'origine che muove il tuo pensiero verso simili letture, implorando ti chiedo di non passarmi link simili, e dalla fine delle mie ferie che mi tocca assistere a deiezioni sinaptiche, escrementi concettuali che hanno in se il seme figlio della cultura dogmatica che vorebbe ugualizzare l'infinito --- per tanti sforzi io faccia, non son mai riuscito a trovare due more identiche, neppure se colte dal medesimo cespuglio, l'equipollente vien troppo sovente confuso con l'uguale, è come confondere il rigore con la rigidità
 
     
cynderellalostsoul
cynderellalostsoul il 24/10/06 alle 13:15 via WEB
c'erano degli spunti interessanti, dai! L'irruenza suddetta mi sta costando cara in termini educativi, bisogna tener conto delle diversità, si, ma l'analisi porta necessariamente ad una qualke catalogazione. Le aspettative devon in qualke modo esser colmate o reinvestite.In questo senso il virtuale come prolungamento del reale mi pare possa aiutare.
 
     
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 29/10/06 alle 10:29 via WEB
Ciao ... Milena ... l'analisi della cosa statica, inevitabilmente conduce ad una catalogazione, l'analisi e relativa catalogazione dell'essere ha la sua moderna aletheia nell'efficenza economica, il tributo da versare è quello di classificare tutto l'essere in base all'estrapolato, ci si preoccupa di "curare" l'estrapolato nella speranza d'una guarigione complessiva dell'essere, ( questa era l'utopia di Freud come di ogni scienza specializata che sa veder altro che l'estrapolato da sconfiggere) sarebbe economicamente oneroso modificare le cause sociali del malessere --- l'unica possibilità di reindirizzamento concessa dalle scienze della cosa, risiede nell'ugualizzarsi oggettivandosi, l'alienazione dell'essere ---- la "terapia" come al solito risiede nell'essere, non nella cosa che si risolve in quell'unico estrapolato, invece di catalogare il pensiero immateriale, utilizziamo queste scienze per catalogare compiutamente le cose che ci circondano, poi, ma solamente poi è dato chiedersi se veramente voglio colmare aspettative nate in un determinato contesto, il calcolo economicamente corretto dovrebbe esser quello di soppesare il contesto interagente con l'essere per farle comprendere che ogni modificazione del contesto, sisificamente porta in dote nuove aspettative, la pretesa di soddisfar le medesime aspettative di vita sia nel deserto che nei ghiacciai, conduce inevitabilmente alla soppressione dì ogni diversità e differenza riducendoci alla finitudine della materia uguale al punto di far dire che lo sguardo, la carezza, il gesto di tizio è uguale a quello di caio, mentre ben sappiamo che nulla v'è di uguale ---- l'essere senza aspettative è morto, l'essere che pretende di colmare aspettative d'altro contesto nel suo contesto non sa cogliere appieno il contesto che lo circonda, non è assolitamente assodato che cambiando il contesto sia più soddisfatto, ogni cosa aiuta quando ci si conosce, si sa cosa si vuole veramente e si fanno i passi per giungervi, a nulla vale la stolta pretesa che il contesto giunga da noi, è empiricamente corretto saggiarci in altri contesti per comprenderci
 
Pinkturtle
Pinkturtle il 23/10/06 alle 00:08 via WEB
...nella stessa misura in cui la realtà rende reale il Virtuale...
 
 
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 24/10/06 alle 11:14 via WEB
Ciao ... Pink ... l'altra faccia della medesima moneta, ma essendo l'essere la moneta, vi son anche i perchè d'un simile conio, qualcuno ben prima di me ha affermato che la realtà è l'interpretazione dei fatti, ossia ciò che interpreti nel momento, la medesiama situazione in altro momento avrebbe un altra interpretazione, perciò qualcun altro affermò che non è possibile bagnarsi due volte nella medesima acqua, mentre il desiderio non cambia mai, a differenza della natura che è in perenne divenire, l'idea la cristallizziamo in una sorta d'inganno al tempo che scorre e tutto cambia, la nostra idea fantasticamente virtuale non cambia, è sempre li, identica a se stessa, idealizzata, virtualmente reale al punto di farci desiderare, sofrire o gioire anche per chi non è più tra di noi, per tacere su chi mai è esistito al difuori della nostra fantasia ---- noi siamo il virtuale, gli strumenti che usiamo altro non fanno che offrirci una prospettiva che è molto meno virtuale del nostro virtuale, un'irrealtà dell'irreale che diviene reale perchè lo vogliamo, conseguentemente la realtà è ciò che vogliamo che sia
 
preziosapaola
preziosapaola il 23/10/06 alle 00:11 via WEB
:-)....vedo che ogni tanto vieni a farmi visita, ma non scrivi nulla... perchè non scrivi mai nulla? non credi che meritiamo alcun commento? .... Passo al tuo post...A parte la grande Alda Merini, tu vuoi sapere se la virtualità rende virtuale il reale?....forse, forse lo rende e se non lo rende la si vive nel reale. Notte... una carezza
 
 
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 24/10/06 alle 11:15 via WEB
Ciao ... preziosa ... ora non metterti a ridere: son solito prendermi il gelato nella solita gelateria artigianale, dopo le prime volte che rivolgevo loro la parola per scegliere i gusti, da un bel pò di tempo entro magari pensando ai miei, porgo il dovuto alla gentile cassiera e lei sorridendomi, senza profferir parola ordina per me il gelato con i gusti che prediligo, lo stesso mi accade nei ristoranti come nei bar ove faccio colazione alle ore più inconsuete --- il gesto di recarmi in un luogo dice molto più di molte parole --- passando al post, sorrido ---- la postilla da me aggiunta è la domanda generata dalla poesia, parole che molto dicono sull'intendere reale il fantasticare che altro non è che il virtuale naturale, le parole che imploranti chiedono parole di fiducia, ossia di conferma al proprio fantasticare, tanto per soffermarmi su quelle, perchè tutta la poesia è una sublime sintesi della costruzione del pensiero ---- tutto ciò che "inventiamo" altro non è che una nostra protesi atta a "potenziar" ciò che già possediamo e ben conosciamo, il desiderio è già un possedere il concetto, l'idea, sulla quale si chiede conferma, non confronto aperto, quasi sempre solo conferma al proprio soliloquio fantasticante, perchè chiediamo conferma, se pensiamo che il confronto aperto può portarci in dono molti più desideri, cos'è che ci vincola a quel desiderio non facendoci percepir quella messe di desideri tacitati da quell'unica scelta del momento, certamente non le percezioni naturali, quelle cambiano più velocemente del tempo in montagna, quanto di tutto ciò è innato e quanto indotto dal confronto con i vincoli del momento, --- dici bene quando affermi che il virtuale lo si vive nel reale, ma è poi reale oppure è ciò che vogliamo che sia?
 
danclau
danclau il 23/10/06 alle 02:42 via WEB
A mio modesto avviso si la virtualità ha il potere di virtualizzare la vita che ci circonda, la trasforma e la plasma a suo piacimento... ecco spiegato come possono nascere ardenti passioni virtuali , superficialmente scambiate per amore.... un sorriso dany
 
 
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 24/10/06 alle 11:17 via WEB
Ciao ... dany ... non smetterò mai di stupirmi di come l'essere più fantasticante, la donna, sappia rientrar e uscire dalla realtà, con naturalezza e rapidita che ai maschietti è negata, quella realtà vera, quella fatta da noi ---- altro fattore le cosidette ardenti passioni, perlopiù si tratta dell'idea cristallizzata della passione che; in una sorta d'autoipnosi si vuol credere, sottolineo credere che sia passione naturale, quella che nasce dall'incontro scontro tra odori di sguardi che parlano ---- a proposito di virtualità, mi balza prepotente alla mente quella fanciulla che adora percorrer ogni anfratto con la sua lasciva lingua prensile, capita che gli neghi l'accesso ad un anfratto letteralmente pericoloso, ella cosa fa, fantastica, pone in dubbio il mio gradimento alle sue espressioni, al suo dirmi senza verbo, si cruccia e s'addolora realmente in un suo fantasticare virtualizzante, ed io sorrido perchè ella non sa, non conosce il rombo di giove, quel tuono che sarebbe capace di fermare tramortendolo un bisonte in corsa, quel tuono che scaturisce da sommovimenti magmaticoviscerali provocati da ben tre banchetti in due giorni, il rischio reale, non virtuale, era quello di farle una permanente indelebile con colpi di luce fosforescenti, tramortendola in un sorriso perenne sul modello paracadutista lanciato da altezze siderali, vuoi dire che abbia pensato ad un evento così naturale, NO, si è crucciata per giorni, grazie al suo virtuale, quello vero, mica i PC
 
patzf
patzf il 23/10/06 alle 13:17 via WEB
la tua domanda....non rispondo ci devo pensare .....mentre per la poesia ..bella ma tristissima un presente quasi passato che non vuole futuro...perchè questa poesia cosa ti ha spinto a pubblicarla ????? un bacio sberleffo
 
 
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 24/10/06 alle 11:18 via WEB
Ciao ... cenerina ... il mio quesito altro non è che uno sprone al confronto aperto, tipo vediamo un pò quel che succede generato da quella mole di parole senza verbo, quelle parole che ti spronano con aculei accuminati e petali di seta, per quanto riguarda la poesia, è naturale che tu ne dia una prima interpretazione attingendo all'esperienza, ossia se la scrivevi tu, l'origine sarebbee quella che dici, ma rammenta che chi è dotato del rigore della tecnica, può tranquillamente scrivere ciò che non percepisce, ma non potrà mai mentirsi sulla costruzione del pensiero, essendo la sintassi una tecnica logica, è solo una questione di tecnica, sublime finchè vuoi, ma sempre una fredda e calcolata tecnica, altre son le parole mute, li non v'è tecnica che tenga
 
puppeapera66
puppeapera66 il 23/10/06 alle 14:39 via WEB
La paura virtualizza il reale...la virtualità è strumento e l'uso che se ne fa,può avvicinare oppure, può mantenere la distanza e virtualizzare il reale... Lisa
 
 
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 24/10/06 alle 11:18 via WEB
Ciao ... Lisa ... la virtualità è strumento per chi conosce l'origine della virtualità, molti divengono strumento della propria virtualità, la poesia l'ho messa apposta, tralasciando Alda, una delle prerogative dei poeti è quella di percepire ciò che non c'è realmente, ossia riescono a ricostruire mentalmente emozioni in pefetta solitudine, una sorta d'ascesi che gli ha fatto guadagnare l'epiteto di mentitori, il tutto grazie alla virtualità umana, non solo il timore, ogni desiderio che nasce da pulsioni naturali, vien poi virtualizzato ed idealizzato dalla naturale vitualità escogitante, questo è il virtuale, escogitare come raggiungerlo nel reale, non certo l'interazione in tempo reale dei PC, in quest'interazione in tempo reale anche con chi è dall'altra parte del globo, v'è ben poco di virtuale, o meglio l'unica cosa che è veramente virtuale è il fraintendimento dovuto ad un relazionarsi monco, privo di tutta quella messe espressiva propria dell'essere
 
   
puppeapera66
puppeapera66 il 28/10/06 alle 15:42 via WEB
Dunque una virtualità,legata all'immaginifico dell'uomo,che tende a soddisfare le proprie pulsioni,attraverso la sublimazione di desideri,che spingono la mente a costruzioni( attraverso vari modi di espressione,poetica,musicale,visiva), un modo per soddisfare questi flussi...l'escogitare come raggiungerlo nel reale,è un passo molto piu' difficile da compiere...c'è infatti uno scontro, quasi sempre alienante, tra la virtualità che intendo sopra e il suo raggiungimento nel reale... Lisa
 
     
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 29/10/06 alle 10:30 via WEB
Ciao ... Lisa ... se non vi fosse l'immaginifico, saremmo delle bestie al pari delle altre, senza auto, case, libri e desideri utopici, la discriminante è tra chi compie gesti verso l'utopia e chi pretende che le venga servita da chi non si sa bene, però guerreggiamo per questo supposto "chi" ce lo dovrebbe servire per poterla pigramente consumare, non nego l'enorme difficoltà nel tentar di giungere con le propie mani, ma il divertimento della vita è tutto qui, nell'allargare i confini abbattendo le difficoltà che dimorano in noi
 
     
puppeapera66
puppeapera66 il 29/10/06 alle 11:26 via WEB
vero che il bello della vita è nell'evolvere allargando confini ed abbattendo paletti,concordo meno sulla pigrizia...in quanto non tutti,riescono a scorgere i paletti e le paure da cui ci facciamo e veniamo governati,sono percorsi diversi,difficilmente paragonabili l'uno all'altro...trovo che tu parli con una certa disinvoltura di questi percorsi, una disinvoltura quasi elitaria,come se tu arrivato ad un certo punto della tua evoluzione, scorgessi negli altri tuoi simili un'indolenza al vivere pienamente...penso, che osservare ed immedesimarsi nell'altro,ricercare le cause e rimuoverle,intervenire per interrompere un processo degenerativo,che passo passo conduce alla sopravvivenza,ecco questo può essere un buon aiuto, per non restare solo uno dei pochi fruitori del libero arbitrio,ma per aiutare e condividere con gli altri la gioia di amare...(naturalmente questo mio,è un discorso allargato..non è relativo alla mia o alle singole esperienze,ma è rivolto ad un sistema di vita nel quale ci troviamo immersi. Lisa
 
     
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 29/10/06 alle 22:34 via WEB
Ciao ... Lisa ... sorrido perchè il concetto non è mai ad personam, è solamente l'interpretazione dei fatti nel macro, non posso sapere se tu oggi hai utilizzato l'auto, ma se le centraline dicono che lo smog d'auto è aumentato, vuol dire che moltissimi hanno usato l'auto, questo usare l'auto quanto è imputabile alla pigrizia e quanto al sistema, rammentandosi che il sistema siamo noi, non chi concede agevolazioni all'uso dell'auto, la ribellione del nuotare controcorrente è sempre un atto faticoso da assumere, ma è molto pigro pretendere che i cosidetti amministratori promulghino delle norme che ci obblighino a far ciò che siamo soliti NON fare per pigrizia, lo stimolo parte sempre da noi, anche nel caso dell'innammoramento, a chi non è capitato d'infatuarsi d'un perfetto sconosciuto-a senza che l'oggetto del nostro intendere nulla sapesse ---- immedesimarsi nell'altro è semplicemente utopico, sarebbe la nostra interpretazione della sua interpretazione sbocciata in gesti e parole come in silenzi privi di gesto, è la medesima utopia in cui si son avvitati come degli uroboro sia Platone che Aristotele, per poi giunger ad affermar che il qui ora, l'adesso non è concettualizzabile, il nonsenso da cui sboccia il senso ---- quanto sia pigro parlare di sopravvivenza nell'opulento mondo occidentale è la conferma della pigrizia nell'assumere in se la responsabilità del gesto del viver pienamente, ora non è più come ai tempi di Alda, tempi in cui il differente veniva rinchiuso nei manicomi, ma cosa s'intende poi per viver pienamente, viver ad uso di ciò che potrebbe pensar l'altro? rinunciare ad essere per la mansione? fluttuare in una messe d'emozioni? neppure questo sarebbe appagante, la noia, lo sbadiglio del già visto prenderebbe il sopravvento, ed è li che il gesto disvela l'essere nella sua follia del volere, l'importante è che non se ne faccia un dogma di questo volere del momento, assumerlo per ciò che è, il volere del momento, che è molto differente dalle aspettative costruita nell'artificiosità della nostra fantasia, questo è il peccato originario dell'uomo, costruirsi un idea statica ed inseguirla nell'universo in moto perpetuo --- la cosidetta disinvoltura elitaria, sorrido, ma quale elitaria, non c'era mica nessuno ad evitarmi le tranvate, come tutti ho dovuto imparare da me, su di me, ho semplicemente imparato a far ciò che m'aggrada nel momento, sempre versando a cesare ciò che è di cesare, anche se mi capita di mercanteggiare, non so rinunciare a nulla, neppure per la mansione genitoriale, anzi, ho ben lasciato che anche loro si prendessero le loro brave tranvate senza star li a leccarle le ferite, poi ne abbiamo dialogato con ironia, oggi m'apostrofano come un loro coetaneo, sberleffano il mio dirle paterno in nome del: oggi mi va così, ed io sorridendogli indico con indice proteso un loro dono appeso al muro, un quadretto che recita in caratteri d'argento: l'esempio è la più alta forma di tirannide ---- di qui il mio "rimbrottar" la pigrizia, i timori, l'ossequiosa riverenza verso la norma, quale esempio si offre? --- se non rammento male, ho fatto un post sulle madri, ove elogiavo la mia che più non è, ma non mi son scordato d'elogiare madri che non rientravano nei canoni, eppure la prole è notevole a conferma che la prole non è la nostra idea o aspettativa, ma semplicemente un altra persona a cui offrire un esempio che le sia proficuo in ogni caso, anche se scegliesse di viver sull'himalaya, neppure noi siamo ciò che la nostra idea statica ci dice, siamo il prodotto dell'interazione con il tutto, semplicemente scegliamo chi, anche se alcuni trovano comodo il piatto pronto del cosa essere
 
     
puppeapera66
puppeapera66 il 30/10/06 alle 11:19 via WEB
grrrrrrrrrrrrrrrr... sono imbestialita,perchè avevo scritto un post che mi piaceva un sacco e cliccando per sbaglio,m'è sparito nel nulla!!!! Cazzarola devo imparare a salvare quello che scrivo... appena riesco ti posto una risposta sorryyyy ma ora devo andare.... Lisa gr gr gr...
 
AndatodltestA
AndatodltestA il 24/10/06 alle 09:34 via WEB
credo di si, è difficile cavalcare quella straordinaria e sottilissima linea di demarcazione che divide il "virtuale" dal "reale", la conferma l'ho appresa quando mi è capitato, come dire, di iniziare (ed interrompere subito) un rapporto epistolare tra me "persona reale" e l'altra "virtuale"...si confondevano le realtà, i termini, si travisava addirittura la verità....credo che la virtualità, davvero riesca, in più casi, a virtualizzare il reale...ed è meglio, a sommesso avviso, non confondere le cose, ciao
 
 
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 24/10/06 alle 11:20 via WEB
Ciao ... Andato ... non sapendo cosa tu personalmente intendi per virtuale, mi rivolgo ad un intendere comunemente inteso, ossia l'interazione con l'ausilio di strumenti tecnologici che consentono di superar la mancata presenza nel luogo, ed è proprio in forza di quest'assenza che si cristallizza l'idea dell'altro, "il mio cavallo a dondolo è sempre lo stesso", ma è una cosa, non una persona, il quesito non è cos'è meglio ma, a che prò? partendo dal dato di fatto che si trova ciò che si cerca, l'errore avviene quando si cerca un sogno irreale, fantasticamente virtuale, e si ha la pretesa di trasferirlo nella realta, mi vien in mente una persona che mi diceva: ho incontrato un malato, un folle irreale, ed io sorridendole le ho detto: NO, hai incontrato la tua fantasia, l'altro s'è limitato ad interpretar la parte che tu volevi interpretasse, l'errore di entrambi è quello di pretendere che il sogno sia la realtà, se lo si prende per ciò che è stato, vi siete regalati un sogno, ed i sogni al mattino svaniscono, solamente alla follia è dato rimaner nel sogno, per rimaner nella follia consapevolmente è necessaria una considerevole dote di consapevolezza
 
   
AndatodltestA
AndatodltestA il 24/10/06 alle 11:29 via WEB
perfetto, ne parlavo in un mio post, ciao
 
elisar_81
elisar_81 il 24/10/06 alle 09:58 via WEB
La mia risposta: "...Possedendo lei hai capito che la vita era uno sbaglio e che solo l'amore è la vera tragedia dell'uomo. Non eri mai stato un uomo e lei non era mai stata una donna. Il fatto è che uniti dalle vostre mani avevate scoperto che eravate grandi come l'universo. Il vostro errore è stato quello di scoprire la verità..." Alda Merini
 
 
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 24/10/06 alle 11:21 via WEB
Ciao ... elisar ... non v'è ingegno senza la follia, scoprir la finitudine della materia è come affacciarsi nel baratro di se, Alda questo lo sa bene e ci gioca sorridente
 
   
elisar_81
elisar_81 il 30/10/06 alle 16:11 via WEB
Condivido le tue idee, nella mia risposta,al di là che ho usato parole altrui, ho sconfinato dalla tua domanda.Quante domande ci poniamo tutti giorni!Troppe! E le risposte a volte fanno paura, altre volte sono scontate, e altre volte ci portano alla follia, follia estrema che ci fa perdere il senso della realtà. La virtualità virtualizza il reale se siamo noi stessi a confondere, miscelare due colori così diversi.Elisa
 
jo20
jo20 il 24/10/06 alle 11:53 via WEB
rieccomi qui a rispondere all'eterno quesito di noi viandanti del web... il virtuale è fantasia, è proiezione di un'immagine che spesso non esiste e che elaboriamo perfino nei dettagli per adattarlo alla nostra misura... aprire anche per poco lo spiraglio sulla realtà non fa che provocare delusioni, nessuno è quel che sembra, nessuno è ciò che promette di essere perchè ci adattiamo ad un mondo che permette di vedere solo una delle nostre mille sfaccettature e a quella ci atteniamo o meglio , ci attacchiamo. è successo a tutti credo, la delusione è enorme .... anche chi si proclama reale non lo è , è semplicemente virtualmente reale e pieno di inquietudini . io non mi sono mai chiesta se sono reale o virtuale, ognuno di noi è convinto di essere il primo, ma per gli altri non è sempre così... ti racconto un aneddoto che ha una certa attinenza , se la vuoi vedere. leggevo l'altro giorno una intervista alla bellucci , diceva che la bella donna che tutti vedono nelle sue foto in realtà non esiste, è semplicemente virtuale perchè frutto di elaborazioni e ritocchi del computer.... forse però è più bella e certamente più vera quella imperfetta.
 
 
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 29/10/06 alle 10:32 via WEB
Ciao ... jo ... se la tua fantasia costruisce un 'immagine, perchè pretendi che la medesima sia bell'e pronta nel reale, quanto hai fatto tu per costruirla realmente? --- questo è uno degl'innumerevoli danni del pensiero indottrinato, so ben che è molto meno faticoso pretender la manna dal cielo che arare la dura terra, ma non piangiamoci addosso se poi moriamo di fame nel rifiuto dell'imperfezione della spiga di grano --- sorrido perchè l'evoluzione, la vita, risiede nell'imperfezione, il grave difetto della perfezione risiede nell'impossibilità d'adattamento, un pò come un bel fiore che sboccia solamente in determinati luoghi, la perfezione nel contesto, perciò son solito affermare che l'essere più mutevole, la donna non va compresa, è necessario comprender/la nel contesto in cui è inserita
 
GrandeVolo
GrandeVolo il 24/10/06 alle 14:42 via WEB
e se....la virtualità cercasse di realizzare la realtà falsa che rappresenta? (scherzavo ovviamente con la riflessione...non si risponde mai con un'altra domanda ;-) ) Buona giornata un saluto in Volo.
 
 
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 29/10/06 alle 10:32 via WEB
Ciao ... Volo ... sorrido perchè son solito risponder alle domande con un numero indefinito d'altre domande, altro non sono che il tentar di ricondurre l'altro verso il proprio pensiero, perchè possediamo già l'idea delle risposte alle domande che esponiamo, vogliamo solo vedere se l'altro conferma o meno, una sorta d'auto approfondimento interattivo alla nostra percezione dell'altro e di noi stessi nell'altro, questo è l'interrogarsi vicendevolmente
 
   
GrandeVolo
GrandeVolo il 30/10/06 alle 00:13 via WEB
anche se....potrebbe divenire specchio convesso... ;-) un bacio in Volo.
 
mattino_disole
mattino_disole il 24/10/06 alle 18:09 via WEB
Virtuali o reali siamo sempre noi stessi, con la nostra sensibilità, le nostre sicurezze e incertezze, la nostra ricerca di qualcosa che sempre ci sfugge e non si sa a cosa e dove ci porta. Si sogna nel virtuale e nel reale (forse ancora più nel reale) e sognando si vive in un mondo virtuale mantenendo il nostro corpo nel reale. Ma la nostra anima rimane unica e inscindibile. Ognuno di noi è unico.
 
 
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 29/10/06 alle 10:34 via WEB
Ciao ... mattino ... l'umana condanna è quella del bello che risiede nell'andare, il giungere dimora nel reale, perciò ho scelto d'oscillare tra l'andare ed il giungere, così mantengo tutte le mie anime
 
Traiettorie_Mentali
Traiettorie_Mentali il 28/10/06 alle 11:25 via WEB
dipende da come si fa "uso" del virtuale o del reale, tutto può essere o non essere ;-) in ogni luogo....Ma se per reale intendi esclusivamente la MATERIA, naturalmente....qui non c'è.
 
 
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 29/10/06 alle 10:35 via WEB
Ciao ... onirico punto G. ... sorrido .... a te la materia non parla, non dice nulla? non è che mi divieni più "virtuale" di Pessoa?
 
   
Traiettorie_Mentali
Traiettorie_Mentali il 30/10/06 alle 17:51 via WEB
ti sei perso qualche puntata...parecchie^__^
 
rosso.scarlatto
rosso.scarlatto il 28/10/06 alle 13:54 via WEB
La virtualità è infida proprio per questo... si finisce per credere ad una realtà che potrebbe essere solo virtuale... Capire da che parte è iniziato tutto diventa un'impresa assolutamente gravosa...
 
 
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 29/10/06 alle 10:36 via WEB
Ciao ... rosso.scarlatto ... hai ben esposto il perchè --- si sceglie di credere invece che pensare
 
Melyssa63
Melyssa63 il 28/10/06 alle 14:23 via WEB
Ti auguro un felice week--end.. un sorriso x te :-)))
 
 
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 29/10/06 alle 10:37 via WEB
Ciao ... Melyssa ... una messe di gioie accuminate a te
 
lamiapelle
lamiapelle il 29/10/06 alle 12:20 via WEB
il virtuale aiuta a cogliere e ad apprezzare le sfumature del reale, anche a chi, prima non le vedeva
 
 
FleneurSenzaTempo
FleneurSenzaTempo il 29/10/06 alle 22:36 via WEB
Ciao ... Ant ... ogni singolo variare l'approccio con tutto ciò che ci circonda aiuta, l'importatne è comprendere che è la medesima luna vista dall'altro emisfero che ci da sensazioni differenti, nuove, ma equipollenti a quelle "vecchie" e già conoscute, è sempre il nostro desiderio aperto che ci fa cogliere le differenti sfumature, nulla impedisce che cambiando emisfero la luna ci dia le medesime sensazioni, siamo sempre noi con il nostro intento a variare, non la cosa che è sempre medesima
 
sensoblu1
sensoblu1 il 30/10/06 alle 09:45 via WEB
Penso di si', inevitabilmente, sta' a noi poi virtualizzarlo "nel giusto" modo :-)
 
nubenda
nubenda il 30/10/06 alle 12:48 via WEB
pure io molte volte mi son chiesta: perkè qsto "virtuale" sembra aver al stessa radice di "virtù"...ma nn credo virtualizzi il reale, solo lo filtri di una patina sottile...come un sogno, una visione o un ricordo...
 
auradanzante_1
auradanzante_1 il 13/11/06 alle 23:51 via WEB
Dopo aver letto tutte le parole dei vari commenti, riporto quelle che ho sentito più vicine a me."è sempre il nostro desiderio aperto che ci fa cogliere le differenti sfumature, nulla impedisce che cambiando emisfero la luna ci dia le medesime sensazioni, siamo sempre noi con il nostro intento a variare, non la cosa che è sempre medesima" aura
 
maripaprika
maripaprika il 17/11/06 alle 08:48 via WEB
virtuale reale... sfaccettature entrmbe del reale... può essere reale un pensiero, un dario...le nostre frsgilità agli avvoltoi??? virtuale specchio del erale, pezzo di reale... reale chiudere ai ceppi una donna fantastica... reale la sana pazzia che è migliore della gretta normalità???? un besos
 
bippy
bippy il 21/03/07 alle 08:50 via WEB
Interessante anche questa tua domanda !!<La virtualità virtualizza il reale?> Bisogna vedere quanta parte di noi riesce ad accaparrarsi la virtualità delle nostre emozioni...ma può succedere. Bisogna sempre ricordarsi che i sogni la mattina evaporano.Oh c'è il sole stamattina che bello!Ciao:-))
 
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Un blog di: FleneurSenzaTempo
Data di creazione: 10/03/2005
 

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