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foto: nizoo - soggetto: i miei piedi

Post n°581 pubblicato il 26 Novembre 2006 da sopalmar
Foto di sopalmar









Scarpe leggere per un cuore denso come un buco nero.
Pecora nera della famiglia, mentre mia madre e mia sorella collezionavano scarpe con i tacchi, femminili ed intriganti, rumorose e appariscenti, di tutti i colori esistenti in natura, di pelle o stoffa, con paiettes e perline, fiocchi e applicazioni all’ultima moda, tacco a rocchetto, zeppa, tacco classico – un armadio intero solo per le loro scarpe - io strascicavo passi da adolescente in un paio di anfibi neri, 5 misure più grandi del mio piede – come a voler arrivare prima – o forse, come ancoraggio sicuro alla terra…li ho venduti, poi, quegli anfibi – dopo averci marciato per chilometri di passi e pensieri silenziosi, ovattati nella nebbia e nel buio delle calli - ad un cugino che vive lontano, per andare al concerto dei Soundgarden - i soldi per il biglietto nessuno me li ha voluti dare, a casa. Ma il sangue si trasmette, e la struttura dei geni, a volte, si riflette in un sorriso che, sento, appartiene a lei, anche se il viso e le labbra sono mie, solo mie. Come se affiorasse da dentro, da sotto la pelle. E così per le scarpe. Dna di famiglia. Ma leggermente mutato. Ché io colleziono ballerine, nere, senza orpelli se non un minuscolo fiocco, o ‘gli occhi’, come le scarpe che avevo da bambina, basse bassissime, che camminare raso terra mi piace. Scarpe leggere per camminare silenziosa per il mondo, per camminare non vista, io con il mio cuore di catrame.

 
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