Dal XXVI canto dell'Inferno«Quando mi diparti' da Circe, che sottrasseme più d'un anno là presso a Gaeta,prima che sì Enea la nomasse, né dolcezza di figlio, né la pietadel vecchio padre, né 'l debito amorelo qual dovea Penelopé far lieta, vincer potero dentro a me l'ardorech'i' ebbi a divenir del mondo esperto,e de li vizi umani e del valore;............................................. "O frati", dissi "che per cento miliaperigli siete giunti a l'occidente,a questa tanto picciola vigilia d'i nostri sensi ch'è del rimanente,non vogliate negar l'esperienza,di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza:fatti non foste a viver come bruti,ma per seguir virtute e canoscenza"...................................................... e volta nostra poppa nel mattino,de' remi facemmo ali al folle volo,Fu mai scritto niente di piu' bello?Per me, no! CiaoUlisse
Fu mai scritto niente di piu' bello?
Dal XXVI canto dell'Inferno«Quando mi diparti' da Circe, che sottrasseme più d'un anno là presso a Gaeta,prima che sì Enea la nomasse, né dolcezza di figlio, né la pietadel vecchio padre, né 'l debito amorelo qual dovea Penelopé far lieta, vincer potero dentro a me l'ardorech'i' ebbi a divenir del mondo esperto,e de li vizi umani e del valore;............................................. "O frati", dissi "che per cento miliaperigli siete giunti a l'occidente,a questa tanto picciola vigilia d'i nostri sensi ch'è del rimanente,non vogliate negar l'esperienza,di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza:fatti non foste a viver come bruti,ma per seguir virtute e canoscenza"...................................................... e volta nostra poppa nel mattino,de' remi facemmo ali al folle volo,Fu mai scritto niente di piu' bello?Per me, no! CiaoUlisse