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CLATHRUS RUBER

Questo Gasteromicete è racchiuso da una volva che a maturazione si lacera in vari punti e la parte interna, che è gelatinosa, fuoriesce assumendo la forma di una rete di un bel colore rosso.

La natura, grazie a questo fungo, ci stupisce per la sua meravigliosa fantasia e varietà, infatti, a parte l’aspetto generale, la cosa che ci colpisce di più è il suo modo di riprodursi. Nella parte interna della rete rossa si forma una sostanza mucillaginosa contenente le spore di colore bruno-nerastro; il suo odore “particolare” attira gli insetti, soprattutto le mosche, che si imbrattano con la sostanza gelatinosa e la diffondono nell’ambiente.

 

 

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I FUNGHI ALBINI

Post n°8 pubblicato il 14 Marzo 2012 da ifonzaru

Io credo che ad ognuno di noi sia capitato di incontrare persone particolarmente “pallide”, con i capelli candidi e spesso uno strano rossore negli occhi. Perfetto, ci siamo intesi alla perfezione, parlo delle persone albine. Uno strano disturbo della pigmentazione dovuto ad un errore cromosomico che non è peculiare solamente degli esseri umani, esso coinvolge, in forma totale o parziale anche gli animali e più raramente le piante.

Boletus edulis var. alba

Di certo non potevano essere esenti dal fenomeno i funghi, che, come descritto da Sauro nella sua scheda monografica, spesso vengono addirittura catalogati come vera e propria varietà alba. Questa anomalia, che non deve essere confusa con una depigmentazione della sommità del carpoforo dovuta all’assenza di esposizione alla luce, si manifesta nei funghi con il micelio non completamente sviluppato che fruttifica carpofori biancastri o con strane forme. Vi sono casi nei quali non è tutto il carpoforo ad essere interessato ma sono solo le spore che sono private della propria colorazione; in questo caso si parla di albinismo parziale (ovviamente questa fattispecie è assente nei funghi leucosporei) Molte sono le specie di Amanita ad essere annoverate con la varietà “alba”: Amanita Phalloides; Amanita citrina; Amanita Muscaria, ma non sono le sole, basti ricordare il Boletus Edulis var. alba oppure l’Inocybe Geophylla. In questo caso il cappello del carpoforo reca come conseguenza una riduzione dello spessore della membrana sporale mentre la colorazione delle spore non subisce depigmentazione e quindi si è davanti ad un fenomeno di semialbinismo. Come in molti altri casi gli studiosi di micologia non si trovano del tutto concordi (ti pareva che almeno una volta lo fossero!!!) nel definire i funghi albini come varietà in quanto trattasi, come descritto in precedenza, di un errore cromosomico e quindi di una deformità della specie. Quello che è comunque certo è che, ancora una volta, il colore di un fungo non è mai, e sottolineo mai un aspetto determinante per il riconoscimento certo di una specie e quindi un lasciapassare inequivocabile che consenta ad un fungo di accedere alla nostra padella.

carlo

 
 
 
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