E’ già spreco. Un mese dopo il disastro arrivano i primi finanziamenti. Ma anche sovrapposizioni di interventi e competenze. Non è chiaro quanto sia stato speso, fatto sta che gli interventi che il Consorzio ha commissionato ad una ditta di Cagnano varano la scorsa settimana non sono serviti a nulla: Ulse e Kalena sono piene di detriti, e i fossi creati dagli operai si riempiono d’acqua. Il Comune di peschici dispone di 2,5 milioni per sistemare i canali di deflusso delle acque. Il Consorzio di Bonifica Montana lo precede con i suoi 100mila euro.
Che tra i peschiciani - amministratori e non - e il Consorzio di Bonifica Montana del Gargano non scorra buon sangue, è cosa risaputa, e il rapporto si è incancrenito dopo l'alluvione. Da palazzo di città del sindaco Franco Tavaglione non sono mancate dure accuse nei confronti dell'ente di Giancarlo Prattarolo, reo di non aver effettuato i lavori di manutenzione idonei ai canali Ulse e Kalena, esondati e distrutti dall'alluvione dello scorso mese. A gettare benzina sul fuoco, però, ci hanno pensato i nuovi interventi del Consorzio proprio nei due canali, in corrispondenza di tre piccoli ponti, che hanno mandato su tutte le furie i proprietari dei terreni circostanti. Il motivo? Invece di pulire i canali, gli operai hanno scavato tre grosse buche, che con la pioggia della scorsa settimana, si sono riempite di acqua e fango. Il primo intervento nei pressi dell' abbazia di Kalena. A pochi passi dal sito storico-religioso peschiciano di Kàlena, le ruspe di una ditta di Cagnano Varano incaricata dal Consorzio di ripulire i canali dai detriti giunti dalla Foresta Umbra in seguito all'alluvione del 5 e 6 settembre, hanno creato la prima buca, In pratica sono state spostati pietre e altri detriti sui due lati del canale di Kalena, detriti che, alla prima pioggia battente, potrebbero riversarsi di nuovo nel letto del canale. In più, avendo ripulito per non più di venti metri, si è creata una buca della stessa lunghezza -le foto possono testimoniarlo - in cui l'acqua piovana caduta nei giorni non riesce a defluire rimanendo bloccata sia verso il mare che verso monte dagli argini creati dai detriti non rimossi. In più, il live1lo dell'acqua quasi pareggiava quello della strada. Seconda situazione: Canale Ulse – Ci spostiamo di qualche centinaia di metri, arriviamo al canale Ulse, e la situazione non cambia, anzi. Anche qui acqua e fango non riescono a passare da nessuna parte per via del blocco obbligato formato dai detriti che non sono stati rimossi. A lato del canale, o meglio, ad entrambi i lati, sono stati appoggiati i detriti che, si spera verranno rimossi e conferiti in un altroi luogo subito dopo aver terminato i lavori. Alla prima grande vibrazione – ad esempio, un mezzo pesante che passa nelle vicinanze – quelle pareti formate da detriti potrebbero venire giù franando e riempendo di nuovo la buca. Più avanti la stessa storia. Volgendo le spalle al mare e incamminandosi verso l'entroterra, quindi risalendo il canale di Ulse, si nota un'altra, la terza ed ultima (?) buca che è stata creata dagli operai della ditta cagp.anese. Come nel precedente caso, anche qui i detriti sono stati spostati e lasciati ai lati del canale. E anche in questo caso, stessa considerazione che si può fare per gli altri due sottoponti puliti: detriti a nord, detriti a sud, e l'acqua non passa. Un'ostruzione che impedisce all'acqua piovana e al fango di andare verso il mare, ovvero, seguire quello che dovrebbe essere il percorso naturale e per cui è stato creato il canale. Insomma, tre - interventi, costati diverse decine di migliaia di euro, che, a dire di alcuni tecnici che abbiamo sentito e dei proprietari terrieri che vivono quotidianamente nei terreni che costeggiano i due canali, sono totalmente inutili. "Invece di aggiustare le vasche laterali di deflusso, e pulire realmente i canali, hanno semplicemente spostato le pietre di lato e formato delle buche. E' questo il modo di spendere i soldi pubblici? Potevano aggiustare le strade rurali, che sono davvero messe male e vanno ripristinate il prima possibile". Non è chiaro se i lavori continueranno o se si è solo voluto pulire i canali in corrispondenza dei ponti che; oltretutto, non sono lunghissimi e di chissà quale importanza, bensì sono piccoli collegamenti di un paio di metri tra un lato e l'altro della strada, divisa dal canale - fatto sta che se dovesse tornare a piovere nei prossimi giorni, le buche formate dagli operai si riempiranno nuovamente di acqua. Gli interventi effettuati non saranno affatto piaciuti agli amministratori peschicianì, che ci fanno sapere di voler prima avere spiegazioni in merito e poi, se sarà il caso, commenteranno la notizia. Ma la situazione che si sta palesando a Peschici lascia pensare che la rabbia degli amministratori per i mancati lavori di manutenzione prima e per quelli sbagliati ora, non si placherà a breve. Tutto qua? Niente affatto. Come fanno sapere dal Municipio peschiciano, i lavori svolti dal Consorzio nei giorni scorsi solo oltretutto inutili - non solo tecnicamente parlando - in quanto il Comune ha ottenuto un finanziamento di due milioni e mezzo di euro che servirà per far ripulire del tutto i due canali peschiciani. "Stiamo per far partire la gara di appalto per i lavori da fare sui due canali, che verranno ripuliti dai detriti e riprenderanno le loro funzioni reali". A gestire il bando sarà l'Ufficio Tecnico Comunale guidata dal l'esperto architetto Massimo D'Adduzio. Quindi, oltre ad aver fatto male i lavori, che ha portato solo alla creazione di tre buche in corrispondenza di piccoli ponticelli, il Consorzio ha speso anche soldi per interventi che spetteranno alla ditta incaricata dal Comune. G.F. Ciccomascolo L’Attacco |
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