Poche ore fa è morto a Palermo Biagio Conte, missionario laico molto noto in città per le sue battaglie a sostegno dei poveri e degli animali indigenti della Sicilia e per aver fondato la Missione Speranza e Carità, vero e proprio sostegno per generazioni di clochard e immigrati che sono passati per il capoluogo siciliano.
Lungo il corso della sua vita, interrotta a 59 anni dopo una lunga malattia, Biagio era divenuto un vero simbolo per coloro che credevano nella rinascita comunitaria e spirituale della sua città, spesso colpita da fenomeni criminali che ne ridanno una cartolina falsa e parziale dei suoi abitanti.
La storia di Biagio Conte come missionario laico aveva commosso tutta l'Italia ed era iniziata nel maggio del 1990, quando la sua scomparsa aveva allertato i familiari che erano stati costretti a chiamare il noto programma TV "Chi l'ha visto?". All'epoca Biagio rispose ai parenti rendendo nota in diretta la sua scelta di diventare eremita sulle montagne dell'entroterra siciliano, con l'obiettivo di riallacciarsi spiritualmente con la natura e poi intraprendere un cammino a piedi verso Assisi, che avrebbe compiuto più e più volte durante gli anni.
Il legame con l'ambiente e gli animali è stato un cardine del cammino spirituale e terreno del missionario. Durante i suoi lunghi pellegrinaggi, alla ricerca del benessere interiore, ha sempre detto che entrare in contatto con la verità è possibile solo se si è convinti nel meditare lontano dalle ricchezze e dalla città. Inoltre è sempre esistito un profondo legame di innocenza fra Biagio e i cani. Il missionario laico infatti, nei suoi primi viaggi, si era affidato alla compagnia del suo vecchio cane che aveva chiamato Libertà. L'amico a quattro zampe lo seguiva davvero ovunque, scodinzolando anche quando Biagio faceva visita alle scuole, per raccontare agli studenti la sua missione umanitaria.
Definito il "San Francesco di Palermo", negli anni aveva anche lottato per il benessere degli animali. Il caso più emblematico è avvenuto nel 2000, quando dopo aver già fondato la Missione Speranza e Carità lottò strenuamente per segnalare le violenze perpetrate agli animali al canile comunale di Palermo. Per tre anni infatti aveva cercato di convincere le allora amministrazioni comunali nello spostare il canile in un'area meno densamente abitata e maggiormente idonea, al di fuori della città. Anche per permettere agli animali di non vivere ammassati vicino alle loro feci e di poter godere di maggiore spazio, magari nei pressi di una struttura che presentasse alberi e punti di socializzazione per gli animali.
«Invitiamo i cittadini e le autorità a vedere il nostro video che testimonia come i cani siano maltrattati e come si sbranino tra loro», aveva detto alla comunità pubblica, inviando lettere a tutti i giornali presenti nel capoluogo. «Occorre un intervento immediato, non solo dell'amministrazione, ma anche dei veterinari e di molti volontari. Gli animali rischiano di morire di fame. Tra l'altro le norme igieniche non prevedono che un canile stia attaccato a un centro abitato, mettendo a rischio la vita della povera gente, oltre che dei cani. Siamo infestati da zecche e pulci e il continuo abbaiare dei cani rende la vita impossibile nel quartiere».
La “Cittadella del povero e della speranza” è una delle quattro strutture di accoglienza della “Missione di speranza e carità” ed ha accolto per anni fino a 150 persone per volta. Si trova presso il vecchio disinfettatoio comunale di via Archirafi, che ospita anche le facoltà scientifiche e naturali dell'Università degli studi di Palermo. Presso invece Tagliavia, frazione di Monreale, in alcuni ettari dati in comodato d’uso dalla diocesi, e presso Scopello, vicino Trapani, Biagio Conte aveva istituito delle comunità che davano possibilità a chi volesse di coltivare il grano, produrre formaggio e di occuparsi anche di alcuni animali da fattoria maltrattati. Era infatti convinto che il lavoro umile potesse essere una occasione di riscatto per molti uomini della società e che non esisteva rapporto migliore se non quello basato dalla fiducia fra uomini e animali.
«Un uomo che ha affermato con amore la legalità dei diritti, oltre la legalità del diritto» ha appena dichiarato l'ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, per molti anni amico di Conte. «Un simbolo splendente di umanità, del cambiamento possibile di Palermo. Biagio Conte è entrato nell'eternità della vita continuando a rendere eterno l'amore per Palermo e per gli ultimi».
Inviato da: GiuliettaScaglietti
il 13/06/2024 alle 16:24
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