Dai tempi più remoti vi è stato un rapporto strettissimo tra le sorgenti d'acqua e l'economia garganica. Tutta la vita silvopastorale si è svolta intorno ai pascoli e alle fonti d'acqua. La Foresta Umbra conserva ancora oggi numerosi “ Cutini “, ricavati da depressioni naturali del terreno, quasi sempre alla fine di impluvi costituivano preziose riserve d'acqua per le persone e il bestiame. Dagli appunti di Rocco Sgherzi ricaviamo:” Il territorio della Foresta Umbra pur contraddistinto da numerosi impluvi naturali è privo di corsi d’acqua superficiale a causa della natura carsica della zona. In alcuni punti tuttavia, la presenza di doline il cui fondo è costituito da argille impermeabili, si raccolgono le acque meteoriche dando origine alla formazione dei cosiddetti Cutini dalla forma e dimensioni variabili. I Cutini sono fondamentali come risorsa idrica per la fauna selvatica, ma sfruttati anche per abbeverare le mandrie e le greggi al pascolo brado: Cutino Revitali, una piccola pozza d’acqua temporanea dalla forma ellittica, situata nel cuore di Foresta Umbra, in località Valle Coppa, a 257 m.l.m. La pozza è situata in una piccola conca naturale, impermeabilizzata naturalmente è senza muretto a secco, raccoglie le acque di ruscello dell’area circostante. L’area è in parte circondata da cespugli di Biancospino e Roverelle parassitate dal Vischio. La pozza in primavera si ricopre di un bellissimo tappeto di Ranunculus peltatus ed Utricularia vulgaris, mentre durante il periodo estivo secca quasi del tutto. Tra la fauna è presente il Crostaceo Anostraco Chirocefalus diaphanus. La localizzazione della pozza relativamente lontana dai sentieri della Foresta, fa si che l’area sia molto frequentata dalla fauna selvatica. Cutino Sciurillo è una piccola pozza d’acqua temporanea dalla forma ellittica, poco lontano dal sentiero che congiunge la Caserma Sfilzi con Caserma Caritate. La pozza è situata in una piccola conca naturale, impermeabilizzata naturalmente è senza muretto a secco, che raccoglie le acque di ruscellamento dell’area circostante, all’ombra di una fustaia di cerri e carpini. La pozza in primavera si ricopre di un bellissimo tappeto verde di Lenticchia d’acqua. Tra la fauna, è presente il Rospo comune (Bufo bufo) ed il Tritone italico. Di tali Cutini, pochi restano attivi, per tutto l’anno, e tra questo quel più esteso è il Cutino d’Umbra, che, visto le dimensioni è chiamato Laghetto d’Umbra ( nella foto ). Il Laghetto d’Umbra è situato nel cuore di Foresta Umbra ai margini della Riserva Naturale Biogenetica Foresta Umbra, a circa 790 m s.l.m. Il laghetto occupa la parte centrale di una ampia dolina, che raccoglie le acque di ruscellamento dai declivi circostanti. Nelle sue acque vive l’Alborella meridionale riportata nella Direttiva 92/43/CEE tra le specie animali d’interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione, è inoltre elencata fra le specie protette nella convenzione di Berna. Oltre alla Alborella è presente anche la Carpa, ed alcune specie aliene deliberatamente introdotte come il Carassio dorato, il Pesce gatto e la Tartaruga palustre dalle orecchie rosse. Nelle sue acque vive anche il Rospo comune (Bufo bufo). Cutino di Paglizzi Piscineli allevamenti di ovini, caprini e bovini risalgono alle primordiali pratiche umane sul Gargano “. Uno dei comuni a forte economia integrata è, ancora oggi, Vico del Gargano con le sue campagne, i giardini di agrumi, gli ulivi, i boschi, le pinete, gli alberi patriarchi e le sue numerosissime sorgenti d'acqua. Si pensa a milioni di litri che oggi non vengono adeguatamente tutelati, conservati, utilizzati. L'elenco delle sorgenti nel territorio di Vico del Gargano, preso dagli “ Appunti per una Memoria Storica – Antropologica “ del lo Sgherzi, citano l'Acqua del Moroso; Acqua del Confine; la Sorgente Asciatizzi, uno dei pochi torrenti perenni presenti sul Gargano settentrionale. La Sorgente, nasce vicino all’antica Civita di Vico del Gargano, presso la chiesetta di Santa Maria Pura e scorrono lungo il canale Asciatizzi, da cui ha preso il nome. Le sue acque provengono dalla falda superficiale e dalle acque di dilavamento delle retrostanti alture, e sfociano in mare in territorio di Rodi Garganico in località Molino di Mare. Le acque della sorgente scorrono in un suggestivo scenario ambientale, caratterizzato da antichi coltivi (agrumi, olivi, carrube) e da antichi mulini ad acqua. Sorgente Santiago; Sorgente Sfilzi è situata nel cuore della Foresta Umbra, all’interno della riserva integrale biogenetica Sfilzi (57,58 ha) in uno scenario di grande valore naturalistico. Per la sua altitudine 460 m.l.m, rappresenta l’unica sorgente montana presente sul Gargano. La sorgente è inserita tra le zone di protezione speciale (ZPS). Sito della Rete Natura 2000 individuato all’interno del parco Nazionale del Gargano. La sorgente o Fontana Sfilzi pare sia stata costruita dai Benedettini dell’ Abbazia di Tremiti. L’esistenza dell’antica Fontana, s’intuisce dalla presenza ancora ben conservate di una serie di vasche dalle quali molto probabilmente i pastori ed i taglialegna attingevano l’acqua. Molto suggestivo ed interessante è la raffigurazione incisa nella roccia di un’ostensiorio, a testimonianza della proprietà di un ordine religiosa della Fontana. La presenza dell’acqua ha originato nell’area un bellissimo microambiente umido, ricco di felci muschio e licheni e da maestosi alberi di faggio, acero campestre ed acero opalo. Dal punto di vista faunistico è segnalata la presenza del Gasteropode polmonato del genere Ancylus fluviatilis e del Bivalve Pisidium personatum. Per queste due specie la Sorgente-Fontana Sfilzi rappresenta l’unica stazione sul Gargano dove sono stati segnalati. La Fontana, essendo situata in un’area della riserva integrale della Foresta, molto lontana dalle vie di accesso principale della Foresta Umbra, è poco frequentata dai visitatori ed escursionisti, per cui è molto frequentata dagli animali selvatici (Caprioli, Cinghiali, Volpi, Faine) che vanno ad abbeverarsi. Sorgente Montenero; Sorgente Pincio; Sorgente Carnevale; Sorgente Canneto, situata a pochi km dall’abitato di Vico del Gargano a circa 100 m s. l. nei pressi della chiesetta dell’Assunta o di S. Maria di Canneto in un suggestivo scenario naturale, caratterizzato da agrumeti e da antichi mulini ad acqua. La Sorgente/Fontana raccoglie le acque della falda superficiale delle retrostanti alture che alimentano anche la Sorgente Asciatizzi, è costituita da due vasche rettangolari in pietra, una per la raccolta dell’acqua e l’altra è una lavatoio ( nella foto ) l’area segna il confine tra il comune di Vico e Rodi G.co. La sua presenza è ricordata in molti documenti del periodo Svevo ed Angioino, la località è riportata con il nome Casale di Canneto. Il Casale venne probabilmente abbandonato nel basso medioevo a causa del clima d’incertezza creato dalle continue scorrerie saracene. La Sorgente-Fontana di Canneto per la sua vicinanza al paese in passato costituiva una fonte di approvvigionamento ed un lavatoio pubblico per gli abitanti di Vico. Sorgente Acqua Nuova; Sorgente S. Nicola; Sorgente Acqua del Vicario; Sorgente Acqua del Porco; Sorgente Fontanella; Sorgente Acqua di Chilci; Sorgente Acqua della Chianca; Sorgente Acqua del Vasto; Sorgente Pasinaccio; Sorgente Maddalena; Sorgente Crepacore; Sorgente Corpo di Cristo; Sorgente Acqua di pietra; Sorgente Fontana Vecchia; Sorgente Coppa della guardia – esaurita - (che alimentava il Fosso del greco – u cuanal du reek). Sorgenti minori si manifestano anche in prossimità della spiaggia specialmente in corrispondenza di formazioni vallive alluvionali (Murge Nere, S. Menaio, Valazzo, Calenella). Le loro acque, però, si disperdono subito prima di raggiungere il mare. Una volta, addirittura, nella Piana di Calenella si formava un impantanamento, molto simile ad una piccola palude, ai piedi di Macchia di Mare. Altre sorgenti: Cerneglie, Colaciocco. Altra fonte di approviggionamento sono le Piscine, dei grandi pozzi a cielo aperto, scavati nella terra e, generalmente rivestiti da una camicia di pietre consolidate con argilla, finalizzate alla raccolta delle acque meteoriche, attraverso un sistema di captazione più o meno complessa: una serie di canali superficiali scavati lungo i versanti degli impluvi vicini, convogliavano l’acqua verso le piscine dove, dopo essere passate in una o più vasche di decantazione, costituivano riserve d’acqua fondamentali per la pastorizia. Per raccogliere l'acqua dalle piscine, i contadini hanno adottato un sistema di probabile origine araba: un lungo palo di legno alle cui estremità vengono fissati da un lato una corda con il secchio, dall'altro un sasso (che funge da contrappeso) incardinato su un montante, realizzando così una vera e propria leva che agevola la pesca dell'acqua. Piscina della Ginestra, situata in Foresta Umbra, località Bosco della Ginestra. Essa è localizzata lungo uno dei sentieri più lunghi che attraversano Foresta Umbra Torre Palermo-Caserma Caritate, in una piccola radura, nei pressi della Caserma della Ginestra Superiore a circa 678 m s. l. m. La piscina nonostante lo stato di abbandono in cui versa, assolve ancora alla sua funzione infatti, durante le piogge si riempie di acque, e tutta l’area è un pullulare di vita. Piscina Grande; Piscina della Bella (o di Radicosa); Piscina di Paglizzi; Piscina dei Cortigli; Piscina dei Morti; Piscina di Manatecco; Piscina del Parchetto; Piscina della Vedova; Piscina di Temerario Un tempo le sorgenti erano l’unica fonte d’acqua per la popolazione, non esistendo una rete idrica; divenivano perciò luogo di ritrovo e di socialità, dove le massaie venivano a lavare i panni, a prendere l’acqua per la casa o i contadini a rinfrescarsi. Anche la Fontana Vecchia, detta ‘Fontana dei Francesi’, appena fuori le mura di Vico, è comodamente raggiungibile in auto; il luogo è molto suggestivo: tra una coltre di platani si trovano una bellissima fontana ottagonale ed un lavatoio perfettamente conservati. Vicino alla fontana c’è la chiesa di Santa Maria Pura, di impianto sei-settecentesco, impreziosita all’interno da decorazioni e statue in pietra tenera locale che si presumano essere di barocco leccese. Il nome lo deve alla pia costumanza di seppellirvi le vergini ed i fanciulli, come è attestato nel “Libro dei Defunti” conservato nella Chiesa Madre con registrazioni che vanno dal 1600 in poi. Si ritiene localmente che la Chiesa poggi, addirittura, su strutture molto più antiche, forse il tempio di Calcante da altri localizzato, invece, nel sito della Basilica di S. Michele a Monte S. Angelo. Non risultano, comunque, documentati scavi o ricerche archeologiche che possano in qualche modo comprovare la leggenda. Annesso alla Chiesa di S. Maria Pura si torva uno ‘spedale’, che fu già ospedale tenuto dai “Fatebenefratelli” per il ricovero di militari e poveri nel XVIII secolo. Il Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 esalta il valore economico e sociale attraverso l'efficienza nell'uso delle risorse e del clima. Nell'azione di miglioramento dei terreni ben 150 mila ettari miglioreranno la gestione delle risorse idriche e del suolo per raggiungere l'obiettivo della preservazione, ripristino e valorizzazione degli ecosistemi. Il Gargano vuole fare la sua parte.
Michele Angelicchio |
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