Creato da forddisseche il 03/01/2008
Un sorriso , un po di musica per pensare un pò.
 

Benvenuti :)

.

 

MUSICA ITALIANA

 

Contatta l'autore

Nickname: forddisseche
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 65
Prov: FG
 

Peschici 24/lug/2007 per non dimendicare

 

 

Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

Archivio messaggi

 
 << Novembre 2009 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
LA LEGGE
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicita'.

Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001

Le immagini usate sono prese dalla rete
Per qualsiasi esigenza di copyright contattatemi privatamente.
 

OndaRadio - Redazione San Nicandro Frequenza FM

OndaRadio - Redazione San Nicandro
Frequenza FM 100.9

Ascolta la radio in diretta streaming
Servizio in fase di test, per le segnalazioni info@sannicandro.org

 

Oroscopo

 


                 width="200" height="250" scrolling=no marginwidth=0 marginheight=0 frameborder=0 border=0 style="border:0;margin:0;padding:0;">
    

 

 

Vieste / Petizione per : Smantelliamo il Ripetit

Vieste / Petizione per :

Smantelliamo il Ripetitore 5G che Disturba il Nostro Paese .
Il link per firmare e questo :  https://chng.it/xvFYh5RSk2

Grazie .

 

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Premio

 

Premio brillante Weblog

(perché valorizza la sua terra, il Gargano).

premiato da,

http://digiland.libero.it//profilo.phtml?nick=ferrarazzo

 

 

 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 

Tarantella del Gargano - Stupenda versione

 

 

Meteo Gargano

 

ondaradio la radio del Gargano

http://ondaradio.info/

Ondaradio la radio del Gargano.

 

Programmi tv

 

tv.zam.it

 

 

Ultime visite al Blog

forddissecheQuartoProvvisoriolaboratoriotvViddameabella.itBornsickmarcopolidoroArianna1921nenonmrobertofloriofoxtrot_66pourparler69antiope_queen1stefdesignscalera4
 

Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

Area personale

 

https://www.garganofm.com/wp-content/uploads/202

https://www.garganofm.com/wp-content/uploads/2020/07/RADIO-GARDEN-300x176.png

 


Nessuna descrizione della foto disponibile.

 

 

San Giorgio protettore di Vieste.

 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
Citazioni nei Blog Amici: 13
 

Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

Archivio messaggi

 
 << Novembre 2009 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Hotel Gabbiano Vieste

 

Tutto ciò che l'uomo ha imparato

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, é che l'uomo dalla storia non ha imparato niente. Hegel"

 

Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi del 10/11/2009

EDOARDO BENNATO - UN GIORNO CREDI

Post n°1364 pubblicato il 10 Novembre 2009 da forddisseche

 
 
 

Cassano e Lippi ecco la storiaccia

Post n°1363 pubblicato il 10 Novembre 2009 da forddisseche

Cassano e Lippi
ecco la storiaccia
 
MILANO – Stasera «Striscia la Notizia» svelerà perchè il ct Marcello Lippi continua a non convocare in Nazionale Antonio Cassano. Un addetto ai lavori, che chiede di rimanere anonimo, racconta ai microfoni del telegiornale satirico di Canale 5 che dietro la mancata convocazione di Cassano si nasconderebbe un litigio violento tra il calciatore e il figlio dell’allenatore azzurro, Davide Lippi. Secondo quanto dichiarato dall’anonimo testimone la lite, sfociata in rissa, avrebbe avuto luogo pochi mesi fa in una discoteca in davanti a diverse persone.

 
 
 

Truffe ad anziani nel Barese: ecco l'identikit della donna

Post n°1362 pubblicato il 10 Novembre 2009 da forddisseche

Truffe ad anziani
nel Barese: ecco
l'identikit della donna
 
BARI - Sarebbe una donna, descritta come distinta, dall’apparante età di 35/40 anni, ben vestita e dall’accento vagamente straniero: è l’identikit realizzato dai carabinieri di uno dei due malfattori che hanno truffato gli anziani a Bari in quest’ultimo periodo. L’identikit, che è stato realizzato in due versioni – con e senza vistosi occhiali da sole indicati da una delle vittime - è stato diffuso a tutti i comandi arma della Regione Puglia, per individuare episodi analoghi e raccogliere dettagli utili per identificare i truffatori. 

Le indagini sono state avviate dal nucleo operativo dei carabinieri di Bari dopo le truffe ai danni di due anziane signore compiute il 4 e 5 novembre scorsi. Gli investigatori hanno realizzato l’identikit insieme con i militari specializzati della sezione investigazioni scientifiche del reparto operativo carabinieri di Bari sulla base dei dettagli forniti dalle vittime. I militari invitano chiunque sia in grado di aggiungere elementi utili per l’identificazione, dopo aver visto l'identikit, a comunicarli al 112.

GLI IDENTIKIT
identikit2

 
 
 

MIGRANTI: STORIE DI SALVEZZA

Post n°1361 pubblicato il 10 Novembre 2009 da forddisseche

Clicca la Foto per Ingrandirla

 

10/11/2009

MIGRANTI: STORIE DI SALVEZZA

 Al di là di tante Congregazioni di sacerdoti dedite a devozioni belle e nobilissime, la nostra è animata da un carisma originale. Esso nasce dalla passione di chi ha amato uomini, volti e storie di esseri umani che camminano ancora oggi condotti per mano da Dio. Sono i migranti. La loro avventura umana, in fondo, è un’originale “storia di salvezza”. Accompagniamo, così, la vita, la fede, la cultura di comunità di italiani all’estero, di portoghesi, di filippini o latino-americani.

Il nostro è pure un carisma di valori. Essi si rivelano nella società di oggi valori attuali, vitali e indispensabili. L’accoglienza dell'alterità. Il valore della minoranza. Il senso forte della fede per un popolo che emigra (a qualsiasi religione appartenga). Il valorizzare e il relativizzare, allo stesso tempo, una cultura e un’origine. La disponibilità a lasciarsi condurre dal Dio di Abramo. La solidarietà con chi affronta con coraggio lo sradicamento e il trapianto della propria esistenza. Insomma, sono l’apertura di mente e di cuore, l’universalità, la comunione.

Si rivela preziosa per noi anche la mobilità, una grande dote di un carisma che si dedica all’itineranza umana. Ciò è valido anche per ogni leader. L'eccessiva stabilità impedisce il rinnovarsi della comunità, del leader stesso e della sua missione, che non può esprimere, così, la ricchezza di altre qualità, di altri volti o di capacità differenti! Il cambio di pastore, d’altronde, è sempre una bella occasione di mostrare a una comunità la fratellanza e il medesimo spirito di servizio del pastore che parte e di quello che arriva.

Questo senso della comunione resta oggi una sfida grande. Essa si è ormai portata “ad intra”, attacca il nostro centro di gravità, il cuore stesso del nostro essere. Esige, ormai, un gioco di squadra, un saper lavorare in team, un costruire insieme, che un cammino di formazione non ci ha proprio insegnato. E’ ancora difficile per noi superare il senso del simile e il senso forte dell’io, far posto all'alterità dell’altro, oltrepassare una complicità con pochi che cortocircuita un agire comunitario, il saper cedere e concedere in nome dell’unità, il mettersi nelle mani degli altri per un cammino comunionale. Mettersi nelle mani dell'altro, in fondo, è la dimensione esistenziale di ogni vita di migrante: in questo i migranti sono nostri maestri.

Ho conosciuto la Chiesa del Maghreb che vive in un contesto musulmano: mi ha sempre impressionato il suo originale modus vivendi, il suo stesso essere. E’ il senso attualissimo ed evangelico del perdere e del perdersi, del farsi all'altro, della kenosi, dello svuotarsi, del farsi piccoli nel servire perdutamente una società totalmente altra, differente. E ciò per farla crescere in umanità nella sua differenza. Esperienza di vita che attualizza oggi in maniera inedita, gratuita e coraggiosa il messaggio stesso di san Paolo.

Ricordo con gratitudine la testimonianza di sacerdoti che hanno vissuto questo “essere vuoti di sé” incarnando a meraviglia lo spirito di servizio che noi tutti professiamo. Il primo a farlo dovrebbe essere ogni responsabile, chiamato non a vincere ma a perdere, a svuotarsi, a lasciarsi abitare dall'altro, non nutrendo alcuna ambizione se non quella di far crescere la comunità che accompagna e il suo avvenire. “In posti di responsabilità l’umiltà è sempre una carta vincente!” mi confida un sacerdote africano.

Ricordo ancora con quanto bella e umile semplicità Michel, parroco francese, si presentò nei suoi sessantacinque anni al Vescovo: “Père, basta per me stare in prima linea! Mettete semmai un giovane o il mio cappellano stesso e se lui vuole potrò essergli consigliere, aiuto e sostegno!” Ma era anche una mentalità diffusa: mettersi nelle mani di un altro, lasciarsi cingere i fianchi, come l’apostolo Pietro. Grande, invece, era sempre la mia sorpresa, quando rientrando in Italia, incontravo ultrasettantenni ancora ben saldi al timone... e semmai da decine di anni!

Mi è sempre difficile, allora, dimenticare le parole di un laico, passando in una casa di riposo del clero: “Alcuni, sa, sono veramente dei solitari!” esclamava, enumerandone le virtù: acidità, intolleranza, chiusura relazionale. Spero che la mia vecchiaia di missionario non sia caratterizzata da questi aspetti, che sono risultato di un percorso umano e spirituale non maturante o di un’esperienza... unicamente direttiva! In fondo, solo un essere comunionale - colui che sa perdere e svuotarsi di sé - saprà costruire vere comunità. E un giorno affidarsi magnificamente alle mani di Dio. Sì, anche solo a fior di labbra, con il suo magnificat!

P. Renato Zilio

 
 
 

QUANDO SI CHIUSE L”URNA DI SAN PIO

Post n°1360 pubblicato il 10 Novembre 2009 da forddisseche

Clicca la Foto per Ingrandirla

 

10/11/2009

QUANDO SI CHIUSE L”URNA DI SAN PIO

 Deo Gratias.

E’ tutto quanto possiamo dire in questo momento, Signor Cardinale, carissimi fratelli Cappuccini, carissimi tutti qui convenuti: autorità civili e militari, rappresentanti dell’opera di carità di San Pio, devoti e consanguinei del Santo, sentendoci un cuor solo e un’anima sola nell’inno di lode e di ringraziamento a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo per questo tempo speciale e propizio che ci è stato donato per ravvivare la nostra vita di fede.

Sono ormai trascorsi circa due anni da quando il 6 gennaio 2008, durante la celebrazione della solennità dell’Epifania di Nostro Signore, il mio predecessore, S.E. Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio, al quale va in questo momento il nostro pensiero e il nostro grazie, annunciava l’evento della esumazione, ricognizione canonica ed ostensione del corpo di San Pio da Pietrelcina.

Il 28 febbraio successivo, ottenuto il ‘nulla osta’ della Congregazione delle Cause dei Santi, venivano costituiti, mediante decreto dell’Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, il Tribunale ecclesiastico e la Commissione dei periti, dando inizio alle fasi dell’esumazione e della ricognizione canonica.

La sera del 2 marzo veniva esumato il corpo di San Pio, sotto lo sguardo commosso dei suoi Confratelli, di alcuni eccellentissimi Vescovi, delle autorità civili e militari, dei suoi pronipoti e di una rappresentanza del popolo di Dio.

Per 52 giorni la Commissione dei periti, insieme ad alcuni tecnici e alla presenza del Tribunale ecclesiastico, procedeva al trattamento per la conservazione delle reliquie del Santo.

La mattina del 24 aprile 2008, con una solenne Concelebrazione Eucaristica, l’allora Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Cardinale José Saraiva Martins, apriva il tempo dell’ostensione del corpo dell’amato San Pio da Pietrelcina alla venerazione dei fedeli.

Oggi siamo qui riuniti anzitutto per elevare al Signore, con cuore lieto e riconoscente, il nostro grazie e per adempiere alle operazioni di chiusura e collocazione delle reliquie di San Pio in un nuovo sarcofago.

Le spoglie mortali del santo Cappuccino vengono sottratte ai nostri occhi, ma rimangono qui e continuano ad essere richiamo, monito e segno di una santità guadagnata mediante la fedeltà alla vocazione ricevuta. Continuano a far risuonare le parole della Lettera agli Ebrei: “Ricordatevi dei vostri pastori, considerate il loro stile di vita, imitatene la fede!” (Eb 13,7-9a)

Il nostro ‘sguardo’ e quello di milioni di persone si è posato su quel corpo mortale. Uno sguardo carico di sentimenti, di desideri, di richieste, di preghiere, di lacrime. Uno sguardo che spesso è andato oltre ed ha generato un ritorno alla vita di fede. Uno sguardo che ha ottenuto grazie e benedizioni. Uno sguardo che ha generato commozione e propositi nuovi.

Oggi si chiude il periodo dell’ostensione, ma continuerà certamente il pellegrinaggio di quella incalcolabile folla di fedeli, che si soffermerà presso questo luogo, che pregherà, che invocherà l’intercessione di San Pio, che si metterà in ascolto del suo messaggio, che si riproporrà di cambiare vita, ricordando che non è necessario vedere per credere.

Anche rinchiuso dentro un’urna, il corpo di Padre Pio continuerà a parlarci. Ci ricorderà che, come ogni corpo, anche quello di Padre Pio ha subito la corruzione della morte. Ci ricorderà che Padre Pio è stato un uomo come noi, un uomo del nostro tempo, che ha avvertito i limiti e le debolezze della condizione umana. Ma ha saputo superarli trovando la forza nell’amore. Amore verso Dio e amore verso il prossimo. Ci richiamerà alla mente la vocazione universale alla santità.

Ognuno di noi, scendendo in questa cripta, deve aprire il cuore per ascoltare la chiamata del Signore, che ci vuole “santi e immacolati al suo cospetto”. E, risalendo, deve confermare l’impegno a seguire le orme di Padre Pio sulle strade delle virtù cristiane, riconducibili ad un’unica, grande strada: quella dell’amore.

Questo è il programma di vita che deve scaturire da ogni pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e da ogni discesa nella cripta che custodisce le spoglie mortali del venerato Cappuccino.

Chiediamo a Padre Pio di farsi nostro compagno di viaggio e, alla fine del percorso, di farsi trovare, come ha promesso, sulla soglia del Paradiso, per consentire anche a noi di godere per sempre della contemplazione dell’eterno Amore.

Grazie, umile e amato Padre Pio!

† Michele Castoro, arcivescovo

 
 
 

PESCHICI E IL NUOVO ARCIVESCOVO

Post n°1359 pubblicato il 10 Novembre 2009 da forddisseche

Clicca la Foto per Ingrandirla

09/11/2009

PESCHICI E IL NUOVO ARCIVESCOVO + SERV. FOTO "diemme"

 Un giorno importante domenica 8 novembre, di festa, per le comunità parrocchiali di Peschici con la visita del nuovo arcivescovo della diocesi Manfredonia-Vieste S.E. mons. Michele Castoro, pastore di grande carisma, dal sorriso accattivante e dal fare paterno. E’ quanto abbiamo percepito e siamo sicuri che queste qualità non saranno smentite.

Accompagnato dai due parroci, dalle autorità militari e civili, e dalla popolazione, la prima tappa è stata la visita della parrocchia di Sant’Antonio, poi della Casa Comunale e infine della chiesa madre dove ha presieduto la celebrazione Eucaristica coi due parroci don Angelo e don Saverio. In ogni posto dove è stato accolto, gli sono state rivolte parole di benvenuto e tutti abbiamo iniziato ad apprezzarlo anche per il modo di porgersi molto paterno, che gli è intrinseco, da uomo semplice e sincero.

Come l’omelia che ha tenuto, incentrata sulla scelta dei semplici da parte di Dio, sul vivere il Vangelo e sulla certezza delle promesse di Dio. Il caso ha voluto che domenica la prima lettura fosse tratta dal libro dei Re e, l’episodio, l’incontro fra il profeta Elia e la vedova. Disponibile e chiaro, lo si è dedotto dalle sue parole, elementi che rendono grandi le persone alla guida di una comunità. Certo, come ci siamo augurati un po’ tutti, ci saranno altre importanti occasioni di incontri a rafforzare ulteriormente il legame col nuovo pastore che il soffio dello Spirito Santo ha voluto donare alla nostra diocesi.

Più che fare una descrizione particolareggiata di questa importante mezza giornata di festa per la comunità peschiciana, ci preme partecipare a sua eccellenza mons. Michele Castoro il nostro più sentito augurio per la sua importante e delicata missione affinché sia ricca di ogni benedizione.

Gabriele Draicchio


IL SALUTO DI BENVENUTO LETTO NELLA CHIESA MADRE

“Benedetto colui che viene nel nome del Signore”: è con queste parole che, come segretario e in rappresentanza di tutti i componenti di questa comunità parrocchiale - dal primo all’”ultimo”- con i cuori colmi di gioia Le porgiamo il più caloroso benvenuto. Eccellenza Reverendissima sin d’ora Le promettiamo filiale obbedienza e profondo rispetto per le direttive che riterrà opportuno farci pervenire affinché possiamo continuare a crescere nel nostro cammino di fede e di servizio per i fratelli.

Oggi per noi è un giorno di festa grazie alla Sua graditissima presenza in mezzo a noi, in questa chiesa che racchiude le radici della nostra fede semplice ma ricca di tradizioni, come del resto tutta la popolazione peschiciana. E’ da questo luogo sacro che parte la nostra corale preghiera d'intercessione per Lei, eccellenza reverendissima, rivolta alla Vergine Santa di Loreto - nostra Patrona - e a SanT’Elia Profeta - nostro Patrono - affinché lo Spirito Santo, oltre al dono di averLa posta a capo della nostra diocesi, La conservi a lungo e Le sia sempre di sostegno durante la Sua grande e difficile missione alla quale è stata chiamata.

Non dubiti della nostra vicinanza, le nostre preghiere la accompagneranno durante il Suo delicato compito che siamo sicuri sarà ricco di frutti e soddisfazioni. In noi troverà sempre dei figli disposti a porgere l’orecchio attento ai Suoi insegnamenti e ammonimenti in modo da poter continuare sulla retta via e poter essere, così, davvero testimoni di Cristo.

Eccellenza Reverendissima, la nostra comunità è formata da gente semplice dal cuore grande, radicata alle tradizioni tramandateci dai nostri avi che segnano in maniera “particolare” il nostro modo di essere fedeli a Cristo e nel contempo attenta, comunque, agli insegnamenti. Ci permetta, in questa gioiosa occasione, di ringraziare pubblicamente don Saverio che da due anni esercita la sua missione in questa parrocchia in modo mirabile e attento, a lui va il nostro plauso e il nostro incitamento a proseguire lungo la strada già positivamente intrapresa da due anni.

Ci piace chiudere rinnovandoLe l’augurio di una proficua missione e ci auguriamo di poterLa incontrare in tante altre occasioni gioiose come quella odierna. E che Dio La benedica.

 Redazione

 
 
 

 
 
 

A San Martino… ogni mosto diventa vino

Post n°1358 pubblicato il 10 Novembre 2009 da forddisseche

A San Martino… ogni mosto diventa vino PDF  | Stampa |  E-mail
martedì 10 novembre 2009 17:33
novello.jpgIII edizione dell’appuntamento enogastronomico

 

San Paolo di Civitate - Dopo il successo degli scorsi anni, il ristorante “la Fontana” in collaborazione con l’Agenzia Pubblicitaria “Elce in progress”, organizza la III Edizione dell’appuntamento enogastronomico dedicato al vino novello, con la presentazione ufficiale di questo “pregiato nettare” offerto, anche quest’anno, dal Ristorante “la Fontana” e dalla “Cantina Teanum” di San Paolo Civitate. Come lo scorso anno, ad ospitare l’evento sarà il ristorante “la Fontana”, la nuova struttura sorta nel 2007 nei pressi della Fontana Monumentale Mariamalia (da cui prende il nome), luogo da sempre ricco di tradizione e di fascino, dove in un ambiente accogliente e riservato, lo chef Antonio Marino propone una cucina genuina, che sa sorprendere per la sua semplicità e per il suo gusto mai casuale. In questa III edizione, oltre ad offrire uno speciale menù “al Vino Novello” per deliziare e soddisfare ogni tipo di palato, vi sarà una gradita novità: le serate si raddoppiano! Infatti, la tradizionale serata di mercoledì 11 novembre sarà dedicata alle Associazioni locali, con lo scopo di creare un appuntamento specifico e settoriale che unisca cultura e promozione e che serva quindi, sia come momento di aggregazione e confronto sociale e culturale, sia come occasione di rivalutazione dei nostri prodotti enogastronomici, sempre più perni centrali di rivalutazione territoriale. La seconda serata, di sabato 14 novembre, sarà aperta al pubblico e chiunque (previa preventiva prenotazione) potrà cogliere l’occasione per degustare il vino novello e passare una serata all’insegna della buona cucina, del buon vino e del divertimento, dato che durante la cena non mancherà l’intrattenimento musicale con giochi a tema. Ma non finisce qui! Per le restanti due settimane del “mese del vino” (da domenica 15 a lunedì 30 novembre) il ristorante “la Fontana” offrirà a tutti lo speciale menù “al Vino Novello” dando così la possibilità a quanti non potranno partecipare alle due serate, di poter comunque gustare le prelibatezze e l’eccellente vino della cantina. A San Martino… ogni mosto diventa vino… e la tradizione continua…

 
 
 

Igiene: saponi liquidi, meglio non diluirli

Post n°1357 pubblicato il 10 Novembre 2009 da forddisseche

Igiene: saponi liquidi, meglio non diluirli PDF  | Stampa |  E-mail
lunedì 09 novembre 2009 21:37

I consigli dell’Aduc per l’influenza A

 

Roma - In questo periodo e' aumentata  la pratica della pulizia delle  mani per eliminare o diminuire la presenza del virus H1N1 (influenza A). Alcuni consigli per l'igiene personale ci appaiono opportuni perché in molti hanno l'abitudine di annacquare i saponi liquidi.  L'operazione non e' consigliabile perché se ne diminuisce l'effetto ed e' rischiosa. La diluizione comporta sia una diminuzione dell'effetto detergente, per la minore quantità di sapone, sia un aumento della carica batterica contenuta nel flacone, che può interferire con i componenti del sapone stesso accelerandone i processi di deterioramento. Lavarsi e', ovviamente, una buona abitudine igienica, purtroppo il sapone ha anche una azione aggressiva sulla nostra pelle che diventa "secca". Alcuni ritengono che si possa ovviare all'inconveniente diluendo il sapone con l'acqua, altri invece, per risparmiare, vogliono utilizzare anche quel po' di sapone che rimane in fondo al flacone aggiungendo acqua. Queste pratiche vanno evitate. Consigli? Usare meno sapone e diluirlo nella mano quando si usa. Così si risparmia, si inquina di meno e si ottiene lo stesso effetto. (Primo Mastrantoni, segretario Aduc)

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963