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Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

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Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

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Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

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Hotel Gabbiano Vieste

 

Tutto ciò che l'uomo ha imparato

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, é che l'uomo dalla storia non ha imparato niente. Hegel"

 

Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi del 17/04/2012

Claudia Koll incanta la gente accorsa in massa ad ascoltarla

Post n°8794 pubblicato il 17 Aprile 2012 da forddisseche

Claudia Koll incanta la gente accorsa in massa ad ascoltarla

Con parole semplici, quasi sussurrate, Claudia Koll offre una splendida testimonianza di fede e di vita cristiana, che trasmette un calore emozionale ai tanti giovani, uomini e donne che gremiscono in ogni ordine di posti la chiesa matrice di Maria SS. della Murgia di Castelnuovo della Daunia. Un evento senza precedenti per l'accogliente cittadina del Subappennino nord, che ha richiamato gente da vari centri della provincia e dai paesi limitrofi del Molise e del Beneventano. Seduta davanti all'altare, affiancata dal giovane parroco don Francesco Codianni, che l'ha salutata come <>, Claudia Koll offre una testimonianza coinvolgente e avvolgente di spiritualità, prima di sé e della sua vita personale e artistica e poi della sua "nuova" vita cristiana dopo il suo <>. E' un "racconto", quello di Claudia, che va diritto al cuore della gente che ascolta quasi estasiata e che parte da lontano, dai primi anni della sua infanzia con il ricordo della nonna, che ha avuto un ruolo fondamentale nella sua vita affidandola alla Madonna del Rosario di Pompei. Ha ripercorso gli anni della sua vita artistica, dai primi films (<> alle fiction televisive, alla partecipazione al Festival di Sanremo, tutto fino al 2000. <>. Poi il viaggio a Roma, a San Pietro, con un'amica ad assistere alla cerimonia dell'apertura giubilare della "Porta santa":  <  suo sguardo mi ha trapassato. Sono caduta in ginocchio. Mi sono ritrovata ai suoi piedi. Prima di lui non avevo mai amato nessuno veramente>>. Da lì è iniziato un percorso di fede crescente, sfociato nell'impegno diretto al servizio dei più bisognosi, come i disabili, attraverso l'associazione "Le opere del Padre".
Continua sull'edizione cartacea del Quotidiano di Foggia. Nelle edicole di Foggia e provincia

 
 
 

"Diaz" di Daniele Vicari, democrazia in fumo nell’Italia del G8

Post n°8793 pubblicato il 17 Aprile 2012 da forddisseche

"Diaz" di Daniele Vicari, democrazia in fumo nell’Italia del G8


Un film shock che ricostruisce la notte da incubo nella scuola Diaz di Genova durante il G8 del 2001; in tv vedremo Malick e una fantastica Meryl Streep

martedì 17 aprile 2012 12:55:23

di Giuseppe D'Errico

FOGGIA - IN SALA
Diaz - Don't clean up this blood (Italia, Germania, Francia, Romania, 2012) di Daniele Vicari con Elio Germano, Claudio Santamaria, Jennifer Ulrich, Monica Barladeanu, Pippo Delbono, Rolando Ravello, Alessandro Roja, Renato Scarpa, Mattia Sbragia, Davide Iacopini, Aylin Prandi, Paolo Calabresi.

Non lavate questo sangue.
20 luglio 2001: durante gli scontri avvenuti a Genova durante il vertice G8, dove morì il ventiduenne Carlo Giuliani, un gruppo eterogeneo di persone si ritroverà a condividere una delle esperienze più vergognose della recente storia italiana. Black block, giornalisti, manifestanti pacifici, volontari, tutti verranno massacrati e umiliati dalle squadre di polizia che irruppero in piena notte nella scuola Diaz, attrezzata a rifugio per l'occasione. Dopo la mattanza ingiustificata e inumana, una parte delle vittime verrà arrestata senza apparente motivo, e condotta alla caserma di Bolzaneto, dove i soprusi da parte delle forze dell'ordine continueranno in modo barbaro. I prigionieri verranno espulsi dall'Italia tre giorni dopo, gli aguzzini sono tutt'oggi rimasti impuniti.
Un incubo italiano in piena regola, una pagina di democrazia violata che ha fatto discutere il mondo e che non ha mai avuto risposta.
Vicari filma l'infilmabile, restituendo allo spettatore la cronaca inappuntabile di quelle ore fatali, limitandosi ai fatti e rinunciando a facili dietrologie sociopolitiche. Ne viene fuori un film coraggioso e profondamente disturbante, se si pensa che un simile orrore è successo poco più di dieci anni fa in un paese civilizzato che, così facendo, non avrebbe nulla da invidiare alla peggiore dittatura.
Bella sceneggiatura corale che, attraverso l'uso tensivo del flashforward, riesce a tenere le fila di storie umane e punti di vista differenti, senza andare a scapito di una macchina spettacolare che inchioda l'emotività del pubblico, riducendola a brandelli.
Cinema civile, vibrante e necessario, per non dimenticare; una scommessa vinta dal regista e dalla casa di produzione Fandango, al contrario del recente fallimento di "Romanzo di una strage" di Marco Tullio Giordana.

IN TV
The new world (2004) di Terrene Malick, riflessione storica sul nuovo continente da un grande autore contemporaneo: mercoledì 18 aprile alle 23:30 su Rete 4;
Julie & Julia (2010) di Nora Ephron, tratto da un best seller di successo, la vita della cuoca Julia Child e della blogger Julie, viste in parallelo e contrappuntate da succulenti piatti, con una fantastica Meryl Streep: venerdì 20 aprile alle 21:10 su La7.

 

 
 
 

Vieste/ LA VERA STORIA DELL’UNITA’ D’ITALIA

Post n°8792 pubblicato il 17 Aprile 2012 da forddisseche

Vieste/ LA VERA STORIA DELL’UNITA’ D’ITALIA PDF Stampa E-mail
martedì 17 aprile 2012 ore 09:26
Vi siete mai chiesti come sia riuscito Garibaldi a conquistare il sud Italia con “soli”1000 uomini? Del perché l’emigrazione dei meridionali è cominciata subito dopo l’unità d’Italia? Di come vivevamo noi prima dell’unificazione dello stivale? Un gruppo di ragazzi viestani,da un po’ di tempo uniti sotto la stessa bandiera (quella dell’ex Regno delle Due Sicilie), ha organizzato Sabato 14 c.m., un’incontro presso l’auditorium della scuola media “A. Spalatro” con Alessandro Romano, un giornalista e ricercatore storico di storia meridionale.
Questo ricercatore, con tanto di documenti alla mano, ha sbalordito tutti!!! Ci ha descritto la storia dell’unità d’Italia come mai era stata raccontata fin’ora da libri, giornali e trasmissioni TV.
Ha raccontato di un sud Italia all’avanguardia, ricco, socialmente evoluto e benestante sotto tutti i punti di vista!!!
Eppure, noi tutti sapevamo il contrario!!! Purtroppo, si sa che la storia viene scritta sempre da i vincitori (i piemontesi) e non dai vinti(noi del sud)!!!
In mondo a dir poco straordinario, Alessandro Romano ha illustrato la vera storia dell’unita’ d’Italia, con documenti, foto e quant’altro fino ad ora nascosti negli archivi storici italiani che certificano come l’unità d’Italia è stata compiuta in un modo a dir poco orrendo, con complotti massonici con a capo lord inglesi, il conte Cavour, il re Vittorio Emanuele II, Mazzini, con la corruzione di alti funzionari e generali borbonici, aiuti della mafia fino ad allora inesistente, intrighi internazionali che hanno contribuito ad aiutare il Piemonte (allora una potenza militare) ad invadere, opprimere e sfruttare il sud Italia chiamato fino ad allora Regno delle Due Sicilie, unico regno unito da circa 800 anni!! Che il sud Italia non era affatto un Paese arretrato, ignorante e povero!!! Anzi, eravamo la terza Nazione piu’ ricca d’Europa, con industrie di alto livello, con una delle flotte marittime piu’ importanti del continente, con sanita’, istruzione e giustizia a livelli straordinari per quei tempi e quindi faceva gola al Piemonte che era una Nazione  molto indebitata e all’Inghilterra che puntava alla supremazia nei mari del Mediterraneo!!! Il risultato è che dopo l’unità siamo diventati “il sud Italia, il meridione”!!! Un popolo di emigranti, ignoranti, fannulloni, mafiosi e soprattutto la palla al piede del nord Italia!!!  
L’auditorium era gremito e tra il pubblico c’era anche il sindaco Ersilia Nobile, l’assessore alla cultura Gaetano Zaffarano.
A vedere la standing ovation finale per Alessandro Romano, si puo’ dire che quest’incontro ha avuto un grande successo e si spera che riscoprendo il nostro “vero”passato, il sud, dopo 150 anni, si riprenda quello che gli è stato tolto: la dignita’ e la consapevolezza di essere un grande popolo!!


Michele Lopriore

 
 
 

Studenti di Vieste in visita nel famedio della Questura di Trieste

Post n°8791 pubblicato il 17 Aprile 2012 da forddisseche

Studenti di Vieste in visita nel famedio della Questura di Trieste PDF Stampa E-mail
martedì 17 aprile 2012 ore 15:02

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Gli alunni delle terze classi della scuola secondaria 'Dante Alighieri' di Vieste hanno reso omaggio stamani, nel famedio della Questura di Trieste, a un concittadino vittima delle foibe.

Si tratta dell´agente scelto Vincenzo Vescera, nato a Vieste il 27 settembre 1895, in servizio a Trieste, prelevato dalla sua abitazione giuliana e scomparso il 2 maggio 1945. Accolti dal Questore, Giuseppe Padulano, i ragazzi, accompagnati dal dirigente scolastico Donatella Apruzzese, hanno deposto una corona nel famedio, sulla cui lapide è riportato il nome di Vescera, assieme a quello dei caduti della Polizia di Stato. Il Questore ha sottolineato ai ragazzi l´importanza di effettuare percorsi condivisi che hanno anche la finalità di valorizzare le potenzialità dei giovani di oggi. (ANSA).

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LA "VIESTE RUNNERS" ALLA MARATONA DI MILANO

Post n°8790 pubblicato il 17 Aprile 2012 da forddisseche

LA "VIESTE RUNNERS" ALLA MARATONA DI MILANO PDF Stampa E-mail
martedì 17 aprile 2012 ore 19:16

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La "Vieste Runners" è stata impegnata su due fronti domenica 15 aprile: con il plurimaratoneta Michele D'Aprile alla Milano City Marathon, e con altri sette atleti alla 8^ Maratonina di San Giuseppe a Sannicandro Garganico.

Michele D'Aprile si è presentato a Milano dopo neanche un mese dalla bella prestazione alla Maratona di Roma. Nonostante il tempo inclemente , il nostro concittadino ha percorso tutti gli oltre 42 km della gara accompagnato da una pioggia incessante che non ha dato tregua ai quasi 4000 partecipanti giunti al traguardo della Maratona di Milano.Determinato ad ottenere il suo record personale, Michele D'Aprile ha centrato il suo obiettivo con il tempo finale di 3 ore e 51 minuti. Complimenti a Michele D'Aprile per il risultato, frutto della sua grande passione per le maratone e la costanza degli allenamenti. Più fortunati gli altri atleti della Vieste Runners a Sannicandro Garganico accolti da un bel sole primaverile. Distanza più corta, circa 11 km e 500 metri, ma prova molto dura con 3 chilometri di salita continua a metà gara e con uno strappetto finale per chiudere in bellezza. I 5 uomini e le 2 donne della Vieste Runners si sono distinti tra i circa 250 atleti in gara. Premiate sul podio Oana Ungureanu terza assoluta tra le donne, e Ilenia Vescera terza nella sua categoria. Primo dei viestani Sante Pecorelli giunto 39° assoluto e 4° nella sua categoria, quindi anche lui sul palco per essere premiato. Subito dopo Pecorelli, il secondo viestanoè stato Raffaele Pupillo tra i primi della sua categoria. Ottima la gara anche di Mario Racioppa e Silvio Masanotti giunti insieme al traguardo, e di Lorenzo Quitadamo.

 
 
 

Naufragio Concordia Identificato il corpo del musicista pugliese.

Post n°8789 pubblicato il 17 Aprile 2012 da forddisseche

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Naufragio Concordia
Identificato il corpo
del musicista pugliese
BARI – E' del musicista pugliese di Alberobello, Giuseppe Girolamo, di 30 anni, uno degli ultimi cinque corpi identificati oggi dopo il naufragio della Costa Concordia avvenuto all’Isola del Giglio il 13 gennaio scorso. 

Il giovane, che era imbarcato nello staff della nave, aveva ceduto il posto su una scialuppa di salvataggio a una bambina. La storia era stata raccontata da alcuni colleghi del giovane che avevano assistito al suo gesto coraggioso prima di mettersi in salvo. Girolamo lavorava a bordo della nave come batterista. I parenti avevano tappezzato di sue fotografie l’Isola del Giglio nella speranza si fosse salvato e avevano anche attivato ricerche per le persone scomparse tramite la trasmissione 'Chi l'ha vistò. 

Girolamo lavorava dal 4 dicembre 2011 per Costa crociere e il suo primo incarico era stato proprio sulla Concordia dove era batterista della band 'Dee Dee Smith'.

 
 
 

MONTE SANT’ANGELO: CHE COMUNE VIRTUOSO

Post n°8788 pubblicato il 17 Aprile 2012 da forddisseche

MONTE SANT’ANGELO: CHE COMUNE VIRTUOSO

Clicca per Ingrandire Monte Sant’Angelo è un Comune virtuoso e con i conti in ordine. Insieme a Capri è l’unico Comune dell’Italia meridionale che, fra i 143 Comuni premiati in tutta Italia, può vantare l’eccellenza del proprio bilancio. L’ha stabilito il Ministero delle Finanze che a breve lo certificherà con un decreto nel quale si confermerà anche il “premio” ottenuto per questa virtuosità: l’azzeramento del Patto di stabilità.

Introducendo il criterio della virtuosità - calcolato su precisi parametri matematici applicati ai bilanci degli Enti pubblici sottoposti al “Patto” (le Province e tutti i 3mila Comuni sopra i 5mila abitanti), - lo Stato vuole premiare l’attenzione al controllo della finanza pubblica. Il risvolto concreto è che nel 2012 si potranno pagare con più regolarità i fornitori senza farli attendere. Inoltre, i Comuni virtuosi potranno ottenere maggiori fondi a scapito di quelli non virtuosi. La struttura burocratica commenta con soddisfazione il riconoscimento che premia un lavoro attento e professionale seguito giorno dopo giorno.

Grazie a questa attività politico-amministrativa, l’Ente è riuscito a chiudere i bilanci sempre in attivo, ottenendo così grandi riserve per far fronte e onorare i pagamenti con puntualità e precisione. Inoltre la riscossione immediata delle entrate, pari al 90 percento delle previsioni, rappresenta un notevole successo. A ciò va aggiunta prudenza e oculatezza nella gestione delle spese: operazione che ha portato Monte Sant’Angelo a questi risultati di bilancio così soddisfacenti e premianti.

 Comunicato Comune Monte Sant'Angelo

 
 
 

Un giovane artista viestano vincitore di un premio in Trentino

Post n°8787 pubblicato il 17 Aprile 2012 da forddisseche

Un giovane artista viestano vincitore di un premio in Trentino PDF Stampa E-mail
martedì 17 aprile 2012 ore 12:36
Una catasta di legna dall’imponente dimensione di 40 metri quadri per 5 di altezza sarà l’opera che ricorderà il tragico alluvione che nel 1966 sommerse il paesino di Mezzano, in provincia di Trento. A realizzarla sarà Marco Baj, varesino di nascita ma viestano di adozione, che si è aggiudicato l’edizione di quest’anno di Cataste&Canzéi, un percorso artistico permanente allestito tra le vie del paese trentino che annualmente vede aggiungere una realizzazione.

Il tema di questa edizione è “L’alluvione”: l’intento degli organizzatori è quello di ricordare, esattamente sul punto più significativo, l'alluvione che il 4 novembre del 1966 invase Mezzano, interessata da una grande frana del rio Val de Stona che arrivò a coprire i primi piani di mezzo paese; contestualmente il torrente Cismon ruppe gli argini proprio nell'ansa a monte del paese e venne di fatto con la frana a costituire un accerchiamento che isolò il paese. Quasi tutti gli abitanti della parte del paese interessata lasciarono le case trovando rifugio nella metà del paese rimasta intatta. Proprio sullo sperone architettonico che tentò l'ultima resistenza all'alluvione, Marco Baj costruirà la catasta, la cui imponenza sarà pari all’importanza di tener vivo il ricordo.

Baj si è distinto per una interpretazione intensa e creativa. Così egli introduce la sua opera: “Vorrei  creare un moto ondoso colorato , che richiamerà appunto il tema del concorso, dove all’interno disegnerò  dei pesci , di varie forme e dimensioni, che si trasformeranno ,scendendo verso valle, in quadrati e rettangoli  per poi trasformarsi in un particolare di pianta del vostro paese”.

La bozza del lavoro presentata da Marco Baj

I lavori saranno effettuati nel prossimo mese di giugno mentre in questi giorni è in atto il sopralluogo per definire i dettagli necessari alla realizzazione dell’opera.

Marco Baj nasce a Varese il 13/05/81. Ha studiato all'Istituto Statale d'Arte di Forlì (indirizzo metalli), poi successivamente all'Accademia di Belle Arti di Foggia (indirizzo scultura). Trasferitosi a Vieste fa esperienza presso la chiesa di San Francesco nella bottega di Salvatore Palumbo dove impara a modellare la pietra. Si sposta dopo pochi anni a Cesena dove svolge l'attività di falegname, in concomitanza insegna Plastica all'Istituto d'Arte di Forlì. Ritornato a Vieste nell'ottobre 2008 continua lo studio sul segno e sul bianco e nero. Rinnega ogni contatto con il colore mentre mantiene sempre vivo l'interesse verso la figura umana. Partecipa a numerosi concorsi: Premio Terna03 2010, Rilegno d'Ingegno, 10mo alla centesima bandito da Google, Premio Terna 2008, concorso bandito dalla fondazione A. Pomodoro, progettazione logotipo "La Via dei Metalli-Iron Route", progetta "Oggetto Magico Emozionale" bandito dall'associazione culturale Luzzari, progettazione del bicchiere Martini Bombay. Attualmente vive tra Dublino, Valencia e Vieste.

Il manifesto di La vittoria dell’importante concorso nel Trentino ha spronato Marco a far conoscere ai suoi concittadini le opere da lui realizzate (dipinti e sculture), che verranno presentate in una mostra patrocinata dal Comune di Vieste e allestita nei giardini pubblici di Corso Lorenzo Fazzini il 6 maggio prossimo.

 
 
 

Vieste - Com'era bello "Il mio paese"

Post n°8785 pubblicato il 17 Aprile 2012 da forddisseche

Vieste - Com'era bello "Il mio paese" PDF Stampa E-mail
martedì 17 aprile 2012 ore 01:13

Dalle danze folkloristiche al palcoscenico, continuano a riscuotere successi i giovani viestani della compagnia “Pizzeche e muzzeche” andati in scena domenica sera con “Il mio paese”, alla loro prima esperienza teatrale.

La commedia, tutta rigorosamente recitata in dialetto, ha voluto rappresentare uno spaccato tipico della vita di un passato nemmeno poi tanto lontano, fatta di ragazzi riversati nelle strade a giocare allo schiaffo del soldato con le donne che li rimproveravano per la troppa caciara, del passaggio di raccoglitori di avanzi di olio e conserve, o di capelli, necessari per realizzare il sapone o le parrucche molto in voga tra le donne, dando in cambio aghi per il ricamo o piccoli utensili. Ma c’era anche il giovane disoccupato che preparava il discorso da fare all’assessore comunale per chiedergli un posto di lavoro, e chi, arresosi alla disoccupazione, era costretto a preparare la valigia e a prendere la via per l’America.

L’anima della commedia (scritta e diretta dal prof. Pietro Salcuni) sta tutta nella vicenda amorosa tra Tonino e Giuseppina, nata da un fugace e furtivo incrocio di sguardi al termine della messa della domenica mattina e culminata nella festa di fidanzamento. Ma per poter giungere al lieto fine è stata necessaria l’intercessione della sensale del paese (“tutti i matrimoni che ho organizzato io sono andati a buon fine tranne uno, il mio”) che ha portato ‘l’ambasciata’ a casa di lei; incassato l’assenso dei genitori, rilasciato analizzando la nomea dei parenti dello spasimante e i loro possedimenti, Tonino ha finalmente potuto chiedere la mano di Giuseppina dedicandole una struggente serenata. Ma solo dopo che i genitori hanno messo in tavola le rispettive doti si è potuto dare il via ai festeggiamenti, fatti di tarantelle e quadriglie.

Non una parola di italiano, si diceva, ma tutta la commedia è stata recitata in dialetto, attingendo dai proverbi della saggezza popolare (sempre preceduti da “accom dicevn l’antic”) o dai testi delle canzoni di quel tempo, prima declamati e poi cantati, (e suonati) rigorosamente dal vivo. Ma è stata l’occasione per riprendere termini ormai ricoperti di polvere, sconosciuti a tanti spettatori che hanno riempito l’auditorium della scuola media “don Antonio Spalatro”: espressioni sbigottite hanno accompagnato l’esortazione “v’triam’cj!” detta dalla mamma alle tre figlie all’uscita dalla chiesa, mentre in tanti si chiedevano cosa fosse “u rattapplà” citato durante la spartizione della dote.

E’ un vero peccato che questa rappresentazione non preveda delle repliche, visto il successo riscosso e il passaparola che ne ha fatto seguito; sarebbe auspicabile un ripensamento da parte degli organizzatori che porti ad una seconda salita sul palco, magari nelle immediate vicinanze della festa di Santa Maria di Merino quando c’è il ritorno a casa di tanti emigrati.

Sandro Siena

 
 
 
 
 

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