Il progetto di rilancio dello storico Teatro di Roma, esistente dal 1898, passa anche attraverso le creazioni culinarie del viestano, chef e deus del ristorante Il Capriccio.
Il progetto di rilancio del Salone Margherita di Roma, luogo storico del teatro capitolino, passa anche dalla cucina del Gargano. Ad occuparsi della ristorazione nella nuova stagione che ha come direttore artistico Enzo Iacchetti, è infatti lo chef stellato Leonardo Vescera, patron de Il Capriccio di Vieste. C'era anche lui alla conferenza stampa con cui nei giorni scorsi è stato presentato il progetto che, dopo la fine del Bagaglino, trae ispirazione, dall' originaria funzione di Cafè Chantant della struttura. Viene così restituito alla Capitale un luogo in cui assistere ad uno spettacolo o visitare una mostra; frequentare un corso di recitazione o di regia, accompagnati dalle creazioni culinarie di Vescera. Alla conferenza stampa c'erano proprio tutti: Pier Francesco Pingitore in primis, e poi Pamela Prati, Martufello, Mario Zamma, Manuela Zero, Carlo Frisi, i Ditelo Voi direttamente da Made in Sud e da Colorado, Le Scemette da Zelig, Cabaret, Gli Oblivion, Demo Mura, Giobbe Covatta, Sasa Salvaggio, Bazz, Maria Bolignano, Francesco Paolantoni e Stefano Sarcinelli, Leonardo Manera, Giovanni. Baglioni, Freezerdance Studio con Cristian Ruiz, l'Orchestra de "I Virtuosi, dell'Opera di Roma" con il direttore artistico Barbara Painvain, il Micca Club e molti altri, che saranno i protagonisti della nuova ed avvincente stagione del Salone Margherita. Ed un posto da protagonista lo avranno i piatti di Leonardo Vescera, che spiega a la genesi di questa prestigiosa collaborazione. "L'idea di portare la mia cucina al Salone Margherita è nata la scorsa estate, durante le vacanze viestane di Nevio Schiavone, ideatore del progetto di rilancio. Lui e Gianni Principessa, gestore del teatro, mi chiesero se volessi occuparmi della ristorazione. Questo teatro, che risale al 1898, è del resto l'unico in Italia ad avere una cucina autorizzata, oltre a 12 tavoli con balcone, affacciati sul palco. Abbiamo pensato di proporre alla clientela un menu ad hoc abbinato ad ogni spettacolo. Dal 10 dicembre, ad esempio, gli storici protagonisti del Bagaglino porteranno in scena la loro satira sulla politica italiana. Ebbene, perché non proporre ai clienti un piatto di spaghetti alla puttanesca alla maniera di Berlusconi, oppure un ristretto alla Monti, o ancora un risotto allo scoglio alla Schettino? Le possibilità sono innumerevoli. .. Ci saranno anche spettacoli dedicati al “burlesque”, prosegue Vescera, "per i quali sarebbe bello offrire piatti che ricordino la Francia della Belle Epoque". Non mancherà, ovviamente, lo spazio per i Prodotti tipici del Gargano e della Puglia. "Ho già portato con me a Roma l'olio del nostro Gargano, poi ci saranno vini pugliesi, tra cui anche diversi di Capitanata oltre a quelli del Consorzio Cantine Due Palme di Brindisi. Già in occasione del party inaugurale del primo dicembre abbiamo preparato piatti a base di orecchiette, rape, pomodori secchi, pane croccante, come pure un apprezzatissimo "tiramisud" con carrube. Né mancheranno a cena capocollo, burrata, stracciatella ed altre bontà tipiche della nostra regione". Appuntamento, dunque, fino a fine maggio al Salone Margherita con i sapori e il gusto del Gargano, nell'interpretazione di uno dei più noti chef pugliesi. Un ulteriore riconoscimento per Vescera, che di sé racconta: "Ho girato l'Italia, poi l'Europa ed infine il resto del mondo. In qualunque posto sia stato ho visto le diversità di ogni lavorazione, ho carpito i segreti dei più grandi chef con cui ho lavorato. Dal Portogallo alla Svizzera, da Mosca agli Stati Uniti, dall'Ambasciata d'Italia a Parigi al Billionaire, al Don Alfonso di Napoli, per poi fare ritorno a Vieste". E' dal ricco bagaglio di esperienze accumulato che è nata la cucina di Vescera, "Ho realizzato l'arte della globalizzazione culinaria, ovvero come unire la raffinatezza della» cucina francese, la tecnica giapponese dei maestri di sushi e del crudo di mare, alla creatività tutta italiana. Una cucina che mi piace chiamare 'fusion' che unisce sapori e metodologie diverse: il pesce fresco pescato proprio di fronte al molo, i prodotti genuini di questa terra, tenendo conto sempre della stagionalità, il pane fatto in casa ogni giorno, così come la pasta e la pasticceria". Lucia Piemontese L’attacco |
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