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Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

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Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

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Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

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Hotel Gabbiano Vieste

 

Tutto ciò che l'uomo ha imparato

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Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi del 10/02/2015

Il "GIORNO DEL RICORDO" a Vieste

Post n°14020 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da forddisseche

Il "GIORNO DEL RICORDO" a Vieste PDF Stampa E-mail
martedì 10 febbraio 2015 ore 09:50

Image 

La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

La comunità scolastica viestana tutta, in collaborazione con il Comune di Vieste e gli Assessorati alla Pubblica Istruzione e Cultura, ha inteso organizzare una giornata di conoscenza, confronto e riflessione su tale complesso e tragico momento della Storia italiana.
Il giorno 6 febbraio, dopo aver scoperto una targa commemorativa in Piazza marinai d’Italia a memoria del nobile gesto della Giunta Municipale di Vieste del 18 aprile 1947 che deliberava, unica cittadina italiana, di cedere parte del proprio territorio per la ri-fondazione della nuova città di Pola, si è tenuta una manifestazione pubblica all’auditorium dell’Istituto Fazzini-Giuliani con la partecipazione dello scrittore ed esule fiumano Carlo Cesare Montani, una delle massime personalità internazionali su tali tematiche.
E’ un preciso dovere del mondo della Scuola, istituzionale, civile e morale, permettere ai propri alunni la conoscenza e la comprensione delle grandi tragedie della nostra storia recente a partire dai fatti così come raccontati da chi quei momenti li ha vissuti in prima persona.
Di seguito articolo sulla giornata viestana di venerdì, predisposto dal Dott. Montani per la "Rivista della Cooperazione" diretta dal Prof. Sinagra (Istituto di Diritto Internazionale dell'Università di Roma) e per il sito storico del Prof. Atticciati, anch'egli dell'Università di Roma.

I Dirigenti Scolastici

Prof. Paolo Soldano
Prof. Valentino Di Stolfo
Prof. Pietro Loconte

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ESODO ISTRIANO E CULTURA DELLA COOPERAZIONE

La proposta di Vieste per l’accoglienza degli Esuli (1947)
Il 18 aprile 1947, a due mesi dall’iniquo trattato di pace del 10 febbraio con cui l’Italia aveva ceduto alla Jugoslavia buona parte della Venezia Giulia, tutta la Dalmazia e Fiume, il grande Esodo dei 350 mila si era in larga misura compiuto, simboleggiato pochi giorni prima dall’ultimo viaggio delle navi che avevano trasferito ad Ancona, Venezia e Trieste il dolente popolo di Pola, protagonista di una scelta plebiscitaria per la vita, e per i valori cristiani e civili della millenaria tradizione adriatica.
Quel giorno, il Consiglio comunale di Vieste, la nobile città del Gargano, legata all’altra sponda dell’Amarissimo da vincoli secolari di amicizia e di cooperazione, volle approvare una delibera con cui, accogliendo anche i voti delle comunità contigue, si stabiliva di mettere a disposizione dei profughi i terreni per costruire una “Nuova Pola” onde i fratelli esuli “possano affacciarsi su quel mare da dove incomprensione e ingiustizia li hanno cacciati”.

L’iniziativa non ebbe seguito, al pari di altre ipotesi informali che erano state adombrate per il Trentino e per la Sardegna, perché il Governo italiano e gli stessi Alleati non consideravano con favore soluzioni capaci di salvaguardare l’unità dei profughi istriani, giuliani e dalmati, tanto da promuoverne la distribuzione, in condizioni allucinanti, nei 110 campi di raccolta distribuiti in tutto il territorio nazionale, alcuni dei quali  avrebbero perpetuato il dolore e lo sradicamento degli Esuli sino al termine degli anni sessanta.

Nondimeno, il gesto della Municipalità viestana, rimasto unico in Italia, ebbe un altissimo significato etico, che il Comune ha voluto giustamente onorare nell’ambito delle celebrazioni proposte dalla Legge 30 marzo 2004 n. 92, con una toccante lapide scoperta a futura memoria nel “Giorno del Ricordo” durante una grande manifestazione pubblica, presenziata da una moltitudine di docenti e  giovani delle scuole medie e superiori, “affinché mai si dimentichi l’alto eroismo di chi lottò perché italiano voleva restare”.
Altrove, l’accoglienza riservata ai profughi non fu delle migliori, come accadde ad Ancona, Bologna e Venezia, dove furono oggetto di reiterati comportamenti offensivi, orchestrati da chi intendeva ravvisare, del tutto strumentalmente, contenuti di reazione “fascista” in un popolo che non aveva voluto accettare il “paradiso di Tito” a costo di sacrificare affetti, memorie e beni personali. In Liguria, durante la campagna elettorale del 1948, accadde anche di peggio, quando i candidati comunisti assimilarono “i banditi giuliani” al famoso bandito Salvatore Giuliano che aveva infestato la Sicilia con le sue gesta criminali: non ebbero successo, perché il responso delle urne ebbe esiti catastrofici per il Fronte Popolare.
Anche per questo, l’esempio di Vieste merita di essere conosciuto ed apprezzato per i valori di civile accoglienza che seppe esprimere in un momento storico tanto arduo, se non altro per la difficoltà di ricostruire il patrimonio edilizio distrutto dalla guerra e di gestire l’emergenza alloggi. In effetti, la delibera del 18 aprile 1947 ha lasciato più di una traccia significativa nella memoria storiografica (1), ma il fatto che ora sia stata oggetto di un’informazione più diffusa “coram populo” ad ampio spettro, è certamente commendevole.

Vieste è una città che ha sofferto in maniera durissima vessazioni e persecuzioni agghiaccianti, di provenienza orientale, assimilabili alla tragedia delle foibe da cui Venezia Giulia, Istria e Dalmazia furono colpite nel secolo scorso: basti pensare, fra i vari episodi, all’eccidio compiuto dagli ottomani di Dragut nel 1555, quando alcune migliaia di viestani vennero barbaramente uccisi o tradotti in schiavitù (2): una strage che vive tuttora nella memoria storica, non soltanto locale, e che non è stata estranea alla manifestazione di solidarietà e disponibilità, tradotta in quella delibera.
Tra i 20 mila Italiani infoibati od altrimenti massacrati dai partigiani di Tito, molti furono i servitori dello Stato, civili e militari, colpevoli soltanto di avere compiuto il proprio dovere: si calcola che almeno un quinto fossero provenienti dalle Regioni del Mezzogiorno. Ebbene, quasi 300 erano pugliesi, e sette di loro, assieme ad altri rimasti ignoti, erano viestani: si tratta di Francesco Paolo Ascoli, Francesco Cariglia, Francesco Cavaliere, Giambattista Chieffo, Matteo Ruggieri, Antonio Vescera e Vincenzo Vescera, che sono stati onorati con un minuto di commosso raccoglimento, prima di procedere alla scopertura della lapide.
E’ stato scritto che, in occasione del grande Esodo, “lo slancio di generosità più sincero venne dalla Puglia” (3): si tratta di un’affermazione pertinente e condivisibile, suffragata dallo slancio di Vieste e delle altre municipalità  garganiche, senza dire dell’accoglienza ricevuta dai profughi anche nei comprensori meridionali della Regione, dove molti di loro ebbero modo di ricostruire vincoli comunitari dalle dimensioni significative.

Oggi, la lapide in faccia all’Adriatico voluta dal Comune, ed inaugurata il 6 febbraio dal Sindaco Ersilia Nobile (alla presenza, fra le tante, del suo predecessore Ludovico Ragno, primo Esule - nella fattispecie da Zara - ad avere guidato un Municipio italiano), costituisce una testimonianza ed un monito: l’ethos è sempre in grado di prevalere sulle vie dell’iniquità, che secondo la lucida intuizione di Mons. Antonio Santin, l’eroico Vescovo di Trieste e Capodistria, non possono essere eterne, mentre lo sono, come lo furono e lo saranno, fede e speranza, patrimonio insopprimibile degli  Esuli e degli uomini e donne di buona volontà.

Dott. Carlo Cesare Montani

 
 
 

Vico/ Pronta la 17° edizione del SanValentinoArte2015

Post n°14019 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da forddisseche

Vico/ Pronta la 17° edizione del SanValentinoArte2015 PDF Stampa E-mail
martedì 10 febbraio 2015 ore 15:27
Ritorna anche quest'anno “SanValentinoArte” – 2015 (17^ edizione). Il freddo cede al calore ed ai colori dei 50 artisti partecipanti, che esporranno le loro tele (80×80) da giovedì 12 a domenica 15 febbraio nell’Auditorium Comunale “R. Lanzetta” di Vico del Gargano.  La manifestazione, organizzata dal Comune, con la collaborazione delle associazioni locali “Fratres”, “NuovaVicoinArte” e “Proloco”, apre le festività di San Valentino, il protettore di Vico e dei suoi erotici agrumeti e rinnova, tra continuità e sperimentazione, l’inno al Bello ed all’Armonia, alla voglia d’Amicizia e d’Amore, di Corporarietà che accresce la coscienza di sé per elevarsi a musica dei colori, a metafisica del dolore e della gioia di vivere, ad espressione dei propri sogni e delle proprie visioni, a pura sensazione di infinito e di eternità. La mostra si inaugura Giovedì alle 18,30, per chiudersi Domenica, dopo la premiazione degli artisti, che inizierà alle 18,30.


Artisti:
Acqua, Nicola Alfieri, Aga, Antonella Agnello, Attilio Apicella, Gina Buonasera, Marisa Bellini, Carmela Candido, Filomena Carbone, Fabio Castellaneta, Laura Castellano, Mirela Cicosel, Maria Pia Conga, Corradon, Filomena De Petris, Lina De Petris, Pasquale di Bari, Silvio Fortebraccio, Claudio Fracchiolla, Daniele Fratini, Elisabetta Fuiano, Massimo Fusconi, Salvatore Giannelli, Elisabetta Grappasonni, Arnhild Kart, Pasquale Impagnatiello, Grazia Lops, Antonietta Losito, Cristina Manukyan, Domenico Mariani, Marinka, Antonio Mazziale, Michela Meloni, Matteo Massa, Sonja Zeltner –Muller, Giustino Novelli, Achille Quadrini, Cecilia Piersigilli, Caterina Prato, Nino Perrone, Antonio Petrone, Maria Pinto, Ferruccio Ramadori, Silvestro Regina, Miryam Risola, Carolina Spagnoli Carole, TigranTadevosyan, Antonio Venuti, Giuseppe Volpicella.

 

 
 
 

VIESTE: RISCOSSIONE TRIBUTI, NUOVA BUFERA IN ARRIVO?!?

Post n°14018 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da forddisseche

VIESTE: RISCOSSIONE TRIBUTI, NUOVA BUFERA IN ARRIVO?!? PDF Stampa E-mail
martedì 10 febbraio 2015 ore 16:53
Riceviamo e pubblichiamo.


 Nel nostro Comune l’affidamento del servizio di riscossione dei tributi è stato aggiudicato alla "CERIN SRL", di Bitondo, in provincia di Bari.
Si pensava che dopo la triste vicenda del fallimento della Gema spa, sulla riscossione dei tributi comunali, fosse tornato il sereno con un affidamento ex novo, alla Cerin srl, appunto.

Negli ultimi giorni, in coincidenza del massiccio recapito a numerosi esercenti degli “avvisi di accertamento cosap”, stanno emergendo diversi e significativi elementi, che fanno sorgere seri dubbi sulla legittimazione della gara di appalto e della successiva aggiudicazione alla società barese, e di conseguenza dell’ effettiva esecuzione del contratto, quindi, dell’espletamento del servizio di riscossione tributi.
I dubbi sorgono e si rafforzano sulla base dei seguenti presupposti:

- non è strano che gli “avvisi di accertamento cosap” siano intestati a una società diversa dalla Cerin srl, ovvero, la Tributi Service di Roma, nonostante, il divieto esplicito di sub-appalto, contemplato nel contratto di affidamento?
- fonti internet (links a margine) asseriscono che, alla Cerin Srl di Bitondo, diversi comuni gli hanno dato “il ben servito” per gravi irregolarità, disponendo in alcuni casi, anche, la risoluzione contrattuale e la esclusione dalla partecipazione alla gara di appalto.

Comune di Vieste, se ci sei batti un colpo!


http://www.vivavoceweb.com/2014/06/28/fragagnano-il-comune-esclude-la-cerin-srl-dalla-riscossione-tributi/

http://www.bitontolive.it/news/Politica/229306/news.aspx

http://www.scribd.com/doc/161722562/Rescissione-contratto-societa-CERIN-SRL-Bitonto-Riscossione-Tributi

http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2013/11/28/news/manager-arrestato-gara-bloccata-1.8200982

http://interno18.it/cronaca/10366/scandalo-rifiuti-indagata-la-cerin-carabinieri-comune

http://grumonline.it/index.php?option=com_content&view=article&id=5536%3Aarrestato-lamministratore-delegato-della-ditta-cerin-di-bitonto&catid=1%3Aultime&Itemid=50

www.giano.umbria.it/MediaCenter/API/Risorse/StreamRisorsa.aspx?...


(APEV – VIESTE)
Associazione Pubblici Esercizi Vieste

 
 
 

Basket – QUATTRO “UNDER” DELLA SUNSHINE VIESTE ALLA “GIORNATA AZZURRA”

Post n°14017 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da forddisseche

Basket – QUATTRO “UNDER” DELLA SUNSHINE VIESTE ALLA “GIORNATA AZZURRA” PDF Stampa E-mail
martedì 10 febbraio 2015 ore 17:14

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Soddisfazione in casa Sunshine per la convocazione di ben 4 under alla  Giornata Azzurra in programma per mercoledì 11 febbraio al palazzetto di San Severo ''Falcone Borsellino''.

Per l'occasione sono stati convocati i ragazzi più interessanti Pugliesi per essere visionati dagli allenatori della nazionale under 16 e 18, Antonio Bocchino e Andrea Capobianco.
Tra questi regazzi ci saranno i 4 under Sunshine: Antonio Pietrafesa (1998), Michele Ruggieri (1999), Tommaso Lauriola (1999) e Marco Vieste (2000).
Ancora un riscontro positivo del lavoro che sta svolgendo la nostra società sportiva e dell'impegno e la passione che ci mettono i nostri ragazzi.

 
 
 

Carpino - IL 23 FEBBRAIO IL CONVEGNO "CHI E PERCHE' HA UCCISO ALDO MORO"

Post n°14016 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da forddisseche

Carpino - IL 23 FEBBRAIO IL CONVEGNO "CHI E PERCHE' HA UCCISO ALDO MORO" PDF Stampa E-mail
martedì 10 febbraio 2015 ore 17:19

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Il "GIORNO DEL RICORDO" a Vieste

Post n°14015 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da forddisseche

Il "GIORNO DEL RICORDO" a Vieste PDF Stampa E-mail
martedì 10 febbraio 2015 ore 09:50
La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

La comunità scolastica viestana tutta, in collaborazione con il Comune di Vieste e gli Assessorati alla Pubblica Istruzione e Cultura, ha inteso organizzare una giornata di conoscenza, confronto e riflessione su tale complesso e tragico momento della Storia italiana.
Il giorno 6 febbraio, dopo aver scoperto una targa commemorativa in Piazza marinai d’Italia a memoria del nobile gesto della Giunta Municipale di Vieste del 18 aprile 1947 che deliberava, unica cittadina italiana, di cedere parte del proprio territorio per la ri-fondazione della nuova città di Pola, si è tenuta una manifestazione pubblica all’auditorium dell’Istituto Fazzini-Giuliani con la partecipazione dello scrittore ed esule fiumano Carlo Cesare Montani, una delle massime personalità internazionali su tali tematiche.
E’ un preciso dovere del mondo della Scuola, istituzionale, civile e morale, permettere ai propri alunni la conoscenza e la comprensione delle grandi tragedie della nostra storia recente a partire dai fatti così come raccontati da chi quei momenti li ha vissuti in prima persona.
Di seguito articolo sulla giornata viestana di venerdì, predisposto dal Dott. Montani per la "Rivista della Cooperazione" diretta dal Prof. Sinagra (Istituto di Diritto Internazionale dell'Università di Roma) e per il sito storico del Prof. Atticciati, anch'egli dell'Università di Roma.

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ESODO ISTRIANO E CULTURA DELLA COOPERAZIONE

La proposta di Vieste per l’accoglienza degli Esuli (1947)
Il 18 aprile 1947, a due mesi dall’iniquo trattato di pace del 10 febbraio con cui l’Italia aveva ceduto alla Jugoslavia buona parte della Venezia Giulia, tutta la Dalmazia e Fiume, il grande Esodo dei 350 mila si era in larga misura compiuto, simboleggiato pochi giorni prima dall’ultimo viaggio delle navi che avevano trasferito ad Ancona, Venezia e Trieste il dolente popolo di Pola, protagonista di una scelta plebiscitaria per la vita, e per i valori cristiani e civili della millenaria tradizione adriatica.
Quel giorno, il Consiglio comunale di Vieste, la nobile città del Gargano, legata all’altra sponda dell’Amarissimo da vincoli secolari di amicizia e di cooperazione, volle approvare una delibera con cui, accogliendo anche i voti delle comunità contigue, si stabiliva di mettere a disposizione dei profughi i terreni per costruire una “Nuova Pola” onde i fratelli esuli “possano affacciarsi su quel mare da dove incomprensione e ingiustizia li hanno cacciati”.

L’iniziativa non ebbe seguito, al pari di altre ipotesi informali che erano state adombrate per il Trentino e per la Sardegna, perché il Governo italiano e gli stessi Alleati non consideravano con favore soluzioni capaci di salvaguardare l’unità dei profughi istriani, giuliani e dalmati, tanto da promuoverne la distribuzione, in condizioni allucinanti, nei 110 campi di raccolta distribuiti in tutto il territorio nazionale, alcuni dei quali  avrebbero perpetuato il dolore e lo sradicamento degli Esuli sino al termine degli anni sessanta.

Nondimeno, il gesto della Municipalità viestana, rimasto unico in Italia, ebbe un altissimo significato etico, che il Comune ha voluto giustamente onorare nell’ambito delle celebrazioni proposte dalla Legge 30 marzo 2004 n. 92, con una toccante lapide scoperta a futura memoria nel “Giorno del Ricordo” durante una grande manifestazione pubblica, presenziata da una moltitudine di docenti e  giovani delle scuole medie e superiori, “affinché mai si dimentichi l’alto eroismo di chi lottò perché italiano voleva restare”.
Altrove, l’accoglienza riservata ai profughi non fu delle migliori, come accadde ad Ancona, Bologna e Venezia, dove furono oggetto di reiterati comportamenti offensivi, orchestrati da chi intendeva ravvisare, del tutto strumentalmente, contenuti di reazione “fascista” in un popolo che non aveva voluto accettare il “paradiso di Tito” a costo di sacrificare affetti, memorie e beni personali. In Liguria, durante la campagna elettorale del 1948, accadde anche di peggio, quando i candidati comunisti assimilarono “i banditi giuliani” al famoso bandito Salvatore Giuliano che aveva infestato la Sicilia con le sue gesta criminali: non ebbero successo, perché il responso delle urne ebbe esiti catastrofici per il Fronte Popolare.
Anche per questo, l’esempio di Vieste merita di essere conosciuto ed apprezzato per i valori di civile accoglienza che seppe esprimere in un momento storico tanto arduo, se non altro per la difficoltà di ricostruire il patrimonio edilizio distrutto dalla guerra e di gestire l’emergenza alloggi. In effetti, la delibera del 18 aprile 1947 ha lasciato più di una traccia significativa nella memoria storiografica (1), ma il fatto che ora sia stata oggetto di un’informazione più diffusa “coram populo” ad ampio spettro, è certamente commendevole.

Vieste è una città che ha sofferto in maniera durissima vessazioni e persecuzioni agghiaccianti, di provenienza orientale, assimilabili alla tragedia delle foibe da cui Venezia Giulia, Istria e Dalmazia furono colpite nel secolo scorso: basti pensare, fra i vari episodi, all’eccidio compiuto dagli ottomani di Dragut nel 1555, quando alcune migliaia di viestani vennero barbaramente uccisi o tradotti in schiavitù (2): una strage che vive tuttora nella memoria storica, non soltanto locale, e che non è stata estranea alla manifestazione di solidarietà e disponibilità, tradotta in quella delibera.
Tra i 20 mila Italiani infoibati od altrimenti massacrati dai partigiani di Tito, molti furono i servitori dello Stato, civili e militari, colpevoli soltanto di avere compiuto il proprio dovere: si calcola che almeno un quinto fossero provenienti dalle Regioni del Mezzogiorno. Ebbene, quasi 300 erano pugliesi, e sette di loro, assieme ad altri rimasti ignoti, erano viestani: si tratta di Francesco Paolo Ascoli, Francesco Cariglia, Francesco Cavaliere, Giambattista Chieffo, Matteo Ruggieri, Antonio Vescera e Vincenzo Vescera, che sono stati onorati con un minuto di commosso raccoglimento, prima di procedere alla scopertura della lapide.
E’ stato scritto che, in occasione del grande Esodo, “lo slancio di generosità più sincero venne dalla Puglia” (3): si tratta di un’affermazione pertinente e condivisibile, suffragata dallo slancio di Vieste e delle altre municipalità  garganiche, senza dire dell’accoglienza ricevuta dai profughi anche nei comprensori meridionali della Regione, dove molti di loro ebbero modo di ricostruire vincoli comunitari dalle dimensioni significative.

Oggi, la lapide in faccia all’Adriatico voluta dal Comune, ed inaugurata il 6 febbraio dal Sindaco Ersilia Nobile (alla presenza, fra le tante, del suo predecessore Ludovico Ragno, primo Esule - nella fattispecie da Zara - ad avere guidato un Municipio italiano), costituisce una testimonianza ed un monito: l’ethos è sempre in grado di prevalere sulle vie dell’iniquità, che secondo la lucida intuizione di Mons. Antonio Santin, l’eroico Vescovo di Trieste e Capodistria, non possono essere eterne, mentre lo sono, come lo furono e lo saranno, fede e speranza, patrimonio insopprimibile degli  Esuli e degli uomini e donne di buona volontà.

Dott. Carlo Cesare Montani

 
 
 

Vieste/ Martedì 17 in Cattedrale GRAN GALA' di Beneficenza

Post n°14014 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da forddisseche

Vieste/ Martedì 17 in Cattedrale GRAN GALA' di Beneficenza PDF Stampa E-mail
martedì 10 febbraio 2015 ore 09:55
La Caritas Interparrocchiale organizza per Martedì 17 febbraio alle ore 20.00 al Capriccio un GRAN GALA' di Beneficenza per informazioni e prenotazione rivolgersi: Raffaella  Montecalvo  Cell. 338 3749712  Casa 0884/708577 c/o Parrocchia Cattedrale  0884/ 708078

 
 
 

Carnevale Manfredonia, ‘veglioncino’ e beneficenza

Post n°14013 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da forddisseche

 

Carnevale Manfredonia, ‘veglioncino’ e beneficenza

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Manfredonia - LUNEDI’ 16 febbraio, l’Agenzia del Turismo, dedica un’intera giornata del 62° Carnevale di Manfredonia ai bambini ed al loro talento. Dalle ore 17, presso “Grill Event- Braceria, Ristorante, Pizzeria, Lounge Bar”, si svolgeranno, in collaborazione con l’Associazione “Una Voce per il Sud”, gli attesi eventi del 55° Veglioncino dei bambini, concorso per mascherine e la seconda edizione del concorso canoro “Note in Maschera” – Bimbi al microfono”. Il ricavato della serata sarà devoluto al reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo, presso il quale, nella giornata del 28 febbraio, si recherà in visita una delegazione dell’Agenzia del Turismo per regalare qualche ora di svago e divertimento ai degenti ed ai loro parenti.

Si rinnova così l’appuntamento con lo storico Veglioncino dei Bambini. Per partecipare al concorso è necessario presentare costumi di carnevale di esclusiva realizzazione artigianale. I costumi in concorso non dovranno essere stati utilizzati in precedenti edizioni del Veglioncino, nelle sfilate o in altre manifestazioni legate alla presente o passate edizioni del carnevale. I costumi già utilizzati potranno partecipare solo fuori concorso.

La partecipazione al concorso è consentita a singoli, coppie e gruppi composti da un minimo di 5 a un massimo di 20 persone.

La quota di iscrizione al concorso, a titolo di contributo spese, è fissata ad € 7,00 per i singoli, € 10,00 per le coppie e € 20,00 per i gruppi, da versare al momento della presentazione delle domande. Le opere in gara saranno valutate, ad insindacabile giudizio, da una giuria nominata dall’Agenzia del Turismo. Le attività della giuria sono rigorosamente riservate. Non sarà accolta nessuna domanda dei concorrenti volta a conoscere e/o contestare le opinioni espresse. La giuria deciderà insindacabilmente valutando, in particolar modo, l’originalità del costume, l’interpretazione del personaggio e la lavorazione del vestito.

Il montepremi suddiviso per categorie Maschere singole, Coppie e Gruppi è il seguente:
• ai primi classificati verrà consegnato un Trofeo;
• ai secondi classificati verrà consegnato un riconoscimento “carnescialesco”.

Al concorso non potranno partecipare bambini di età inferiore a 2 anni.

Contestualmente al “Veglioncino dei Bambini” si svolgerà la seconda Edizione del Concorso Canoro “Note in Maschera – Bimbi al Microfono”. I piccoli concorrenti saranno valutati da un’apposita Commissione di esperti scelti che decreterà il vincitore del Concorso. La quota di iscrizione al concorso, a titolo di contributo spese, è fissata ad € 7,00 per i singoli, € 10,00 per le coppie. Potranno partecipare al concorso i bambini tra i 6 ed i 13 anni d’età.

Per iscriversi occorre compilare il modulo di iscrizione scaricabile sul sito del Carnevale di Manfredonia ed allegare alla domanda:
• base in formato MP3 di adeguata qualità fonografica su CD o pendrive (i supporti consegnati non verranno restituiti);
• modello per il consenso al trattamento dei dati personali e liberatoria(Modello D).

A condurre la serata saranno Vincenzo D’Oria e Tiziana Gagliardi, con l’animazione a cura di “Piccoli per Sempre”.

L’ingresso ha il costo simbolico di 5 euro (valido per due persone).

Per le iscrizioni ed acquisto dei biglietti rivolgersi presso Agenzia del Turismo Manfredonia, Piazza della Libertà, 1, tel. 0884581998; Info Point turistico del Gal Daunofantino, Piazzetta Mercato, 9, tel. 0884-661576 – 327.4336354.

Ufficio Stampa e Comunicazione “Manfredonia Turismo”

 
 
 

Ricordo vittime foibe, Riccardi: una storia da non dimenticare

Post n°14012 pubblicato il 10 Febbraio 2015 da forddisseche

 

Ricordo vittime foibe, Riccardi: una storia da non dimenticare"Noi ricordiamo e faremo in modo che anche i giovani abbiano consapevolezza della storia"

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Manfredonia - “MI rivolgo ai giovani, alle nuove generazioni, affinché momenti fondamentali, pagine indelebili della nostra storia rimangano consolidati nella memoria collettiva di un popolo”, esordisce così il sindaco Angelo Riccardi nel ricordare che il 10 febbraio di ogni anno, dal 2005 a questa parte, è la giornata nazionale in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale dell’Italia.

“Quella delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata è una storia da non dimenticare, una pagina sicuramente oscura del nostro passato ma che, proprio per la sua cruenza, va tramandata di generazione in generazione, affinché non accada mai più”. Oggi i vessilli nazionale ed europeo di Palazzo San Domenico sono a mezz’asta in segno di lutto e di rispetto per le vittime dell’eccidio di quasi diecimila italiani, avvenuto tra l’8 settembre del 1943 e il 10 febbraio del 1947. Una vicenda che per quasi cinquanta anni è stata ignorata dalla storiografia e anche da gran parte della politica nazionale. L’istituzione del Giorno del ricordo, dieci anni fa, da parte del Parlamento Italiano, ha sicuramente iniziato a porre rimedio ad una ferita dolorosa della nostra storia.

“Noi ricordiamo e faremo in modo che anche i giovani abbiano consapevolezza della storia, della vicenda delle Foibe e, più in generale, della importanza che ricopre la verità storica per la vita stessa di un popolo, una verità storica che sia il più possibile condivisa. Conoscere le proprie radici fa sì che l’albero cresca più forte e vigoroso”, conclude il sindaco.

Lo comunica l’Ufficio Stampa e Comunicazione – Città di Manfredonia.

Redazione Stato

 
 
 
 
 

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