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Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

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Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

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Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

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Tutto ciò che l'uomo ha imparato

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, é che l'uomo dalla storia non ha imparato niente. Hegel"

 

Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi del 25/01/2017

Porto Vieste, Gatta: “Se le risorse ci sono, subito gli interventi”

Post n°18293 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da forddisseche

Porto Vieste, Gatta: “Se le risorse ci sono, subito gli interventi” 

 

Di:

 
 

Vieste. “Sul piatto ci sono 48 milioni di euro di Fondi Europei per l’aumento della competitività delle infrastrutture e delle attrezzature portuali, il dragaggio dei fondali e la costruzione di specifici sistemi di protezione per mitigare le continue situazioni di perdita di pescaggio dei porti pugliesi. Li ha garantiti l’assessore Giannini e ritengo, quindi, che non si possa assolutamente perdere questa chance per il Porto di Vieste, che necessita di interventi essenziali per la sicurezza dei transiti delle imbarcazioni”. Così il vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta, che ha depositato un’interrogazione consiliare in merito diretta al presidente della Giunta regionale e all’assessore ai Lavori Pubblici.

 

“È dal 2011 – aggiunge – che chiedo di avviare le opere per l’infrastruttura portuale di Vieste. Già da qualche anno, peraltro, l’Ufficio Circondariale Marittimo di Vieste sollecita le istituzioni competenti a disporre il dragaggio dell’intero bacino portuale, comprensivo anche della sua imboccatura. Un fenomeno pericoloso per le barche in entrata e in uscita dal porto, potenzialmente in grado di ospitare imbarcazioni di dimensioni importanti che non riuscirebbero ad accedervi perché il fondale è troppo basso. L’ultimo dragaggio, del resto, risale agli anni ’90 e gli uffici regionali hanno sempre giustificato il mancato intervento con l’insufficienza dei fondi. I lavori, globalmente, richiedono circa 8milioni e 150 mila euro, che oggi potrebbero recuperarsi dai Fondi garantiti da Giannini. Ed è questa – conclude Gatta – la richiesta specifica che rivolgo alla Giunta: le risorse ci sono e si possono realizzare gli interventi necessari. C’è la volontà politica di risolvere il problema in tempi ragionevolmente brevi?”

 
 
 

Sul Gargano turismo e cultura passano (anche) dalla tavola. A San Nicandro Garganico una festa dedicata alla gastronomia

Post n°18292 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da forddisseche

Sul Gargano turismo e cultura passano (anche) dalla tavola. A San Nicandro Garganico una festa dedicata alla gastronomia nata dall'antico rito del maiale. 

 
Sul Gargano turismo e cultura passano (anche) dalla tavola. A San Nicandro Garganico una festa dedicata alla gastronomia nata dall'antico rito del maiale.
 
 

Negli ultimi anni si è assistito, sul Gargano, terra testimone di antiche tradizioni e che fonda le sue radici nei racconti dei popoli venuti dal mare, ad una crescita della voglia di riscoprire il passato in chiave moderna e dell'offerta scaturita da questo bisogno.
La posizione isolata, la ricchezza della varietà dei paesaggi e le sue risorse naturali hanno reso da sempre questo luogo ricco di tradizioni, frutto del rapporto sapiente tra uomo e natura.
Uno dei momenti più sentiti all'interno dei nuclei famigliari era certamente l'uccisione del maiale, una vera e propria festa per le comunità agro-pastorali.
Il maiale era il re della tavola nei tempi antichi e l'allevamento del maiale era di vitale importanza nell'economia e nella cultura contadina. Egizi, greci, celti e romani rispettavano e veneravano l'animale nelle maniere più diverse attribuendogli significati di nutritore, guerriero e regalità.
A seconda delle possibilità economiche, quasi tutte le famiglie ammazzavano il maiale, per assicurarsi la provvista di carne per tutto l'anno.
La macellazione del maiale era un vero rito, un'occasione di festa per la famiglia ed anche per i parenti e i compari o i vicini di casa che venivano invitati per aiutare nella preparazione della carne. L'operazione di macellazione e lavorazione delle carni del maiale durava anche due o tre giorni.
Il primo giorno, dopo l'uccisione dell'animale si procedeva con la pulitura; le donne, dopo aver ripulito gli intestini che si utilizzavano per gli insaccati, preparavano il pranzo al quale partecipavano tutti coloro che avevano contribuito al lavoro. Il giorno successivo si passava alla sezionatura delle parti che venivano disossate, tagliate e utilizzate in maniera diversa.
Del maiale non si buttava niente: si conservava il grasso, i cicoli, il lardo, la pancetta, le cotenne, si preparavano le salsicce, le sopressate, i capicolli, il prosciutto; infine le ossa spolpate venivano conservate in salamoia per essere cucinate con le verdure durante l'inverno.

 

A partire da questa secolare tradizione Don Nunzio e Cavallo, nuova realtà nata a San Nicandro Garganico, ha organizzato, per domenica 5 febbraio, "La festa del Maiale", una giornata dedicata ai preparati più disparati ricavati dal maiale.
Don Nunzio e Cavallo vuole, così, andare incontro all'esigenza di riscoperta delle proprie radici, offrendo momenti ed esperienze uniche e particolari, sempre a partire dalle specificità del territorio. Il leitmotiv è fondato, infatti, sul concetto che la bellezza risieda nella semplicità della vita di campagna, nella verità e nel rispetto di una storia lunga, quella dei pastori e dei contadini garganici e sulle produzioni locali orientate all'alta qualità, elementi capace di scaturire delle sensazioni vere e autentiche che il Gargano e la Puglia possono offrire.
Non ci resta che provare, dunque. Tutte le informazioni sulla "Festa del Maiale" nella pagina Facebook di Masseria Don Nunzio e Cavallo.

 
 
 

Ente Parco/ Tavaglione:” Dopo 7 anni, opportuno rinnovare il vertice “

Post n°18291 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da forddisseche

Ente Parco/ Tavaglione:” Dopo 7 anni, opportuno rinnovare il vertice “ 

 
Ente Parco/ Tavaglione:” Dopo 7 anni, opportuno rinnovare il vertice “
 

“Lavorerò per un nuovo vertice del Parco nazionale del Gargano. Del resto, sono passati ben 7 anni da quando questo presidente è al comando, è opportuno un rinnovamento dei vertici e del modo di gestire l’ente”. E’ netto Franco Tavaglione, sindaco di Peschici e presidente della Comunità del Parco, sulla sua posizione rispetto al futuro del PNG, a due mesi dalla scadenza del mandato di Stefano Pecorella. Il fronte di quanti si oppongono alla riconferma dell’avvocato sipontino si allarga giorno dopo giorno. Mentre si aggrava la spaccatura con le associazioni ambientaliste e con la Comunità. L’Attacco ha intervistato Tavaglione, che nei prossimi giorni parlerà del PNG col governatore Michele Emiliano.
Nell’ultimo consiglio direttivo del 19 gennaio sono stati sollevati rilievi dagli uffici dell’ente rispetto al regolamento della Comunità. Cosa è successo?
Il 13 luglio 2016 la Comunità del Parco ha approvato il proprio regolamento, scritto insieme ai funzionari dell’ente. Un atto che l’ente avrebbe dovuto avere sin dalla sua istituzione e il cui iter stava finalmente andando in porto. Quello stesso ufficio che ha contribuito alla redazione del documento il 19 gennaio ha avanzato rilievi al riguardo, sostenendo che ci siano vizi di legittimità. L’ufficio avrebbe dovuto farli rilevare a luglio, non al momento della presa d’atto da parte del consiglio. A pensare male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca, diceva qualcuno.
Ritiene che ci sia ostruzionismo ai danni della Comunità?
Per me rientra tutto in una strategia di rallentamento. Una Comunità che funziona può risultare scomoda per chi ha obiettivi diversi e ha sempre operato con le mani libere. Ritengo che per un presidente sia più agevole gestire l’ente senza avere tra le scatole la Comunità. Ma si tratta di un organo previsto dalla legge, che deve poter svolgere le funzioni assegnategli dalla legge, che invito a rileggere. Capisco che uno in scadenza di mandato ha bisogno della massima visibilità...Una Comunità funzionante, per la prima volta nella storia del PNG, spaventa perché ora qualcuno deve modificare le proprie abitudini consolidate. Credo che sia questo il motivo per cui l’attività della Comunità non è gradita.
In una nota stampa l’ente ha comunicato di aver approvato il regolamento della Comunità.
Il regolamento è un atto di autoregolamentazione della Comunità, le modifiche spettano a quest’ultima mentre il consiglio dà solo una presa d’atto. Su 23 Parchi nazionali italiani solo nel nostro caso c’è stato questo passaggio in consiglio. Ho il dovere di portare l’atto nella Comunità e, se questa le riterrà giuste, le modifiche saranno approvate. Siamo noi a dover dare il documento definitivo.
Quando sarà approvato il piano pluriennale socio-economico?
E’ un altro argomento delicato. Dal 23 settembre ho formulato formale istanza al presidente di ricevere tutti gli atti necessari a fare esercitare alla Comunità le sue funzioni. Ho dovuto da ultimo il 19 gennaio, nel consiglio, evidenziare che senza risposte si condanna la Comunità allo stallo. Come è possibile che il piano venga approvato se ai Comuni e agli altri soggetti istituzionali non è dato modo di discuterne e di confrontarsi, se non gli viene dato nemmeno il documento? La risposta che ho ottenuto fa ricadere la responsabilità sull’inerzia degli uffici, ma comunque il presidente ha omesso di esercitare l’attività di vigilanza cui è tenuto. Anche per questo lo ritengo inidoneo. Ripeto: per me si vuole continuare a lavorare con le mani libere, con la massima discrezionalità. Ma questo non è possibile né ammissibile in un ente pubblico, né si può evitare di perseguire le finalità istituzionali di un Parco, come è avvenuto in questi anni. Non trovo traccia delle finalità primarie se non risalendo ai tempi del secondo presidente Matteo Fusilli.
Cosa intende fare per sbloccare tale impasse della Comunità del Parco?
Ho inviato nei giorni scorsi una lettera al Ministero, a tutti i consiglieri del Parco e a tutti i membri della Comunità, tra cui vi sono anche il presidente della Regione e quello della Provincia. L’ho fatto per denunciare quanto sta accadendo nell’ente, dove esistono violazioni sistematiche sia dei principi elementari di democrazia che di altro. Un risultato già l’ho ottenuto, perché dopo molti mesi di vana attesa ai Comuni è stata finalmente inviata dal Parco copia del piano pluriennale socio-economico. Inoltre il presidente Pecorella il 20 gennaio ha invitato la direttrice al rilascio immediato degli atti e dei documenti da me richiesti mesi fa.
E’ dunque finalmente vicina l’adozione del piano pluriennale socio-economico?
Chiederò ai sindaci di dare immediata lettura al piano ed indirò subito una seduta della Comunità per deliberarne l’adozione, ove tutto venga ritenuto conforme. Il consiglio direttivo dovrà dare il suo parere obbligatorio, poi spetterà alla Comunità trasmettere l’atto alla Regione. In caso di contrasti tra Comunità e consiglio la materia viene portata sul tavolo del Ministro e da ultimo decisa dal presidente del consiglio dei ministri.
Su queste colonne il consigliere Marco Lion, rappresentante delle associazioni ambientaliste, ha stigmatizzato la procedura seguita per selezionare la terna di nomi per il direttore del Parco. Al consiglio è stata data solo la possibilità di votare sì o no rispetto ai tre nomi (Luigi Russo, Giovanni Russo e Fabio Vallarola) selezionati in precedenza dalla commissione voluta da Pecorella e composta dallo stesso presidente, oltre che da Rocco Ruo e Michele Prencipe. Cosa ne pensa?
Per troppi anni il Parco è stato privo di un direttore effettivo, andando avanti solo con facenti funzioni. Quando l’ente doveva decidere l’iter di selezione facevo ancora parte del consiglio direttivo, poi decisi di dimettermi per dedicarmi solo alla presidenza della Comunità. Pecorella propose una commissione, ma io dissentii e protestai subito perché l’ipotesi della commissione non è contemplata dalla legge. La normativa affida invece alla competenza del consiglio le valutazioni che portano alla terna, sulla base dell’albo nazionale dei direttori dei Parchi. Perché si è agito in maniera irrituale nominando una commissione?
Cosa pensa del dibattito politico sulla presidenza aperto dal Pd Città Gargano?
Ho trovato appropriato l’intervento di questi circoli Pd, hanno espresso la richiesta legittima di una valutazione anche di carattere politico volta a far sì che ci sia un cambio di passo.
Emiliano sta seguendo tale dibattito? C’è chi parla di un possibile accordo Pd-civici sulla riconferma di Pecorella.
Emiliano è sicuramente interessato alla discussione, visto che il Ministro nomina il presidente del Parco d’accordo con la Regione. Conoscendolo, ritengo che se ne stia già occupando e che prima di dare un giudizio vorrà fare un minimo di indagine sul territorio. Quanto ad un’intesa Pd-civici su Pecorella, penso che sia un’ipotesi irreale e credo che rappresenterebbe un danno sia per il Pd che per i civici accordarsi per la riconferma. Prendere decisioni alle spalle del territorio e sgradite a quest’ultimo significherebbe attendersi risposte adeguate dai cittadini. La posizione espressa dai circoli Pd dimostra che in realtà stanno andando in direzione nettamente opposta, mi pare. Quanto ai civici, sono vicino a Di Gioia e ho una posizione molto chiara. Nulla di personale contro Pecorella, ma solo motivazioni di opportunità politica e gestionale. Credo sia opportuno un rinnovamento, un cambio sia degli uomini di vertice dell’ente sia della maniera di gestirlo. Non è un tentativo di scalzare il presidente ma di far lavorare questo ente nella maniera più proficua e rispettosa della legge.

 

Lucia Piemontese
l'attacco

 

 
 
 

Piemontese, anche da Foggia i treni veloci per stare a Roma alle 9 di mattina.

Post n°18290 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da forddisseche

Piemontese, anche da Foggia i treni veloci per stare a Roma alle 9 di mattina. 

 
Piemontese, anche da Foggia i treni veloci per stare a Roma alle 9 di mattina.
 
 

“Foggia non può e non deve essere scavalcata in alcun caso: ogni piano di
potenziamento dei servizi di trasporto ferroviario deve includere tutta la
Puglia, da sud a nord”. L’assessore regionale al Bilancio, Raffaele
Piemontese, lo ha fatto osservare “all’amico sindaco di Bari, Antonio
Decaro", con cui stamattina ha avuto un lungo colloquio telefonico sulla
proposta, da lui lanciata a Trenitalia, per aggiungere un collegamento
veloce diretto tra Bari e Roma.
“La stazione di Foggia di piazza Vittorio Veneto deve continuare a essere
il nodo di accesso per le linee veloci lungo l’Adriatico e il Tirreno –
aggiunge Piemontese –, ogni scelta diversa sarebbe semplicemente ingiusta e
ingiustificata da ogni punto di vista, anzitutto da quello della piena
coesione territoriale che deve vedere impegnati tutti gli amministratori
pugliesi”.

 

“Un conto è l’utilizzo della bretella per le merci pericolose, come prevede
il Contratto Istituzionale di Sviluppo del 2012, che espressamente
finanziava il ripristino dell’infrastruttura allo scopo «di non far
transitare, sostare e movimentare, all’interno della stazione di Foggia, i
treni merci provenienti da Taranto e diretti verso Battipaglia» – ricorda
l’assessore –, un altro sono i passeggeri: il risparmio di tempo non
supererebbe i 9 minuti, considerando che le «Frecce» non hanno certo le
vecchie locomotive, essendo ormai dotate di carrozze pilota in testa e in
coda, da e verso cui i macchinisti riescono a spostarsi durante i 2 minuti
che Trenitalia stessa calcola sufficienti per salire e scendere dai treni
in transito”.

 

“Il diritto alla mobilità – incalza Piemontese – non tollera cittadini di
serie A e di serie B, men che meno quelli di serie C come finirebbe per
essere un cittadino che vive a Ischitella, nel nord del Gargano, che
impiega un’ora e quindici minuti per arrivare a Foggia e impiegherebbe due
ore e mezza per arrivare alla stazione di Bari, se volesse godere anche lui
del nuovo collegamento per stare nella capitale alle 9 del mattino: perciò
la stazione di Foggia non può essere scavalcata perché serve un bacino di
oltre 650 mila persone”.

 

“Condivido il tema posto da Antonio Decaro – aggiunge l’assessore regionale
– di pretendere da Trenitalia collegamenti ferroviari più numerosi ed
efficienti. Dobbiamo fare fronte comune per incrementare la qualità di un
servizio essenziale per tutti i pugliesi. Sono certo che, per conseguire
l’obiettivo di raggiungere Roma in prima mattinata e non alle 11 e mezza
come è adesso, anche i cittadini baresi tollereranno di impiegare 3 ore e
39 minuti, invece che 3 ore e mezza, in modo da condividere la conquista
anche con i miei conterranei”.

 

“Per questa battaglia comune – conclude Piemontese – l’autorevolezza del
sindaco della città capoluogo di regione e presidente nazionale dell’ANCI
sarà decisiva”.

 
 
 

“Viva chi vince. Il Brigantaggio garganico (1861-1863)”

Post n°18289 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da forddisseche

“Viva chi vince. Il Brigantaggio garganico (1861-1863)” La relazione di presentazione del volume sarà svolta dal prof. Romano Ugolini 

 

Di:

 
 

Foggia. Giovedì 2 febbraio 2017, in collaborazione e con il patrocinio della Fondazione Banca del Monte “Domenico Siniscalco Ceci” di Foggia e dell’Archivio di Stato di Foggia,
questo Comitato organizza, presso la Sala “Rosa Del Vento” della Fondazione Banca del Monte di Foggia (Via Arpi n. 152), la presentazione del volume di Giuseppe Clemente “Viva chi vince. Il Brigantaggio garganico (1861-1863)”, Edizioni del Rosone di Foggia, 2016.

 

Il racconto recupera centinaia di pagine ingiallite, scritte ancora sotto l’emozione degli avvenimenti, ognuna delle quali possiede uno spicchio di verità e incastona diverse testimonianze, offrendo all’Autore la sensazione di lavorare al montaggio di un film.

 

L’iniziativa culturale, che avrà inizio alle ore 18:30, prevede i saluti e le introduzioni di Massimiliano Monaco, Presidente del Comitato di Foggia dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, di Saverio Russo, professore ordinario di Storia moderna all’Università di Foggia e Presidente della Fondazione Banca del Monte di Foggia, di Viviano Iazzetti, Direttore dell’Archivio di Stato di Foggia e di Falina Marasca, Responsabile delle Edizioni del Rosone di Foggia.

 

La relazione di presentazione del volume sarà svolta dal prof. Romano Ugolini, Presidente dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano. Ad essa farà seguito la lettura, ad opera dell’attore Francesco Gravino, della Compagnia Foyer 97, di alcuni documenti d’archivio riportati nel libro.

 

Il lavoro di Giuseppe Clemente, con presentazione di Alessandro Barbero, è il frutto di lunghe ricerche d’archivio e offre una serie di riflessioni critiche sul fenomeno del Brigantaggio postunitario nella provincia di Foggia, colmando numerose lacune storiografiche.

 
 
 

Manfredonia: “La scienza in cucina spiegata all’Unitre dal dott. Francesco Santamaria” PH BENEDETTO MONACO

Post n°18288 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da forddisseche

Manfredonia: “La scienza in cucina spiegata all’Unitre dal dott. Francesco Santamaria”

Di:

 

Manfredonia. In tre lezioni settimanali il Dottore in Chimica Industriale e socio dell’UNITRE Francesco Santamaria ha disquisito della scienza in cucina presso la sede dell’uni tre di Manfredonia. Nella sua trattazione è passato dalla tradizione storica all’innovazione più moderna dell’arte culinaria, parlando anche di gastronomia molecolare. Di seguito riportiamo una breve sintesi della relazione tenuta nell’aula del ex seminario di Manfredonia dal Santamaria, anche grazie all’ausilio di diverse slide. Dott. Francesco Santamaria: “L’interesse per il cibo è vecchio come il mondo in quanto la nutrizione, insieme alla procreazione, è una funzione principale della vita. Molti sono gli esempi che si potrebbero citare, ma quello degno di nota che penso sia da riferire è quello rappresentato da Federico II e dal figlio naturale Manfredi, artefici di numerose ricette: come la “torta bona e vantagiata”, la “torta di re manfredi da fava fresca” con un ripieno di formaggio, le “frittelle da imperatore magnifici “riportate nei “I Ricettari di federico II”di Anna Martellotti.”

E’ sempre lo stesso Santamaria a ricordarci di come gli scienziati e i chimici, in particolare, si sono sempre occupati del cibo e del modo di cucinarlo, anche perché, come tutti, si cibano ogni giorno. Illustri scienziati che hanno posto le basi della chimica e della fisica, nel secolo 1700 e successivo, il secolo dei lumi (Lavoisier, Thompson, Liebig), si sono occupati di cucina. Dopo tutto, “siamo quello che mangiamo” il chimico potrebbe correttamente argomentare a sua volta che “siamo il frutto delle reazioni delle sostanze chimiche che mangiamo”.

Thompson (1753-1814), fisico eclettico fu il primo scienziato a guardare all’atto del cucinare con occhi scientifici ed a scrivere alcuni saggi sull’Arte del Cucinare. Sperimentalmente dimostrò che la migliore cottura della carne avviene già tra 60 e 80 gradi centigradi in tempi lunghi. Questa scoperta non fu accettata dai cuochi dell’epoca, ma è oggi usata dai migliori cuochi per ottenere carne e verdure più morbide e saporite. Il suo “Manifesto della Cucina Scientifica” riporta: Quando la scienza del cucinare sarà ben compresa e sarà acquisita un’intima conoscenza della precisa natura dei cambiamenti chimici e meccanici prodotti dai vari processi culinari, potremo allora, e non prima di allora, migliorare con sicurezza l’arte della preparazione del cibo e della sua conservazione; per questo non ci si è dimenticati della pastorizzazione di Pasteur applicata con successo al latte fresco. La cucina, per le numerose trasformazioni che avvengono, è un laboratorio chimico. l’Arte della cottura per rendere le derrate assimilabili e conferirgli un buon sapore è un “atto d’amore”. Le trasformazioni che avvengono in cucina sono di natura chimica e fisica: infatti modificano le proprietà degli alimenti costituiti da composti chimici (molecole). La gastronomia è la conoscenza ragionata di tutto ciò che si riferisce agli esseri umani in quanto essi si nutrono. La gastronomia molecolare è una disciplina scientifica che studia le trasformazioni culinarie cercandone i meccanismi. Non va confusa con la cucina molecolare che è una sua applicazione. La gastronomia molecolare è nata il 1990 quando un astrofisico britannico Nicholas Kurti, il chimico francese Hervè This ed il chimico statunitense Harold Mcgee, che organizzarono il primo convegno ad Erice. Occasione storica di incontro tra scienziati e cuochi.

E un esperimento di cucina si è svolto a conclusione delle tre lezioni dallo “scienziato” Santamaria e Sipontina sua moglie, che ha preparato degli assaggi di una crema uguale negli ingredienti divisa in due porzioni: una con le uova ed una senza (vedesi foto dei due pasticcini preparati per l’occasione). La colorazione quasi uguale è stata ottenuta, in quella senza uova, con l’aggiunta di curcuma. Agli assaggiatori dell’uni tre è stato quindi chiesto di indicare quale delle due conteneva l’uovo e quale delle due la farina.

Il risultato ha confermato quanto assodato dagli studi sugli effetti sensoriali. Infatti solo 1 su 5 (il 20%) ha individuato correttamente la crema con l’uovo e più della metà ha indicato la presenza della farina in una o l’altra crema, anche se non vi era in nessuna delle due.

Questo esperimento di gastronomia molecolare è una prova di come la scienza, che studia i meccanismi e le trasformazioni culinarie, produce saperi e conoscenze pure ma immediatamente applicabili in cucina. Come la cottura che trasforma il gusto degli alimenti, disinfetta, ammorbidisce o rassoda e dà sapore; L’agronomia che ha migliorato i nostri alimenti in quantità e qualità. A chi rimpiange l’alimentazione dell’infanzia Fancesco Santamariaha posto la domanda: “cosa mangeremo domani?”. Domani mangeremo ciò che impareremo a cucinare oggi! Se soltanto spalanchiamo le porte della scienza, possiamo fare di più. Domani mangeremo ciò che la nostra immaginazione, ci avrà permesso di scoprire: sogniamo in modo efficace conoscendo la cucina contemporanea per affrontare la cucina futura.

L’interesse per la cucina, da sempre, è confermata dai 25.000 libri pubblicati su questo argomento. Nel 1900 i libri più famosi sono tre libri di ricette: La Scienza in Cucina e L’Arte di Mangiare Bene di Pellegrino Artusi è un libro di ricette ancora pubblicato ed ha raggiunto le 300.000 copie; il Talismano della Felicità di Ada Boni nel 1925 con la cucina fascista autartica, Il Cucchiaio d’Argento di Clelia D’onofrio e Petronilla che curò dal 1927 al 1947 una rubrica di cucina sul Corriere della Sera. In Italia lo studioso di maggior spicco è Davide Cassi, del Dipartimento di Fisica dell’Università di Parma.

Dario Bressanini è un chimico, divulgatore scientifico e scrittore italiano, ricercatore presso il dipartimento di Scienze chimiche e ambientali dell’Università degli studi dell’Insubria a Como, Cura il blog Scienza in Cucina su Le Scienze.

Con questo scritto si è voluto dare degli incipit su un argomento vasto, che ci riproponiamo di approfondire in successive pubblicazioni.

Pubblicazione a cura di Benedetto Monaco

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Pale Eoliche: ecco che ne pensa Nicola Gentile Ci sono, poi, i possibili effetti nocivi sulla salute

Post n°18287 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da forddisseche

Pale Eoliche: ecco che ne pensa Nicola Gentile Ci sono, poi, i possibili effetti nocivi sulla salute derivanti dalle onde elettro-magnetiche, di cui si sa ben poco 

 

Di:

 
 

Rignano Garganico. Per saperne di più sulle 19 mega pale eoliche attive nella piana, abbiamo intervistato Nicola Gentile, avvocato, considerato uno dei più validi e lungimiranti protagonisti ( tra i pochi che sono rimasti) della nuova stagione politica in corso da qualche tempo, a Rignano Garganico, significata dalla nascita del Movimento “Rignano che vorrei”, di cui, oltre ad essere cofondatore, è anche portavoce. A suo avviso, la presenza ed attività del Parco Eolico nel nostro territorio è un bene o un male? Sicuramente è un fatto positivo, perché su questo ambizioso e moderno progetto ci hanno pensato e lavorato tanti rignanesi. Il riferimento è a Gargano Energia, la società che è riuscita da sola a mettere in piedi un parco eolico completamente autonomo, dimostrando capacità imprenditoriali e innovative superlative e forse superiori ai soliti noti del Nord.

 

In che cosa si rileva l’importanza e la pubblica utilità di siffatta impresa? Di aver venduto bene, incrementando il patrimonio dei suoi soci, quasi tutti del luogo, e soprattutto di aver concretizzato una idea innovativa, come quella delle energie rinnovabili, all’avanguardia su tutto il territorio nazionale. Non a caso fu apprezzata dall’EdF con l’oneroso acquisto e l’attuale inserimento nel Polo delle rinnovabili tra i più importanti a livello nazionale ed europeo, la “E2 i”. Per quanto attiene la pubblica utilità, basta citare la Convenzione stipulata con il Comune, con la quale si attribuisce, ai sensi, dell’articolo 10, alle casse comunali, il 10% sugli utili del bilancio annuale e con il successivo articolo 11 si stabilisce l’importante invenzione dell’azionariato sociale, ossia la partecipazione della cittadinanza al 10 % degli utili, finora, purtroppo, non ancora applicata. Su questo vorrei approfondire. Quali sono i danni ambientali più consistenti che s’aspettano o notano dal funzionamento delle anzidette Pale Eoliche? Ce ne sono parecchi, anche se inferiori di gran lunga, come danni, a quelli procurati dalle cosiddette energie ‘sporche’ (in primis, fossili e petrolio). Il primo impatto negativo della realizzazione dell’impianto – parco è quello di tipo visivo, ossia la devastazione irreversibile del paesaggio. L’effetto visivo e prospettico da qualsiasi punto si osservi la pianura è tale che l’intero aspetto dei luoghi risulta pesantemente trasformato. C’è poi la modifica, oltre che visiva, anche strutturale del paesaggio agrario formatosi nel corso dei secoli. E gli altri danni? Di questi, alcuni riguardano la salute dell’uomo, come i rumori anche se silenziosi, che causano a chi abita nelle masserie vicine il cosiddetto ‘disturbo del sonno’, incipit di un futuro esaurimento nervoso.

 

Ci sono, poi, i possibili effetti nocivi sulla salute derivanti dalle onde elettro-magnetiche, di cui si sa ben poco. Tutto il resto riguarda, invece, la flora e la fauna, il cui “habitat’ (soprattutto per la specie avicola) sembra essere del tutto scombussolato, sia dalla rotazione delle pale, sia dalla costruzione delle torri, sia dagli scavi e dal passaggio dei cavi, specie nelle zone paludose, dove vivono rane ed altri animali. Che rimedi proponi al riguardo? Suggerisco all’Ente locale di dotarsi di una relazione agrotecnica – ambientale su cui discutere con dati di fatto sulla situazione , per poi confrontarsi in tempi ravvicinati con la Società responsabile e convenire sulla quantificazione reale del “ristoro” dovutogli, evitando così ogni scontro giuridico e facendo lievitare la soglia minima del 3% previsto dalla normativa vigente.

 

(A cura di Antonio Del Vecchio, Rignano Garganico 25.01.2017)

 
 
 

Consorzi/ Gatta (FI): “ingiusto equiparare Enti di Foggia ai quattro consorzi commissariati.

Post n°18286 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da forddisseche

Consorzi/ Gatta (FI): “ingiusto equiparare Enti di Foggia ai quattro consorzi commissariati. 

 
Consorzi/ Gatta (FI): “ingiusto equiparare Enti di Foggia ai quattro consorzi commissariati.
 

“Non ci sto. Non si può estendere ai Consorzi della Provincia di Foggia, che hanno saputo lavorare bene e progettare un servizio efficiente per gli agricoltori, la disciplina degli altri commissariati. Una possibilità, auspicata da taluni, in contraddizione con quanto previsto dall’art 37 della legge regionale n.4/2012, che elenca i casi in cui è possibile avviare il commissariamento. Inutile dirlo, i due enti foggiani non rientrano in tali previsioni legislative, non essendo incorsi nelle inadempienze per le quali gli altri quattro Consorzi pugliesi sono stati commissariati”. Così il vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta, durante la discussione di oggi in Consiglio Regionale. "Una eventuale equiparazione -ha aggiunto- avrebbe potuto essere facilmente impugnata nelle sedi giurisdizionali competenti, con notevoli possibilità di successo. Era evidente che né il Consorzio di Bonifica della Capitanata, né quello di Bonifica Montana del Gargano potessero essere investiti da un disegno di legge finalizzato, nelle intenzioni dei proponenti, a risolvere “l’annosa questione relativa alla pregressa debitoria, all’inadeguata organizzazione e programmazione”. Valutazioni e considerazioni tutte non estensibili, in modo assoluto, ai 2 Consorzi della provincia di Foggia, che operano con assoluta regolarità nell’ambito delle funzioni assegnate, con bilanci in perfetto equilibrio e con continue iniziative volte al miglioramento delle condizioni ambientali. Se i due Consorzi foggiani hanno dimostrato nel tempo una buona gestione lo si deve sia alle loro amministrazioni, sia ad una presa di coscienza collettiva dei consorziati agricoltori che, a fronte di un servizio ottenuto, hanno onorato il pagamento dei contributi con una percentuale che all'attualità supera il 93% . Opere che completano un'attività di bonifica ormai caratterizzata da una triplice funzione: salvaguardia del territorio, razionale utilizzo e sviluppo dello stesso, sia a fini strettamente agricoli sia a fini produttivi di diversa natura, tutela ambientale consapevole. Sul fronte del contenimento delle spese, i due consorzi del nord della Puglia continuano a impegnarsi senza tregua e ciò si evince con chiarezza dai bilanci. Perciò –conclude Gatta- una equiparazione agli altri consorzi andrebbe a mortificare e penalizzare realtà virtuose che oggi costituiscono un modello di efficienza”.

 
 
 

Vico/ Un Manifesto per il Parco. Tavola rotonda sul futuro del Parco Nazionale del Gargano.

Post n°18285 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da forddisseche

Vico/ Un Manifesto per il Parco. Tavola rotonda sul futuro del Parco Nazionale del Gargano. 

 
Vico/ Un Manifesto per il Parco. Tavola rotonda sul futuro del Parco Nazionale del Gargano.
 

A pochi mesi dalla nomina del nuovo presidente del Parco Nazionale del Gargano la nostra comunità non può sottrarsi ad una sana discussione sul futuro dell’ente e della sua governance.

 

A più di vent’anni dalla sua istituzione l’ente, infatti, resta distante dai bisogni del territorio e dalle aspettative dei cittadini.

 

In un contesto economico e socio-culturale che vede spesso i
nostri centri spopolarsi diventa prioritario fare in modo che questo ente, così
prezioso e ricco di potenzialità, sia presieduto e diretto in maniera
strategica e funzionale, coerentemente agli strumenti di pianificazione a
disposizione e nel rispetto delle specificità culturali e ambientali del
territorio.

 

Per questo motivo abbiamo deciso di organizzare una tavola
rotonda a cui ogni "garganico" dovrebbe partecipare. Un incontro dal
basso, proposto e organizzato da giovani che vogliono restare per costruire il
proprio futuro sul Gargano.

 

Lo scopo è quello di stilare un MANIFESTO da consegnare alle
istituzioni del territorio per fare in modo che nella scelta della figura del
Presidente si tenga conto della voce di chi quel territorio lo vive, lo
protegge, lo ama ogni giorno.

 

Tutti i soggetti sono invitati, come cittadini dell'area Parco, alla tavola rotonda di sabato 28 gennaio alle ore 18.00 presso la sala consiliare di Vico del Gargano.

 
 
 

Vieste – Domani convegno su “Gioco e gioco d’azzardo patologico”

Post n°18284 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da forddisseche

Vieste – Domani convegno su “Gioco e gioco d’azzardo patologico” 

Vieste – Domani convegno su “Gioco e gioco d’azzardo patologico”

 
 
 

Vieste – Il “Logbook” di gennaio della Lega Navale

Post n°18283 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da forddisseche

Vieste – Il “Logbook” di gennaio della Lega Navale 

 
Vieste – Il “Logbook” di gennaio della Lega Navale

E’ uscito il “giornale di bordo“ di gennaio della sezione di Vieste della Lega Navale. In allegato.

 
 
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Atletico Vieste - Francesco Bonetti da mister della juniores alla prima squadra

Post n°18282 pubblicato il 25 Gennaio 2017 da forddisseche

Atletico Vieste - Francesco Bonetti da mister della juniores alla prima squadra 

 
Atletico Vieste - Francesco Bonetti da mister della juniores alla prima squadra
 
 

L'Atletico Vieste ha il suo nuovo allenatore. La società garganica comunica, infatti, di aver affidato la guida tecnica della prima squadra a mister Francesco Bonetti.

 

Francesco Bonetti nato a Manerbio (BS), il 28/07/1972, ha iniziato la sua carriera da allenatore alla guida del Larino 98, conducendo la formazione molisana al terzo piazzamento in classifica nel campionato di prima categoria regionale. Seguono le esperienze con Fiamma Larino e Polisportiva Kalena, con questi ultimi ottiene la vittoria dei playoff di prima categoria, dopo il secondo posto in regular season. La stagione successiva, approda al Turris (Santa Croce di Magliano) e qui conquista, ancora una volta, la vittoria dei playoff di prima categoria, sempre dopo aver concluso la stagione regolare al secondo posto.
Dimissionario a gennaio, con la squadra al settimo posto del campionato di Promozione, la stagione successiva approda al Collettorio. Qui ottiene la promozione in Eccellenza, dopo la vittoria del campionato. Seguiranno ancora, le esperienze con la Frentana Larino (Eccellenza molisana), come allenatore in seconda, alla guida del Gela (Lega Pro), con il Miletto (ancora Eccellenza molisana) e, infine, alla guida della Berretti del Campobasso.
In questa prima parte di stagione, il tecnico di Larino, ha guidato la formazione Juniores dell'Atletico Vieste, nel Girone A del Campionato regionale Juniores, ottenendo ottimi risultati, e portando al termine del girone di andata la formazione bianco-azzurra al terzo posto in graduatoria, con 13 punti (4 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte).

 

Mister Bonetti sarà affiancato nella sua nuova avventura, dal prof. Giuseppe Menga (al ritorno a Vieste), che andrà a ricoprire il ruolo di allenatore in seconda e di preparatore atletico, e dal confermatissimo Marcello Ciofi, nel ruolo di preparatore dei portieri.

 

Per quanto riguarda la formazione Juniores, il nuovo mister è Costanzo Palmieri.

 

Costanzo Palmieri, allenatore dalla grandissima esperienza a livello giovanile, ha allenato la Juniores del San Severo Calcio, all'interno del Campionato Nazionale Juniores, portando la formazione giallo-granata, ad un passo dall’accesso alle Final Four nazionali per l’assegnazione dello scudetto.
Nell'ultima stagione è stato il tecnico degli Allievi Nazionali del Foggia Calcio, con cui ha raggiunto il 7º piazzamento in graduatoria, con 40 punti (11 vittorie, 7 pareggi e 8 sconfitte).

 

La società, infine, augura a tutti i sopra citati, le migliori fortune per il prosieguo della stagione agonistica in corso.

 

Ignazio Silvestri

 
 
 
 
 

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