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Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

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Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

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Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

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Hotel Gabbiano Vieste

 

Tutto ciò che l'uomo ha imparato

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "Tutto ciò che l'uomo ha imparato dalla storia, é che l'uomo dalla storia non ha imparato niente. Hegel"

 

Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi del 04/02/2017

Il sentiero Tomaiuolo – Abbazia di Pulsano Nel 1966 fu rubato l’antico Sacro Quadro della Madonna di Pulsano

Post n°18380 pubblicato il 04 Febbraio 2017 da forddisseche

Il sentiero Tomaiuolo – Abbazia di Pulsano StatoQuotidiano.it | Oggi alle 14:04 Abbonati ai feed di Statoquotidiano.itManfredonia, 1 giugno 2016. Qualche sabato fa, con alcuni amici abbiamo ripercorso l’antico tratturo che dalla frazione “Tomaiuolo” porta all’antica ...

 
 
 

Terza Categoria/ Domani al Riccardo Spina l’USD Vieste apre la 12° giornata incontrando il S. Agata- Ore 10,30.

Post n°18379 pubblicato il 04 Febbraio 2017 da forddisseche

Terza Categoria/ Domani al Riccardo Spina l’USD Vieste apre la 12° giornata incontrando il S. Agata- Ore 10,30. 

 
Terza Categoria/ Domani al Riccardo Spina l’USD Vieste apre la 12° giornata incontrando il S. Agata- Ore 10,30.
 
 

Foggia Incedit - Elce Deliceto -

 

Nuova Daunia Foggia - Real Foggia -

 

Orsara Calcio 2016 - Academy Sannicandro -

 

Sporting Vico - Stella Azzurra Troia -

 

Vieste - Sant´Agata -

 

Zapponeta - Gioventù Calcio Cerignola -

 

riposa - Virtus Castelluccio -

 

Classifica

 

22 - Gioventù Calcio Cerignola
22 - Vieste
19 - Stella Azzurra Troia
17 - Zapponeta
14 - Real Foggia
14 - Orsara Calcio 2016
14 - Sant´Agata
11 - Sporting Vico
10 - Academy Sannicandro
6 - Foggia Incedit
5 - Nuova Daunia Foggia
4 - Virtus Castelluccio
2 - Elce Deliceto

 
 
 

Vico/ A S. Valentino la CNA organizza un convegno su “Innovazione e sviluppo sull’agroalimentare”. Museo Trappeto Maratea

Post n°18378 pubblicato il 04 Febbraio 2017 da forddisseche

Vico/ A S. Valentino la CNA organizza un convegno su “Innovazione e sviluppo sull’agroalimentare”. Museo Trappeto Maratea ore 16,00. 

  Vico/ A S. Valentino la CNA organizza un convegno su “Innovazione e sviluppo sull’agroalimentare”. Museo Trappeto Maratea ore 16,00.

 
 
 

La storia di Nijole Sadunaite: dal gulag ai suoi aguzzini che chiama “fratelli”.

Post n°18377 pubblicato il 04 Febbraio 2017 da forddisseche

La storia di Nijole Sadunaite: dal gulag ai suoi aguzzini che chiama “fratelli”. 

 
La storia di Nijole Sadunaite: dal gulag ai suoi aguzzini che chiama “fratelli”.
 
 

I carcerieri non la sopportavano più. Lei cantava e cantava. Mancava l’aria nella cella nel seminterrato della sede del Kgb di Vilnius. Eppure lei intonava gli inni sacri che aveva imparato da bambina. Gli aguzzini battevano alla porta chiedendole di smettere. Fecero rapporto al comandante: «Ci hanno portato un disco long-playing e non c’è modo di staccarlo». Nijole Sadunaite, 78 anni, lo racconta un po’ divertita. Ha l’aspetto docile di una nonnina, ma la sua passione per la libertà e la verità non è mai andata in pensione, perché, dice, «anche oggi c’è chi, come i fratelli del Kgb, non risponde né a Dio né agli uomini». E quell’espressione, «fratelli», è sufficiente per capire di che pasta è fatta la signora Nijole. Una tempra capace, anche oggi, di mettere in imbarazzo i partiti politici della Lituania contemporanea. Nella cella di Vilnius ci era rima sta per nove mesi. Era dimagrita e le erano caduti i capelli. La sottoponevano, a sua insaputa, a un tratta mento di radiazioni ionizzanti, per fiaccarla e indurla a confessare. E lei non parlò. Non tradì mai i suoi ami ci. Quei mesi di torture, racconta, «sono stati i più belli della mia vita, perché non ho mai sentito
Dio così carnalmente vicino». Arrestata il 27 agosto 1974, processata un anno dopo senza
testimoni, in un procedimento a porte chiuse, «per aver dattilografato il numero 11 della rivista clan destina Cronaca della Chiesa cattolica in Lituania», è con dannata a sei anni: tre da scontare
in un gulag vicino a Saransk, regione del Volga, e tre al confino a Boguchany, in Siberia. La dichiarazione finale dell’imputata fu ascoltata dai giudici con gli occhi bassi. «Mi è toccato un destino glorioso, non soltanto lottare per i diritti dell’uomo e per la giustizia, ma per questi essere
condannata», disse Nijole alla Corte: «Infelice è solo colui che non ama. Ieri vi siete meravigliati per la mia serenità. Ciò dimostra che il mio cuore arde d’amore per i miei simili, perché soltanto amando tutto diventa felice». La sua è la vicenda di una donna, appunto, felice, anche negli anni del gulag. Si stupisce del cielo stellato, fa amicizia con le compagne di cella e prega con loro. Sostiene dal confino gli amici dissidenti. Mette in crisi i funzionari addetti alla sua rieducazione. Tornata
libera, si dà alla clandestinità: vive tra Vilnius e Mosca dedicandosi alla diffusione della Cronaca. Nel 1989, a Santiago di Compostela, Giovanni Paolo II chiede di incontrarla durante la Giornata mondiale della Gioventù. Dopo quell’abbraccio guarisce misteriosamente dalla gravissima anemia contratta nella cella di Vilnius, a causa delle radiazioni.Incontrare Nijole Sadunaite oggi e sentirla raccontare come guarda il mondo, fa lo stesso effetto che può aver fatto ai suoi carcerieri. Si rimane disorientati, e un po’ sedotti, da questa fede semplice e incrollabile.Cominciamo dall’inizio, come è
diventata una dissidente? Negli anni Settanta la propaganda sovietica raccontava che nel nostro Paese esisteva la libertà di culto. Se le chiese chiudevano, si diceva, era perché la gente non le frequentava più. Così era nata l’idea di creare uno strumento per raccontare quello che accadeva alla comunità cristiana. Volevamo mandare il nostro Sos al mondo. Sapevate di rischiare il carcere. Sì, ci sono stati molti processi. Molte persone sono finite in ospedali psichiatrici. Iniziative simili ci sono state anche in Ucraina e a Mosca. Una volta, per Cronaca della Chiesa ortodossa russa, il Kgb fece sapere che se fosse comparso un altro numero, per rappresaglia, avrebbe arrestato dieci innocenti. Sergheij Kovalev, un professore molto in vista che aiutò anche noi lituani, decise che avrebbero indicato lui come redattore unico. Pubblicarono il suo nome, cognome, indirizzo e numero di telefono. Non volevano che innocenti pagassero al loro posto. Come arrivarono a lei? Io battevo a macchina nell’appartamento di mio fratello con un’amica che mi dettava. Non sapevamo che la vicina di casa collaborava con il Kgb. Avevano aperto un vano nella parete, nascosto da una presa di corrente. Dall’altra parte si sentiva ogni cosa. Durante gli interrogatori gli agenti mi dicevano: «Tu hai pietà di tutti, ma la tua vicina non ha avuto pietà di te. Ti ha subito denunciata». lei cosa rispondeva? Se la vicina credeva davvero che denunciandoci avrebbe fatto del bene, perché eravamo persone che volevano il male del popolo sovietico, allora aveva fatto la cosa giusta. Se invece si era venduta per trenta denari, non potevo che avere pietà di lei.L’ha mai più incontrata? Vive ancora nello stesso appartamento. Quando vado a trovare mio fratello, ogni tanto ci incrociamo sulle scale e ci salutiamo. Le ha mai chiesto perché l’abbia fatto? Quando ho scritto le mie memorie, Un sorriso nel lager, ho raccontato questo episodio senza fare il suo nome. Lei mi disse che non era vero, che non era stata lei a consegnarmi. Ma i quattordici agenti del Kgb che entrarono in casa mia uscirono dal suo appartamento. Che cosa accadde? Io e Brone, la mia amica, stavamo facendo una pausa. Avevamo appena finito di battere la sesta pagina del numero della
Cronaca.Hanno fatto irruzione dicendo: «Fermi tutti, ora fotografiamo ogni cosa». A me è venuto da ridere: «Cosa avete da gridare? Mica nascondiamo la bomba atomica». La mia reazione
ironica ha un po’ ingannato Brone, che in un primo momento pensava fosse uno scherzo. Poi ci hanno detto di stare vicino al muro. Io li ho rassicurati: avrebbero trovato solo quei sei fogli. Mentre loro cercavano, noi abbiamo iniziato a dire il Rosario. Non ha avuto paura? Che cosa avrebbero potuto farmi? Al massimo mandarmi direttamente nelle braccia di Dio. Una volta, durante un
interrogatorio, mi hanno messo davanti una bottiglia con del veleno. Ho risposto: «Grazie mille! Sono una peccatrice, così mi fate andare dritta in Paradiso. Ve ne sarei grata per l’eternità». Ma loro non facevano mai quello che gli chiedevi. Non potevano permettersi di creare un martire. Se non hai
paura, non possono farti niente. Se no, inizi a fare tutto quello che ti chiedono. Io dicevo: «Se Dio è con noi, chi è contro di noi? Un milione di agenti del Kgb è zero agli occhi di Dio. Un soffio e non ci siete più».Quale è stato il momento più duro? Quando hanno chiuso mio fratello nell’ospedale psichiatrico. Dicevano: «Se parli, gli salviamo la vita». È stato molto difficile. Ma sapevo che, al
di là di tutto, anche mio fratello era nelle mani di Dio. Infatti, qualche mese dopo,
lo rilasciarono. Ha perdonato le persone che le hanno fatto del male? Certo, gli sono sempre stata grata. È tramite loro che ho visto la bontà di Dio. Erano persone molto infelici. Erano disorientati dal fatto che i loro metodi violenti con me non funzionavano. Ma Dio ci fa vedere che c’è un altro tipo di forza. E io questo l’ho sperimentato. Mi hanno portato in Siberia dicendo che non sarei tornata viva. Ed eccomi qua.Si è da poco concluso l’Anno della Misericordia. Che cosa è stato per lei? Ogni anno, e anche questo lo è stato, è pieno di gioia, ma nello stesso tempo di dolore: pensiamo alle guerre, alle ingiustizie... Gioia e dolore vanno sempre insieme, sono il volto della nostra quotidianità. E ciò di cui abbiamo più bisogno è proprio la misericordia. Il Giubileo ci ha ricordato questa nostra necessità: io ho sempre bisogno dello sguardo di misericordia di Dio per guardare gli altri come Lui guarda me. Quando si smarrisce il rapporto con Dio, l’uomo diventa schiavo del male. Oggi è ancora necessaria una lotta per la verità? Come ai tempi sovietici c’erano i fratelli del Kgb, anche oggi c’è chi pensa solo ai propri interessi personali, che mette sempre al centro sé, non rispondendo né a Dio né agli uomini. E lei cosa fa?Prendo posizione rispetto a fatti
di palese ingiustizia e cerco di essere vicina fisicamente alle vittime. Quando vedo che una persona
ha subìto ingiustizia, mi batto per quella persona, senza preoccuparmi dell’opinione pubblica. Di recente sono stata invitata a intervenire in Parlamento e ho parlato di un caso poco chiaro che la giustizia aveva dichiarato chiuso. Nessun partito aveva interesse a ritirarlo fuori e nessuno voleva esprimere la sua opinione. A me stava a cuore la bambina di dieci anni che ne era stata coinvolta. Tre anni fa, invece, ho difeso pubblicamente una ragazza accusata ingiustamente, per motivi politici, di essere coinvolta in una organizzazione terroristica. Quando si è ammalata in carcere e ho portato medicine e, quando è uscita, l’ho aiutata. A me non interessano le motivazioni politiche.
Io difendo la verità e sto vicino alla persona. Non riesco a stare zitta, anche se in molti mi consigliano di farlo. Dicono che sono una vecchia rimbambita. Che cosa, della sua storia, desidera
che venga ricordato?Dio è buono con tutti, anche con noi deboli peccatori. La gente pensa che abbia resistito con le mie forze, ma non è vero. Se abbiamo fiducia in Dio, siamo invincibili. L’odio è debole. Basta un soffio per sconfiggerlo. Chi è arrabbiato non esce mai vincitore. Non avendo argomenti per mostrare la verità, usa la forza. La nostra forza è essere deboli.

 

Luca Fiore
TRACCE

 
 
 

Basket/ Domani Bisanum Viaggi Vieste - Francavilla

Post n°18376 pubblicato il 04 Febbraio 2017 da forddisseche

Basket/ Domani Bisanum Viaggi Vieste - Francavilla 

 
Basket/ Domani Bisanum Viaggi Vieste - Francavilla
 
 

Domani, domenica si torna all'Omnisport, arriva l'Ottimo Francavilla dell'esperto Menzione e del duo americano Nortmann-Dorothy! I brindisini all'andata ci hanno battuto e ci sono subito dietro ( 7 in classifica)!! Sarà una sfida accesa tra due squadre che vorranno a tutti i costi i due punti, bisognerà metterci tutto quello che si ha nel campo e sulle tribune! Tutti insieme possiamo trovare la vittoria!! Sempre e solo forza Sunshine!!!
NON MANCATE, ore 18:00, Omnisport di Vieste!

 
 
 

Vieste/ Il maestro Pernice ci ha lasciato

Post n°18375 pubblicato il 04 Febbraio 2017 da forddisseche

Vieste/ Il maestro Pernice ci ha lasciato 

 
Vieste/ Il maestro Pernice ci ha lasciato
 
 

Un altro pezzo della scuola che fu, ci ha lasciato a 94 anni. La storia della pedagogia ci insegna che i veri maestri sono coloro che sanno instaurare un rapporto relazionale significativo con l’alunno e rappresentano per lui un valido modello di riferimento. Il maestro Pernice fu questo ed altro. Chi è stato suo alunno ricorda la sua costanza presenza in classe capace di creare un clima positivo e disteso tra gli alunni, riuscendo, così a dare ad ogni ragazzo, nessuno escluso, la possibilità di esprimersi e di sentirsi compreso. Il maestro oltre a lasciarci la Sua passione per la scuola, per i ragazzi, ci lascia la testimonianza del suo impegno culturale con “L’avventura di Dragut Rais corsaro della mezza luna”. Il libro ricostruisce minuziosamente le vicende del corsaro. Di seguito la Sua introduzione.

 

Alla famiglia un abbraccio e la vicinanza della nostra redazione.

 

 

 

INTRODUZIONE

 

Fin dalla mia fanciullezza ho sentito sempre parlare della strage detta della "CHIANCA AMARA" (Vieste anno 1554) ad opera di Dragut Rais e, in verità mi ero fatto di questo personag­gio una figura esageratamente sanguinaria, avida d'oro e d'argen­to, decisa a colpire i cristiani di Vieste o di altri paesi della costa adriatica dell'Italia meridionale nei loro sentimenti più cari con: uccisioni, deportazioni, violenze sessuali, incendi di case e chiese e, tutto questo, sempre e soprattutto in nome dell'Islam.
Il corsaro Dragut me lo raffiguravo non un uomo di cappa e spada ma come un mostro pauroso che si affacciava dal mare per bramosia di violentare con ogni mezzo una comunità di abitanti di un piccolo paese solo perché colpevole di essere cristiana sotto il dominio spagnolo.
In seguito mi sono ricreduto sul personaggio un po' contro­verso della nostra storia che, a Vieste, nel lontano 1554, si è com­portato con mano leggera e non esageratamente come scrisse il Giuliani che fra morti e deportati fece salire a 7mila le vittime; Vieste poteva contare allora circa un 4mila abitanti.
Se quella di Dragut fu una strage che destò impressione in quell' epoca lontana e al tempo delle nostre nonne che sapevano dosare le loro parole nel raccontare a noi ragazzi le varie storie, cosa bisogna pensare delle stragi contro gli Ugonotti in Francia o delle pagine amare scritte dall'inquisizione con la penna intinta del sangue di tanti innocenti?
Dragut era al servizio di un suo ideale: il trionfo della Mezzaluna.
Devo confessare che il personaggio si materializza nella seconda parte del libro, cala nel suo mondo di storica realtà da un mondo un po' oscuro della sua infanzia e della sua giovinezza avventurosa; un personaggio che si rifece le ossa dalla gavetta per assurgere, poi, al ruolo di Rais.
Dragut volle dare una mazzata decisiva agli Spagnoli ma fu l'ultima della sua vita perché trovò eroica morte a Malta, anno 1565, all'assedio dell'imprendibile Castel sant'Elmo, difeso dagli eroici cavalieri di Malta, già cavalieri del santo Sepolcro, un tempo sloggiati da Rodi Egeo.
Nel testo si parla anche dell'impero ottomano che un tempo fu così potente sotto il Magnifico Solimano II e che, poi, decad­de come un pallone afflosciato a causa degli intrighi di corte: sovrani inetti, la politica era in mano agli eunuchi, l'amministra­zione dello Stato si svolgeva negli harem.
Oso dire che il romanzo lo si legge tutto di un fiato e il lettore non ne sarà annoiato.

 

Gaetano Pernice

 
 
 

Reddito di dignità in Puglia: la Regione pronta a rivedere i criteri di accesso. E’ polemica sulle procedure.

Post n°18374 pubblicato il 04 Febbraio 2017 da forddisseche

Reddito di dignità in Puglia: la Regione pronta a rivedere i criteri di accesso. E’ polemica sulle procedure. 

 
Reddito di dignità in Puglia: la Regione pronta a rivedere i criteri di accesso. E’ polemica sulle procedure.
 
 

Non si placano le polemiche sul «Red», il programma varato dlala Regione sul reddito di dignità a favore di famiglie bisognose.
A riaccendere il fuoco è il capogruppo di FI, Andrea Caroppo, secondo il quale è solo «una televendita di Emiliano: la torta agli amici, le briciole ai cittadini ingannati, se mai arriveranno...». Dai territori, aggiunge, si stanno sollevando polemiche in merito al mancato funzionamento. «Ebbene, già all’epoca spiegammo dettagliatamente come con “Red” il grosso dei soldi stanziati non sarebbe andato nel portafoglio dei più bisognosi della nostra comunità, ma sarebbe stato assorbito - dice - dai costi di programma, rimpinguando le casse di aziende private, agenzie ed enti di formazione, a esclusivo vantaggio degli addetti ai lavori, come già accaduto per programmi quali “Garanzia Giovani”. È esattamente ciò che sta accadendo di nuovo. Preannunciammo pure che vi sarebbero state difficoltà nei tirocini, congegnati senza tenere conto delle esigenze delle imprese come denunciato dalle associazione di categoria. Ed evidenziamo come la burocrazia regionale non avrebbe potuto gestire sollecitamente anche a quest’altra gigantesca mole di pratiche e scartoffie.
Bisogna «evitare polemiche strumentali, dal forte sapore propagandistico e che alimentano solo confusione danneggiando di fatto i cittadini», ribatte il vicepresidente del Consiglio regionale, Peppino Longo. «In Puglia – spiega - il tasso di povertà è pari all’8% della popolazione, ovvero circa 320mila persone. Una percentuale elevatissima con tutti i rischi annessi per la tenuta del sistema sociale. Dove c’è povertà si alimenta il cancro della criminalità, si registrano i record di abbandono scolastico, proliferano lo sfruttamento e il lavoro in nero. La legge sul reddito va nella direzione giusta: certo la complessità della legge, e soprattutto la certezza che essa possa favorire esclusivamente chi possiede i requisiti richiesti, sono passaggi necessari ma non dimentichiamo che in Puglia amplia notevolmente la platea dei potenziali beneficiari. La stima degli esiti positivi, rispetto alle domande presentate, è quella di sforare il 45% a fronte di circa il 25% a livello nazionale». A proposito del coinvolgimento degli enti locali –conclude Longo – «non posso che accogliere con favore l’avvio della procedure di selezione delle risorse umane per il potenziamento delle strutture comunali».
Dalla giunta regionale, intanto, ricordano che entro qualche settimana «partiranno i primi tirocini con l’erogazione del contributo ai beneficiari» e in questa fase, che comporta colloqui di valutazione e prese in carico da parte degli Ambiti territoriali dei Comuni, «si sta facendo ogni sforzo per velocizzare i tempi». Ai Comuni adesso, spetta il ruolo di presa in carico dei cittadini ammessi, servizio per il quale si sta predisponendo un intervento straordinario entro il mese prossimo. I primi 9500 pugliesi hanno ricevuto comunicazione sugli esiti di accesso al Red e una nota informativa è stata inviata a circa un terzo di tutte le domande presentate (12.000 su 30.074), mentre tutti gli altri esiti saranno comunicati entro il mese di febbraio. «Dunque l’incidenza delle domande ammesse su quelle presentate è ancora un dato assai parziale». Oltre alla collaborazione con l’Inps per i requisiti e la verifica dei redditi Isee (soglia di 3mila euro), è stato attivato «un apposito catalogo informatico per la raccolta dei progetti di tirocinio e di sussidiarietà». nel frattempo, prosegue la Regione, «tanti Ambiti territoriali sono già molto avanti con le istruttorie, e avvieranno a breve le prime prese in carico, e per una parte delle domande ammissibili hanno già concluso la fase di valutazione e stanno cominciando con gli abbinamenti ai tirocini e ai progetti di sussidiarietà già disponibili». Com’è noto, l’aiuto massimo è di 600 euro per nuclei di 5 o più componenti ma per accedervi è necessario il superamento della soglia dei 45 punti minimi derivanti dalla valutazione multidimensionale. Criterio, questo, fissato a livello nazionale, «ma in Puglia siamo pronti ad abbassarlo, in relazione alla dotazione finanziaria complessiva».

 
 
 

PD/ A San Nicandro la Biblioteca è chiusa da oltre un anno.

Post n°18373 pubblicato il 04 Febbraio 2017 da forddisseche

PD/ A San Nicandro la Biblioteca è chiusa da oltre un anno. Riceviamo e pubblichiamo. 

 
PD/ A San Nicandro la Biblioteca è chiusa da oltre un anno. Riceviamo e pubblichiamo.
 
 

"Un'amministrazione comunale che, a distanza di oltre un anno, non è capace di far riaprire la propria biblioteca comunale, una delle più importanti della provincia, per totale disinteresse sulla questione, deve dimettersi in blocco, sindaco in testa, chiedere scusa ai cittadini e non ripresentarsi mai più".
E' il duro attacco del capogruppo consiliare e segretario cittadino del PD Matteo Vocale, che nei giorni scorsi, dopo aver raccolto gli innumerevoli appelli di liberi cittadini, si è recato presso gli uffici comunali per capire il motivo per cui la biblioteca comunale "Alfredo Petrucci", insieme al Museo Etnografico, sono chiusi dal gennaio 2016, dopo una diffida dei Vigili del Fuoco di Foggia (seguita ad una segnalazione anonima, a quanto si dice) ad adeguare la struttura agli obblighi imposti in normativa antincendio dal DPR 151/2011.
"Diceva qualcuno che le biblioteche non procurano voti ma voglio pensare che il punto non sia questo. E' qualcosa di più grave, eticamente e politicamente parlando, - rincara Vocale - cioè la scarsa attenzione, da parte di chi amministra la città, per l'unico luogo pubblico dove i giovani sannicandresi e i ragazzi in età scolare possano trovarsi per fare qualcosa di utile alla loro crescita: apprendere ed informarsi, condividere studi ed esperienze, organizzare iniziative. Mi domando l'assessore alla Cultura Altieri, il vicesindaco di tutti i tempi e luoghi, cosa ne pensi e che cosa abbia fatto fino ad ora e non solo per la biblioteca, ammesso che egli di cultura e pubblica istruzione si occupi. Mi chiedo come può il sindaco essere sordo alle decine di giovani studenti che, dopo le feste natalizie, volevano rimanere a studiare nella tranquillità, anche economica, della loro città ma sono dovuti tornare alle biblioteche universitarie di fretta e furia".
Vocale, lunedì scorso come annunciato, si è recato in comune con l'intento di stanare il motivo del blocco e "ho trovato - spiega sbalordito - che circola un preventivo dei lavori da effettuare, molti dei quali probabilmente superflui ai fini della riapertura, e un progetto con tanto di computo metrico e capitolato, dei quale nessuno, né sindaco né giunta, risultano avere contezza. Nonostante gli uffici abbiano preparato tutto secondo quanto ritengono, nessuno degli amministratori si è degnato di visionare, analizzare, acquisire le carte. Nessun indirizzo della giunta, nessuna approvazione dei lavori previsti: il nulla totale.
Il 7 marzo 2016 - ricorda il capogruppo PD che fu tra i promotori - portammo in consiglio una proposta di delibera insieme alle altre forze di minoranza, per assicurare tempi certi alla soluzione del problema e dare, nel frattempo, almeno una sala lettura a costo zero agli studenti. La maggioranza, sindaco in testa, bocciò la proposta, garantendo soluzione in poche settimane: un'ennesima presa in giro del sindaco Gualano".
"La faccenda biblioteca, purtroppo, - ammette il segretario PD - non è altro che la cartina tornasole di un'amministrazione senza capo né coda, dove manca la minima organizzazione mentale e strutturale per far funzionare anche l'ovvio, ad eccezione di auto-riconoscersi meriti sul lavoro fatto in precedenza da altri".
"Diffidiamo la giunta - conclude Vocale - dal pensare soluzioni alternative: sarebbe solo uno sperpero di soldi. Si accantoni, nel prossimo bilancio, una somma per Palazzo Fioritto, si acquisisca con atto amministrativo il progetto degli Uffici secondo ciò che la giunta ritiene opportuno e si preparino le carte per trovare finanziamenti attraverso bandi regionali o altre misure che potrebbero venir fuori da un momento all'altro: il PD è a disposizione, ancora una volta, per trovare vie di uscita attraverso le proprie competenze e la propria filiera istituzionale".

 
 
 

Manfredonia, E se cummannasse u ciucce?

Post n°18372 pubblicato il 04 Febbraio 2017 da forddisseche

Manfredonia, E se cummannasse u ciucce? 

 

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Quidde, l’aneméle pascene nd’u jazze,
cum’ a ddice a mmizz’a chjazze,
agnune p’a chépe e pe lli pide suve,
sèmbe tra de lore a bbagné llu zuche.

E nu poche a lla volte: cumanne tu,
ca po’ chjù doppe cumanne ije.

Acchessì te sinde tanda remure:
chi schéme, chi abbéje, chica ngjure,
chi p’i ciambe sotte e chi p’i corne nghépe,
chéne e purce, cunigghje, surge e crépe.

Mbè, llu cumanne attocche a tutte quande,
a ll’ati vanne… c’a qqua ce nasce sande.

E se pe scangjure a qquà cumannasse u cjucce,
nu curra curra, n’ammucce ammucce?

Manghe na volte, sté poche da rire…
pur’a jisse pote venì a ttire.

Tu me dice guardanne e mm’addumanne:
“Pecché… mo chi pinze ca cumanne?”

 

Pascalonia

 

E se comandasse un asino?
Quelli, gli animali pascolano nello iazzo,/ come dire, in mezzo alla piazza,/ ciascuno con la testa ed i piedi suoi,/ sempre tra di loro a bagnare (il biscotto) nel sugo./ E un po’ alla volta: comandi tu/ che poi dopo comando io./ Cosi ascolti tanti rumori:/ chi si lamenta, chi abbaia, chi ingiuria,/ chi con le zampe sotto, chi con le corna in testa/ cani e porci, conigli, sorci e capre./ Mbé, il comando spetta a tutti quanti,/ nelle altre parti…che qui si nasce santi./ E se per puro caso qui comandasse un ciuco,/ un corri corri, un nascondi nascondi?/ Manco una volta, ci sta poco da ridere…/ pure a lui può venire a tiro./ Tu mi dici guardando e mi domandi:/ “Perché mo chi pensi che comanda?”.

 
 
 
 
 

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