In-Forma Mentis

Sono critico con quella parte dell’opinione pubblica che nell’ambito delle inchieste sullo scandalo-calcio prende di mira, tra gli altri, il capitano della nazionale Fabio Cannavaro. Aspettiamo naturalmente che la magistratura segua il proprio percorso arrivando al giusto giudizio nei confronti di quelle persone a cui sia riconosciuta responsabilità di atti illeciti, ma non è corretto ed è superficiale il dare addosso a calciatori che rappresentano solo la punta finale della vicenda e che nella gran parte dei casi non hanno potere ma il solo compito di esprimersi in campo, al di fuori delle logiche di macchinazione sovraordinate che li precedono. Il giocatore simbolo della nazionale oltre che della Juventus si trova travolto in questi gg da voci inappropriate, lanciate nel calderone forse solo in quanto protagonista vincente della società sportiva al centro delle indagini. Cannavaro non è iscritto nel registro degli indagati e non è gestito dall’ agenzia Gea. E’ ovvio che io non possa essere certo della sua posizione, dunque come tanti appassionati alle vicende dello sport più amato e seguito del paese posso solo attendere gli sviluppi delle indagini. Però mi sembra evidente che finora il calciatore stia subendo un linciaggio morale per accuse non supportate da nulla di rilevante. La sua casa è stata perquisita, come quelle di altri calciatori, alla ricerca di documenti “scottanti”(?). E’ stato criticato addirittura per la comprensibilissima decisione di dar compito al proprio avvocato di rilasciare le dichiarazioni opportune alla stampa, per provare a restare tranquillo in vista dei mondiali e perché un calciatore non è un diplomatico né un politico né un addetto stampa. Il suo avvocato ha dichiarato: ''Contrariamente a quanto riportato in questi giorni dai principali quotidiani nazionali, Cannavaro non è mai stato rappresentato dalla società Gea avvalendosi sin dagli esordi della sua carriera della società Fedele management. Inoltre non ha mai realizzato o partecipato a scommesse nell'ambito di nessuna disciplina sportiva''

E’ compito esclusivo della magistratura fare le indagini di merito. C’è chi non lo vorrebbe capitano dell’Italia solo perché juventino e perché è una delle migliaia di persone che ha parlato al telefono con Moggi. Nell’intercettazione telefonica l’ex dg della Juventus gli suggeriva le parole ed i modi per comunicare alla dirigenza dell’Inter che non voleva più far parte di quella società perché era interessato ad un’offerta migliore. Non trovo scandaloso che Moggi, desideroso di acquistare il difensore per la propria società, lo abbia contattato per sondare le sue preferenze e consigliare, come si fa con un amico/a, i modi per dire basta ad una relazione non più voluta, (con l’Inter) e/o per convincerlo ad approdare ad un altro lido (anche il calcio è un mercato, con contatti continui ed opere di persuasione).

Ancora, è stato oggetto di contestazione da una certa tifoseria per aver fatto un fallo duro, che è costato un’operazione ad un avversario. Si è prontamente scusato per il gesto ed il danno provocato. Sono episodi che succedono nel calcio e nello sport, gli interventi fanno parte della contesa, a volte capita che in contrasti non cattivi qualcuno si faccia male, è successo tante volte in specie a tanti difensori che svolgono il proprio ruolo, non certo per violenza privata e intenzionale.

Infine, ha dimostrato la sua buona volontà nell’episodio che l’ha visto escluso da una partita della nazionale. Voleva giocare e l’ha fatto presente ai dirigenti e all’allenatore Lippi, che lo aveva escluso presumibilmente, stando alle intercettazioni, su pressione e richiesta di Moggi. Cannavaro era ed appare fuori dalle loro logiche, a lui interessava in quell’occasione e sempre, scendere in campo e difendere con orgoglio e dedizione i colori della nostra nazionale.

Le dichiarazioni che sta rilasciando in questi gg non devono a mio parere essere travisate ed intese come accettazione benevola del modo di operare dei personaggi coinvolti, ma come denuncia realistica di quel mondo, che possa servire a far uscire allo scoperto quanto più possibile il marcio che ogni giorno si arricchisce di nuovi particolari. La fierezza, le dichiarazioni appassionate di appartenenza del giocatore alla propria squadra che ora vede nell’occhio del ciclone sono testimonianza dell’impegno profuso in questi anni da Cannavaro “sul campo”, è questo ciò che lui vuol difendere, non il sistema.