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Cossiga vergogna, dimissioni !

Post n°152 pubblicato il 02 Marzo 2007 da fabri.t
 

 immagineDurante la visione della diretta televisiva sulle dichiarazioni di voto al Senato in vista del voto di fiducia al governo Prodi, non avevo ascoltato integralmente l’intervento del senatore a vita ed ex Capo di Stato Cossiga. Ma una parolina captata in un attimo mi aveva inquietato..Ho atteso la pubblicazione sul sito del Senato del resoconto stenografico per leggere le esatte parole pronunciate. Non ero sicuro di aver udito bene, ed una singola parola non me ne dava certezza.

Ecco il passo che riporto: COSSIGA: [..“Prendo atto con soddisfazione che nelle sue dichiarazioni non vi è coraggiosamente, nella linea già tenuta in quest'Aula dal suo Ministro della difesa, - alcuna traccia di una revoca dell'autorizzazione del suo Governo data al Pentagono del raddoppio della base militare di Vicenza - che mi trova, ovviamente, americano e guerrafondaio come sono, completamente favorevole - (Applausi dai Gruppi FI, AN e LNP) e della riunificazione su di essa del 173° reggimento d'attacco «Airborne» (il cui comandante ha ritenuto di dovermi regalare il distintivo), strumento del piano di dissuasione e di ritorsione anche nucleare denominato «Punta di diamante»..]

Non ho parole corrette per esprimere sdegno su tali affermazioni, pronunciate da un ex Presidente della Repubblica Italiana (!!). Considerarsi “americano e guerrafondaio”, in un’aula istituzionale della Repubblica Italiana non è rispettoso verso la propria identità nazionale, che dovrebbe essere ITALIANA e non americana (avrebbe potuto descriversi come simpatizzante, ma non dichiarare un sentimento di appartenenza ad un altro Stato) e professarsi GUERRAFONDAIO è gravemente lesivo di un principio della Costituzione della Repubblica Italiana, che attraverso l’art.11 prevede e fa giurare sul ripudio della guerra.

QUESTE PAROLE OFFENDONO IL MIO SENTIMENTO DI ITALIANO. SE NON VILIPENDIO ALLA COSTITUZIONE ITALIANA, E’ UNA DICHIARAZIONE  GRANDEMENTE VERGOGNOSA AVVERSO UN PRINCIPIO ENUNCIATO NELLA CARTA FONDAMENTALE DEL PAESE. COSSIGA NON MERITA LA CARICA DI SENATORE A VITA E DI PRESIDENTE EMERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA E DOVREBBE DIMETTERSI, per sempre.

Cenni su Cossiga (da wikipedia al 01/03/2007)

  • L'11 marzo 1977 a Bologna in zona universitaria nel corso di durissimi scontri tra studenti e forze dell'ordine muore il militante di Lotta Continua Francesco Lorusso; alle successive proteste degli studenti, Cossiga risponde mandando i carri armati nella zona universitaria. A seguito di ciò il suo nome venne scritto, per protesta dagli studenti, sui muri della case con una kappa iniziale ed usando la doppia esse delle SS naziste o disponendo le esse a mo' di svastica.
  • Nel marzo 1978, quando fu rapito Aldo Moro dalle BR, creò a tempo di record ben due "comitati di crisi", uno ufficiale e uno ristretto, per la soluzione della crisi. Molti fra i componenti di entrambi i comitati sarebbero in seguito risultati iscritti alla P2; ne faceva parte lo stesso Licio Gelli sotto il falso nome di Ing. Luciani. Non fu mai aperta alcuna trattativa con i sequestratori per il rilascio di Moro il quale dalla sua prigionia scrisse a Cossiga dicendogli che "esiste un problema, postosi in molti e civili paesi, di pagare un prezzo per la vita e la libertà di alcune persone estranee, prelevate come mezzo di scambio. Nella grande maggioranza dei casi la risposta è stata positiva ed è stata approvata dall'opinione pubblica". Cossiga diede le dimissioni da ministro dell'Interno in seguito al ritrovamento del cadavere del presidente della DC in via Caetani. Al giornalista Paolo Guzzanti disse: "Se ho i capelli bianchi e le macchie sulla pelle é per questo. Perché mentre lasciavamo uccidere Moro, me ne rendevo conto."
  • Cossiga si dimise dalla presidenza della Repubblica il 28 aprile 1992, a due mesi dalla scadenza naturale del mandato.
  • Le asserite responsabilità di Cossiga nei confronti di Gladio, furono confermate dal medesimo interessato che, ancora Presidente, ebbe a chiedere di essere processato ed a definirsene "l'unico referente politico" precisando di "essere stato perfettamente informato delle predette qualità della struttura". L'attività della organizzazione "Gladio" non è tuttora sufficientemente chiara sin nei dettagli, e si sono reiterate ipotesi di "organizzazione illegale" nonché di "cospirazione", essendo stata una struttura gerarchizzata operante all'insaputa del Parlamento italiano e in violazione all'articolo 18 della Costituzione (che vieta il perseguimento, anche indiretto, di scopi politici da parte di organismi militari o paramilitari).
  • Cossiga fu messo formalmente in stato di accusa dal Parlamento con una procedura conclusasi con l'archiviazione, da parte del comitato parlamentare, come si legge negli atti parlamentari del 12 maggio 1993. Le accuse erano in numero di ben 29. Tra queste:
  • a) l'espressione di pesanti giudizi sull'operato della commissione di inchiesta sul terrorismo e le stragi;
  • b) la lettera del 7 novembre 1990 con la minaccia di «sospendersi» e di sospendere il governo onde bloccare la decisione governativa riguardante il comitato sulla "Organizzazione Gladio";
  • c) le continue dichiarazioni circa la legittimità della struttura denominata "Organizzazione Gladio" benché fossero in corso indagini giudiziarie e parlamentari;
  • d) la minaccia del ricorso alle forze dell'ordine per far cessare un'eventuale riunione del consiglio superiore della magistratura, nonché del suo scioglimento in caso di inosservanza del divieto di discutere certi argomenti;
  • e) i giudizi sulla Loggia massonica P2, nonostante la legge di scioglimento del 1982 e le conclusioni della commissione parlamentare d'inchiesta;
  • f) la pressione sul governo affinché non rispondesse alle interpellanze, presentate alla Camera nel maggio 1991 da esponenti del PDS;
  • g.) l'invito ad allontanare il ministro Rino Formica dopo le sue dichiarazioni sulla "Organizzazione Gladio";
  • h) la rivendicazione di un potere esclusivo di scioglimento delle Camere e la sua continua minaccia;
  • i) la minaccia di far uso dei dossier e la convocazione al Quirinale dei vertici dei servizi segreti;
  • 1) il ricorso continuo alla denigrazione, onde condizionare il comportamento delle persone offese e prevenire possibili critiche politiche.

Nel giugno 2002 ha annunciato e poi ritirato le dimissioni da senatore a vita. Il 27 novembre 2006 ha presentato al Presidente del Senato, Franco Marini, le dimissioni da senatore a vita: "[Giudico me stesso] ormai inidoneo ad espletare i complessi compiti e ad esercitare le delicate funzioni che la Costituzione assegna come dovere ai membri del Parlamento Nazionale [...]" Le dimissioni sono state respinte dal Senato in data 31 gennaio 2007.

 
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fabri.t
fabri.t il 04/03/07 alle 22:29 via WEB
Grazie per aver aggiunto alla lunga lista quest'altra atrocità. Molti non lo fanno più ma io mi stupisco ancora e non sono rimasto indifferente alle parole pronunciate qualche gg fa nell'occasione descritta. E' inaudito che un ex Capo di Stato pronunci siffatte parole in una sede così importante, e mi ha inorridito, troppo è lo schifo di veder offeso il senso dello "Stato" che ha espresso, troppa vergogna perché è la rappresentazione più negativa dei nostri rappresentanti, il peggio fra tutti. A presto!
 
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