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GLI ESTREMI DOLORI DELL'UOMO-DIO
Post n°239 pubblicato il 28 Marzo 2016 da allofme00
Ieri sera, in tarda serata e dopo una giornata vissuta in serena gioia insieme agli affetti più cari e ad amici ho assistito a quello che ho sempre ritenuto raccontata più realistica rispetto ai tanti che l'hanno preceduta e ricreata. La storia della passione di Cristo ideata e realzizzata da Mel Gibson mi ha sempre colpito per via della sua reale veridicità. Come dire, la passione del Cristo così come è avvenuta; o almeno la più vicina alla realtà di allora. Una sorta di viaggio indietro di 2000 anni per assistere attimo per attimo gli eventi della più cruenta sofferenza dell' Uomo-Dio. Ciò che mi ha coinvolto è stata la fedele traduzione del vangelo riportata sullo schermo. E Mel Gibson è particolarmente brvo a raccontare le più grandi storie di eroismo. E questa, travalica tutte le altre per la straordinaria espressione d'amore di tutti i tempi.: Dio che si fa Uomo, e che viene ucciso dagli uomini. Di una cosa sono certo, ed è che non ci sarà persona; credente o non credente che possa rivelarsi indifferente a questa opportunità. E' un evento cardine nella storia che ci ha resi ciò che oggi siamo. Credenti e non credenti, tutti ne siamo stati influenzati. L'uomo per sua natura, è sempre alla ricerca del significato della sua presenza in questa vita, e si pone una miriade di domande, molte delle quali hanno una risposta ma moltissime rimangono senza risposta. Non posso non riconoscere che Gesù Cristo non sia la figura storica più importante che abbia segnato il tempo di ieri, di oggi e di domani. Mi voglio soffermare ed inziare dalla 1^ caduta del Cristo. Il vederlo a terra, inerme, straziato dal dolore dei nostri "errori"; o peccati e Lui guardare la turbe che lo pregavano e i soldati ebbri di odio a non lesinargli disumani flagelli sulla sua carne. Poi, l'incontro con sua madre, uno scambio di parole fatte di silenzio e lei che sembrava dirGli: Figlio mio, cosa hai mai fatto pr essere condannato a morte ?" E Lui, come a risponderle che doveva sottostare a quelle dissennate umiliazioni ; umiliante prova, che era la sua più atroce sofferenza; molto di più di quella fisica. Ma ecco che vi fu un momento in cui, le sue forze cominciarono ad abbandonarlo e quasi implorava l'aiuto"nostro" per alleggerirgli il disumano peso e potersi rialzare. Ma ecco, arriva il Cireneo; un contadino di passaggio. Uomo robusto, lavoratore che viene costretto dai soldati a rialzarLo da terra, a prendere la croce e porsela sulle sue spalle. Ed ecco che, più si avvicinava la cima del golgota e più i soldati sembravano essere presi da una febbre di morte. Lo spingono ad affrettarsi, quasi temessero di non riuscire a metterlo sull'abero di croce. Calci, sputi, ingiurie...e Lui accettare tutto con pazienza e amore; smisurato amore per l'intera umanità. Finalmente; per i soldati, il Cristo giunge sulla cima del Golgota dove viene denudato del suo pudore vergineo, vergineo di cuore e di corpo. Il viso rovinato dalla cattiveria degli uomini, schiaffeggiato, illividito, percosso, straziato nelle membra. Ed ecco che viene issato sul trono di dolore e di gloria, con le mani stese, stirate e perforate da orribili chiodi lunghi 15 cm ed arruginiti, come pure i piedi. Durante la visione del Film, sono rimasto fortemente colpito dalla dinamica ferocia con cui i soldati hanno perforato, trapassando da parte a parte, il suo metatarso destro,con un chiodo di 15 cm. E subito, l'altro soldato che blocca quello di sinistra proprio sul malleolo, che sovrapposti vennero trafitti entrambi i piedi. con un chiodo di 25 cm, che fuoriuscì dal calcagno fino a piantarsi dentro il legno. I chiodi attraversarono le articolazioi, ma non hanno procurato alcuna frattura alle ossa. Altra dinamica che mi colpì, fu quando i soldati afferrarono le braccia del Cristo stirandole( fino a staccarGli le teste omerali e questo al fine di fare concidere l'entrata dei chiodi con i buchi sul legno, ma non ci riuscirono, quindi tirarono di nuovo il chiodo situato tra il radio e lo scafoide e semilunare, e proseguirono l'opera, praticando una ulteriore inchiodatura in mezzo agli ossicini del carpo. E questo, ha verosimilmente provocato la deviazione del tendine del muscolo flessore del dito pollice con conseguente lesione del nervo mediano. Ecco perchè si nota il pollice retratto.
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