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Fortaleza Report

Giorno dopo giorno da Fortaleza

 

 

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A tutto folk

Post n°632 pubblicato il 17 Aprile 2012 da LivinginFortaleza
 

Mestre di reisado Zé Matias

Hanno facce rugose e  capelli bianchi, sono contadini, pescatori, artigiani, alcuni sono anziani per davvero,  basta scorrere le loro date di nascita, anni'20, anni'30, anni'40.. i pìù giovani sono nati negli anni '50.. tutti orgogliosi e concentrati, attenti nell'esibizione propria e dei propri allievi, ancora cantano, suonano, danzano come facevano i loro nonni o i loro padri. Confezionano abiti, curano le coreografie, costruiscono strumenti, compongono musiche.

Reisado -pannello in metalo smaltato, di Zaira Caldas (Centro Cultural Banco do Nordest, Fortaleza)

Sono punti di riferimento per la cultura popolare, pietre miliari della storia del folclore del Cearà,  nominati Tesori Viventi, Maestri di Cultura, riconoscimento per i loro meriti e per essersi dedicati, anima e corpo, per una vita, ad evitare che tutto cadesse nell'oblio..alcuni, negli ultimi anni, sono scomparsi, lasciando tale eredità ai più giovani. Uno di loro è Mestre Moisés, pescatore, si è specializzato nel Côco, la danza del cocco .. la conosce fin da bambino, insegnatagli dal nonno, indigeno. Oltre a trasmetterla ai figli, ha aperto una piccola scuola per bambini ed adolescenti. Nella sua zona, la Lagoa do Alagadiço - municipio di Trairi- il gruppo è formato da una quindicina di uomini ed i passi, i ritmi, i movimenti del corpo, sono connessi all'attività agricola.   

Coco de roda

 Il Coco è una danza di lavoro, di origine africana, il canto ed il ritmo rendevano meno faticosa e monotona la raccolta delle noci di cocco da parte degli schiavi. Gli emboladores aprono e guidano la danza e  tutti gli altri, attorno, a circolo, battono le mani,  intonano i canti,  muovono i piedi. I movimenti sono cadenzati anche  dal ritmo di un ganzá - cilindro di metallo con dentro palline di piombo- o dal caixão -di legno o di latta- percosso con due pezzetti di legno. Un tempo diffusa fra le comunità costiere, nei villaggi delle lagune, fra pescatori e gente di mare, ora la si può ritrovare a Pecem e ad Iguape, Aquiraz. Una tradizione tramessa di padre in figlio. Se il il "coco de parcela" o il "Coco de roda" è lento e i movimenti sono accessibili a tutti, il "coco de embolada" o "coco de sapateado", è piuttosto impegnativo. Molte le carateristiche in comune con la capoeira,  e non è un caso se anche il coco sia nato nella medesima regione, a Palmares, nello stato di Alagoas, fra i senzalas (capannoni per gli schiavi)degli engenhos di canna da zucchero o nei palmeti di noci di cocco. Nonostante l'uso di danzare in circolo, sia  tipico degli indios, la radice è essenzialmente africana, per la presenza del canto marcato dagli strumenti a percussione e dalle mani dei partecipanti, per il tipo di coreografia ed i vari  passi che i danzatori eseguono in mezzo al cerchio.

reisado del Cariri

Molto probabilmente è al batuque dell'Angola e del Congo, che è molto simile, che si sono ispirati, ed anche l'uso del ganzà - strumento tipicamente africano - rafforza questa ipotesi. E' una danza vigorosa, quasi una lotta. Una danza primitiva ed estenuante, che richiede un grande sforzo fisico, tutto un gioco di gambe e piedi e per tale motivo i coquistas sono solo uomini..ingaggiano una sfida, un duello a suon di passi e movimenti ed il vicnitore ha il diritto di continuare a stare al centro e sfidare qualcun'altro.. e si procede così, finchè danzano tutti, a turno, al centro.Molti passi sono simili a quelli della capoeira,  le forbici, la mezza luna, la coda di razza, il banano, la frustata armata ... alcuni hanno nomi insoliti - sette e mezzo, trattino, cavallo monco, suddiviso. Quello senz'altro più difficile è il rastrello - i più abili riescono a eseguirne una decina di seguito.In taluni casi alla danza è associata una bevanda alcolica, che può essere la cachaça o il mocororò, un' acquavite di caju, abitudine questa, tutta indigena.  Negli anni ' 70 il coco era danzato regolarmente nelle spiagge a sud di Fortaleza quali Prainha, Iguape, Majorlandia, Canoa Quebrada, Barrinha, Aruaru. Partecipavano anche le donne, ma solo nelle parti più lente (coco-de- roda).

 reisado del Cariri

Mestre Sebastião Cosme ha iniziato a partecipare al reisado a 9 anni. A 15 anni  faceva già la parte dell' "ambasciatore", a 17 anni aveva formato un suo proprio gruppo, il "Reisado di San Sebastiano". E' da allora che si dedica a mantenere viva la tradizione del Reisado e del Maneiro-Pau, conosciuto in tutto il Cariri. Il reisado è una rappresentazione foclorica del ciclo natalizio, una sorta di rappresentazione del corteo dei re Magi, del loro pellegrinaggio verso la Terrasanta per omaggiare con  doni il Bambin Gesù, viaggio durante il quale mettono in scena atti popolari, ingaggiano battaglie e rappresentano spettacoli. Il reisado del Cariri (regione meridionale del Cearà) ha origine nei rituali di incoronazione dei re neri, pratica comune nell' Africa Centrale, soprattutto in Angola, Congo e Mozambico, importata dagli schiavi africani, assorbita e rielaborata in terra brasiliana, inserita nelle feste cattoliche del ciclo natalizio.  Tali manifestazioni erano associate, dirette ed organizzate dalle confraternite degli schiavi neri,  istituzioni religiose fortemente presenti in tutto il Brasile, per lo più dedicate alla Madonna del Rosario, ma anche a vari santi di origine africana e di pelle nera come San Benedetto e S. Ifigenia. Nel Cearà la Confraternita del Rosario era diffusa dappertutto ed era la più potente. Un rituale, una manifestazione di religiosità, con influenze, diffusioni e contaminazioni fra i due stati confinanti, fra l'Alagoas ed il Cearà. Oltrechè essere  rappresentate nel periodo che va dal 25 dicembre al 6 gennaio, detto Dia de Reis (Giorno dei Re), vengono rappresentate anche in occasione di feste popolari, in omaggio a vari santi.

 

costumi del gruppo folclorico studentesco Mira Ira- IFCE, Fortaleza

Oltre a quello del Cariri, di reisados ce ne sono molti altri..ogni località -si può  quasi dire- che abbia il suo, .. Nelle aree coltivate intensamente a canna da zucchero ad esempio, dove era più forte la presenza di schiavi africani, prevale il reisado do Congo, o congada, di cui è maestro esperto Doca Zacarias. Raimundo Zacarias classe 1929, di Milagres, da ben 67 anni partecipa alla congada con il suo Grupo de Congo, controllando che tutta venga fatto per benino, incoronazione dei Rei neri, corteo, lazzi, rievocazioni di battaglie, atti di devozione alla Madonna del Rosario. A Barbalha,  nel sertão cearense,  in località  Barro Vermelho, l'ultra settantenne José Pedro porta avanti il suo reisado de couro (del cuoio). Nonostante la vecchiaia, non perde il ritmo e dà ancora filo da torcere ai più giovani, che hanno ancora tanto da imparare. Il nome sta a sottolineare il forte legame con la cultura del bestiame, attività economica principale della zona. A seconda dell'ambiente in cui il reisado si è sviluppato, ha assunto modalità e personaggi differenti.. lungo le coste sono stati introdotti personaggi assai particolari come il "papangus" e il "folharal". Il primo è una sorta di spirito fastidioso, carnevalesco, ricoperto alla bell'e meglio con lenzuoli e reso irriconoscibile da maschere casalinghe, di scatole di cartone, giornale o altro materiale di recupero.Il secondo è una creatura ricoperta di foglie. A Potengi, in località Sassarè, viene ancora rappresentato il  reisado de máscaras, o reisado de Caretas, dove i partecipanti  danno vita ad una serie di personaggi anch'essi legati al mondo rurale : il vecchio Bacurau, la vecchia Quitéra, le Caretas - con indosso maschere di pelle, cuoio e legno, confezionate artigianalmente e molto semplici-  ed una serie di animali -il bue,  l' urubu  (avvoltoio), il jegue (asino), l'agnello, il cavallo e lo struzzo.

 

"Papangus" fotografie di Nicolas Gordim

Fra le numerose manifestazioni folcloriche del Cearà, la più famosa e quella del bue, il Bumba-me-boi. Connessa all'allevamento del bestiame, è una tradizione importata dai portoghesi e diffusasi in tutto il Brasile, ma in forme diverse e con varianti da zona a zona. Comune per tutte l'uccisione - rituale- del bue e la sua successiva resurrezione. ( v. mio post "Il bue danzante"). Antônio Batista da Silva, Mestre Piauí, è il più importante mestre-de-boi in attività a Quixeramobim. Nonostante la salute cagionevole e varie difficoltà, si sforza di mantenere viva la tradizione del Bumba me boi e di trasmetterla alle generazioni future. Mestre Zé Pio invece opera nella capitale, Fortaleza. Ha iniziato molto piccolo, a 3 anni. A 13 anni danzava nel Boi Ceará, impersonando il capitano e  il mandriano. A 20 anni ha formato il suo gruppo,  Boi Terra e Mar. Oggi mestre Zé Pio coordina il Boi da Juventudade, formato da giovani del quartiere di Barra do Ceará. A Sobral di gruppi ce ne sono ben 17, uno dei più caratteristici - forse perchè importato dal Maranhao- è il Boi Ideal - creato nel 1942 - e guidato da un'infaticabile mestre Panteca.

Mestre Zè Pio e il suo Bumba-me-Boi

Del tutto portoghesi sono le origini della Cana Verde, antica danza tipica della valle del Minho, con elementi che rimandano al ciclo della raccolta del grano- fertilità, di nozze, un palo (cana) che collega cielo e terra. Nel Cearà venne associata alla canna da zucchero e rappresentata, per la prima volta, nel 1919, ad Aracati, ad opera di João Francisco Simões de Albuquerque. Oggi un'anziana signora, Gertrudes Ferreira dos Santos, detta Dona Gerta, lotta strenuamente per mantenerla viva. Ha 85 anni, 15 figli ed abita in una casetta umile a Mucuripe, Fortaleza. Sebbene la sua memoria  ogni tanto vacilli, si ricorda ancora come un tempo si recassero, vestiti con pantaloni di paglia, bluse a fiori, fasce rosse e fazzoletti verdi al collo, di casa in casa, e si esibissero spontaneamente, per le strade.  Grazie al marito se ne è appassionata, e dopo la sua morte, ha preso le redini del gruppo di Mucuripe. Ora sono tutti anziani e diventa sempre più difficile preservare tale memoria. Dona Gerta, però, non demorde.."Finchè avrò voce, canterò, finchè mi reggerò sulle gambe, ballerò, finchè sarò viva, la Caninha vivrà! " 

Dona Gerta

 A distanza di chilometri, ad Iguape, fa la stessa cosa anche Edvar Elias de Oliveira. Il padre Paulino, pescatore, quando tornava dalla pesca, si sdraiava sull'amaca, e suonava la musica di accompagnamento del  coco e della Caninha Verde.  Fu lui a riprendere la danza..i danzatori si esibivano alla luce di piccole lampadine ad olio, sulla spiaggia, nella comunità di pescatori, in occasione del Natale, del capodanno, del Carnevale. Prima di morire il padre si fece promettere dai figli di non far morire questa danza che tanto amava. Ora Edvar e suo fratello, vestiti di tutto punto, in raso giallo e verde, con un fazzoletto rosso al collo ed un capello verde con piume e specchietto, dirigono altre 15 persone in questa pantomima che dura, se completa, tre ore. E' un atto popolare, presentato da un re con corona e mantello che apre il corteo, la danza ed intona ritornelli. Si narra la storia di un matrimonio osteggiato dalla famiglia della sposa.. il padre, la madre e il fratello tentano- sotto forma di canto- di dissuaderla. E  i due novelli sposi, si ritroveranno a lamentarsi, delusi, mentre si svolge la festa di nozze, con tanto di prete  ed invitati.  E' una tradizione che tiene unita la comunità, un collante sociale, una radice che non deve essere strappata, nonostante le difficoltà economiche e la mancanza di sostegno istituzionale. 

reisado -  manufatto in ceramica di Maria Candida, dettaglio

 Altro giro, altra danza.. la Dança de São Gonçalo è una danza con una coreografia collettiva, di carattere religioso, in devozione ad un santo portoghese vissuto nel XII secolo assai particolare..  riabilitava la prostitute attraverso la danza, convertendole e trasformandole in brave donne di casa, pronte per il matrimonio.E' per questo che ancora oggi, chi partecipa a tale danza lo fa per compiere un voto, perchè è riuscita a sposarsi o vuole riuscirci al più presto. E' una festa diffusa in tutto in Brasile, nel Cearà la si ritrova a Juazeiro do Norte, rappresentata dal Grupo São Gonçalo, ma anche nel paese che del santo porta il nome, São Gonçalo de Amarante, a pochi chilometri da Fortaleza, dove le danze si svolgono durante i festeggiamenti in onore della Madonna del Rosario.

Dança de São Gonçalo, manufatto in ceramica di Maria Candida, dettaglio

Vi partecipano le ragazze nubili, appaiate, vestite di bianco, con in mano un arco decorato con nastri e fiori. Dopo la messa del mattino, le ragazze escono dalla chiesa e si recano in corteo per la città, intonando canti di lode al santo, accompagnate dal suono di violini, tamburelli, e chitarre. La danza prosegue fino a sera, davanti alle chiese, ornate da archi fioriti, a lume di candela.  Chi dirige ed organizza i gruppi di donne sono persone esperte, come Maestro Joaquim, di Quixadá, classe 1939, che ancora oggi accompagna il gruppo del suo paese con un tamburello,  donatogli dal padre. O come Dona Expedita- anche lei del '39- che da quando aveva dieci anni partecipa alla Danza di São Gonçalo, nel distretto di Croatá.

 

Mestre di reisado Aldenir

  Tutta al maschile è invece la danza del maneiro-pau..Al suono ritmato del tamburello suonato al centro,  danzatori vestiti a riche blu e bianche, con fazzoletto rosso al collo e tipico cappello da mandriano si affrontano in cerchio, mimando un combattimento, armati di corti bastoni, che servono anche a cadenzare il ritmo. Manoel Antonio da Silva, conosciuto come Mestre Bigode, ha iniziato nel 1942. Suonava le musiche di accompagnamento del gruppo di una dozzina di uomini che da Juazeiro do Norte rallegravano tutta la regione del Cariri, impreziosendo le feste delle sante patrone. Più tardi ha creato un gruppo di bacamarteiros, che armati di fucili a schioppo, ancora oggi con rumorosi e scoppiettanti spari a salve, danno l'inizio alle principali feste popolari. Una tradizione questa, tipica del Cariri cearense e del Pernambuco, risalente al XIX secolo, all'epoca della Guerra del Paraguay, che si tramanda di padre in figlio. Movimenti marziali, danze, spari e tanto fumo..

 

Mestre Bigode

   La tradizione della lapinha è di origini medievali, un tempo molto diffusa, adesso resiste fra Crato e Juazeiro do Norte, dove otto gruppi ripropongono la rappresentazione davanti ai presepi natalizi.  Protagonisti assoluti i bambini, che si calano nelle vesti del Bambin Gesù, di Maria e  Giuseppe,  dell'angelo Gabriele, dei re magi, degli animali, di pastorelle e pastorelli, di stelle. Ciò che differenzia un gruppo da un altro è la tipologia ed il numero dei personaggi. Alla tradizione si affianca spesso la contaminazione, con l'inserimento di altre culture, altri personaggi, come zingarelle, africani, indios..o l'arricchimento di altri elementi folclorici - il reisado o la Banda Cabaçal (bande di tamburi). La più antica, quella che ha influenzato tutte le altre, è la lapinha di Santa Clara.Ereditata dalla madre Teodora, che l'aveva fondata nel 1912, dona Tatai l'ha sempre organizzata, anno dopo ogni anno, nella sua casa, durante le feste natalizie, ma anche il 6 gennaio in piazza, durante la queima das palhinhas (falò di foglie secche del presepe) o in altre case. Una sorta di presepio vivente cantato, per celebrare dell'arrivo del Bambin Gesù nel mondo, un momento di allegria e festa in un tempo in cui, i bambini si accontentavano di poco e non sapevano nemmeno chi fosse Babbo Natale.

Doca Zacarias, maestro di Congada

 La lotta per il mantenimento di questo variegato patrimonio culturale popolare è affidata a tanti uomini e donne che sulle loro gambe incerte, fra le grinze della pelle bruciata dal sole, continuano imperterriti, ostinati, ad espandere e mostrare il loro sapere. Maria Margarida da Conceição, che lavora nel reisado da 61 anni, è una di loro e racchiude tale messaggio di resistenza nelle vesti del personaggio che si è scelta..  quello di Mestre Guerreira (maestra guerriera). Margarida ora guida un gruppo di donne- "Le Guerriere di Giovanna d'Arco"- che rappresentano con vigore e passione un reisado esclusivamente femminile, donne spadaccine che danzano e cantano.

Margarida Guerreira

 
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