Creato da enricofallaci1 il 29/08/2009
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« Sogno stranoDelirio »

Cyrano de Bergerac

Post n°17 pubblicato il 08 Ottobre 2009 da enricofallaci1
Foto di enricofallaci1

Stanotte ho dormito. Ma mentre dormivo, pensavo, valutavo, pesavo, facevo congiutture, calcoli, vivisezionavo la mia anima, ragionavo. Ero cosciente di dormire, ma allo stesso tempo, mentre le membra erano abbandonate al riposo, la mente era vigile. Che c' è di strano? Ho letto che grandi matematici, fisici, musicisti, inventori, hanno avuto il loro colpo di genio durante il sonno. Mentre dormivano. Il padre della geografia moderna, un prussiano di cui ora non rammeto il nome,  saltò giù dal letto mentre dormiva dopo avere consumato la sua prima notte di nozze, con una moglie bellissima, per annotarsi la formula  matematica per il calcolo delle coordinate. Prima che se ne scordasse. Formula che aveva elaborato nel sonno.  Era la metà del 1800. Ma gli uomini, sono sempe gli stessi. Comunque, tornando a me, io non sono un genio, né un matematico, né un fisico, né un inventore. Sono solo un anima in pena. Un anima in cerca di amore. Ma, pure io, stanotte, ho avuto il mio colpo di genio, la mia consapevolezza superiore, il mio attimo di percezione superiore. Ho capito. Io sono come Cyrano de Bergerac. Posso suscitare emozioni nelle donne, passioni, amori, solo con le mie parole scritte. Parole, di cui le donne si innamorano perdutamente. Ma, solo di quelle. Non della mia persona, non del mio essere uomo, carne, sangue, budella, viscere, ossa, capelli, speranze............aspettative. Desideri. Mi vedono con gli occhi, non con il cuore. E mentre mi esalta essere amato per quello che scrivo, mi angustia, essere trascurato come uomo.   Non nel fisico, ma nei sogni. Sarò destinato anche io a non amare mai la mia Rossana, a vederla invecchiare piano piano,  chiusa tra le mura di un convento, struggendomi dal dolore? Non ci sono più i duelli, altrimenti sfiderei all' ultimo sangue il più bravo spadaccino di Firenze. Non so tirare di spada.  Perderei. Sarei trafitto nel cuore dal freddo tocco dell' acciaio temperato.  Ma, almeno, morirei una volta sola, il mio cuore sarebbe trafitto una volta sola. Così, invece, viene trafitto ogni momento, ogni ora, ogni giorno. E la mia Rossana, neppure lo sa.

 
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