Creato da fortunatasi il 27/03/2010 |
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un sentito grazie all autore di questa poesia
Post n°14 pubblicato il 16 Novembre 2015 da fortunatasi
Di una dolce presenza che dire, cosi' distante cosi' presente, lei la notte rischiara, la mia aurea splende in essa, si diffonde attorno a lei, che tutta l' ammanta, l' avvolge, sotto una coltre di dolce tepore, rosee divengon le sue guance, lieve il suo sorriso, lo colgo, lo fondo col mio, complice lo sguardo, cosi' distante cosi' vicino. Pensieri, percezioni, sensazioni vicendevoli si susseguono, si rincorrono, complicita' evidenti si intrecciano, si sciolgono, per poi riannodarsi, presenze che si cercano, si trovano e che, assieme, a volte in silenzio, navigano fra altri, protese l'un l'altra, le nostre mani, cosi' distanti cosi' vicine. Presenze ignare di tutto, sordi ai suoni che percepire non possono, s'accalcano strepitano, ovattati i nostri passi, sottovoce le nostre parole, come il vento che filtra fra neri carboni, siamo noi, puri senza di essi lordarci. Nel bianco color muschi e vini ci accomunan e, sin la vaniglia ci lega, cosi' distanti cosi' vicini. Che la grazia si esprima nelle sue fattezze, che dell'ebano colore sia ella cosparsa. cosi' come del corvino riflesso, i suoi capelli ne sian dono, nulla sottraggon al pensier di cui ella abbonda. Del mio tepor io vorrei il cor di lei ammantare, cosi' come della vellutata pelle sua, delle mie carezze fare oggetto io vorrei ... Cosi' distante cosi' vicina!
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