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Siamo stanchi della modernità

Post n°14 pubblicato il 22 Marzo 2010 da anfo80
Foto di anfo80

Per pubblicare un libro devi essere moderno. Perché un grande editore si occupi di te, a parte essere amico intimo del dirigente editoriale, meglio della bella moglie tanto più se bisessuale devi scrivere di argomenti scottanti, e gli a argomenti scottanti sono i più gelidi  ei più inesistenti, già morti ancora prima che accadano, perché purtroppo accadono, e la gente deve imbeversi di informazione che non informa ma forma tutto e tutti aimmagine e somiglianza del Nulla assoluto. Bisogna che gli scrittori urlino contro tutti, scottati nel vivo nel affievolirsi della loro immagine pubblica, altro che lotta e protesta chi se la prende con l'attualità, i problemi concreti e scottanti e poi fa lo scrittore è complice di chi produce questa realtà perché sa che apparire significa essere attuali, cioè più sono attuali più appaiono. E così i temi sono sempre tragicamente quelli: Batman e Robin, Quentin Tarantino, il delitto di Cogne, la solitudine condita in tutte le salse, tanto che la gente si sente sola per tutto quello che vogliono fargli credere tranne che per i loro problemi reali, lagne esistenziali, metafore sbaidite di conformismo e anticonformismo del conformismo, disperazione precotta e felicità a momenti. Basta, tanto non dureranno, l'Eternità non li tocca. Perché dura ed è eterno ciò che eternamente ritorna, è questo "l'eterno ritorno dell'identico" di cui parla Nietsche, i veri artisti che ritornano identici a se stessi in ogni epoca e aldilà di ogni epoca, atavici, ancestrali. Così Dino Campana contro la Storia già esisteva nelle pietre del tempio di Cnosso trenta secoli fa, così Giordano Bruno già era in Apollonio di Tiana, inviolabili meteore che ritornano eterne a far saltare il mondo iun aria: James Joyce, Beckett, Artaud già vivi negli sciamani di popoli scomparsi, Orazio e poi Ovidio che tornano e tornano in Nerval, Rimbaud, Holderlin sopratutto, Coleridge, Klaist, Jean Pau Keats, Borges. E ancora Torquato Tasso e la sua paranoia la stessa  paranoia di Amelia Rosselli e così via così via, il classico vivrà più del bronzo il resto è morto prima di essere scritto, facciata scema del mondo.

Andrea Foschini

 
 
 
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