Fotobolzano.com

Fotografie di Bolzano

Creato da fotobolzano.com il 13/05/2009

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

fotobolzano.comas63amadiookarlfelixsandro.derrico_1953ebegianottifrancescopeverieriselvaggia603aallddoomarcop_80robobabyantonio48ambrogimp701dimaggio.giovanna
 

Ultimi commenti

Bellissima questa città...
Inviato da: quelgiorno
il 01/08/2010 alle 20:12
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

Panorama Bolzano

Post n°3 pubblicato il 22 Maggio 2011 da fotobolzano.com
 
Tag: Bolzano

Bellissimi panorami di Bolzano

 

Bolzano

Bolzano

 
 
 

Raccolta foto Storiche Bolzano

Post n°2 pubblicato il 01 Agosto 2010 da fotobolzano.com
 
Foto di fotobolzano.com

 

Foto Storiche

Cenni di architettura razionalista per capire al meglio la città di Bolzano Il razionalismo aveva come scopo quello di risolvere i problemi dell’edilizia di massa cercando di far congiungere la creatività individuale con la serialità ripetitiva per rispondere alle organiche esigenze della coscienza civile. Dopo lo sconvolgimento totale in Europa, successivo alla prima guerra mondiale, l’art nouveau finì col riprodurre forme arbitrarie e prive di funzione, perché non collegate ai contenuti, perdendo in questo modo quelle iniziali caratteristiche di modernità. 

Fotografie storiche di Bolzano

Il razionalismo nasce soprattutto in Germania da esperienze innovative ed è caratterizzato da: una stretta connessione tra forma e funzione, l’utilizzo di elementi prefabbricati di dimensioni standard, la riduzione all’essenziale eliminando ogni aspetto superficiale come ad esempio la decorazione, il funzionalismo ed infine un ampio uso di linee, angoli netti e volumi netti. Ciò che più contava era la necessità di un’architettura universalmente comprensibile e che si staccasse nettamente dal passato. 

Foto storica Stazione Stazione di Bolzano

Nel 1933 venne redatta a Parigi, con il preminente impulso di Le Corbusier, la “Carta di Atene”, una sorta di documento che gettava le basi per l’architettura contemporanea. Con l’inizio dell’imposizione dei regimi di tipo totalitario come quelli in Italia e Germania e lo stanlinismo nell’URSS e quindi con l’imposizione di una politica celebrativa a carattere propagandistico, il movimento razionalista iniziò a vacillare e ci fu la successiva emigrazione di artisti come Gropius che trovò ad accoglierlo un paese in via di sviluppo dove poté affermare il suo prestigio. 

Non mancarono comunque le critiche che attaccarono il razionalismo per l’assenza di suggestioni figurative, l’utilizzo di standard in urbanistica ed edilizia, la produzione di serie che si limitava a riprodurre determinati canoni. In Italia, come detto prima, si soleva far coincidere razionalismo e fascismo poiché il primo era lo stile privilegiato. L’architettura fascista fu senza ombra di dubbio favorita dall’elevato numero di opere pubbliche le quali, realizzate dal regime, ne testimoniavano l’incisiva e concreta presenza all’interno del paese. Questa nuova scuola intendeva abolite totalmente ogni sorta di legame col passato recuperando però alcuni elementi classici rendendoli in chiave nazionalistica. 

Nello stesso tempo questo genere di architettura che testimoniava un rifiuto delle tradizioni, voleva anche contrapporre allo stile di vita individualistico borghese, quello eroico e collettivo. Il regime fascista diede il via alla progettazione di aree urbane, alla costruzione di edifici e nuove città come Littoria ( l’attuale Latina), Pomezia, Sabaudia ed Aprilia. Alcune di queste opere hanno pura funzione propagandistica, altre rappresentano dei capolavori ed altre ancora degli scempi ( come nel caso di via della Conciliazione a Roma). Gli edifici eretti in quegli anni avevano un’immagine gelida e cupa seppur grandiosa, a causa dell’utilizzo del marmo, di facciate con lastre piane, della ripetizione di forme geometriche come il cubo e il cilindro, il contrasto dei bianchi e dei neri e l’assenza di decorazioni. Lo scopo principale dell’architetture era quello di incanalare il gusto popolare in un’estetica che fosse lo specchio fedele del regime fascista è quello di “ smuovere le masse”. L’architettura procede di pari passo con l’aumentare della fama del regime fascista e, come questo, inizia a cambiare alcuni aspetti: dal rigore tecnicista basato soprattutto sull’uso geometrico di volumi e forme, si passa ad un aspetto che privilegia l’effetto di stupore e grandezza passando così al monumentalismo. L’aspetto che viene messo in evidenza è quello della scenografia che colpisce per l’utilizzo di proporzioni enormi e del marmo che sostituisce il solo intonaco. Il miglior architetto monumentalista di quel periodo era Marcello Piacentini. 

La sua opera più prestigiosa è il palazzo di giustizia a Milano (1939-40) completamente rivestito di marmo, con ampie e lunghe finestre, le retoriche scritte in rilievo e due altissimi setti all’entrata che ricordano due colonne greche, i quali si distaccano nettamente dalla precedente architettura razionalista secondo cui ogni elemento della costruzione doveva essere legato alla sua funzione nella struttura e non ad una ideologia propagandistica.

 

 

FOTO STORICHE BOLZANO

 

Mercoledì 28 Luglio 2010

 

Entra 

FOTO STORICHE BOLZANO

 

Martedì 27  Luglio 2010

 

Entra 

FOTO STORICHE BOLZANO

 

Sabato 24 Luglio 2010

 

Entra 





 

 

 
 
 

Storia

Post n°1 pubblicato il 13 Maggio 2009 da fotobolzano.com


Foto Storiche della città di Bolzano
Foto Utenti
Mercatino di Natale
Monumenti
Bolzano nella storia , una città nata quasi per caso, che si adatta ,che non muore
Periodo mercantile
Dopo la dominazione romana , e fino al 1200 quando Bolzano assunse una struttura urbana, cioè quando il principe vescovo di Trento, detentore dei diritti comitali sulla zona, promosse la fondazione di un borgo mercantile nell'antico contesto di insediamenti sparsi e poco aggregati che caratterizzavano la conca bolzanina. Tali insediamenti infatti non erano assolutamente organizzati economicamente e tendevano ad avere un economia di tipo utilitaristico. Da sottolineare il fatto che queste persone risiedevano nella zona fin dai tempi romani ed avevano mantenuto usi e costumi pressoché invariati , che saranno poi inglobati nell’area tedesca o riciclati e modificati. Un esempio ne è la cittadina di Appiano( Appianensis , famiglia di un generale romano) oppure l’aquila tirolese , retaggio di quella imperiale romana e riproposta per dare lustro alle genti imperiali asburgiche.
In questo modo Bolzano conobbe così una prima fase di espansione urbana, fortemente caratterizzata dall'iniziativa dei principi vescovi e della nobiltà regionale (conti di Appiano, di Morit-Greifenstein, di Tirolo-Gorizia, signori di Vanga) e contrassegnata però da grande conflittualità. Soprattutto lo scontro tra i vescovi di Trento ed i conti di Tirolo, proiettati a creare una loro compatta struttura territoriale, assunse connotati di un vero e proprio conflitto militare avente come epicentro proprio la città sul Talvera.
Con il risolversi del contrasto a completo favore di Mainardo di Tirolo-Gorizia, alla fine del 1300 , e poi con il sostanzialmente pacifico passaggio agli Asburgo nel 1363, il clima politico e sociale bolzanino sembrò avviarsi verso un periodo di relativa tranquillità e sviluppo economico, contrassegnato anche dai privilegi che gli Asburgo elargirono alla città, tra cui ricordiamo quello per il consiglio comunale concesso dal re Federico III nel 1442.
Soprattutto nel corso del XV secolo e nel primo Cinquecento lo sviluppo urbanistico ed edilizio della città subì un marcato processo di accelerazione e di addensamento, quando il duca Sigismondo prima e re Massimiliano I dopo fecero di Bolzano un centro economico e politico della contea del Tirolo. In questa fase si accentuò notevolmente l'integrazione con i distretti circostanti di Gries e Dodiciville, alla cui aggregazione contribuì anche l'appartenenza ad una comune struttura ecclesiastica e giudiziaria.
Questo passaggio fu importantissimo per la città di Bolzano che conobbe un periodo di espansione ed importanza nel cuore delle Alpi che la rese una delle città più floride del 1500 , nonostante il cambiamento dei flussi economici dovuti alla scoperta recente dell’America.
Nel 1600 l'evoluzione dell'antico distretto cittadino verso un centro urbano di importanza non più solo regionale continuò. Infatti la città, grazie anche alla notevole immigrazione dalle aree meridionali della Germania e dell'Austria, compì un salto di qualità a livello di insediamento di attività produttive, artigianali e mercantili. Questo processo culminò poi, negli anni 1633-1635, nell'istituzione da parte dell'arciduchessa Claudia de' Medici del Magistrato Mercantile, un innovativo istituto di autogoverno dell'attività commerciale. In questo modo venivano regolamentate le attività economiche bolzanine in relazione alla posizione favorevole della città , posta in una terra di passaggio obbligato per i mercanti europei.
I proventi della produzione vinicola, delle attività connesse ai trasporti ed ai depositi di merci e quelli legati alle fiere arricchirono la consistenza ed il prestigio del ceto dei ricchi mercanti nel vecchio nucleo cittadino dei Portici: si iniziavano a delineare così le premesse della radicale evoluzione delle strutture economiche e sociali che si sarebbe avviata e compiuta nei secoli seguenti.
La Bolzano tardo-medievale fu un interessante esempio delle complesse dinamiche sociali, economiche e politiche che caratterizzarono anche altri nuclei urbani di area alpina, con il suo controverso rapporto con il "contado", vale a dire con un territorio circostante cui Bolzano apparteneva, ma da cui era anche giuridicamente, oltre che socialmente, distinta, con la presenza di ceti e classi sociali varie e tuttavia interagenti, con il graduale affermarsi di un ceto mercantile a danno dell'originaria èlite nobiliare proveniente dalla ministerialità vescovile, con il progressivo, benché parziale ed incompleto, costituirsi di una autonomia comunale.
Dinamiche queste che sono ancora ben leggibili nel tessuto urbano e nelle emergenze architettoniche della città medievale, ove numerosi edifici, ancora esistenti o comunque documentati, testimoniano un passato dinamico ed articolato e spesso in antagonismo: i palazzi cittadini del vescovo e dell'amministrazione asburgico-tirolese, le case dell'originaria ministerialità e le case mercantili dei portici, le varie chiese, dalla parrocchiale, alle chiesette dei dintorni, alle importanti chiese degli ordini mendicanti, la fitta presenza di castelli e di ricche residenze rurali nel circondario.


La città della salute
Durante 1700 e 1800 , Bolzano assunse il ruolo di città della salute , grazie alle strutture termali , costruite in discreta quantità e ai numerosi sanatori-alberghi che sorsero in città. Vi sono a Bolzano ancora oggi numerosissime testimonianze di ex-alberghi , nella città vecchia. L’aria di montagna si pensava curasse la tubercolosi e nel 1800 furono numerosi i personaggi che soggiornarono a Bolzano per curarsi. In questo modo la città crebbe anche da un punto di vista prettamente turistico. Infatti all’inizio del novecento furono inaugurate diverse ferrovie(Renon su tutte) , la prima funivia del mondo(Colle) ,ampliata la stazione ferroviaria ,appunto per permettere rapidi spostamenti con i dintorni della città .
La città di ferro e acciaio
Dopo la prima guerra mondiale , L’Alto Adige passò all’Italia e Bolzano ritornò a far parte dell’area latina , dopo quasi 1300 di supremazia austro-germanica. Questo passaggio non fu indolore e rappresentò una ulteriore modifica dello status della città , nata come mercantile , divenuta poi città di cura , diventò , o cerco di diventare città industriale. Cosi aveva deciso il regime fascista. Trasformarla in una città di notevole produttività industriale. Fu pertanto creata la Zona Industriale , che aveva nella Montecatini , nel Magnesio e nelle acciaierie un tridente di fuoriclasse dell’industria. Di conseguenza fu creato ex-novo un rione dove far abitare gli operai (italiani e provenienti da tutte le parti d’Italia) , il rione Dux , o meglio noto Schangai dopo la guerra , cuore italiano decentrato e pulsante della città in netta contrapposizione con i rioni aristocratici e più antichi della zona Gries-Centro(che cessò di essere un comune indipendente durante il fascismo e divenne un rione di Bolzano). Il fascismo poi dotò la città di miglioramenti notevoli (Benito Mussolini non badò a spese pur di italianizzare Bolzano e fece demolire ed erigere interi quartieri) , ora questa non è la sede per dire se e come queste azioni siano deplorevoli o no, noi ci limitiamo a narrarle e a schierarci contro ogni tipo di discriminazione , politica , di razza , sociale , ecc
La città senza dialetto
Dopo la seconda guerra mondiale , Bolzano mutò e non poco , il proprio ruolo. Non passando all’Austria si ritrovò isola italiana in un mare tedesco , l’Alto Adige appunto. Grazie al buon senso di tutti gli abitanti , italiani e tedeschi , non vi furono ulteriori guerre , solo qualche episodio nefasto e da condannare come gli attentati ai tralicci con conseguenti vittime , i morti per rispetto non hanno razza , sono morti e basta. Il tessuto sociale bolzanino si mescolò con discreta omogeneità e creò un connubio interessante di culture.

Dal dopo-guerra ad oggi
Ai primi di maggio del '45 il Comitato di Liberazione Nazionale assunse il controllo della Provincia in nome del governo italiano. Il 4 maggio giunsero a Bolzano le avanguardie alleate e la città fu occupata dalle forze anglo-americane. Nel 1946, in margine al trattato di pace di Parigi, fu firmato 1'accordo Degasperi-Gruber, mirante a tutelare la minoranza di lingua tedesca in Alto Adige. Nel 1948 entro in vigore lo statuto d'autonomia della Regione Trentino-Alto Adige.
Lo sviluppo di Bolzano, anche per la forza trainante delle grandi industrie, continua a rappresentare agli occhi della popolazione sudtirolese il simbolo della italianizzazione. Infatti le grandi industrie create dal fascismo nel dopo guerra continuarono a lavorare a pieno regime e rappresentarono l’anima italiana della città.
A partire dalla meta degli anni '50 crescono le tensioni tra la Sudtiroler Volkspartei (il partito di raccolta sudtirolese) e i rappresentanti italiani all'interno della Regione. Il 17 novembre 1957, avviene la famosa manifestazione a Castel Firmiano, cosiddetta del "Los von Trient" ("Via da Trento"). L'Austria porta la questione altoatesina all'O.N.U., mentre comincia la stagione del terrorismo ("notte dei fuochi", 12 giugno 1961). Durante questo periodo travagliato muoiono purtroppo vari esponenti delle forze armate italiane. Questa stagione di sangue porta alla stesura il cosiddetto "pacchetto", ovvero l'insieme delle norme di attuazione dell'accordo di Parigi, elaborate da una commissione paritetica, diventa ufficialmente operante nel 1972. Quasi tutte le competenze vengono trasferite dalla Regione alla Provincia.
Nel giugno 1992 e stata dichiarata ufficialmente chiusa la controversia italo-austriaco. L'inizio degli anni 70 corrisponde all'arresto del ciclo di crescita di Bolzano, che e arrivata a superare le 100.000 unita. Da un lato esso ha determinato la definitiva italianizzazione e dall'altro l'espansione a passi da gigante del tessuto urbano (la carenza abitativa e uno dei problemi cronici della città, che si trascina già dal periodo dell'annessione).
Proprio per la sua marcata caratterizzazione etnica e sociale (industria, terziario), Bolzano sembra alienata dal contesto provinciale di cui e capoluogo (di ciò sono emblematici i frequenti contrasti tra Provincia e Comune e la richiesta di quest'ultimo di maggiori competenze).
I problemi più gravi della città oggi riguardano la crisi delle grandi industrie della Zona, la situazione di stallo dell'edilizia abitativa, la politica culturale (discussione sull'ipotesi di un'Università) etc., mentre sembra accentuarsi in questi ultimi anni il calo demografico.

Marco Pugliese http://www.fotobolzano.com/

 
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963