Bolzano nella storia , una città nata quasi per caso, che si adatta ,che non muore
Periodo mercantile
Dopo la dominazione romana , e fino al 1200 quando Bolzano assunse una struttura urbana, cioè quando il principe vescovo di Trento, detentore dei diritti comitali sulla zona, promosse la fondazione di un borgo mercantile nell'antico contesto di insediamenti sparsi e poco aggregati che caratterizzavano la conca bolzanina. Tali insediamenti infatti non erano assolutamente organizzati economicamente e tendevano ad avere un economia di tipo utilitaristico. Da sottolineare il fatto che queste persone risiedevano nella zona fin dai tempi romani ed avevano mantenuto usi e costumi pressoché invariati , che saranno poi inglobati nell’area tedesca o riciclati e modificati. Un esempio ne è la cittadina di Appiano( Appianensis , famiglia di un generale romano) oppure l’aquila tirolese , retaggio di quella imperiale romana e riproposta per dare lustro alle genti imperiali asburgiche.
In questo modo Bolzano conobbe così una prima fase di espansione urbana, fortemente caratterizzata dall'iniziativa dei principi vescovi e della nobiltà regionale (conti di Appiano, di Morit-Greifenstein, di Tirolo-Gorizia, signori di Vanga) e contrassegnata però da grande conflittualità. Soprattutto lo scontro tra i vescovi di Trento ed i conti di Tirolo, proiettati a creare una loro compatta struttura territoriale, assunse connotati di un vero e proprio conflitto militare avente come epicentro proprio la città sul Talvera.
Con il risolversi del contrasto a completo favore di Mainardo di Tirolo-Gorizia, alla fine del 1300 , e poi con il sostanzialmente pacifico passaggio agli Asburgo nel 1363, il clima politico e sociale bolzanino sembrò avviarsi verso un periodo di relativa tranquillità e sviluppo economico, contrassegnato anche dai privilegi che gli Asburgo elargirono alla città, tra cui ricordiamo quello per il consiglio comunale concesso dal re Federico III nel 1442.
Soprattutto nel corso del XV secolo e nel primo Cinquecento lo sviluppo urbanistico ed edilizio della città subì un marcato processo di accelerazione e di addensamento, quando il duca Sigismondo prima e re Massimiliano I dopo fecero di Bolzano un centro economico e politico della contea del Tirolo. In questa fase si accentuò notevolmente l'integrazione con i distretti circostanti di Gries e Dodiciville, alla cui aggregazione contribuì anche l'appartenenza ad una comune struttura ecclesiastica e giudiziaria.
Questo passaggio fu importantissimo per la città di Bolzano che conobbe un periodo di espansione ed importanza nel cuore delle Alpi che la rese una delle città più floride del 1500 , nonostante il cambiamento dei flussi economici dovuti alla scoperta recente dell’America.
Nel 1600 l'evoluzione dell'antico distretto cittadino verso un centro urbano di importanza non più solo regionale continuò. Infatti la città, grazie anche alla notevole immigrazione dalle aree meridionali della Germania e dell'Austria, compì un salto di qualità a livello di insediamento di attività produttive, artigianali e mercantili. Questo processo culminò poi, negli anni 1633-1635, nell'istituzione da parte dell'arciduchessa Claudia de' Medici del Magistrato Mercantile, un innovativo istituto di autogoverno dell'attività commerciale. In questo modo venivano regolamentate le attività economiche bolzanine in relazione alla posizione favorevole della città , posta in una terra di passaggio obbligato per i mercanti europei.
I proventi della produzione vinicola, delle attività connesse ai trasporti ed ai depositi di merci e quelli legati alle fiere arricchirono la consistenza ed il prestigio del ceto dei ricchi mercanti nel vecchio nucleo cittadino dei Portici: si iniziavano a delineare così le premesse della radicale evoluzione delle strutture economiche e sociali che si sarebbe avviata e compiuta nei secoli seguenti.
La Bolzano tardo-medievale fu un interessante esempio delle complesse dinamiche sociali, economiche e politiche che caratterizzarono anche altri nuclei urbani di area alpina, con il suo controverso rapporto con il "contado", vale a dire con un territorio circostante cui Bolzano apparteneva, ma da cui era anche giuridicamente, oltre che socialmente, distinta, con la presenza di ceti e classi sociali varie e tuttavia interagenti, con il graduale affermarsi di un ceto mercantile a danno dell'originaria èlite nobiliare proveniente dalla ministerialità vescovile, con il progressivo, benché parziale ed incompleto, costituirsi di una autonomia comunale.
Dinamiche queste che sono ancora ben leggibili nel tessuto urbano e nelle emergenze architettoniche della città medievale, ove numerosi edifici, ancora esistenti o comunque documentati, testimoniano un passato dinamico ed articolato e spesso in antagonismo: i palazzi cittadini del vescovo e dell'amministrazione asburgico-tirolese, le case dell'originaria ministerialità e le case mercantili dei portici, le varie chiese, dalla parrocchiale, alle chiesette dei dintorni, alle importanti chiese degli ordini mendicanti, la fitta presenza di castelli e di ricche residenze rurali nel circondario.
La città della salute
Durante 1700 e 1800 , Bolzano assunse il ruolo di città della salute , grazie alle strutture termali , costruite in discreta quantità e ai numerosi sanatori-alberghi che sorsero in città. Vi sono a Bolzano ancora oggi numerosissime testimonianze di ex-alberghi , nella città vecchia. L’aria di montagna si pensava curasse la tubercolosi e nel 1800 furono numerosi i personaggi che soggiornarono a Bolzano per curarsi. In questo modo la città crebbe anche da un punto di vista prettamente turistico. Infatti all’inizio del novecento furono inaugurate diverse ferrovie(Renon su tutte) , la prima funivia del mondo(Colle) ,ampliata la stazione ferroviaria ,appunto per permettere rapidi spostamenti con i dintorni della città .
La città di ferro e acciaio
Dopo la prima guerra mondiale , L’Alto Adige passò all’Italia e Bolzano ritornò a far parte dell’area latina , dopo quasi 1300 di supremazia austro-germanica. Questo passaggio non fu indolore e rappresentò una ulteriore modifica dello status della città , nata come mercantile , divenuta poi città di cura , diventò , o cerco di diventare città industriale. Cosi aveva deciso il regime fascista. Trasformarla in una città di notevole produttività industriale. Fu pertanto creata la Zona Industriale , che aveva nella Montecatini , nel Magnesio e nelle acciaierie un tridente di fuoriclasse dell’industria. Di conseguenza fu creato ex-novo un rione dove far abitare gli operai (italiani e provenienti da tutte le parti d’Italia) , il rione Dux , o meglio noto Schangai dopo la guerra , cuore italiano decentrato e pulsante della città in netta contrapposizione con i rioni aristocratici e più antichi della zona Gries-Centro(che cessò di essere un comune indipendente durante il fascismo e divenne un rione di Bolzano). Il fascismo poi dotò la città di miglioramenti notevoli (Benito Mussolini non badò a spese pur di italianizzare Bolzano e fece demolire ed erigere interi quartieri) , ora questa non è la sede per dire se e come queste azioni siano deplorevoli o no, noi ci limitiamo a narrarle e a schierarci contro ogni tipo di discriminazione , politica , di razza , sociale , ecc
La città senza dialetto
Dopo la seconda guerra mondiale , Bolzano mutò e non poco , il proprio ruolo. Non passando all’Austria si ritrovò isola italiana in un mare tedesco , l’Alto Adige appunto. Grazie al buon senso di tutti gli abitanti , italiani e tedeschi , non vi furono ulteriori guerre , solo qualche episodio nefasto e da condannare come gli attentati ai tralicci con conseguenti vittime , i morti per rispetto non hanno razza , sono morti e basta. Il tessuto sociale bolzanino si mescolò con discreta omogeneità e creò un connubio interessante di culture.
Dal dopo-guerra ad oggi
Ai primi di maggio del '45 il Comitato di Liberazione Nazionale assunse il controllo della Provincia in nome del governo italiano. Il 4 maggio giunsero a Bolzano le avanguardie alleate e la città fu occupata dalle forze anglo-americane. Nel 1946, in margine al trattato di pace di Parigi, fu firmato 1'accordo Degasperi-Gruber, mirante a tutelare la minoranza di lingua tedesca in Alto Adige. Nel 1948 entro in vigore lo statuto d'autonomia della Regione Trentino-Alto Adige.
Lo sviluppo di Bolzano, anche per la forza trainante delle grandi industrie, continua a rappresentare agli occhi della popolazione sudtirolese il simbolo della italianizzazione. Infatti le grandi industrie create dal fascismo nel dopo guerra continuarono a lavorare a pieno regime e rappresentarono l’anima italiana della città.
A partire dalla meta degli anni '50 crescono le tensioni tra la Sudtiroler Volkspartei (il partito di raccolta sudtirolese) e i rappresentanti italiani all'interno della Regione. Il 17 novembre 1957, avviene la famosa manifestazione a Castel Firmiano, cosiddetta del "Los von Trient" ("Via da Trento"). L'Austria porta la questione altoatesina all'O.N.U., mentre comincia la stagione del terrorismo ("notte dei fuochi", 12 giugno 1961). Durante questo periodo travagliato muoiono purtroppo vari esponenti delle forze armate italiane. Questa stagione di sangue porta alla stesura il cosiddetto "pacchetto", ovvero l'insieme delle norme di attuazione dell'accordo di Parigi, elaborate da una commissione paritetica, diventa ufficialmente operante nel 1972. Quasi tutte le competenze vengono trasferite dalla Regione alla Provincia.
Nel giugno 1992 e stata dichiarata ufficialmente chiusa la controversia italo-austriaco. L'inizio degli anni 70 corrisponde all'arresto del ciclo di crescita di Bolzano, che e arrivata a superare le 100.000 unita. Da un lato esso ha determinato la definitiva italianizzazione e dall'altro l'espansione a passi da gigante del tessuto urbano (la carenza abitativa e uno dei problemi cronici della città, che si trascina già dal periodo dell'annessione).
Proprio per la sua marcata caratterizzazione etnica e sociale (industria, terziario), Bolzano sembra alienata dal contesto provinciale di cui e capoluogo (di ciò sono emblematici i frequenti contrasti tra Provincia e Comune e la richiesta di quest'ultimo di maggiori competenze).
I problemi più gravi della città oggi riguardano la crisi delle grandi industrie della Zona, la situazione di stallo dell'edilizia abitativa, la politica culturale (discussione sull'ipotesi di un'Università) etc., mentre sembra accentuarsi in questi ultimi anni il calo demografico.
Marco Pugliese
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Inviato da: quelgiorno
il 01/08/2010 alle 20:12