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Nuovi piani per ridurre i deficit, l'Ocse caldeggia stress test

Post n°44 pubblicato il 28 Settembre 2009 da pecollegar
 

Le misure di stimolo all'economia "devono essere ritirate rapidamente una volta che la ripresa si sia ben avviata" e la recessione sia terminata.Tra le azioni consigliate dall'Ocse c'è anche la riduzione delle spese che non contribuiscono alla crescita o degli aumenti di imposizione fiscale che coprano un ampio ventaglio di contribuenti e che non pesino sugli incentivi economici dei consumatori e delle imprese.Inoltre dovranno essere accelerate le riforme strutturali nei prossimi anni per evitare future crisi finanziarie, rafforzare la capacità di resistenza delle economie agli choc e migliorare le prospettive di lungo termine e la sostenibilità delle finanze pubbliche.

Tra le altre raccomandazioni la necessità di rafforzare l'innovazione (la Ue continua a essere al traino di Usa e Giappone), consolidare il mercato unico, accelerare l'azione per la transizione a un'economia a basso contenuto di carbone, evitare la chiusura nel protezionismo migliorando l'accesso dei mercati ai paesi terzi.Necessari stress test rigorosi su banche UeAllo stesso tempo, secondo l'Ocse, sono necessari stress test sistematici, rigorosi e trasparenti per precisare le necessità dei fondi propri delle diverse banche europee.

In aprile il Fmi stimava che le banche europee (britanniche escluse) soffrivano di un deprezzamento degli attivi di 1100 miliardi di dollari e che per tornare a un ratio di indebitamento al livello di metà degli anni '90 sarebbero state necessarie ricapitalizzazioni per 725 miliardi di dollari.

Per quanto concerne i gruppi che i supervisori giudicano non sostenibili "i Governi dovrebbero prevedere la loro chiusura in buon ordine oppure la loro fusione con istituti sani".A proposito della riforma della vigilanza su scala Ue, l'Ocse rileva che nell'ambito dei collegi dei supervisori, le autorità nazionali possono ancora incontrare delle difficoltà a ottenere delle informazioni appropriate e che finora non esiste un meccanismo definito per risolvere i contasti tra autorità di supervisione dei Paesi di origine e dei Paesi che ospitano filiali bancarie o per ripartire il carico finanziario dei fallimente.

 Fonte:
 http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=200909211116482600&chkAgenzie=TMFI

 
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