Creato da frabablog il 17/04/2006
Esperienze e pensieri di un quarantenne napoletano

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Un "cioccolattaio" al mercato delle vacche.

Post n°5 pubblicato il 20 Aprile 2006 da frabablog
 
Foto di frabablog

Mercoledì pomeriggio. Una telefonata mi distoglie dalla mia routine lavorativa: “ho letto il tuo post sul BLOG riguardo alla Iervolino. Se ti va, stasera ti porto ad un “forum programmatico” aperto a tutti.”

Titubante ma curioso, accetto. Appuntamento alle 19,30 a Palazzo Doria d’Angri.

Giungo sul posto con leggero ritardo, ma anche il Sindaco è in ritardo a causa del protrarsi dell’incontro avuto nel pomeriggio con il leader dell’Unione Romano Prodi.

Nella sala, sono presenti non più di 35, 40 persone. Riconosco un paio d’avvocati di grido, qualche volto noto del giornalismo napoletano e fisionomie riconducibili, per aspetto ed eloquio, ad una certa borghesia napoletana.

Alle 20,30, arriva Rosetta che raggiante per l’incontro pomeridiano con il neo premier, dà inizio ai lavori.

Parla per circa 50 minuti ma di concreto dice ben poco. Una continua auto celebrazione, di cosa non comprendo, e la certezza che essendo da oggi al governo “uno di noi”, le istanze della città saranno ascoltate e finalmente prese in esame.

Poi, all’improvviso, il colpo di teatro anticipato in mattinata dai quotidiani: TAGLIEREMO L’ICI!

Mentre la platea scatta in un applauso liberatorio (dal sonno?!?), io trattengo a stento una risata, ripensando a quanto qui scritto il giorno precedente.

Comincia il dibattito. Inutile dire che è tutto un continuo osannare il “miracolo Rosetta” che, nonostante quel “nordista” di Berlusconi, ha saputo migliorare l’immagine e la qualità di vita della nostra città.

Mi aspetto, visto anche l’obiettivo dell’incontro, che qualcuno avanzi qualche proposta concreta,  domande su cui discutere, invece nulla: solo un continuo e collettivo plauso a “Rosetta dei miracoli”.

Poi, all’improvviso, istintivamente, alzo la mano chiedendo la parola. Chi mi accompagna cerca di tirarmi per la manica, ma chissà perché, mi è concesso di parlare.

La mia domanda è semplice e alquanto scontata:

Sig. Sindaco, qualora dovesse essere rieletta, come intende affrontare l’emergenza traffico che affligge la città?

Niente di appariscente anzi, a bene vedere, una domandina semplice semplice, finanche alquanto scontata oserei dire. Ed invece, scoppia il finimondo.

Strappando letteralmente il microfono dalle mani “sante” di Rosetta, quello che poi si rivelerà uno dei suoi addetti stampa, mi domanda con fare minaccioso: ma lei, è un giornalista?

Io lo guardo perplesso e rispondo d’istinto: no, veramente vendo cioccolata, perché?

Lui, titubante di fronte alla mia risposta, mi annuncia che vista la complessità del mio quesito (SIGH!) e tenuto conto del tempo a disposizione, il Sindaco non potrà rispondere.

Istintivamente mi alzo e con tono alquanto insolente, lo riconosco, esclamo: mi scusi, ma credevo di essere stato invitato ad un forum in cui era possibile avanzare proposte o domande. Ho forse sbagliato sala o serata?

Dietro di me, qualcuno mi dà tranquillamente del “fascista”, mentre chi mi accompagna è ormai di soppiatto, scivolato sotto la sedia.

Il Sindaco chiude la faccenda riprendendo la parola, salutando e ringraziando tutti per il fattivo contributo apportato all’incontro.

L’allegra comitiva comincia allegramente a sciamare ossequiosa verso “Rosetta dei miracoli” ed io rimango in disparte perplesso, non sapendo se ridere od indignarmi.

All’improvviso, mi avvicina un tizio che ho intravisto entrare al seguito del Sindaco. Senza alcun’esitazione e senza nessun preambolo, mi chiede con chi sono venuto all’incontro e cosa pensassi delle parole del Sindaco. Memore del precedente, lascio scivolare la conversazione su questioni di scarsa rilevanza simulando finanche una sorta di stupita ammirazione nei confronti di Rosetta.

Poi, senza guardarmi negli occhi, lo sento esclamare: ma lei, al momento, di quanti voti dispone?

Ed io: scusi, ma non ho capito.

Lui: Si, insomma, quale sarebbe il suo contributo alla rielezione del Sindaco. Guardi che qui stasera c’è gente che è disposta a portare anche fino a 1.000, 1.500 voti.

Gelido e con un sorriso di circostanza, rispondo: a questo punto, credo che abbiate perso anche il mio di voto.

Giro le spalle e vado via lasciandolo di stucco. Mi rendo conto che il forum programmatico, non era altro che una sorta di riunione per “grandi elettori” finalizzata ad un primo censimento dei voti disponibili. Insomma, una sorta di mercato delle vacche dove offrire il proprio pacchetto di voti in cambio di qualsivoglia favore. In poche parole, il cosiddetto “voto di scambio”.

Saluto che mi ha accompagnato, ormai prossima al suicidio, e vado via. L’aria mite di questa serata napoletana mi avvolge in un tiepido abbraccio ritemprando il mio umore. Tuttavia una domanda da oggi mi assillerà ancor di più: a chi darò il mio voto a fine maggio?

 

 
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