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Mafioso si, ma prescritto e probabile Presidente del Senato.

Post n°9 pubblicato il 26 Aprile 2006 da frabablog
 
Foto di frabablog

Leggo sui giornali e sento alla televisione, che il senatore a vita Giulio Andreotti, è in predicato per essere eletto alla Presidenza del Senato, seconda carica istituzionale. 
Il personaggio in questione, è a dir poco complesso. Ha vissuto nella nostra storia politica, attraversandola fin dall’alba della costituzione di questa ormai traballante repubblica e ritengo che sia, nonostante tutto, il personaggio politico più noto in assoluto.
Personalmente, oso ricordarlo attraverso un passo di una sentenza emessa dal Tribunale di Palermo, a conclusione del famoso processo che vedeva il beneamato Senatore Andreotti, imputato per “concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso”.

  La Corte, visti gli artt. 416, 416bis, 157 e ss., c.p.; 531 e 605 c.p.p.; in parziale riforma della sentenza resa il 23 ottobre 1999 dal Tribunale di Palermo nei confronti di Andreotti Giulio ed appellata dal Procuratore della Repubblica e dal Procuratore Generale, dichiara non doversi procedere nei confronti dello stesso Andreotti in ordine al reato di associazione per delinquere a lui ascritto al capo A) della rubrica, commesso fino alla primavera deI 1980, per essere Io stesso reato estinto per prescrizione; conferma, nel resto, la appellata sentenza”.

Riassumendo, Andreotti ha commesso il reato di associazione per delinquere con la mafia sino alla primavera del 1980, ma il reato è coperto da prescrizione. Per gli anni successivi, invece, i giudici ne confermano l’assoluzione.
Ovvero, Andreotti NON E’ STATO ASSOLTO ma bensì, riconosciuto pienamente colpevole ma non punibile causa PRESCRIZIONE del reato.

 Questo è il “paese normale” di cui parlava Prodi? E se si, in un paese normale, sarebbe possibile eleggere a seconda carica istituzionale un personaggio coinvolto in un precesso per Mafia e accusato di reato prescritto?  Se il buongiorno si vede dal mattino, l’alba di questa legislatura, mi appare ancora più fosca e buia di quanto ci siamo lasciati alle spalle dopo l’otto aprile.

 
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