Creato da Madame.de.Tourvel il 01/10/2005
La vita reale è soltanto il riverbero dei sogni dei poeti. La vista di tutto ciò che è bello in arte o in natura, richiama con la rapidità del fulmine il ricordo di chi si ama...
 

 

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Post N° 70

Post n°70 pubblicato il 06 Luglio 2006 da Madame.de.Tourvel

Conjonction  @>->>--

…et toutes les âmes intérieurs des poètes sont
amies et s’appellent les unes les autres.

[Proust]

Merci mes amis


 

...e sarà per via di quelle parrucche incipriate, per quell’eleganza raffinata e colta, o magari solo per quelle gonne gonfie e fruscianti di crinoline profumate... o forse per quelle donne che vivevano di struggente passione letteraria, un po’ Emma e un po’ Elizabeth, pronte ad infiammarsi per un'ombra o a danzare flessuose sulle note di un valzer... quelle che hanno attraversato i secoli sulle pagine di un libro e che sono ancora qui, anacronistico ritratto in bianco e nero, sempre in bilico tra  “Ragione e Sentimento”...
Sarà per tutto questo, o forse per qualcos’altro ancora, ma a Madame è tornato il bisogno di esserci.


...e senza aver più nulla da promettere al giorno, se non quel formicolio sotto i polpastrelli che insiste prepotente sull’urgenza della penna, ho spalancato gli occhi con voglia di dare nuova veste a pensieri sudici di miserabile disgusto.

Rovesciare.
Mescolare.
Amalgamare.
Colorare.
Trasformare.
Fondere.
Plasmare.


... e ritornare UNO

Sollecitata dal pathos che spinge a creare, che rapisce l’anima portandola in quella dimensione che spazio e tempo non comprende...

Sprofondata nei recessi dell'immaginazione e della fantasia in quell’abisso profondo che regala il fascino dell’ignoto e la meraviglia della scoperta...

Trattenuta all’orizzonte da uno sguardo senza confini che cerca soddisfazione e costringe, fino a quando non si sente appagato...

Lì ti ho vista
Come allora
Come sei
Piccola

Non abdicare al tuo diritto di sbagliare, perché sbagliare ti spaventa,
ma non lasciare che altri  decidano l’errore al posto tuo. Mai.
Il senso di inadeguatezza ti pervade e vorresti essere in un posto diverso.
Forse non lì, forse non qui, a fare cose che non sono quelle.
Forse piangi.
Forse anch’io.
Conto le tue lacrime, le conosco tutte, mentre le chiamo per nome.
Sono le stesse che abbiamo mischiato nello sguardo di quel primo momento.
Ora come allora.

L'abito che hai indossato per lungo tempo era diventato stretto e fuori moda,
non più adatto alle circostanze del momento che vivevi.
Hai  sentito l'impulso di smettere il vestito della festa per indossare la tuta da lavoro e scendere a scavare, con mani nude, nel disperato e spasmodico tentativo di riportare alla luce qualche brandello delle tue certezze.

Ma adesso fermati.
Ricomincia da te.
Così come sei.
Non arrenderti mai.
Piccola.


...e così,
nel pomeriggio che scorre lento,
circolare e vuoto di idee,
nell’eco distratta di un silenzio
che accarezza e morde
penso di me.






Riparto anch’io.
Tempo fa lo avrei fatto con cuore leggero.
Oggi non posso. Non posso più
Ma riparto lo stesso seguendo impronte lievi
che affiorano dal passato
e si intrecciano al presente,
pensieri che dissolvono in parole lette
passo dopo passo... e poi... rilette,
che non bastano mai,
che non bastano più,
ma che vado a cercare...
per lasciarmi sorprendere
a pensare di me:
mi ci sento scritta in queste parole...
 

DONNE IN RINASCITA

Più dei tramonti, più del volo di un uccello,
la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.

Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe,
dopo la caduta.

Che uno dice: è finita.

No, non è mai finita per una donna.

Una donna si rialza sempre,
anche quando non ci crede, anche se non vuole.

Non parlo solo dei dolori immensi,
di quelle ferite da mina anti-uomo
che ti fa la morte o la malattia.

Parlo di te,
che questo periodo non finisce più,
che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile,
che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.

Te, implacabile arbitro di te stessa,
che da come il tuo capo ti guarderà
deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.

Così ogni giorno,
e questo noviziato non finisce mai.
E sei tu che lo fai durare.

Oppure parlo di te,
che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo;
che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria,
che non flirti con nessuno perché hai il terrore
che qualcuno s'infiltri nella tua vita.

Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu,
poi soffri come un cane.

Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare,
che ti vuole cambiare,
o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.

Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa.
Eppure te la racconti,
te lo dici anche quando parli con le altre:
"Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo.

Oppure con quel ragazzo ci sei andata a vivere,
ci hai abitato Natali e Pasque.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima
ed è passato tanto tempo,
e ne hai buttata talmente tanta di anima,
che un giorno cominci a cercarti dentro
lo specchio perché non sai più chi sei diventata.

Comunque sia andata, ora sei qui
e so che c'è stato un momento
che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.

Dovunque fossi, ci stavi stretta:
nella tua storia,
nel tuo lavoro,
nella tua solitudine.

Ed è stata crisi,
e hai pianto.

Dio quanto piangete!

Avete una sorgente d'acqua nello stomaco.
Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata,
alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente.
Non potevi trattenerlo.

E quella notte che hai preso la macchina
e hai guidato per ore,
perché l'aria buia ti asciugasse le guance?
E poi hai scavato, hai parlato,
quanto parlate, ragazze!

Lacrime e parole.
Per capire,
per tirare fuori una radice lunga sei metri
che dia un senso al tuo dolore.
"Perché faccio così?
Com'è che ripeto sempre lo stesso schema?
Sono forse pazza?"

Se lo sono chiesto tutte.

E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia,
a due, a quattro mani,
e saltano fuori migliaia di tasselli.
Un puzzle inestricabile.

Ecco, è qui che inizia tutto.
Non lo sapevi?

E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così,
scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai.
Perché una donna ricomincia comunque,
ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.

Ti servirà una strategia,
dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te.

Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo,
di presentarti a te stessa.

Non puoi più essere quella di prima.
Prima della ruspa.

Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.

Innamorarsi di nuovo di se stessi,
o farlo per la prima volta,
è come un diesel.

Parte piano, bisogna insistere.
Ma quando va,
va in corsa.

E' un'avventura, ricostruire se stesse.
La più grande.

Non importa da dove cominci,
se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.

Vi ho sempre adorato, donne in rinascita,
per questo meraviglioso modo di gridare al mondo
"sono nuova"
con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo biondo.

Perché tutti devono capire e vedere:
"Attenti: il cantiere è aperto,
stiamo lavorando anche per voi.
Ma soprattutto per noi stesse".

Più delle albe,
più del sole,
una donna in rinascita è la più grande meraviglia.

Per chi la incontra e per se stessa.

È la primavera a novembre.
Quando meno te l'aspetti.

[Jack Folla]


...e non è
Non è nostalgia
Non è tenerezza
Non è curiosità
Non è incoerenza
Non è ragione
Non è emozione
Non è rimpianto
Non è sogno
Non è timore
Non è inquietudine
Non è desiderio
Non è accondiscendenza
Non è rabbia
Non è passione
Non è aspettativa
Non è dolore
Non è persuasione
Non è difesa
Non è scusa
Non è ombra
Non è luce

Non è più
Non è ancora

Solo un lunghissimo respiro.
Ampio.

La giusta distanza tra un prima e un poi.

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