L'angolo di Francy

Semplicemente la mia vita: i miei interessi, le mie canzoni preferite, i miei ricordi e tutto ciò che mi circonda e mi provoca qualche emozione

 


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Un piccolo sfogo

Post n°26 pubblicato il 17 Marzo 2008 da francesca_84
 

Ricollegandomi al test dell'estroversione del precedente post...

Tutti dicono che non devo avere paura della realtà, che devo affrontarla, che devo entrare nel mondo, quel mondo che è di tutti, quindi di non rimanere chiusa nel mio, in questo mondo fatto solo di sogni, perchè il mio è questo, il mio mondo è fatto di sogni, di fantasia, di romanticismo, di sorrisi e lacrime di gioia, di amore, di affetto verso i propri genitori e affetto verso le mie sorelle e verso il mio amore. Ammetto però che nel mio mondo non c'è posto per tutte quelle cose che mi creano tristezza, e così mi chiudo in me stessa, non esco molto e spero sempre che qualcosa possa cambiare.

Mi chiedo una cosa, visto che il mondo esterno è più difficile da affrontare, perchè dicono che non bisogna averne paura? Quando hai poca fiducia in te stesso, non riesci ad affrontare le difficoltà a testa alta, sei sempre con lo sguardo fisso a terra, con la lacrima pronta a sgorgare fuori. Quando una persona come me affronta il mondo esterno, si ritrova ad odiarlo sempre più. Forse lo dico ora perchè è un periodo no, la mia vita non sta andando perfettamente. Una persona a me cara piano piano si allontana, e io mi trovo in difficoltà sul lavoro, e ho paura che da sola non saprò affrontarlo. E' vero, sola del tutto non lo sarò mai, i miei genitori e le mie sorelle per fortuna ci sono sempre, ma io so di non esser una persona forte, piango facilmente, e spesso mi sembra che tutto vada storto. Mentirei se dicessi che nella mia vita non abbia mai sperato di morire, perchè proprio ieri è stata una di quelle volte in cui volevo che qualcuno dal cielo venisse lì e mi portasse via.

So che non è bello dirlo, so che dal mio blog posso sembrare una che ama la vita, a volte anche dai miei stessi discorsi, fatti a molti amici virtuali, ma la realtà è che io ho una specie di doppia personalità, o doppio mondo se vogliamo metterla così. Quando sto su internet viene fuori il mio vero mondo, quello che non mi incute timore, ma nella vita di tutti i giorni, al lavoro, quando esco dal lavoro, quando mi alzo la mattina, quando la sera mi peso sulla bilancia, quando mi guardo allo specchio, quando parlo a mia mamma magari delle mie difficoltà, è lì che esce fuori la Francesca insicura, quella che ha paura di non riuscire ad affrontare la vita.

Perchè dico questo? Perchè proprio ora?

Beh, fino allo scorso luglio ho fatto la sorvegliante in una scuola superiore, praticamente la bidella. All'inizio ammetto di aver avuto cmq un po' di paura, ma per mia fortuna, che ricordi, nessuna lacrima... Certo, poi le difficoltà le ho incontrate e ogni volta avrei tanto voluto mandare a quel paese qualche collega. Ma per fortuna non l'ho fatto... Con gli studenti mi trovavo bene, e magari più avanti ve ne parlerò...

Poi nell'estate 2007 son cambiate le cose. Il comune di Milano ha deciso di metter i comunali a lavorare nelle scuole al posto nostro, di noi bidelli sotto cooperativa, nel mio caso una SPA (pagano un po' di più ^_^). E noi siamo andati a finire a lavorare: chi in posti comunali a fare pulizie e nella ristorazione negli asili e nelle scuole, chi invece è riuscito ad entrare con una ditta di sorveglianza, grazie alle proprie ore, o all'invalidità o al poco tempo ad arrivare alla pensione. Mia mamma per esempio è riuscita a fare di nuovo la sorvegliante perchè non le manca molto alla pensione. Una mia ex collega c'è riuscita perchè aveva 40 ore settimanali (a fare la lecchina si è fatta aumentare le ore prima che succedesse il tutto, quindi anche se inconsapevolmente, le è servito comportarsi così coi capi).
Io lavoravo invece 33 ore a settimana, non son un'invalida, nè tantomeno mi manca poco alla pensione (e di questo passo, ci arrivo a 100 anni ^_^). A settembre mi ha chiamata l'impresa di pulizie e così ho iniziato a fare 18 ore settimanali in una biblioteca, tutte le mattine... Aspettavo la chiamata della ditta di ristorazione, una volta che mi hanno chiamata son andata, ma siccome il lavoro è stato troppo pesante (contando che dovevo farlo subito dopo le pulizie), ho mollato... così ora mi ritrovo a lavorare 18 ore e quindi ad avere uno stipendio ancora più basso.
Verso fine settembre mi hanno spostata a lavorare in un museo in centro a Milano. Certo, rispetto alla biblioteca è più lontano, ma ammetto che mi son trovata meglio. Avevo dei colleghi, in biblioteca invece mi trovavo ad aver sempre paura ogni mattina essendo completamente sola (immaginate in inverno alle 7 del mattino). Così ho iniziato questo lavoro.. Poi un giorno io e qualche altro mio collega siamo arrivati in ritardo di 5 minuti. Quel giorno, mi chiama la mia responsabile dicendomi che il comune ha deciso di toglierci mezz'ora al giorno, magari potevo appunto recuperarla tutta il lunedì, essendo però per me pesante, ho chiesto per ora di farmi rimanere così... la ditta quindi per un po' è andata avanti a pagarmi una mezz'ora in più che poi il comune non le ha pagato. La mia responsabile dice che era convinta che fosse una cosa momentanea, mentre non lo è, così un paio di settimane fa o poco più, mi dice che devo tornare alla biblioteca... non sapevo che fare, così ha parlato mia mamma con lei, e la soluzione è di farmi 7 ore di pulizie il lunedì andando prima al museo solito, e poi andando in un altro... 7 ore non son poche ma facendo l'abitudine, non ci si stanca più. Fatto sta che lunedì son andata, e volevo morire... mi sentivo fuori luogo, ero arrabbiata, e quando son arrivata, una volta nello spogliatoio ho pianto tanto... speravo che un fulmine dal cielo mi prendesse. poi son stata in tensione tutta la settimana. La mia collega, che è anche un po' responsabile, ha quasi messo in dubbio che io ci mettessi tutto quel tempo per fare il mio piano... perchè mi ha chiesto se ho pulito un'altra sezione (nella quale solitamente veniva qualcun altro a pulire), e io ho risposto che non ce la facevo, che mi avevano persino tolto mezz'ora... e così mi è nata ancora più rabbia, perchè è come se lei non si fidasse della mia parola. Perchè ha subito detto che un'altra mia collega ha detto che scendevo giù (per fare i bagni) ad una certa ora, quindi che potevo farcela... peccato che pure per i bagni non ci si impiega poco. Cmq sia son andata avanti tutta la settimana con la tensione addosso. E ieri ho avuto il crollo. Probabilmente perchè oggi sarei dovuta andare a fare 7 ore... Probabilmente perchè ho sempre troppa paura, fatto sta che non son riuscita a reagire... ho pianto, ho pianto, ho desiderato non esistere... e alla fine ho deciso di mettermi in malattia. Mia mamma dice che sì, posso anche fare così, ma che questo non risolverà nulla, che prima o poi mi devo abituare al cambiamento... oppure che devo cercarmi qualcosa d'altro. Purtroppo però è qui che subentra la mia insicurezza. Varie volte ho fatto colloqui e ho sempre poi rifiutato, per paura. Paura di non saper affrontare persone nuove. Paura di dovermi gestire con un nuovo lavoro. Così ho rifiutato anche lavori che forse sarebbero stati buoni... come per esempio a settembre, quando ho fatto un colloquio con un avvocato per il posto di segretaria. Era a tempo pieno, anche se io poi ho chiesto il part time, perchè non me la sentivo troppo per un full time... Mi avrebbe presa, mi avrebbe fatto da subito un contratto a tempo indeterminato, eppure presa dalla paura non ho accettato... e il bello è che non mi sento pentita, perchè probabilmente avrei migliorato, ma da un lato sarei sempre la solita ragazza insicura e paurosa che piange ogni volta che qualcosa va storto.
Ora ho mandato di nuovo qualche curriculum, e speriamo bene. Ma mi chiedo, supererò mai tutto questo? avrò il coraggio di affrontare un lavoro nuovo? Oppure continuerò a fare pulizie tutta la vita con una capa che pretende sempre e sempre e sempre?

Ecco perchè mi ritrovo sempre a chiudermi in me stessa. Il mondo esterno non è tutto sto granchè... Non capirò mai gli altri che dicono di entrarvi e quindi di uscire dal mio.

Però una cosa la so, e cioè che forse la speranza è realmente l'ultima a morire, perchè se così non fosse a quest'ora non sarei qui... infatti l'altro giorno speravo in un movimento del cielo, che questo mi portasse via, perchè io da sola non avevo il coraggio per non esistere più.

Forse io, inconsciamente, ho speranza nel futuro, ma ammetto che non so in che modo possa cambiare la situazione. Chissà? magari un giorno sarò talmente sicura di me, da diventare manager eheh! (beh, la mia risatina ci mancava proprio ^__^).
Non voglio angosciarvi troppo... quindi vi saluto tutti dicendovi che oggi va un pochino meglio di ieri, e domani probabilmente andrà meglio di oggi.

Un bacione a tutti tutti quelli che passan di qui!!!

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MaRiDG70
MaRiDG70 il 21/03/08 alle 18:05 via WEB
la viat è una continua sfida e di coraggio per affrontare le cose che incontraiamo sul nostro cammino ce ne vuole davvero tanto....un saluto e grazie infinte per le cose che mi ha scritto nel blog..lo apprezzo molto e mi dispiace per il trambusto che c'è in questo momento li dentro nei miei post.. ovviamente creato da me...di solito non è cosi anzi...:-)
 
 
francesca_84
francesca_84 il 21/03/08 alle 18:25 via WEB
Ciao! spero che il coraggio mi farà compagnia, visto che son un po' codarda :) Cmq il trambusto non mi sembra sia stata tu a crearlo, anche se di primo acchitto (non so se si scrive così)sembrava così... Quindi stai tranquilla. E passa una Buona Pasqua!
 
yyossaryan
yyossaryan il 25/03/08 alle 18:38 via WEB
Ti stimo molto. Non è da tutti parlare con franchezza e dignità del proprio lavoro, che, modesto quanto sia, ti pone davanti le difficoltà tipiche di qualsiasi lavoro. Un movimento del cielo prima o poi arriverà, ma per portarti la serenità che meriti. Cordialità.
 
 
francesca_84
francesca_84 il 25/03/08 alle 20:34 via WEB
Grazie... non so davvero che altro dire. E' la seconda volta che qualcuno dice di stimarmi, e ti assicuro che è un'emozione. Almeno questo mi fa sorridere. Ti ringrazio, e mi auguro che ciò che dici si possa avverare. Un bacio
 
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