Creato da francescozizzi il 25/05/2010

FRANCESCO ZIZZI

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Rendimenti al 18% per private equity. Valori triplicati rispetto all'anno scorso. Disinvestimenti per 5 miliardi

Post n°460 pubblicato il 28 Marzo 2014 da francescozizzi

(Claudio Sposito, manager di Clessidra, fondo di private equity).

73%. Ecco il botto del fondo Clessidra di Claudio Sposito, rendimento lordo, in nove mesi per l’affair Camfin, la holding che controlla Pirelli. Clessidra, come ricorderete, vi entrò nel Giugno 2013 sborsando 150 milioni per il 24,6% e ora dovrebbe uscire incassandone 260 con la vendita della propria quota al gruppo russo Rosneft.

Guadagno pari a 110 milioni, il doppio dell’investimento. I rendimenti sono tornati a salire per i fondi di private equity, che iniettano capitale nelle aziende per poi svilupparle, guadagnandoci dalla loro vendita o quotazione. Il rendimento lordo 2013 dei fondi in Italia è stato del 18,2%, quasi il triplo del 6,2% nel 2012.          Considerando le dismissioni nel lungo periodo dei dieci anni, il rendimento medio-lordo 2004-2013 è stato dell’11,1% rispetto al picco negativo (7,7%).

Togliendo commissioni e imposte, in dieci anni i fondi di private equity hanno avuto in Italia un rendimento netto del 6,6% ancora basso rispetto in passato, ma superiore di due punti rispetto al 4,6% del 2012. “Il segnale è positivo – spiega Max Fiani, partner Kpmg che ha curato l’indagine – i rendimenti si sono alzati. Un mercato attivo per numero di operatori e di operazioni. La fase di Borsa crescente aiuta i disinvestimenti. Si vedano i casi delle quotate Moncler e Moleskine”.

 
 
 

Carige vola in Borsa, ma subisce rosso da 1,7 miliardi. Verranno venduti asset (assicurazioni e asset non core)

Post n°459 pubblicato il 28 Marzo 2014 da francescozizzi

(Pierluigi Montani, Amministratore Delegato Carige)

Banca Carige vola in Borsa sul +12,87%. L’aumento di capitale sarà di 800 milioni, il massimo consentito dalla delega conferita dall’assemblea. Decisione del Consiglio d’Amministrazione dopo aver approvato il piano industriale 2014-2018 e i conti dell’esercizio appena concluso.

Il 2013 segna il passivo evidente nella storia dell’istituto ligure: una perdita di 1,76 miliardi di euro, a causa della svalutazione quasi integrale degli avviamenti (per 1,67 miliardi) e di una evidente pulizia nel portafoglio crediti, dove sono state apportate rettifiche per 1,09 miliardi. Un lavoro portato avanti dal nuovo amministratore delegato, Piero Montani, su spinta di Bankitalia e che ha permesso di elevare la copertura delle sofferenze al 56,3% (dal precedente 49,8%). Nell’ambito del piano industriale è stato anche deciso di ridurre l’organico attraverso 600 prepensionamenti incentivati da realizzare entro il 2018. Un centinaio di filiali verranno chiuse.

Il piano conferma l’intenzione di liberarsi delle assicurazioni e degli asset non core, il gruppo punta a un rote (ritorno sul capitale tangibile) del 9%, a ridurre il cost-income (rapporto tra costi e ricavi) al 51,4% e a raggiungere un livello di Cet1, importante indicatore di solidità patrimoniale sotto Basilea III, dell’11,5%. Quanto all’aumento di capitale l’intenzione del cda, come concordato con la Fondazione Carige, è di procedere a giugno, con l’avvio della negoziazione dei diritti di opzione in borsa. Il buon esito della ricapitalizzazione, è garantito dal consorzio di garanzia a cui partecipano Mediobanca, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche bank, Unicredit, Commerzbank, Nomura, Santander.

 
 
 

Intesa, si discute del piano industriale. Da sciogliere il nodo del dividendo.

Post n°458 pubblicato il 28 Marzo 2014 da francescozizzi

(Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo)

Carlo Messina presenterà il piano industriale di Intesa Sanpaolo, proiettato sul prossimo triennio. La recente entrata nel capitale del fondo Blackrock mette Ca de Sass al centro di prospettive future. In questa settimana si sono riuniti il Comitato strategie, poi il Consiglio di Gestione, e nei giorni scorso anche il Comitato di Sorveglianza, senza trascurare la presentazione agli analisti.

Si parla di un grande polo del risparmio gestito, dove Intesa si presenta con Fideraum, Intesa Private banking ed Eurizon. Le masse gestite sono cresciute nell’ultimo anno del 10%, a 250 miliardi. Per creare valore, si procede alla strada di quotarle in Borsa. Unicredit ha annunciato la quotazione di Fineco. Messina ha in mente di diminuire le filiali di 300 unità, ma anche delle banche controllate da Banca dei Territori.

L’intenzione è di diminuire di 16 banche, portandole da 22 a 6. 3000 esuberi in bilico, da ricollocare all’interno del gruppo. Questione dividendo. In ballo un dividendo cash di 5 centesimi per azione ordinaria, da confrontare con lo script di Unicredit. Pulizia di bilancio, da non confrontare con quanto imposto in Unicredit da Ghizzoni (14 miliardi). Messina ha postato rettifiche per 4 miliardi sull’ultima trimestrale, ma assicura che non ci saranno pulizie di nessun tipo.

 
 
 

Prada riporta in Italia tutte le societą estere.

Post n°457 pubblicato il 28 Marzo 2014 da francescozizzi

(La coppia Patrizio Bertelli e Miuccia Prada guida Prada)

Prada completa il rientro in Italia delle società del gruppo dislocate tra Lussemburgo e Olanda. L’obiettivo è quello di terminare l’operazione entro l’estate. Sotto il profilo fiscale, le società sono già italiane, con l’accordo con l’Agenzia delle Entrate, dopo la decisione di Prada di attuare la collaborazione con il Fisco.I 420 milioni sono stati già pagati.

La riorganizzazione procede. La Ludo di Miuccia Prada, la Rigel di Alberto, la Mirar di Marina, le quattro Pabe di Patrizio Bertelli e poi la fusione Lussemburgo-Olanda tra Gipafin e Prada Holding. Le società operative estere rimarranno invariate, verranno solamente coinvolte quelle società costituite all’estero per usufruire di una tassazione inferiore a quella volontaria. Carlo Mazzi, il manager a stretto contatto con Patrizio Bertelli (Presidente Prada Spa quotata a Hong Kong) ha preso il posto di Marco Salomoni, storico commercialista della famiglia Prada. Miuccia Prada ricopre la carica di Amministratore Delegato insieme a Bertelli.

Nel consiglio d’Amministrazione, si spiega che la decisione di Miuccia è stata maturata dalla considerazione del non agevole contemperamento delle esigenze dettate dalla complessità del gruppo che richiede una presenza e una dedizione nella cura e nello stile dell’immagine del brand e dalla natura pubblica della società la cui Governance richiede un impegno assiduo ed esclusivo. Il Presidente Mazzi ha dovuto cedere deleghe al Chief Financial Officer Donatello Galli. Prossimo 2 Aprile è previsto il Cda e l’Investor Day per la presentazione dei risultati 2013, con il dato rilevante dei ricavi saliti al 9% a 3,6 milioni.

 
 
 

Aumenti di capitale per le principali banche. 6 miliardi tra Mps,Bpm.BP,Carige

Post n°456 pubblicato il 12 Febbraio 2014 da francescozizzi

(Il Consigliere Delegato Banco Popolare Pierfrancesco Saviotti)

Aumenti in lista per 6 miliardi per le banche. Il Banco Popolare arriva in prima fila lanciando l’aumento di capitale per 1,5 miliardi: seguiranno Montepaschi Siena con 3 miliardi, Banco Popolare di Milano per 500 milioni e Carige per 800 milioni. Presto potrebbero aggiungersi Bper o il Credito Valtellinese. Rafforzamenti necessari per superare gli stress test della Banca Centrale Europea. Lo sconto offerto ai soci sarà sostanzioso, superiore al 40%, quindi dopo rettifiche per miliardi di euro, i bilanci saranno puliti, anche se poi dovranno pensare ad aumentare i ricavi. I Tassi rimarranno ancora molto bassi, per chissà quanto tempo ancora. Indiscrezioni.

Mps deve rinnovare il consorzio di garanzia scaduto a fine Gennaio, per l’aumento di metà maggio: confermato il pool di istituti, la tedesca Deutsche Bank dovrebbe entrare come joint bookrunner nel consorzio guidato da Ubs, Mediobanca, Citi e Goldman Sachs. Perché l’ingresso dei tedeschi sarebbe il primo effetto della transazione raggiunta con Siena sul derivato Santorini. La Fondazione Mps presieduta da Antonella Mansi sta trattando con investitori esteri (fondi russi o arabi) cui cedere il 20% della banca, mentre alla Fondazione rimarrebbe un controllo stimato al 4-5%.

Invece, in casa Banco Popolare, il consigliere delegato Pierfrancesco Saviotti sta definendo il bilancio da approvare a fine Febbraio per anticipare i tempi: si parla di una crescita del 18% su base annua dei crediti deteriorati, come si annuncerà nella relazione per l’assemblea del Primo Marzo sull’aumento. Capitolo Banco Popolare di Milano: il neoeletto consigliere delegato Giuseppe Castagna lavora al piano sull’aumento da chiudere entro l’estate. Banca Carige, guidata da Piero Montani, è concentrata sul piano industriale da varare il 26 Marzo con la ricapitalizzazione. La Fondazione Carige ha incaricati Banca Imi come advisor per l’aumento di capitale e la ricerca di un socio per condividere il controllo dell’istituto. L’ente di Paolo Momigliano si ridurrà dal 47% al 14%.

 
 
 
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