Creato da francescozizzi il 25/05/2010

FRANCESCO ZIZZI

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Banca del Mezzogiorno attende l'iniezione di 100 milioni promessa dal Tesoro.2012 chiuso con utile di 7,1 milioni

Post n°446 pubblicato il 04 Maggio 2013 da francescozizzi

 

Era definita come la Mediobanca del meridione, accolta come una manna dal cielo, La Banca del Mezzogiorno, posseduta al 100% dalle Poste, è partita, produce utili e lavora in maniera corretta. Attende ancora l’iniezione di capitale di 100 milioni promessa dal Tesoro, mentre ha chiuso il duemiladodici con un utile di 7,1 milioni, a dispetto delle stime previste di perdita di 1,8 milioni, ma presenta un erogato ridotto di 161 milioni rispetto alle attese di 300 milioni.

 

Tra i suoi compiti c’e quello di sostenere le piccole medio imprese meridionali, ha allargato il finanziamento alle grandi aziende, come Fiat, Ansaldo e Fincantieri,e tra le 400 aziende minori finanziate, spuntano la Grimaldi dei traghetti e la De Cecco della pasta, più l’Acquedotto pugliese (il mese scorso almeno 20 milioni). Valutati e poi interrotti i prestiti a EnelGreenPower (sui 30 milioni) ed Enav per questioni tecniche.

 

La neonata Banca del Mezzogiorno, patrocinata dall’allora Ministro delle Finanze VittorioGrilli e dal ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca come banca disviluppo sul medio lungo termine, deve sostenere le Pmi con strumenti diversi dai prestiti, ed il principale è il Fondo centrale di garanzia, che però deve rafforzare, perché consente alle banche di prestare soldi senza attaccare il patrimonio. Le Pmi sono finite in minoranza, e dei 750 milioni di finanziamenti messi a budget dalla Banca del Mezzogiorno, per quest’anno il quintuplo del2 012, solamente 100-150 milioni sono destinati alle pmi, mentre 400 milioni sono destinati a grandi imprese e i restanti 200 milioni sono per erogare mutui e prestiti con cessione del quinto dello stipendio dei dipendenti postali.

Attraverso questi finanziamenti, ai dipendenti delle Poste si abbatte il rischio di credito (Banca d’Italia evidenzia come le sofferenze bancarie siano state del 17,5%) e s’incassa di sicuro (spread Bdm del 10% sul quinto del 3% dei mutui).

Inoltre è vero che con le grandi aziende affiancate alle piccole si può supportare lacrescita del paese, quando il finanziamento è gestito in maniera ottimale ed oculata. In teoria nel progetto originario, avrebbero dovuto fare parte della compagine azionaria anche le banche, ma non è andata così e l’unico socio attualmente sono le Poste italiane. Ora si attende l’evolversi dell’ipotesi diun nuovo socio in arrivo, si parla della Sace società export-credit controllata dalla Cassa Depositi e Prestiti, a sua volta controllata dal Tesoro.

 
 
 
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