Creato da francescozizzi il 25/05/2010

FRANCESCO ZIZZI

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« Il patto Mediobanca scen...Carige vende 600 milioni... »

Ligresti aveva dato il via alla cessione di Fonsai a Unipol. Operazione da 60 milioni di euro.

Post n°451 pubblicato il 04 Ottobre 2013 da francescozizzi

(da sinistra: Paolo,Jonella,Salvatore,Giulia Ligresti)

60 milioni di euro compresi vitalizi e benefit come l’utilizzo di ville, uso di autisti e segretarie. Così i Ligresti hanno negoziato con Mediobanca il nulla osta a Unipol per la cessione di Fonsai. Il testo, scritto su carta semplice da Jonella Ligresti, è inequivocabile sulle condizioni consegnate il 17 maggio 2012 dal padre Salvatore ad Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca. Il documento s'intitola “Accordi tra famiglia e Nagel, Pagliaro, Cimbri, Ghizzoni”, che richiama i vertici di Piazzetta Cuccia, di Unipol e Unicredit.

L’accordo prevede 45 milioni per il 30% di Premafin, ai quali vanno aggiunti gli emolumenti personali per Salvatore, Jonella, e gli altri figli, Paolo e Giulia, indicati nel papello con la iniziali del nome: «700 mila euro all’anno per cinque anni a testa». Inoltre: «J. buona uscita per la carica; G. buona uscita più consulenza in Compagnie Monegasque; P. buona uscita o dirigenza nella società svizzera; Ing. contratto con Hines». L’Ing è Salvatore Ligresti, mentre Hines è la società di Manfredi Catella, partecipata da Fonsai e prima candidata all’acquisto degli immobili delle due holding dei Ligresti in bancarotta: Imco e Sinergia.

Notevoli anche i benefit garantiti anche dopo l’uscita della famiglia da Fonsai: «Uso gratuito per cinque anni degli uffici di Milano» con «segreterie attuali, autisti attuali, foresterie Milano e Roma, auto attualmente utilizzate».

In calce al documento c’è la firma di Nagel, «per presa visione», perché «Mediobanca poteva impegnarsi solo per la consulenza alla signora Giulia Ligresti». Per l’accusa, però, si tratta di un accordo segreto per evitare l’intervento della Consob e del suo presidente Giuseppe Vegas che aveva vietato vantaggi ai Ligresti nell’ambito dell’affare. Ghizzoni, numero uno di Unicredit, si è discolpato nell’interrogatorio dell’8 marzo 2013, negando «di aver mai concluso nessun tipo di accordo» e dicendosi «estraneo a quanto riportato nel testo scritto, nonostante compaia il mio nome». Nagel invece è indagato per ostacolo alle autorità di vigilanza.

 
 
 
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