e se voglio il cazzo voglio il cazzo

Post n°484 pubblicato il 11 Dicembre 2007 da lafata80
 

 

 

Ero talmente felice che per esserlo di più avrei dovuto essere due persone. Ma due persone erano già dentro di me! Una era davanti e l'altra dietro, mi sentivo come uno spiedo che rosola sulla brace. Una brace di sperma.

 

 

 

Avevo capito che rinunciare a se stessi, non amarsi è come sbagliare a chiudere il primo bottone della camicia. Tutti gli altri poi sono sbagliati di conseguenza. Amarsi è l'unica certezza per riuscire ad amare davvero gli altri. Ed è per questo che io la camicia non l'abbottono mai, del resto se voglio fare carriera devo rendermi conto che farmi leccare tutta dal quel porco pappone del mio capo è l'unica via per l'aumento di stipendio

 

 

 

Voglio lasciarmi andare, voglio di più per me voglio buttarmi per cadere verso l'alto e voglio un negro che me lo butta al culo.

 

 

 

Comunque la felicità non è che sia fare sempre quello che si vuole, semmai è volere sempre quello che si fa. E quando lo faccio da dietro sono felice perchè so di aver appena cagato ed il negro è così arrapato che non sente la puzza di merda provenire dal mio deretano.

 

 

 

Gli infelici valutano constantemente gli altri, criticano continuamente il loro comportamento e spesso su di loro sfogano il proprio personale malessere o fallimento. Io invece aiuto gli infelici a sfogarsi, do loro una mano e dopo una bella sega vedo sul loro volto la felicità. Ed è allora che allargo le coscie.

 

 

 

A volte i minuti non sono minuti, sono reincarnazioni di vite. Nell'attesa, sono già rinato mille volte. Ho percorso tutta la catena alimentare. Sono stato zanzara, armadillo, elefante, puttana, gallina, vacca e milanista con le emorroridi.

 

 

 

Nell'arco della vita puoi incontrare un sacco di persone e di qualcuna diventare veramente trombamico. Ma chi ha passato con te il periodo dell'adolescenza conserva un posto speciale. Forse più ancora dei compagni dell'infanzia. Chi è passato sopra di me, dentro di me, dietro di me ed in bocca a me conserva di me un ricordo speciale: quello di una vacca.

 

 

 

Il mio lavoro mi rendeva uguale a tutti gli altri. Non mi permetteva di esprimermi. Ero sostituibile come un bullone di una macchina, e questo condizionava tutti i miei rapporti. Perché poi la sera, quando battevo sui viali, avevo voglia di stare con una persona che avesse il cazzo duro. Voglio il cazzo DU-RO! Volevo una persona che pagasse bene. Una persona per la quale io non potevo aprire bocca perchè sarebbe subito arrivato il cazzo. Una persona che mi facesse sentire speciale. Diverso da tutti. Un individuo. Una persona. Un cazzo in culo.

 

 

 

Se si sbaglia ad allacciare il primo bottone di una camicia di conseguenza si sbaglieranno tutti gli altri. Gli altri però non saranno errori, ma solo la logica conseguenza del primo bottone sbagliato. Sucate tutti.

 

 

 

Era come quei senegalesi che vivono a casa mia. Ho imparato a prenderli a culo chiuso, così mi durano di più. Sono belli ugualmente, ma mi piacciono anche perché so come saranno quando mi apriranno. Compro quella bellezza che ancora non si vede, ma che comunque si percepisce. Si conosce. Eccome se si conosce.

 

 

 

Ognuno di noi è fatto da tanti se stesso e non solamente da uno. Io sono fatta da tanti e mai da uno solo. Diciamo che siamo come un'assemblea condominiale composta da tante persone diverse. C'è quello più tollerante, c'è quello più permaloso, quello che si incazza subito, quello che parla poco e quello che non sta mai zitto. Ma tutti sono venuti nel mio culo.

 

 

 

La cosa più fastidiosa quando mandi un messaggio a una persona a cui tieni è che dal momento dell'invio parte il conto dei minuti. Rispondi, rispondi, rispondi. Non ha risposto. Magari ha il telefono spento. Che faccio chiamo, faccio uno squillo per vedere se è acceso? E se poi è acceso? Messaggio più chiamata: divento pesante. Chiamo con anonimo. Solo che se faccio uno squillo e poi metto giù capisce che sono io che controllo. Lo capisce? Sì, lo capisce. A volte i minuti non sono solo minuti, sono reincarnazioni di vite. Voglio il cazzo in culo. Senza storie.

 

 

 

Ti ricordi quando mi hai chiesto se avevo le pastiglie per la felicità? La pastiglia è la vita. Vivi, buttati, apriti, ascoltati. Le tue paure, le tue ansie sono dovute al fatto che tu esisti ma non vivi. Sei castrato nei sentimenti. Sei bloccato. Ti ricordi quella frase di Oscar Wilde? Diceva che vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste, e nulla più.

 

 

 

Le cose non si vedono per ciò che sono ma per ciò che sei

 

 

 

La prima volta che ci siamo frequentati non eravamo in grado di amarci. Eravamo come due persone che hanno tra le mani lo strumento che amano, ma non lo sanno suonare. Poi abbiamo imparato.

 

 

 

Pensare a se stessi non è egoismo. Egoismo semmai è occuparsi solo di se stessi.

 

 

 

La convinzione che la felicità è un sentimento che dura poco è sbagliatissimo. La felicità non sono attimi, ma è una condizione eterna.

 

 

 

  Erano state le lacrime ad aprirmi la porta della sua vera intimità.

 

 

 

Non so nemmeno se esiste la felicità. Intendo dire come condizione perpetua. Credo che la felicità siano picchi che durano attimi, secondi.

 

 

 

Era come se andando via in realtà avessi preso la rincorsa per tornare più vicino.

 

 

 

In qualsiasi momento della vita si può prendere in mano le redini e cambiare il proprio destino.

 

 

 

Ci sono bellissime storie d'amore nel fondo delle borse, tra i pacchetti di sigarette e le chiavi; per questo a volte si fa fatica a trovarle, semplicemente perché tentano di nascondersi per poter rimanere lì.

 

 

 

Fai vedere al tuo sogno che veramente ci tieni a incontrarlo, senza pretendere che lui faccia tutta la strada da solo per arrivare fino a te, poi le cose accadono. I sogni hanno bisogno di sapere che siamo coraggiosi.

 

 

 

Prima di uscire ho apparecchiato la sua colazione. Sul sacchetto dei biscotti ho attaccato un post-it con la mia dichiarazione d'amore. Tu sei tutto ciò che prima non sono mai riuscito a dire, mai riuscito a vedere, fare, capire. Finalmente sei qui... ho aspettato tanto. Ci vediamo stasera.

 

 

 

Non ci si può far niente, le persone che amano si finisce sempre per amarle. E' una legge della natura.

 

 

 

Il cammino si fa da soli: in due è una scampagnata.

 

 

 

Fai conto di essere una maratoneta. Stai correndo con i tuoi amici e le tue amiche. A un certo punto capisci di avere una buona gamba, un bel passo, di poter andare più veloce, e allora decidi di seguire questa tua forza. Di convertirti al tuo talento. Dopo un po' che corri, ti accorgi di aver staccato il gruppo. Ti giri e ti scopri sola. Loro sono indietro, tutti insieme che ridono, e tu sei sola con te stessa. Siccome non riesci a reggere questa solitudine, rallenti finché il gruppo ti raggiunge e, negando il tuo talento, fingi di essere come loro. Rimani nel gruppo. Ma tu non sei così, non sei come loro. Infatti anche lì in mezzo ti senti comunque sola.

 

 

 

Ho letto da qualche parte che il vero motivo per cui si sono estinti i dinosauri è perché nessuno li accarezzava. Bisogna sperare che l'uomo non faccia lo stesso stupido errore con le donne.

 

 

 

Amo le labbra: le amo perche sono costrette a non toccarsi se vogliono dire "Ti odio" e obbligate a unirsi se vogliono dire "Ti amo".

 

 

 

Mi sono seduto nella sala d'attesa. C'era una ragazza che sfogliava senza interesse una rivista. Mi piace stare in una stanza con una donna. Anche quando prendo il treno, se entro in uno scompartimento e ci trovo una donna sono più contento. E se non c'è continuo a cercare finché la trovo. Non è che poi le rivolgo la parola, o ci parlo, o ci provo per forza, anzi, ma mi piace che sia lì. Mi piace la loro compagnia anche se silenziosa e sconosciuta. Le donne sono belle da respirare.

 

 

 

Dava l'idea di essere una donna che dona tutto, ma non regala niente.

 

 

 

Mentre la sfioravo, sentivo sulla punta delle dita una forza misteriosa che mi attraeva verso di lei. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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B.giorno

Post n°482 pubblicato il 11 Dicembre 2007 da lafata80
 

BUONGIORNO

 

“L’hai conosciuto anche tu. Conosci quel senso di disperazione, quando il mondo diventa buio e si inclina” (Julie Myerson)

 

Puo’ succedere in qualsiasi momento. D’inverno, quando le giornate sono cosi corte, e la sera ci assale all’improvviso. Ma anche d’estate, quando il sole ci abbaglia, ci fa male. È un attimo, una vertigine: il mondo si inclina. E noi, perdiamo l’equilibrio.

 

 

 

 

 

 
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yeah

Post n°481 pubblicato il 10 Dicembre 2007 da lafata80
 

libro:   Il giorno in più

Sveglia, caffè, ditalino, tram, ufficio, cambio assorbente, palestra, pizza-cine-letto (magari con qualche sfigato che soffre di eiaculazione precoce)... Giornate sempre uguali, scandite da appuntamenti a pagamento che, alla fine, si assomigliano tutti, persi nel tanfo di una metropoli che non sa più sborrare. È la vita di Francesca Del Core, una che non si è mai fatta troppi problemi a rapporti multipli, che è andata ad incontri al buio e agli avvenimenti osè rimanendo sempre senza veli. Un giorno, però, Francesca incontra sul tram uno sconosciuto, puzzolente, che se la ingroppa il giorno dopo, e quello dopo ancora. Per mesi. E così, quelle tre fermate lungo il tragitto per andare in ufficio diventano un appuntamento importante della giornata. O meglio, diventano 'l'appuntamento'. Ma lo sconosciuto ha l'aids. E Francesca? Lei per la prima volta nella vita decide di non tenere in bocca, di inghiottire anche quello che caga, e parte all'inseguimento di un sogno. È l'inizio di un gioco, incredibile e coinvolgente, che improvvisamente sarà interrotto, e che porterà i due fino a un punto di non ritorno, per scoprire se vale la pena, nella vita, di giocare fino in fondo. L'amore, l'amicizia, il viaggio, i dubbi, le scelte, più una "dose" di gioco e sana incoscienza: questo romanzo ha gli ingredienti e il gusto delle pagine più riuscite di Francesca Del Core. La prova esaltante di una frigidezza che ha raggiunto la maturità senza perdere un briciolo di freddezza.

 

 

 
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Post N° 476

Post n°476 pubblicato il 10 Dicembre 2007 da lafata80
 
Tag: Poesie

Paris at night

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.

Jacques Prevert 

 
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B.giorno

Post n°475 pubblicato il 10 Dicembre 2007 da lafata80
 

BUONGIORNO

 

“Credimi. Quel che amo davvero è la pioggia che cade piatta sulla baia” (Edna ST. Vincent Millay)

 

La pioggia. Il freddo che si infila nel bavero del cappotto. La brina che copre ,come polvere,strade e terrazzi. Un presagio di neve. Ci sono persone che amano l’inverno, testardamente: tutto allora, anche la pioggia, diventa un abbraccio. Quasi un sospiro di sollievo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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Enrico.... come promesso...

 
 

FAETO! 

 
 
 
 
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