Catene di Ghiaccio
Bello sapere che la pace sovrasta i pensieri, per ciò che senti dentro, perchè la conquistata libertà interiore ha pagato un prezzo alto e l'ha pagato tutto. E tu sai che a non arrendersi mai puoi conservarti i sogni, senza lasciarli andare. E vederli mischirsi a quei fulmini che illuminano il cielo. E capire che dentro la pioggia, navigano anche le tue vittorie..
Ma ci sono anche cattivi tipi di persone che appaiono nelle nostre vite. Ci sono persone che non sarebbero mai le benvenute nella nostra vita, soprattutto se vogliamo vivere una vita felice ...
Presta attenzione a questo tipo di persone in modo da risparmiare un sacco di tempo ...
Alle leonesse da tastiera!!!
avrai sempre anche il mio"
La conoscenza di Dio
non si può ottenere cercandola;
tuttavia solo coloro che la cercano la trovano"
(Bayazid al-Bistami)
"Chi non cerca è addormentato, chi cerca è un accattone"
(Yun Men)
"Non subordinarsi a niente,
né a un uomo né a un amore né a un'idea;
avere quell'indipendenza distante che
consiste nel diffidare della verità e,
ammesso che esista, dell'utilità della sua conoscenza.
(...) Appartenere: ecco la banalità.
Fede, ideale, donna o professione:
ecco la prigione e le catene.
Essere è essere libero. (...) No:
niente legami, neppure con noi stessi! Liberi da noi stessi e dagli altri,
contemplativi privi di estasi, pensatori privi di conclusioni,
vivremo, liberi da Dio, il piccolo intervallo
che le distrazioni dei carnefici
concedono alla nostra estasi da cortile."
( Il libro dell'inquietudine- Fernando Pessoa )
Morirò di paura
a venire là in fondo
maledetto padrone
del tempo che fugge
del buio e del freddo;
ma lei aveva vent'anni
e faceva l'amore
e nei campi di maggio
da quando è partita
non cresce più un fiore.
E canterò
stasera canterò
tutte le mie canzoni canterò
con il cuore in gola canterò:
e canterò
la storia delle sue mani
che erano passeri di mare
e gli occhi come incanti d'onde
scivolanti ai bordi delle sere.
Canterò le madri
che accompagnano i figli verso i loro sogni
per non vederli più la sera sulle vele
nere dei ritorni.
E canterò
canterò finché avrò fiato
finché avrò voce di dolcezza e rabbia
gli uomini semidimenticati
gli uomini lacrime nella pioggia
aggrappati alla vita che se ne va
con tutto il furore dell'ultimo bacio
nell'ultimo giorno dell'ultimo amore.
E canterò finché tu piangerai
E canterò finché tu perderai
Canterò finché tu scoppierai
e me la ridarai indietro.
Ma non avrò più la forza
di portarla là fuori
perché lei adesso è morta
e là fuori ci sono
la luce e i colori
dopo aver vinto il cielo
e battuto l'inferno
basterà che mi volti
e la lascio alla notte
e la lascio all'inverno.
E mi volterò (Le carezze sue di ieri)
Mi volterò (non saranno mai più quelle)
Mi volterò (e nel mondo su, là fuori)
Mi volterò (si intravedono le stelle)
Mi volterò perché l'ho visto il gelo
che le ha preso la vita
E io, io,
adesso nessun altro
dico che è finita
e ragazze sognanti
mi aspettano a danzarmi il cuore
perché tutto quello che si piange
non è amore.
E mi volterò perché tu sfiorirai
Mi volterò perché tu sparirai
Mi volterò perché già non ci sei
E ti addormenterai per sempre.
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DIALOGHI MUTI
Post n°29 pubblicato il 29 Giugno 2014 da Catenedichiaccio
"Domenica, 9 febbraio [1958 n.d.r.]. Notte che porta al nove. Fuori: risate di ragazzi, il brum-brum di una macchina che scalda il motore. Giornata investita nello stupore, in penombra, rinvigorita da caffè e tè bollente: una serie di pulizie - la ghiacciaia, la camera da letto, la scrivania, il bagno, riordinando piano piano - nel tentativo di tenere la <> a distanza - ho lavato i capelli, me stessa, calze e camicie, riempiendo i buchi di una settimana, leggendo per recuperare la mia prima settimana di racconti di Hawthorne - scrivendo, per la prima volta, una lunga lettera a Olwyn/1, sentendo che i colori, i ritmi, le parole si congiungevano, muovendosi in schemi che mi davano soddisfazione all' orecchio, all' occhio. Perché mi sento libera di scriverle? La mia identità prende forma, si modella - sento che i racconti fioriscono mentre leggo la raccolta del sì, quando i tempi saranno maturi, io sarò tra loro - le poetesse, le autrici.
"Nel frattempo devo, a partire da giugno, farmi una cultura di pianeti e di oroscopi per trovarmi nella casa astrale giusta: altrimenti rimpiangerò di non averlo fatto. Tarocchi, anche. Magari dovrei rimanere da sola, senza la paralisi, per sforzami a entrare in trance mistiche e chiaroveggenti. Per poter conoscere Beacon Hill, Boston, e trasformareil suo tessuto in parole. Lo so fare. Lo farò. Adesso quel che devo, poi quel che voglio: anche questo libro si trasforma in una litania di sogni, di indicazioni e imperativi. Non mi serve stare di più con gli altri, ma stare sempre più profondamente, intensamente, con me. Per ricreare mondi..."
"L'andamento della mia vita - di artista quanto meno - può essere tracciato con la precisione di un grafico della febbre: gli alti e i bassi, i ben definiti cicli. Ho cominciato a scrivere a otto anni: di punto in bianco, senza un esempio ispiratore. Non avevo mai conosciuto qualcuno che scrivesse, anzi conoscevo pochi che leggessero. Ma sta di fatto che solo quatto cose mi interessavano: leggere libri, andare al cinema, ballare il tip tap e fare disegni. Poi un giorno mi misi a scrivere, ignorando di essermi legato per la vita a un nobile ma spietato padrone. Quando Dio ti concede un dono, ti consegna anche una frusta; e questa frusta è intesa unicamente per l'autoflagellazione. Ma ovviamente non lo sapevo. Scrivevo storie di avventure, racconti gialli, scenette comiche. Episodi che mi erano stati narrati da ex schiavi e da reduci della Guerra Civile. Era molto divertente, all'inizio. Smise di esserlo quando scoprii la differenza tra scrivere bene e scrivere male, e poi feci una scoperta ancor più allarmante: la differenza tra un ottimo stile e la vera arte; è sottile ma feroce. E allora calò la frusta!" ( Truman Capote nella prefazione al suo romanzo "Musica per camaleonti"... racconta di sè stesso. )
"La scrittura è un rito religioso: è un ordine, una riforma, una rieducazione al riamore per gli altri e per il mondo come sono e come potrebbero essere. Una creazione che non svanisce come una giornata alla macchina da scrivere o in cattedra. La scrittura resta: va sola per il mondo. Tutti la leggono, vi reagiscono come si reagisce a una persona, a una filosofia, a una religione, a un fiore: può piacergli o meno. Può aiutarli o meno. La scrittura prova delle emozioni per dare intensità alla vita: offri di più, indaghi, chiedi, guardi, impari e modelli: ottieni di più: mostri, risposte, colore, forma e sapere. All'inizio è un atto gratuito. Se ti fa guadagnare tanto meglio. [...] La cosa peggiore, peggiore di tutte, sarebbe vivere senza scrittura. E allora, come vivere con i mali minori e sminuirli ancora? (Sylvia Plath )
"Poi accadde. Una sera, mentre la pioggia batteva sul tetto spiovente della cucina, un grande spirito scivolò per sempre nella mia vita. Reggevo il suo libro tra le mani e tremavo mentre mi parlava dell'uomo e del mondo, d'amore e di saggezza, di delitto e di castigo, e capii che non sarei mai più stato lo stesso. Il suo nome era Fëdor Michailovič Dostoevskij. Ne sapeva più lui di padri e figli di qualsiasi uomo al mondo, e così di fratelli e sorelle, di preti e mascalzoni, di colpa e di innocenza. Dostoevskij mi cambiò. L'idiota, I demoni, I fratelli Karamazov, Il giocatore. Mi rivoltò come un guanto. Capii che potevo respirare, potevo vedere orizzonti invisibili."
«Sì, naturalmente, se domani sarà bello» disse la signora Ramsay. «Ma dovrai alzarti all'alba» aggiunse. (Virginia Woolf, Gita al faro (To the Lingthouse )
( Il Venditore di storie- Jostein Gaarder)
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