Creato da Catenedichiaccio il 09/01/2012

Catene di Ghiaccio

Bello sapere che la pace sovrasta i pensieri, per ciò che senti dentro, perchè la conquistata libertà interiore ha pagato un prezzo alto e l'ha pagato tutto. E tu sai che a non arrendersi mai puoi conservarti i sogni, senza lasciarli andare. E vederli mischirsi a quei fulmini che illuminano il cielo. E capire che dentro la pioggia, navigano anche le tue vittorie..

 

 

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DIALOGHI MUTI

Post n°29 pubblicato il 29 Giugno 2014 da Catenedichiaccio
 

 

 

 

"Domenica, 9 febbraio [1958 n.d.r.]. Notte che porta al nove.

Fuori: risate di ragazzi, il brum-brum di una macchina che scalda il motore.

Giornata investita nello stupore, in penombra, rinvigorita da caffè e tè bollente: una serie di pulizie - la ghiacciaia, la camera da letto, la scrivania, il bagno, riordinando piano piano - nel tentativo di tenere la <> a distanza - ho lavato i capelli, me stessa, calze e camicie, riempiendo i buchi di una settimana, leggendo per recuperare la mia prima settimana di racconti di Hawthorne - scrivendo, per la prima volta, una lunga lettera a Olwyn/1, sentendo che i colori, i ritmi, le parole si congiungevano, muovendosi in schemi che mi davano soddisfazione all' orecchio, all' occhio. Perché mi sento libera di scriverle? La mia identità prende forma, si modella - sento che i racconti fioriscono mentre leggo la raccolta del

sì, quando i tempi saranno maturi, io sarò tra loro - le poetesse, le autrici.

 

 

 

 

 

"Nel frattempo devo, a partire da giugno, farmi una cultura di pianeti e di oroscopi per trovarmi nella casa astrale giusta: altrimenti rimpiangerò di non averlo fatto. Tarocchi, anche. Magari dovrei rimanere da sola, senza la paralisi, per sforzami a entrare in trance mistiche e chiaroveggenti. Per poter conoscere Beacon Hill, Boston, e trasformareil suo tessuto in parole. Lo so fare. Lo farò. Adesso quel che devo, poi quel che voglio: anche questo libro si trasforma in una litania di sogni, di indicazioni e imperativi. Non mi serve stare di più con gli altri, ma stare sempre più profondamente, intensamente, con me. Per ricreare mondi..."


( Sylvia Plath, pagine dai Diari )

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"L'andamento della mia vita - di artista quanto meno - può essere tracciato con la precisione di un grafico della febbre: gli alti e i bassi, i ben definiti cicli. Ho cominciato a scrivere a otto anni: di punto in bianco, senza un esempio ispiratore. Non avevo mai conosciuto qualcuno che scrivesse, anzi conoscevo pochi che leggessero. Ma sta di fatto che solo quatto cose mi interessavano: leggere libri, andare al cinema, ballare il tip tap e fare disegni. Poi un giorno mi misi a scrivere, ignorando di essermi legato per la vita a un nobile ma spietato padrone. Quando Dio ti concede un dono, ti consegna anche una frusta; e questa frusta è intesa unicamente per l'autoflagellazione. Ma ovviamente non lo sapevo. Scrivevo storie di avventure, racconti gialli, scenette comiche. Episodi che mi erano stati narrati da ex schiavi e da reduci della Guerra Civile. Era molto divertente, all'inizio. Smise di esserlo quando scoprii la differenza tra scrivere bene e scrivere male, e poi feci una scoperta ancor più allarmante: la differenza tra un ottimo stile e la vera arte; è sottile ma feroce. E allora calò la frusta!"

( Truman Capote nella prefazione al suo romanzo "Musica per camaleonti"... racconta di sè stesso. )

 

 

 

 

 

 

"La scrittura è un rito religioso: è un ordine, una riforma, una rieducazione al riamore per gli altri e per il mondo come sono e come potrebbero essere. Una creazione che non svanisce come una giornata alla macchina da scrivere o in cattedra. La scrittura resta: va sola per il mondo. Tutti la leggono, vi reagiscono come si reagisce a una persona, a una filosofia, a una religione, a un fiore: può piacergli o meno. Può aiutarli o meno. La scrittura prova delle emozioni per dare intensità alla vita: offri di più, indaghi, chiedi, guardi, impari e modelli: ottieni di più: mostri, risposte, colore, forma e sapere. All'inizio è un atto gratuito. Se ti fa guadagnare tanto meglio. [...] La cosa peggiore, peggiore di tutte, sarebbe vivere senza scrittura. E allora, come vivere con i mali minori e sminuirli ancora?

(Sylvia Plath )

 

 

 

 

 

 

 

 

"Poi accadde. Una sera, mentre la pioggia batteva sul tetto spiovente della cucina, un grande spirito scivolò per sempre nella mia vita. Reggevo il suo libro tra le mani e tremavo mentre mi parlava dell'uomo e del mondo, d'amore e di saggezza, di delitto e di castigo, e capii che non sarei mai più stato lo stesso. Il suo nome era Fëdor Michailovič Dostoevskij. Ne sapeva più lui di padri e figli di qualsiasi uomo al mondo, e così di fratelli e sorelle, di preti e mascalzoni, di colpa e di innocenza. Dostoevskij mi cambiò. L'idiota, I demoni, I fratelli Karamazov, Il giocatore. Mi rivoltò come un guanto. Capii che potevo respirare, potevo vedere orizzonti invisibili."
( John Fante- La confraternita dell'uva. )

 

 

 

 

 

 

 

 

«Sì, naturalmente, se domani sarà bello» disse la signora Ramsay. «Ma dovrai alzarti all'alba» aggiunse.
Per suo figlio quelle parole furono messaggere di una gioia straordinaria, come fosse ormai deciso che la gita avrebbe avuto luogo, che il prodigio atteso con tanta ansia, per anni e anni gli sembrava fosse ora, dopo una notte di oscurità e un giorno di navigazione, a portata di mano.

(Virginia Woolf, Gita al faro (To the Lingthouse )

 

 

 

 


"La mia testa ribolle. È come un gorgoglio di centinaia e centinaia di nuove idee. Continuano incessantemente a sgorgare.
Fino a un certo punto è forse possibile controllare i pensieri, ma difficilmente si riesce a non pensare. L'animo ribolle di idee stravaganti; non arrivo neppure a fissarle che subito vengono rimpiazzate da nuove idee. Non riesco a evitare che i pensieri si confondano. Raramente sono in grado di ricordare quello che ho pensato. Prima che arrivi a riflettere su un'ispirazione, succede sempre che questa si trasformi in un'idea ancora migliore, ma anch'essa talmente evanescente nella sua essenza che mi devo sforzare di metterla al riparo dalla vulcanica eruzione di trovate sempre nuove..."

( Il Venditore di storie- Jostein Gaarder)

 

 

 
 
 
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